F. LAMBIASI – G. TANGORRA, Gesù Cristo comunicatore

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Transcript della presentazione:

F. LAMBIASI – G. TANGORRA, Gesù Cristo comunicatore F. LAMBIASI – G. TANGORRA, Gesù Cristo comunicatore. Cristologia e comunicazione, Paoline, Milano 1997. II parte: G. Tangorra, Cristologia e comunicazione A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Capitolo primo IL VOLTO UMANO DI DIO Primo paragrafo ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE La complessità La necessità La C. come evento antropologico Le tipologie della C. I diversi livelli A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

1. La complessità “Il processo di comunicazione è un flusso di informazione proveniente da una sorgente, una mente umana, che codifica un messaggio utilizzando un codice, o linguistico, o gestuale, o in genere comportamentale (in cui vi possono rientrare tutti i possibili linguaggi o sistemi espressivi, dal mimico all’artistico, al simbolico), verso una destinazione, ossia un’altra mente umana, che decodifica il messaggio valendosi di un proprio sistema (apparato) ricevente”. Da qui i diversi elementi della comunicazione: gli oggetti che si scambiano nella comunicazione (emittente-ricevente), un contenuto (il messaggio), la molteplicità dei linguaggi possibili nell’atto della codificazione, un eventuale strumento nel caso di una comunicazione indiretta e mediata (il mezzo), l’attività interpretante del destinatario e le sue risposte (feedback), i possibili ostacoli (rumori)”. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Due gruppi di definizioni Approfondimento Due gruppi di definizioni Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni:   Comunicazione come relazione, mettere in comune, comprensione:  

Il significato Comunicazione, dal latino, significa condivisione. Non significa "mandare messaggi", ma va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione, atto mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Comunicare = interagire, mettere in comune, mettere in relazione

Elementi universali della comunicazione

Elementi universali della comunicazione 1. l'emittente: è il soggetto (o i soggetti) che comunica il messaggio 2. il ricevente: è il soggetto (o i soggetti) che riceve il messaggio 3. il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere una informazione, un dato, una notizia o più semplicemente una sensazione 4. il codice: è il sistema di segni che si usa quando si comunica e senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. Può essere sia una lingua, che un gesto, un grafico, un disegno. 5. il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista) 6. la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso il codice 7. la decodifica: è il percorso contrario svolto dal ricevente che trasforma il messaggio da codice in idee, concetti e immagini mentali 8. il feed-back: è l'interscambio che avviene tra ricevente ed emittente quando l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto, capito ecc. 9. il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo - può incentivare o al contrario disincentivare la comunicazione

Modalità comunicative La comunicazione può essere: Comunicazione verbale: utilizza le parole Comunicazione non verbale: espressione dei volto, gesti, tono della voce, etc. E' meno facilmente sottoponibile a "censura", e quindi tradisce gli effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni. Comunicazione simbolica: il nostro modo di vestire, gli oggetti di cui ci circondiamo, etc, costituiscono una parte molto significativa della nostra comunicazione

Un utilizzo congiunto delle diverse modalità comunicative produce i risultati più efficaci. L'apprendimento varia al variare delle tecniche comunicative e dunque dei diversi canali di percezione. Tecniche di com.ne Verbale grafica-gestuale-iconica mista mista + sperimentazione Canale di percezione solo udito solo vista udito + vista udito + vista + discussione udito + vista + discussione + uso % di apprendimento 20 % 30 % 50 % 70 % 90 %

Rumori e feedback In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non tutto quello che viene comunicato arriva al ricevente. Anzi, di solito: il soggetto vuole dire 100 in realtà dice 80 il ricevente sente 50 (a causa dei disturbi dell'ambiente) capisce 30 ricorda 20

Consigli per una gestione cosciente della comunicazione Per sfruttare coscientemente le possibilità offerte dalla comunicazione, è sempre necessario definire con esattezza: 1. a chi ci rivolgiamo (chi sono i soggetti con i quali devo entrare in relazione?)  2. l'obiettivo (cosa vogliamo che facciano, pensino, abbiano presente, al termine della comunicazione?)  Attraverso la risposta a queste domande, è possibile decidere: 3. che cosa comunicare (quali sono i punti fondamentali che devo comunicare per ottenere l'effetto voluto e creare la relazione?)  4. come comunicarlo (quali sono "gli strumenti" di comunicazione più adatti a ottenere l'effetto voluto? Scritto, orale, ecc. )

Ovvero: Appena arriva una comunicazione, tutti noi decidiamo in modo estremamente veloce se ci interessa o meno, se la ascolteremo o meno. Avete poco tempo per dividere il mondo in due: chi sarà interessato al vostro messaggio, e continuerà a prestare attenzione, e chi no Dite in modo chiaro il concetto fondamentale, e ricordatevi che solamente se riuscite a creare una "relazione" la lettura andrà avanti Scegliete il "focus", il concetto fondamentale che dovete comunicare (quello che vi permette di raggiungere il vostro scopo comunicativo) Il focus è, solitamente, il concetto base esposto dal punto di vista del ricevente (comunicazione come relazione) Mettetelo in risalto e fate in modo che sia immediatamente riconoscibile come il messaggio più importante, il principale, all'interno della comunicazione.

Capitolo primo IL VOLTO UMANO DI DIO Primo paragrafo ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE La complessità La necessità La C. come evento antropologico Le tipologie della C. I diversi livelli A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

2. La necessità Infatti “è impossibile non comunicare”. Sul piano umano significa che ogni atto ha un valore comunicativo: “L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro. Dovrebbe essere chiaro che il semplice fatto che non si parli o che non si presti attenzione reciproca non costituisce eccezione a quanto è stato appena asserito”. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Capitolo primo IL VOLTO UMANO DI DIO Primo paragrafo ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE La complessità La necessità La C. come evento antropologico Le tipologie della C. I diversi livelli A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

3. La C. come evento antropologico Pur riguardando anche gli animali, perché la C. è una legge universale, è l’uomo che si caratterizza come animale comunicativo e lo fa sviluppando una fitta rete di comunicazioni … Comunicando l’uomo si accorge di esistere, si autodefinisce, cresce, acquista consapevolezza di sé. La comunicazione costruisce la persona, la società e produce diversi mondi dell’uomo: esistenziale, politico, culturale, economico, religioso. Un uomo senza comunicazione non può vivere A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Capitolo primo IL VOLTO UMANO DI DIO Primo paragrafo ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE La complessità La necessità La C. come evento antropologico Le tipologie della C. I diversi livelli A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

4. Le tipologie della C. C’è quella verbale o non verbale. Nella prima ci sono le lingue parlate e scritte coi sistemi fonetici propri … Quella non verbale è fatta di segnali acustici, luminosi e di altra natura; i gesti del corpo, i segni, i simboli … le immagini reali o simboliche, statiche (foto) o in movimento (cinema). A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Capitolo primo IL VOLTO UMANO DI DIO Primo paragrafo ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA COMUNICAZIONE La complessità La necessità La C. come evento antropologico Le tipologie della C. I diversi livelli A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

5. I diversi livelli Vi è la C.: Intrapersonale (interiore), Interpersonale (tra persone), familiare, comunitaria, di gruppo, Planetaria … (globale?) A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Secondo paragrafo LE LEGGI DELLA COMUNICAZIONE DIVINA La legge dell’estroversione La legge dell’incarnazione La legge della salvezza A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina La comunicazione come fenomeno umano e implicitamente legato alla comunicazione divina. Anzi si può affermare che la creazione, l’uomo stesso è frutto della comunicazione divina. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina Fin dal Concilio di Firenze (1436) si parla di processioni, relazioni, pericoresi, missioni all’interno della Trinità, facendola diventare, implicitamente, modello perfetto di comunicazione: «Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio è tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio» (DS 1331). A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina Nella Summa Theologica, S. Tommaso vede la comunicazione di Dio realizzarsi in modo eminente nell’incarnazione. Dio diventa carne, tempo, divenire, per entrare in contatto con la sua creatura. Dunque gli assiomi della comunicazione valgono anche per Dio: è impossibile non comunicare ed è impossibile comunicare senza definire correttamente la relazione. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina Dio comunica anche attraverso i miracoli, le visioni ecc. In non poche religioni c’è tutto in cammino di ascesi che dall’uomo sale alla divinità. Nella nostra religione c’è un cammino inverso, secondo il principio cosiddetto della Synkatàbasis (condiscendenza) ossia il movimento della comunicazione divina è in “discesa” (katabasis). Non si va dall’uomo verso Dio, ma è Dio che si scomoda dal cielo. “Non si parla di un uomo che diventa teologo, ma di un Dio che si fa antropologo”. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina A. J. Heschel: «La Bibbia costituisce non tanto una teologia dell’uomo quanto un’antropologia per Dio. Più che della sollecitudine dell’uomo per Dio, i profeti si occupano della sollecitudine che Dio nutre nei confronti dell’uomo …». La prima conseguenza è che la teologia non può costruirsi il suo oggetto né può scindere il rapporto Dio-uomo, rischiando ora di antropomorfizzare o di teologizzare. Dio e l’uomo sono imprescindibili. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Le leggi della C. divina Da questo rapporto comunicativo si possono evincere tre costanti: la legge dell’estroversione, la legge dell’incarnazione, la legge della salvezza. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Secondo paragrafo LE LEGGI DELLA COMUNICAZIONE DIVINA La legge dell’estroversione La legge dell’incarnazione La legge della salvezza A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

1. la legge dell’estroversione Dio si apre all’uomo facendosi capire. Assume l’umano. Non è chiuso in sé stesso, ma si apre al dialogo. Dio supera la sua infinita distanza, lontananza, e lo fa non sub propria specie bensì attraverso i “codici” propri dell’interlocutore. Il principio è quello che S. Tommaso definisce così: «la sapienza divina provvede a ciascun essere secondo la sua natura» (S. Th. III, 60, 4). A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

1. la legge dell’estroversione Da questo principio Dominique Chenu ricava la legge dell’estroversione di Dio. Ossia Dio non si comunica tenendo conto della natura del proprio essere, ma secondo quella dell’essere creato col quale vuole entrare in relazione. Ossia per salvare l’uomo, diventa uomo e in ciò Chenu vi vede l’estroversione di Dio. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Secondo paragrafo LE LEGGI DELLA COMUNICAZIONE DIVINA La legge dell’estroversione La legge dell’incarnazione La legge della salvezza A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

2. La legge dell’incarnazione L’emittente – Dio, codifica il suo messaggio in modo da renderlo comprensibile e farlo accettare al ricevente – uomo. Incarnandosi Gesù assume tutto l’umano, compreso i suoi linguaggi. Diverse sono le forme di incarnazione: le alleanze, la parola di Dio, il Cristo. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

2. La legge dell’incarnazione L’incarnazione di Gesù esprime la massima comunicazione di Dio. Gesù stesso è il “perfetto comunicatore” del Padre. In Gesù l’incarnazione fa sì che fra il Gesù storico e la Seconda Persona della Trinità non ci possano essere equivoci. E’ vero Dio e vero uomo. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Secondo paragrafo LE LEGGI DELLA COMUNICAZIONE DIVINA La legge dell’estroversione La legge dell’incarnazione La legge della salvezza A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

3. La legge della salvezza La comunicazione di Dio all’uomo è finalizzata alla salvezza. L’incarnazione senza questo fine non avrebbe senso. Così R. Latourelle: «La rivelazione è un’operazione essenzialmente salvifica»; A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

3. La legge della salvezza F. Martinez – Diez: «Non si tratta di una parola qualsiasi o di una semplice rivelazione per curiosi. Ciò che è in gioco è la salvezza dell’uomo. È una parola che è luce e vita». La salvezza operata da Gesù riguarda tutto l’uomo nella sua globalità A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Terzo paragrafo LE VIE COMUNICATIVE DELLA FEDE La storia La parola e la testimonianza L’amore A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

1. La storia Nell’ordine del rapporto Dio-uomo la storia assume il ruolo di mediatrice fondamentale, è il luogo basilare nel quale avviene l’incontro. Dio non provoca la fuga dal mondo. Invece lo prende in sé e dà gli input per trasformarlo dal di dentro. Un credente deve fare proprio il regime di visibilità che si evince dall’incarnazione. La teologia è chiamata si a riflettere sulla fede, ma è anche chiamata a trasformare la fede in forza operante storicamente. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Terzo paragrafo LE VIE COMUNICATIVE DELLA FEDE La storia La parola e la testimonianza L’amore A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

2. La parola e la testimonianza L’uomo può comunicare in diversi modi, ma la parola resta uno dei più incontestabili segni espressivi. Essa è il primo atto, ciò che configura l’umanità nella sua caratteristica peculiare. Anche la parola ha le sue dimensioni. È innanzitutto una forma di incarnazione, in quanto rimanda a un verbo interiore, di natura spirituale e di cui il suono costituisce rivelazione e conoscenza. Dà vita a energie nascoste e per questo non può essere ridotta a notizia. La parola è una realtà attiva, dinamica. Come il dabar ebraico che implica non solo la manifestazione, ma anche la creazione, e la redenzione. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

2. La parola e la testimonianza « È nel discorso della testimonianza – scrive C. Geffré – che appare al meglio il legame fra la realtà e il linguaggio». “La testimonianza spesso relegata ai margini nell’approccio alla verità è una delle possibilità più originali della comunicazione umana (…) L’aspetto singolare della T. rispetto all’esperienza, è la sua estroversione, il suo indirizzarsi all’altro”. A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

Terzo paragrafo LE VIE COMUNICATIVE DELLA FEDE La storia La parola e la testimonianza L’amore A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione

3. L’amore “L’autocomunicazione di Dio, espressa nella modalità delle sue diverse incarnazioni, testimonia l’amore di Dio verso gli uomini. È tipico dell’amore scendere a livello dell’amato, manifestarsi attraverso segni e adattarsi alle esigenze di colui che si ama. È l’amore che porta Dio a realizzare un’alleanza intesa come incontro interpersonale nel contesto di una comunità e di un popolo; è l’amore che conduce Cristo a intraprendere il cammino della testimonianza fino al giorno supremo della croce; è l’amore che i discepoli hanno letto nel petto squarciato e nel dono dello Spirito. L’amore in ambito cristiano, diventa quindi quella chiave di lettura e di interpretazione in grado di focalizzare origine, contenuto e fine della comunicazione divina” A cura di don Mimmo Iervolino “Gesù perfetto comunicatore” seconda lezione