1. Cosa è l’uomo? Quale disciplina può rispondere a questa domanda? biologia
Non vi è alcuna base fisiologica per la classificazione di esseri umani in una loro propria famiglia. Studiosi obiettivi, se per ipotesi fossero balene o delfini, porrebbero gli esseri umani, gli scimpanzé e gli orangutan nel medesimo gruppo tassonomico. […] Gli esseri umani e gli scimpanzé sono di gran lunga più simili tra loro di due generi qualsiasi di coleotteri, scelti arbitrariamente. Cionondimeno, gli animali che camminano eretti con le mani che penzolano libere lungo i fianchi sono, per definizione, ominidi e non pongidi. L. Margulis / D. Sagan, Microcosmo, Mondadori, Milano 1989
Dal punto di vista morfologico – a differenza da tutti i mammiferi superiori – l’uomo è determinato in linea fondamentale da una serie di carenze, le quali di volta in volta vanno definite nel preciso senso biologico di inadattamenti, non specializzazioni, primitivismi, cioè di carenze di sviluppo: e dunque in senso essenzialmente negativo Arnold Gehlen, L’uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo (1940), Feltrinelli, Milano 1983
Pico della Mirandola, De dignitate hominis: uomo come arbitrarius plastes et fictor Agostino: medium quoddam, sed inter pecora et angelos Scheler: uno Zwischen, una Grenze, un Übergang
Tra l’ “Adamo rinato” e il “vecchio Adamo”, tra il “figlio di Dio” e colui che fabbrica utensili e macchine (“homo faber”) vi è una insormontabile differenza eidetica: mentre tra l’animale e l’homo faber vi è solo una differenza di grado. Max Scheler Die Idee des Menschen, 1914
E’ molto improbabile che noi, che possiamo conoscere, determinare e definire l’essenza naturale di tutte le cose che ci circondano, di tutto ciò che non siamo, possiamo mai essere in grado di fare lo stesso per noi: sarebbe come scavalcare la nostra ombra. Per di più nulla ci autorizza a ritenere che l'uomo abbia una natura o un'essenza affini a quelle delle altre cose. […] La difficoltà sta nel fatto che le modalità della conoscenza umana riferibili alle cose dotate di qualità “naturali", compresi noi stessi nella misura limitata in cui rappresentiamo la specie più altamente sviluppata della vita organica, si rivelano inadeguate quando ci chiediamo "E chi siamo noi?". Hanna Arendt The Human Condition, 1958
Karl Jaspers «l’uomo è fondamentalmente più di ciò che può sapere di sé» [1] [1] «essere uomo è diventare uomo» [2]. [2] (la libertà umana «richiede una guida (ruft nach Führung)», che ottiene attraverso Dio) [3] [3] Jean Paul Sartre «non vi è una natura umana, in quanto non vi è un Dio che la concepisca». L’uomo è un essere «nel quale l’esistenza precede l’essenza, un essere che esiste, prima che possa essere definito da alcun concetto» [4]. [4] Martin Heidegger «l’“essenza” dell’Esserci consiste nella sua esistenza. I caratteri che risulteranno propri di questo ente non hanno quindi nulla a che fare con le “proprietà” semplicemente-presenti di un ente semplicemente-presente, “avente l’aspetto” di essere così e così» [5]. [5] L’Esserci «si determina come ente sempre a partire da una possibilità che egli stesso è e che, nel suo essere, in qualche modo comprende» [1] [1] K. Jaspers, Einführung in die Philosophie, Piper, München 1953, p. 62. [4] [4] J.P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, Mursia, Milano, 1978, pp [5] [5] M. Heidegger, Sein und Zeit, Niemeyer, Tübingen , § 9, p. 42, trad. it. Essere e tempo, Longanesi, Milano 1976, p. 64.
1. Cosa è l’uomo? Quale disciplina può rispondere a questa domanda? biologiasociologiaantropologia religione paleoantropologia storia
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Magnus Hundt, Anthropologium de homini dignitate, natura et proprietatibus Otto Cassman, Psychologia anthropologica sive animae humane doctrina, , Leipzig: prima lezione universitaria sull’antropologia – Gottfred P. Mueller (retorica) Karl W. Struve, Anthropologia naturalis sublimior, 1754 Ernst Platner, Anthropologie fuer Aerzte und Weltweise, : primo corso di antropologia di I. Kant
La nuova filosofia fa dell’uomo, nel quale include la natura come base dell’uomo, l’oggetto unico, universale e supremo della filosofia – e fa quindi dell’antropologia, integrata dalla fisiologia, la scienza universale. L. Feuerbach, Grundsätze der Philosophie der Zukunft, 1843
“antropologia filosofica” non è qualunque teoria filosofica dell’uomo, ma quella che presuppone l’abbandono della metafisica di scuola tradizionale il rifiuto della prospettiva esclusiva delle scienze fisico-matematiche della natura
E’ assurdo pensare che la politica e la saggezza siano la forma più alta di conoscenza, se è vero che l’uomo non è la realtà di maggior valore dell’unverso. Se poi si dice che l’uomo è superiore a tutti gli altri animali, non cambia niente, giacché ci sono altre realtà di natura ben più divina dell’uomo, come risulta chiarissimo, se non altro, dai corpi di cui è costituito l’universo. Aristotele, Etica Nicomachea, IV ma la prospettiva della centralità dell’uomo non è l’unica possibile