Cos’è la psicologia sociale? variabili situazionali e sociali

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Transcript della presentazione:

Cos’è la psicologia sociale? variabili situazionali e sociali La definizione dell’oggetto di studio ruota attorno ad una questione fondamentale che riguarda il rapporto tra la dimensione individuale e sociale nella determinazione del comportamento degli individui in definitiva, si tratta di stabilire se opinioni, comportamenti, pensieri e sentimenti individuali siano dovuti a: variabili situazionali e sociali (contesto sociale e interattivo nel quale si inseriscono) variabili personali ( fattori di personalità) 1

la Psicologia la Sociologia Tra XIX e XX secolo tra mondo individuale si dividono i rispettivi campi del sapere confine tra mondo individuale mondo sociale Il Tentativo di mettere in relazione Sfida al sapere ufficiale Psicologia sociale Attenzione ai fenomeni ed ai problemi della vita pratica, individuale e collettiva,che la psicologia e la sociologia trascuravano o tendevano ad indagare in modo unilaterale Stretta tra le due sorelle maggiori ha avuto vicende travagliate per riuscire a darsi un proprio autonomo assetto teorico metodologico 2

La Psicologia sociale Studia Analisi Processi psicologici Analisi Dinamiche sociali Studia i modi e le forme con cui l'esperienza, l'attività mentale e pratica si articolano con il Contesto sociale. processi base della vita di relazione: prodotti della interazione atteggiamenti pregiudizi rappresentazioni sociali influenza sociale identità Attività cognitiva emozioni comunicazione motivazione azione 3

La psicologia sociale si è formata, occupandosi delle folle e dei comportamenti collettivi 4

Si è formata occupandosi dei fenomeni di: Suggestione Imitazione 5

di inserimento e di emarginazione Dei problemi di inserimento e di emarginazione

Già dai primi programmi della disciplina si sono delineati Due orientamenti L’individuo e i processi intraindividuali Il ruolo del contesto sociale sui processi individuali Approccio centrato sull’individuo Approccio centrato sul sociale Psicologia sociale sociologica Psicologia sociale psicologica 7

paradigma positivista La psicologia quale disciplina scientifica empiricamente fondata si sviluppa alla fine dell’Ottocento attraverso: l’istituzione dei primi “laboratori sperimentali” presso i quali domina paradigma positivista che si caratterizza per la prospettiva realista e oggettivista l’approccio analitico ed elementistico la misurazione e quantificazione dei fenomeni l’idea della conoscenza intesa come scoperta della verità oggettiva dei fatti l’idea che i fenomeni abbiano una loro precisa natura governata da leggi che la scienza ha il compito di scoprire l’idea che ogni processo conoscitivo comporti la scomposizione di una unità complessa nelle sue parti elementari 8

Tuttavia il modello positivista risultava scarsamente applicabile alla psicologia sociale a causa della natura “assolutamente peculiare” del suo oggetto di studio “i fatti umani” infatti, a differenza dell’oggetto di studio delle scienze naturali, il rapporto tra individui e ambiente è mediato dal “senso comune” inteso come progressivo accumulo di significati condivisi in relazione a pratiche sociali condivise 9

I precursori della psicologia sociale Uno dei primi tentativi di sviluppare una psicologia sociale autonoma e distinta dal modello positivista delle scienze naturali è rappresentato : “Völkerpsychologie” (psicologia dei popoli) di Lazarus e Steinthal La “psicologia delle folle” Di Le Bon e Tarde 10

“Völkerpsychologie” porti allo sviluppo di contenuti mentali simili di Lazarus e Steinthal considera come base dell’associazione umana la comunità culturale: Il Völk luogo in cui avvengono la formazione e l’educazione Psicologia sociale Comparata e storica l’ipotesi di base è che il vivere insieme secondo modalità comuni porti allo sviluppo di contenuti mentali simili pertanto i dati della coscienza individuale non possono essere compresi se non in riferimento a precisi contesti socio - storici sulla base di tali premesse, la psicologia dei popoli si occupò dello studio delle differenze culturali tra i popoli e della caratterizzazione “sociale” dei processi psichici 8

Wilhelm Wundt processi mentali superiori processi mentali elementari Al progetto della “Völkerpsychologie” fornì un valido contributo Wilhelm Wundt fondatore della psicologia sperimentale moderna e del primo laboratorio di psicologia sperimentale (Lipsia, 1879) aveva distinto tra processi mentali elementari processi mentali superiori (pensiero, linguaggio, ecc.) processi per loro natura sociali poiché, pur basandosi su abilità di tipo fisiologico, derivano il loro concreto modo di manifestarsi dal contesto socioculturale nel quale si realizzano risposte fisiologiche indagabili con i metodi delle scienze naturali richiedono un metodo d’indagine storico - comparativo, rientrando lo studio di tali processi nell’ambito delle scienze umane 9

“La psicologia della folla” Tra l’Ottocento e il Novecento si delinea una delle principali tematiche di studio della psicologia sociale “La psicologia della folla” ovvero, lo studio degli effetti sul comportamento individuale dell’interazione simultanea con un grande numero di propri simili in quanto presenza fisica (situazione di folla) in quanto presenza virtuale o simbolica (società di massa) Suggestione Contagio mentale Ridotta responsabilità Le Bon Tarde, delineava due concetti fondamentali basandosi su un’analisi delle interazioni umane all’interno delle società moderne (caratterizzate dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa) individua quale fondamento dell’azione umana l’idea che l’azione collettiva determini l’instaurarsi di una “mente collettiva” l’idea che tale entità si connoti come negativa e regressiva pertanto la folla è preda degli istinti più bassi e delle emozioni più forti che spingono l’individuo ad azioni che non avrebbe compiuto da solo e per le quali non si sente responsabile la costante dialettica tra implica una regressione a livelli più primitivi delle capacità, bisogni, valori di riferimento un’entità psicologica sovraindividuale in grado di condizionare pensieri, emozioni e condotta dei singoli tendenza all’imitazione che spinge l’individuo a comportarsi come i suoi simili tendenza all’invenzione ovvero la capacità di proporre nuove forme di pensiero e azione nelle società mediatiche è amplificata dall’influenza dell’opinione pubblica 10

modello positivista approccio individualista La psicologia sociale comincia ad imporsi come disciplina autonoma ai primi del Novecento, basandosi prevalentemente sul: modello positivista approccio individualista Il suo percorso di sviluppo è strettamente intrecciato a quello delle grandi scuole del pensiero psicologico, all’interno delle quali i diversi filoni della psicologia sociale si sono progressivamente configurati come territori d’indagine specifici orientamento a sfondo biologico (teorie istintualiste) orientamento psicoanalitico (centralità dell’inconscio) orientamento comportamentista (teorie dell’apprendimento) orientamenti gestaltisti e pre- cognitivisti (la centralità della mente) le prospettive interazioniste e socio- costruttiviste (il sociale nella mente) 11

L’orientamento a sfondo biologico Le teorie evoluzionistiche L’ impostazione darwiniana influenzò notevolmente l’ambito delle discipline psicologiche Anche le caratteristiche psicologiche e comportamentali degli individui, sono l’esito di Processi di selezione naturale Questa impostazione influenza In maniera indiretta I grandi sistemi teorici In maniera diretta le teorie istintualiste ciascun comportamento umano, anche il più complesso, è riconducibile alla dotazione biologica psicoanalisi, comportamentismo e cognitivismo I principi evoluzionisti furono applicati , non soltanto alla spiegazione del comportamento individuale, ma anche allo studio di fenomeni sociali quali:l’origine della disuguaglianza sociale e la natura del rapporto tra etnie diverse (darwinismo sociale di H.Spencer) 12

la prospettiva psicoanalitica Uno degli sviluppi più originali delle teorie istintualiste è: la prospettiva psicoanalitica per Freud il comportamento individuale è determinato dalla complessa interazione tra Jung ipotizzò l’esistenza di forme di inconscio collettivo base istintuale (pulsioni) esigenze della società depositi di contenuti archetipici trasmessi su base ereditaria e condivisi mediate principalmente dal rapporto tra l’individuo e le figure genitoriali nelle prime fasi di vita infatti, l’interazione tra pulsioni e figure di riferimento determina la strutturazione di dinamiche profonde e inconsapevoli (motivazioni inconsce) che forniscono energia alle caratteristiche dell’individuo e al comportamento concreto dai gruppi sociali dalla specie umana nel suo insieme 13

di diversa impostazione teorica L’orientamento psicoanalitico ha profondamente influenzato il lavoro di autori di diversa impostazione teorica Dollard nel suo modello “frustrazione-aggressività” Lewin nella sua “teoria del campo” La scuola di Francoforte (Adorno, Marcuse) definisce il comportamento aggressivo come l’esito di un accumulo di tensione dovuto all’impossibilità per l’organismo di raggiungere scopi fondamentali condivide l’enfasi della psicoanalisi sui processi di mantenimento dell’equilibrio dell’organismo integra la prospettiva psicoanalitica con una particolare sensibilità socio-politica (riflessioni sulla società di massa, sull’alienazione, sulla personalità autoritaria) utilizza la prospettiva energetica della psicoanalisi In definitiva, nonostante l’approccio individualistico e l’eccessivo determinismo della relazione istinto- comportamento, la psicoanalisi costituisce uno degli elementi fondativi del pensiero psicosociale. Senza l’attenzione alle dimensioni inconsce gran parte dei fenomeni sociali risulterebbe solo parzialmente comprensibile. 14

Gli orientamenti comportamentisti L’approccio teorico che ha maggiormente rappresentato i presupposti teorici del paradigma positivista è quello Comportamento come risposta appresa (Risposta a stimoli esterni) “comportamentista” all’interno di questa impostazione la motivazione alla base del comportamento è individuata nell’istinto fondamentale occorre studiare il comportamento osservabile, evidenziandone il rapporto (in termini di causa-effetto) con le esperienze positive e negative che l’organismo ha precedentemente realizzato (rinforzi) la mente dell’individuo è una “tabula rasa” sulla quale si imprimono gli esiti di una lunga serie di apprendimenti si esclude ogni riferimento a variabili intervenienti di natura mentale quali mediatori dei processi di apprendimento a perseguire il piacere ad evitare il dolore 15

Nonostante l’eccessivo determinismo e riduzionismo il comportamentismo influenzò notevolmente lo sviluppo della psicologia sociale: la prospettiva di Allport, che considerava l’ambiente sociale una specifica fonte di stimolazione e di rinforzi per l’individuo la teoria del “modellamento sociale” di Bandura la teoria dello scambio sociale di Homans ipotizzò che era possibile apprendere, non solo per esperienza diretta, ma anche osservando il comportamento altrui e i suoi esiti in termini di rinforzi positivi o negativi postulò che le interazioni avvengono a seguito di una valutazione dei costi e benefici connessi alle diverse azioni possibili, e quindi dei vantaggi – svantaggi che l’individuo può ottenere adottando uno specifico comportamento nei confronti dei propri simili influenzò per decenni il lavoro degli psicologi sociali, i quali sottolineavano però la natura peculiare dei condizionamenti sociali 16

La psicologia sociale in America Il processo che ha permesso alla Psicologia Sociale di trasformarsi in una disciplina scientificamente valida si è svolto, perlopiù, in America Ma le radici si trovano innegabilmente In Europa gli eventi legati al nazismo causarono l’esodo forzato, in America di uomini ed idee dall’Europa Il contributo Europeo fu accolto con entusiasmo assimilato e trasformato in qualcosa di tipicamente Americano 17

in America, più che altrove, L’atmosfera sociale e scientifica degli Stati Uniti dopo la fine della prima guerra mondiale Consentì al comportamentismo sperimentale di matrice europea di amalgamarsi al comportamentismo e all’individualismo locale La psicologia sociale diventò in America, più che altrove, La scienza dell’individuo, Ma la conseguenza fu l’allontanamento della disciplina dallo studio dei problemi sociali 18

Dalla concezione comportamentista Negli anni che seguirono alla seconda guerra mondiale si poté assistere in America Ad una trasformazione di ordine teorico Si passò Dalla concezione comportamentista Alla concezione cognitivista Il cambiamento fu provocato Dall’apparizione in America della Psicologia della Gestalt di matrice europea 19

Gli orientamenti gestaltisti e precognitivisti La teoria della Gestalt si sviluppa in aperta contrapposizione al riduzionismo comportamentista che considera “non scientifico” lo studio dei processi mentali all’elementismo strutturalista (Wundt) che mirava alla scomposizione dei processi mentali nelle loro unità costitutive elementari Basandosi sui dati emersi dalla ricerca nell’ambito della percezione Wertheimer, Köhler e Koffka evidenziarono che i processi mentali presentavano caratteristiche e proprietà globali non riconducibili alla semplice associazione dei loro elementi costitutivi, ma piuttosto alla modalità con cui tali elementi si organizzano all’interno della totalità più ampia e quindi al sistema di relazioni tra le parti 20

La psicologia della Gestalt in America La psicologia della Gestalt, dopo il suo esordio in Europa nei primi del Novecento, si diffuse rapidamente negli Stati Uniti in seguito all’emigrazione forzata dei suoi principali esponenti, perseguitati dal nazismo Negli USA il lavoro di Kurt Lewin contribuì ad evidenziare le possibili applicazioni della psicologia della Gestalt allo studio dei fenomeni sociali ad estendere il campo di applicazione della teoria dall’ambito della percezione all’intera sfera delle attività psichiche nella sua “teoria del campo” il rapporto tra individuo e società viene concettualizzato in termini di “dinamica del campo psicologico” La sua concezione si focalizzò sul principio dell’interdipendenza che sottolineava la supremazia del tutto (situazione o campo) sulle parti “i rapporti interpersonali e l’ambiente sociale non sono realtà esterne all’individuo ma parti essenziali del suo “spazio di vita”, in grado di entrare in rapporto dinamico con le regioni più personali e intime di questo spazio, riguardanti il sistema dei bisogni, le motivazioni, le aspettative, la storia personale” 21

Il contributo di Lewin ebbe un’influenza fondamentale sullo sviluppo della disciplina, anticipando le teorie cognitiviste dell’equilibrio cognitivo si fondano sull’idea che i comportamenti dell’individuo siano condizionati dall’esigenza di mantenere una situazione di equilibrio tra le parti del sistema psichico In questo ambito si collocano Studi di M. Sherif Sulle “norme sociali” Studi di F. Heider su Relazioni interpersonali Coerenza ed attribuzione Gli esperimenti di S.E.Asch Sulla formazione delle impressioni la teoria della “dissonanza cognitiva” di L. Festinger 22

Le prospettive interazioniste e socio-costruttiviste Un’analisi storica dei principali orientamenti di pensiero (psicoanalisi, comportamentismo, gestaltismo) che si sono affermati in psicologia sociale evidenzia il prevalere di: una “prospettiva individualistica” il sociale viene percepito al massimo come un contesto all’interno del quale le dinamiche individuali vengono studiate e interpretate Un orientamento teorico che ribalta questa posizione è L’Interazionismo simbolico è caratterizzato dai seguenti aspetti: l’idea che tale significato non è frutto del pensiero individuale, ma è il prodotto dell’interazione fra gli individui l’idea che i significati sono continuamente manipolati dagli individui in un incessante processo di interpretazione della realtà l’idea che gli individui agiscano nei confronti degli oggetti del mondo sulla base dei significati che attribuiscono a tali oggetti 23

George H. Mead Vygotskij I principali esponenti della prospettiva interazionista e socio-costruttivista sono: George H. Mead Vygotskij elemento chiave della relazione tra mente ed interazione sociale è il Self evidenziò che lo sviluppo delle funzioni psichiche superiori è strettamente correlato con l’ambiente socio-culturale concepì la mente quale fondamentale strumento di adattamento che si struttura e organizza come esito dei processi d’interazione e comunicazione ovvero la coscienza di Sé costruita a partire dalla consapevolezza dell’altro essendo fondate su un sistema di segni la cui natura è intrinsecamente sociale la mente è pertanto un prodotto sociale che opera per mezzo di simboli significativi socialmente condivisi in ciò ha un ruolo fondamentale la comunicazione simbolica che consente di assumere il ruolo dell’altro e di anticiparne le possibili reazioni pensiero e linguaggio, pur essendo espressione di due diverse funzioni della mente si intrecciano nel corso dello sviluppo: il linguaggio diventa strumento del pensiero e il pensiero si configura come interiorizzazione di un discorso 24

A partire dalla fine degli anni Sessanta , il campo della psicologia sociale è attraversato da un movimento di ripensamento critico che mette in discussione obiettivi, metodi e persino i fondamenti epistemologici della disciplina. Vengono mosse le seguenti critiche: - scarsa rilevanza sociale (dovuta alla eccessiva distanza tra laboratorio e vita concreta; inadeguatezza dell’approccio deterministico e meccanicistico volto a formulare leggi generali; eccessiva enfasi sulla dimensione individuale a scapito di una corretta valutazione del contesto sociale Questo periodo di crisi è seguito da un periodo di laboriosa rifondazione caratterizzato dall’elaborazione di nuove teorie e modelli. Gli attuali sviluppi della disciplina costituiscono l’esito di tale dibattito critico: la social cognition l’approccio discorsivo e socio-costruzionista il costruttivismo sociale 25

Gli sviluppi cognitivisti La prospettiva cognitivista si sviluppa a partire dall’introduzione del fondamentale concetto di “schema” ad opera di Bartlett pertanto l’individuo si rapporta all’ambiente fisico e sociale non in funzione delle caratteristiche oggettive dell’ambiente, ma in funzione del modo in cui quelle caratteristiche sono percepite, memorizzate, organizzate e rappresentate dal sistema cognitivo l’idea di fondo è che il modo in cui trattiamo le informazioni provenienti dal mondo esterno è influenzato dalle strutture di conoscenza precedentemente acquisite (schemi) 26

La prospettiva della Social Cognition costituisce la più nota applicazione del cognitivismo alla psicologia sociale Cognitive miser Euristiche di giudizio si occupa dello studio dei processi mentali che guidano la raccolta e il trattamento delle informazioni di natura sociale con particolare attenzione ai processi di percezione interpersonale Tale approccio resta sostanzialmente ancorato ad una prospettiva individualistica centrata sullo studio dei processi mentali che si ritengono attivati, sia da stimoli fisici che sociali, secondo meccanismi identici. La specificità degli input di natura sociale viene totalmente ignorata. 27

natura socialmente costruita della mente Il socio-costruzionismo tenta di realizzare un’integrazione tra la dimensione individuale e sociale sostenendo la natura socialmente costruita della mente i processi cognitivi sono prodotti socioculturali la cui natura non va ricercata nelle caratteristiche e modalità di funzionamento della mente ma nella rete dei rapporti sociali e degli scambi comunicativi Tuttavia, tale prospettiva nelle sue versioni più radicali tende ad annullare il polo individuale “dissolto nelle interazioni comunicative e da esse totalmente determinato”. Inoltre la tendenza a ridurre il contesto sociale “all’interazione discorsiva immediata” rischia di tagliare fuori aspetti rilevanti di natura sociale, storica e culturale in grado di condizionare notevolmente le interazioni 28

La psicologia sociale in Europa Dopo la seconda guerra mondiale Era priva di una propria istituzionalizzazione Seguita solo da alcuni autori isolati Negli anni cinquanta Gli americani presero l’iniziativa di riunire ad Oslo Sociologi e Psicologi sociali provenienti da tutta Europa L’European Association of Experimental Social Psychology Fondata nel 1966 Divenne presto il nucleo di una comunità scientifica di psicologi sociali L’esigenza era quella di ricercare l’identità della psicologia sociale europea Psicologa più centrata sul sociale Tajfel Moscovici 29

Il costruttivismo sociale in Europa L’istanza fondamentale di integrazione tra livello individuale e sociale ha trovato la sua più compiuta espressione all’interno di due filoni di ricerca specificamente europei: gli studi sull’identità sociale e le relazioni inter-gruppi di Tajfel gli studi sulle rappresentazioni sociali di Moscovici Viene sottolineata La dimensione sociale del comportamento individuale per Moscovici il processo di conoscenza della realtà esterna è il prodotto di un costante confronto con altri punti di vista, non solo nell’interazione immediata, ma anche nel rapporto con i sedimenti della costruzione collettiva della conoscenza depositati nel senso comune e nei modi in cui uno specifico sistema sociale tende a spiegarsi i fenomeni e gli eventi la dimensione di gruppo e il contesto d’azione sono costitutivi dell’individuo l’immagine di Sé di ciascun individuo dipenderà dall’immagine che egli ha del proprio gruppo di appartenenza e dello stato dei rapporti tra i diversi gruppi per lui significativi 30

moderna Psicologia Sociale e alle determinanti culturali Differenze nella moderna Psicologia Sociale Europa America Attenzione all’individuo e al suo funzionamento Attenzione al sociale e alle determinanti culturali del comportamento Si differenzia dalla Ps. Sociale europea per il suo essere: Astorica, individualistica , etnocentrica e basata sul laboratorio relazioni intergruppi identità sociale influenza sociale -cognizioni sociali dell’individuo Temi di ricerca 31