Lo Relazione Mente-Corpo e la Psicosomatica

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Lo Relazione Mente-Corpo e la Psicosomatica

Superamento della logica cartesiana materia (rex extensa) e pensiero (rex cogitans). Il corpo, nella logica cartesiana, ciò che è concreto, si contrappone a ciò che non ha estensione. L’uomo quindi può essere studiato come una macchina, nel senso che il suo corpo e il suo funzionamento seguono le stesse leggi fisiche delle macchine. Questa visione ha favorito una visione limitata e riduttiva della “malattia”: la separazione tra corporeo e psichico ha portato a concepire l’uomo come un insieme di organi e di funzioni facendo perdere il senso di unicità. In realtà la condizione di “malattia” è rivelatrice molto spesso di un’unità psicosomatica che richiede un approccio multidimensionale.

L’uomo ha anche una rappresentazione psichica del proprio corpo L’uomo ha anche una rappresentazione psichica del proprio corpo. Questa non è innata, ma è qualcosa che si forma nella prima infanzia e si modifica per tutta la vita. Il corpo non è solo un fenomeno biologico, ma anche una costruzione mentale graduale e complessa che si sviluppa soprattutto all’interno della relazione con la madre. Il neonato, infatti, sperimenta una condizione dove non percepisce una chiara distinzione tra sé e il corpo materno. Attribuisce, all’inizio, all’altro ciò che in realtà prova lui stesso. Il corpo è un sistema comunicativo aperto. Ogni gesto, ogni espressione, compresi l’immobilità o il silenzio assumono in un determinato contesto un loro significato. Il corpo non è un contenitore statico, non termina con i suoi confini, attraverso la pelle avviene uno scambio osmotico tra uomo e ambiente.

E la mente? I vissuti del neonato, all’inizio, coincidono con l’esperienza che ha di sè come corpo. Solo con il tempo svilupperà la capacità di elaborare queste sensazioni (la fame, la sete, il dolore…) sotto forma di pensieri, fantasie e sogni. La mente non è un oggetto localizzato nel corpo, ma è l’insieme dei processi psicologici, fenomeni mentali ed esperienze personali.

La psicosomatica può essere intesa come una scienza che si propone di studiare e di aiutare l’essere umano nei suoi aspetti psicologici e in quelli corporei.

Comportamento e malattia A metà del Novecento uno degli scopi principali della psicosomatica americana era quello di individuare delle caratteristiche psicologiche specifiche che potessero essere considerate come veri e propri fattori di rischio nei confronti della malattia.

Comportamento di Tipo A Nel 1959 i ricercatori Friedman e Rosenman individuarono uno specifico stile di Comportamento di tipo A, associato ad un aumento di colesterolo ematico, del tempo di coagulazione e a un rischio elevato di sviluppo di una malattia coronaria

Criteri diagnostici per il comportamento di tipo A secondo i DCPR (Criteri diagnostici per la ricerca psicosomatica, Fava, Rafanelli,1995). A. Devono essere presenti almeno 5 delle 9 caratteristiche seguenti: 1. grado eccessivo di coinvolgimento nel lavoro e in altre attività soggette a scadenze 2. sensazione costante dell’incalzare del tempo 3. parlata rapida e esplosiva, bruschi movimenti del corpo, tensione dei muscoli facciali… 4. ostilità e cinismo 5. umore irritabile 6. tendenza ad accelerare le attività fisiche 7. tendenza ad accelerare le attività mentali 8. alto grado di ambizione di successo 9. alta competitività

B. Il comportamento provoca risposte fisiologiche connesse allo stress che precipitano i sintomi di una malattia. C. Il comportamento non è presente nel corso di una sindrome maniacale. Oggi vi sono altri fattori emotivi e comportamentali che assumono grande importanza par la psicosomatica cardiologia: 1. Depressione. Essendo poco motivati tendono a non collaborare, assumendo in modo irregolare la terapia e perseverando in comportamenti inadeguati) fumo, consumo di alcolici…) 2. Fumo di sigaretta 3. Inattività fisica 4. Stress sociale (basso livello socio-economico, disoccupazione, lavoro precario, mancanza di sostegno familiare e sociale).

Comportamento di tipo B Le caratteristiche contrarie, che si trovano nelle persone meno esposte a un rischio cardiovascolare, sono state chiamate Comportamento di tipo B

Comportamento di tipo C E’ stato notato da molti studiosi che i pazienti affetti da patologia tumorale presentano frequentemente caratteristiche comuni (Grassi et al., 1992)

1. Un’infanzia segnata da carenze affettive e da abbandoni 2 1. Un’infanzia segnata da carenze affettive e da abbandoni 2. una storia personale caratterizzata da eventi dolorosi e in particolare da esperienze di perdita 3. la tendenza a non affrontare le situazioni problematiche e i conflitti ricorrendo a difese psichiche quali la rimozione, la negazione… 4. scarsa capacità introspettiva 5. difficoltà ad esprimere liberamente i propri sentimenti, minimizzando le proprie emozioni e inibendo l’aggressività 6. tendenza ad affrontare la malattia con uno stile di reazione caratterizzato da accettazione passiva, vissuti depressivi, senso di sfiducia.

Da un punto di vista fisiopatologico questo stile di reazione comporta una serie di alterazioni neuroendocrine (aumento dell’attività simpatica) e immunitarie (minore attività del sistema linfocitario e delle cellule natural killer, importanti per il riconoscimento delle cellule tumorali).

IL DCPR: criteri diagnostici per la ricerca psicosomatica IL DCPR: criteri diagnostici per la ricerca psicosomatica. Le sindromi psicosomatiche per le quali vengono proposti i criteri diagnostici sono le seguenti: 1. Comportamento di tipo A (vedi prima) 2. Alessitimia: - Difficoltà nell’identificare e descrivere le proprie emozioni - Difficoltà nel distinguere tra sentimenti e sensazioni - Processi immaginativi limitati - Stile cognitivo concreto, pratico I pazienti alessitimici hanno dialoghi privi di intensità emotiva, mancano riferimenti a vissuti interiori, desideri, paure, non hanno una rete sociale soddisfacente, le relazioni interpersonali sono scarse, l’attività onirica è scarsa.

Comportamento abnorme di malattia E’ la persistenza di un modo di percepire, valutare ed agire inappropriato rispetto al proprio stato di salute, malgrado un medico abbia offerto una spiegazione ragionevolmente lucida sulla natura della malattia e una terapia appropriata. L’ipocondria farebbe parte di questa sindrome.

Sintomi funzionali somatici secondari a un disturbo psichiatrico

5. Somatizzazione persistente Tendenza transitoria o persistente a provare e a comunicare la sofferenza psicologica sotto forma di sintomi somatici e a cercare aiuto medico per questo. Per i disturbi che lamenta il paziente non è possibile identificare un’alterazione o una lesione organica che spieghi ragionevolmente la loro presenza. Più frequentemente si tratta di: - Sintomi gastro-intestinali(nausea, difficoltà digestive, diarrea…) - Sintomi cardio-vascolari (palpitazioni…) - Sintomi muscolo-scheletrici(affaticamento, gonfiori..) - Sintomi urinari(difficoltà nella minzione, minzione imperiosa…) - Sintomi respiratori - Sintomi ginecologici (dismenorrea, alterazioni del ciclo…) - Sintomi dolorosi di varia natura (cefalee, dolori cervicali…)

6. Sintomi di conversione Il concetto di conversione Freud lo introdusse per spiegare come nelle pazienti isteriche i conflitti emotivi di natura sessuale potessero generare dei disturbi corporei. Secondo la sua ipotesi l’energia pulsionale, cioè la libido, verrebbe distaccata dalle rappresentazioni psichiche inaccettabili e trasformate in qualcosa di somatico, cioè in un sintomo isterico: una paralisi, uno svenimento o la cecità…