Un tema: Il nazionalsocialismo Lo studio del 900 Un tema: Il nazionalsocialismo
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Poche le traduzioni italiane degli studi sul nazionalsocialismo e sulla evoluzione interpretativa. Eccezione importantissima i volumi di G.Mosse. Sintesi importante quella di E.Collotti (“La Germania nazista. Dalla repubblica di Weimar al crollo del potere hitleriano” e “Nazismo e società tedesca”) dove vengono osservati: L’analisi dei diversi aspetti della politica nazista con la permanenza ed il rafforzamento del blocco dominante (latifondisti prussiani, industria pesante, grandi banche) I rapporti della società tedesca con il nazismo e le sue strutture organizzative e ideologiche (qui rientrano ad esempio i rapporti stato/partito che - diversamente dal caso italiano - sembra prevalere; la politica familiare e giovanile, quella razziale, la propaganda.
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Lo stato totalitario nazista si impone attraverso una complessa trama di poteri e di costruzioni ideologiche che tendono ad eliminare ogni elemento intermedio fra società e stato (F.Neumann, Struttura e pratica del nazionalsocialismo) Strumenti ed elementi costitutivi di questo progetto statuale sono: la figura del capo, l’ideologia e la pratica del razzismo, lo spazio vitale e la definizione di una politica di espansione, la piena partecipazione delle masse (proletariato e classi intermedie)
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Il consenso al nazismo non deriva dal solo risultato repressivo, bensì attraverso la riorganizzazione delle classi dirigenti (la burocrazia statale e il partito) e del proletariato (con interventi nella legislazione del lavoro, a favore del tempo libero – utilizzato in senso politico/strumentale, con un preciso e penetrante sistema di propaganda). L’obiettivo (dichiarato subito ma in parte naufragato sugli scogli del conflitto) è la costruzione di una “nuova società”, capace di reggere ai compiti di dominio e conquista contenuti nell’impostazione originaria del movimento nazionalsocialista
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Da questa impostazione si può far derivare una lettura propriamente storica (K.D.Bracher, Le dittatura tedesca, ma anche l’impostazione complessiva di Mosse) che pur all’interno della categoria del “totalitarismo”: Rifiuta di leggere il nazismo all’interno del fenomeno complessivo dei fascismi, sottolineando la natura radicalmente autoctona del movimento. Evidenzia la gradualità con la quale si impone il nuovo potere sul quale regna indiscussa la figura del leader Ribadisce la solidità degli interessi dominanti, ma permette (con la sua natura di fenomeno sociale rivoluzionario) nella rigidità sociale della storia tedesca, la scalata ai posti di comando di larghe parti della piccola borghesia.
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Nel corso degli anni una delle più importanti discussioni interpretative e storiografiche sul nazismo è quella che vede contrapposti gli storici cosiddetti “intenzionalisti” (come Bracher) e quelli definiti “funzionalisti” (Broszat e Neumann). Intenzionalisti: ruolo dominante alla dittatura personale di Hitler nella quale si realizza la coerenza del regime: l’intera storia del nazismo viene letta come una realizzazione delle intenzioni del dittatore Funzionalisti: i rapporti tra gli apparati presentano spinte differenti e tendenze diverse. Quindi sarebbero i reciproci rapporti di forza a determinare di volta in volta le scelte del regime.
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Posizioni differenti: Gli intenzionalisti criticano i funzionalisti perché banalizzano il regime e utilizzano una interpretazione che fa riferimento a forze astratte ed a “funzioni” del sistema, rinunciando ad un giudizio morale. A contrario i funzionalisti accusano gli intenzionalisti di ridurre la storia del regime all’ideologia di Hitler, passando in secondo piano le responsabilità delle vecchie classi dirigenti nella presa di potere e nel sostegno al regime nazista.
Il nazionalsocialismo Interpretazioni Negli anni 70 si è sviluppato poi un filone definito “revisionista” al cui interno occupa un posto particolare E.Nolte (Nazionalismo e bolscevismo. La guerra civile europea 1917-1945) dedicato alla comparazione tra i totalitarismi tedesco e sovietico: Germania e URSS sono protagoniste di “una guerra civile europea” e fra i due regimi esiste un nesso “causale”: opposti e nemici il nazionalsocialismo è una risposta alla sfida del bolscevismo I due regimi hanno in comune anche la pratica dello sterminio: uno lo attua su basi razziali e biologiche, l’altro su basi di classe
Il nazionalsocialismo Interpretazioni L’asprezza della polemica che è seguita alla pubblicazioni delle tesi di Nolte (e l’oggettiva difficoltà comparativa fra i due regimi se ci si pone al di fuori della categoria del totalitarismo) interessa non tanto per le argomentazioni proposte dallo storico tedesco, quanto perché con essa si sono toccati gli elementi essenziali dell’identità attuale della Germania La differenza passa tra chi mette al centro come problema storico e politico il tema dello stato-nazione depurato dagli orrori e crimini del nazismo, e chi invece vi colloca la memoria dei campi di sterminio e la consapevolezza critica della storia tedesca.
George Mosse George L. Mosse (1918 – Berlino; 1999 – Madison) nasce da una famiglia di origine ebraica. All'avvento del nazismo, fu costretto all'esilio; si recò prima in Inghilterra, dove studiò a Cambridge, e successivamente negli Stati Uniti, dove perfezionò i suoi studi alla Harvard University. Ha insegnato a lungo presso l'università del Wisconsin-Madison. I suoi interessi si sono diretti verso la storia moderna (L'Europa del Cinquecento, in collaborazione con H. G. Koenigsberger, 1968), ma soprattutto verso i grandi temi della storia contemporanea, analizzati da un punto di vista sociologico e antropologico. Nei suoi primi studi dedicati alla nazione tedesca (Le origini culturali del Terzo Reich – 1964 - e La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania, 1812-1933 - 1974), ha indagato l'irruzione dell'ideologia nazionalista a livello di massa, impiegando come fonti storiche anche la letteratura, i monumenti, la musica, le associazioni sportive. Allo studio delle due guerre mondiali - considerate come esperienza collettiva - e il razzismo europeo, ha dedicato due opere fondamentali: Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti (1990) e Il razzismo in Europa dalle origini all'Olocausto (1980).
Il nazionalsocialismo G.Mosse Del tutto a parte per l’importanza che ha avuto occorre considerare l’opera storiografica di G.Mosse che – peraltro – nel nostro caso deve essere fortemente collegata con quanto diremo rispetto all’affermarsi di una moderna società di massa Le origini culturali del Terzo Reich – l’opera di Mosse pubblicata in Italia nel 1968 - invitava a considerare con grande attenzione le mitologie, le idee, le varie rappresentazioni mentali delle correnti nazional - patriottiche, “volkisch”, sviluppatesi in Germania nei decenni precedenti l’avvento al potere di Hitler e confluite in parte nella cultura e nell' ideologia del Terzo Reich.
Il nazionalsocialismo G.Mosse Negli anni 70 dell’800 si manifesta in Germania una reazione alle delusioni dell'unità politica e alle forme concrete assunte dal processo di industrializzazione. Infatti, l'originaria ideologia nazionale tedesca era stata costruita nei primi decenni dell'Ottocento basata sulla razza su una versione particolare del cristianesimo sul misticismo naturistico sulla tradizione dei popoli germanici Era stata diffusa a piene mani tra la gioventù grazie a un sistema scolastico che ne era profondamente impregnato.
Il nazionalsocialismo G.Mosse I suoi più decisi assertori e depositari divennero quegli strati di piccola e media borghesia che erano ostili alla civiltà, intesa come progresso materiale che ne minacciava i privilegi di status acquisiti nel corso dell’800 Questa stessa piccola e media borghesia esaltava – quasi in contrapposizione - la cultura, l'interiorità, la profondità tedesca, propugnando di fatto la rinascita spirituale del Volk. Il rifiuto della politica tradizionale, della Realpolitik bismarkiana, sembrava caratterizzare una simile ideologia come fondamentalmente antipolitica, mentre in realtà essa forniva le basi mitiche e simboliche di una politica diversa, più tardi identificatasi con quella nazionalsocialista.
Il nazionalsocialismo G.Mosse L'antisemitismo che di quest’ultima costituiva il cemento era stato lungamente coltivato, perché l'ebreo sembrava incarnare il progresso e la civiltà. Come osserva Mosse, “la rivoluzione nazista fu la rivoluzione borghese ideale, in quanto rivoluzione dell'anima, che in effetti non suonò minaccia per nessuno dei legittimi interessi economici della classe media; al contrario, l'ideologia nazional-patriottica aveva di mira, all'interno, un'altro nemico”. La traduzione politica degli ideali nazional-patriottici, che apparivano come una fuga dalla realtà, nei termini della mostruosa efficienza e della disciplina naziste rappresentò al tempo stesso una fase di accelerazione e di concretizzazione ma anche il punto d'arrivo catastrofico dell'ideologia tedesca.
Il nazionalsocialismo G.Mosse Il Nazionalsocialismo si presentò così al popolo tedesco come una rivoluzione politica e culturale e Mosse ha avuto il merito di far emergere come il sistema di idee alla base di questa rivoluzione non fu il frutto estemporaneo di menti deviate, ma ebbe solide radici in un filone di pensiero definito “nazional-patriottico” Questo pensiero era nato nel corso dell’Ottocento con alcune caratteristiche molto interessanti: La prima fu il processo di unificazione tedesco, il quale, procedendo per tentativi per circa 50 anni, indirizzò le forze intellettuali tedesche più fresche verso la ricerca di un patrimonio culturale comune.
Il nazionalsocialismo G.Mosse Nonostante possa sembrare molto strano per coloro che vedono la Germania come un blocco culturale unico nei molti stati tedeschi si attuò un processo non dissimile da quello che ha avuto luogo in Italia (anche se con esiti diversi). L'unificazione del 1871 sotto l'egida prussiana e con un deciso orientamento verso gli interessi economici (sia dell'industria che iniziava a prendere piede in maniera decisa, ma anche dei grandi proprietari terrieri) diede luogo ad un forte senso di delusione politica proprio in questa ricerca di patrimonio comune.
Il nazionalsocialismo G.Mosse Gli intellettuali nazional-patriottici riuscirono a coinvolgere in questa opposizione al risultato del processo di unificazione la piccola e media borghesia e i piccoli proprietari terrieri, i quali si sentivano anche minacciati da un altro processo che rappresenta secondo Mosse un secondo fattore determinante: l'industrializzazione. Unificazione prussiana e industrializzazione crearono un crescente stato di disorientamento culturale e il diffondersi delle conseguenti spinte verso la tradizione, la natura, il medioevo e il simbolismo dei popoli germanici come tratti unificanti (recuperando molti tratti del romanticismo tedesco)