La crisi di fine secolo e l’età giolittiana
L’età crispina (1887-1896) 1887: morte di Depretis stato generale di malcontento e di malessere per la sua gestione del potere (corruttrice nei confronti del Parlamento, debole e incerta nelle decisioni di governo) “Uomo forte”: Francesco Crispi Trasformismo + energia nel dirigere il governo importanti riforme
L’età crispina (1887-1896) Nuovo codice penale Giuseppe Zanardelli abolizione della pena di morte Riordinamento finanziario e bancario Sidney Sonnino Sensibilità per la cultura e per la propaganda La Riforma
L’età crispina (1887-1896) Aspetti meno lodevoli repressione del movimento operaio autoritarismo nei confronti dell’opposizione parlamentare ambizione di fortificare la solidarietà nazionale con una politica estera molto attiva
L’età crispina (1887-1896) Crisi economica crisi sociale e politica Agitazioni sociali in Sicilia (1893) - Fasci organizzazioni guidate da esponenti socialisti richiesta della divisione delle terre comunali richiesta del miglioramento dei contratti agrari Dura repressione
L’età crispina (1887-1896) Miraggio della gloria militare: espansione coloniale Guerra contro l’Etiopia Adua (1896): sconfitta del corpo di spedizione italiano (6000 morti) Dimissioni di Crispi
Crisi di fine secolo Antonio di Rudinì (esponente della Destra) Rincaro del prezzo del pane sommosse (maggio del 1898 ) repressione spropositata: 78 morti a Milano, 50 nelle altre città pene carcerarie pesantissime ai dirigenti dei rossi e dei neri
Crisi di fine secolo Acme della gravissima crisi politica: 1899-1900 (governo presieduto dal generale Luigi Pelloux) Tentativo di porre dei limiti ad alcuni diritti fondamentali (diritti di sciopero nei servizi pubblici, di libertà di stampa, di riunione e di associazione) opposizione violentissima in Parlamento Assassinio di re Umberto (1900) Vittorio Emanuele III
L’età giolittiana (1901-1914) Tentativo reazionario di fine secolo 1901: svolta liberale Figura centrale del governo Zanardelli: Giolitti, ministro dell’Interno via libera agli scioperi aumento consistente dei salari
L’età giolittiana (1901-1914) Giolitti: presidente del Consiglio (1903) l’uomo politico più forte il simbolo del potere Apertura ai socialisti (collaborazione dei socialisti riformisti) ai cattolici Allargamento delle basi dello Stato nella società suffragio universale maschile, 1912 (elettori: 8 milioni e mezzo)
L’età giolittiana (1901-1914) Disinteresse di Giolitti per le condizioni del Mezzogiorno Questione meridionale sempre più grave Mezzogiorno: grande serbatoio di voti metodi clientelari del trasformismo ( Giolitti: ministro della malavita) Incapacità di ottenere stabilmente il consenso degli uomini di cultura, degli intellettuali
L’età giolittiana (1901-1914) Crescente irredentismo e nazionalismo guerra alla Turchia per conquistare la Libia (1911-1912) Occupazione del Dodecaneso
L’età giolittiana (1901-1914) 1913: prime elezioni a suffragio universale maschile “Patto Gentiloni”: Contro l’avanzata dei socialisti Candidati liberali – elettori cattolici Patto Gentiloni reazioni sdegnate dei democratici e dei nazionalisti dimissioni di Giolitti