Media education.

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Media education

La sua evoluzione 1933 Culture and environment: the training of critical awareness. “I media erano qui visti come influenza negativa, orientati a offrire piaceri superficiali anziché i valori autentici della grande arte e letteratura” (Buckingam, 2006, p. 25)

Cultural studies e arti popolari Fine anni ’50 Questo approccio più “inclusivo” rispetto ai precedenti inizia a sfidare la distinzione tra cultura alta e cultura popolare: anche i media cominciano a far parte del vissuto esperenziale da prendere in considerazione. La TV continua a restare esclusa.

“Screen education” e demistificazione Anni ’60 Emblematico intervento della rivista Screen Education. Maggior rappresentante Masterman. “obiettivo fondamentale rilevare la natura artefatta dei testi dei media, e quindi mostrare come le rappresentazioni mediatiche rinforzassero le ideologie dei gruppi dominanti all’interno della società” (Buckingam, 2006, p. 27)

Oggi Anche se gli atteggiamenti protezionisti non sono completamente esauriti, la Media education oggi è più diretta a sviluppare nei soggetti competenze critiche e di impiego efficace dei linguaggi mediali.

Le dimensioni della Media Education Politico/economica Ambientale Psicologica Culturale

Politico/economica Len Masterman definì i media un’industria della coscienza, perché sono in grado di orientare le opinioni del pubblico, presentandogli la loro interpretazione del mondo come se fosse la realtà delle cose. Oggi la produzione e il controllo dell’informazione sono diventati forme di marketing, invece che mezzi per esprimere la libertà del pensiero. Questo è particolarmente visibile nella politica. I media quindi devono, secondo Masterman, essere insegnati a scuola per dare agli individui capacità di lettura critica che salvaguardino le libertà individuali e la stessa democrazia.

Ambientale Nel 1996 venne fondato il Cultural Environment Movement (CEM). Durante la Convention fu dedicato un gruppo di lavoro alla ME. Venne sottolineata l’importanza della Media Education in un contesto socioculturale costruito sulle immagini (image-based). Si propose di costruire associazioni che aiutassero la gente a sviluppare ‘la capacità di accedere, analizzare, valutare e comunicare messaggi in una vasta varietà di forme’. (tratto da Rivoltella, Media Education, Carocci, 2001, p.27)      

Ambientale Vennero inoltre individuate quattro componenti base della ME:    la consapevolezza che bisogna scegliere "quale media" a seconda del momento della vita e a seconda della persona ;     la necessità di valorizzare l'abilità di analizzare e produrre media;     l'importanza della capacità di analizzare le dimensioni dei media (sociale, politica, economica, culturale); la promozione dell'attivismo e la capacità di incentivare il cambiamento sociale.      

Ambientale        Gli obiettivi che si volevano raggiungere erano due: da un lato sviluppare nel pubblico un’attenzione critica verso tutti i media, dall’altro trasformare la società per costruire cittadini consapevoli nella ‘cultura mediatica globale del XXI secolo’. I media sono un ambiente entro cui l’uomo vive, compito della ME è aiutarlo a viverci nel miglior modo possibile.

Psicologica La psicologia sociale ed evolutiva si interessa al rapporto tra i media e il bambino. Ci sono due linee d'azione fondamentali: L’attenzione nel controllare il consumo televisivo in rapporto all’età dei soggetti, e il tentativo di spostare l’attenzione educativa dalla scuola alla famiglia. Questi orientamenti vennero studiati con due ricerche in particolare. Nel 1981 venne fatta una ricerca all’Università di Monaco di Baviera, realizzata da Hertha Sturm, partendo dalle tradizionali teorie della percezione e dalle categorie piagetiane di assimilazione e accomodamento. Due erano le domande fondamentali: Come può la TV incrementare l’apprendimento nei bambini? Cosa possono fare le emittenti per essere comprensibili per i bambini?  

Psicologica Vennero realizzate tre versioni dello stesso programma: due versioni televisive di cui una senza commento verbale, e una radiofonica. I bambini che avevano visto le versioni televisive compresero meglio la sequenza del racconto, soprattutto coloro che avevano visto la versione con il commento verbale. Conclusione: la ricezione dei programmi dipende dal profilo cognitivo delle diverse età, quindi i produttori televisivi dovranno tenerne conto.

Culturale La tv viene considerata un campo simbolicoche svolge una funzione importante all’interno delle pratiche con cui si costruisce la nostra cultura. Essa è un dispositivo rituale, cioè uno strumento che nelle società industriali prende il posto della religione. Il problema è che i suoi messaggi non sono compresi da tutti nello stesso modo, ma a seconda della cultura e delle competenze critiche. E’ necessaria una grande attenzione alla formazione del senso critico, inoltre la ME deve essere pensata come strumento di promozione delle arti liberali, in coerenza con la teoria della coltivazione di Gerbner, per produrre nelle persone la consapevolezza del potere omogeneizzante della televisione.

Perché la media education? “I media sono industrie di primaria importanza, generatrici di profitti e di impiego; ci forniscono la maggior parte delle informazioni che riceviamo sulle questioni politiche e ci offrono idee, immagini e rappresentazioni (reali e immaginarie) che inevitabilmente danno forma alla nostra visione della realtà…”

Perché la media education? “I media sono senza dubbio i più importanti mezzi di espressione culturale e di comunicazione: partecipare in modo attivo alla vita sociale implica necessariamente il far uso dei media moderni. Come si è spesso sostenuto, i media sono l’agente di socializzazione più significativo nella società contemporanea e hanno ormai preso il posto della famiglia, della chiesa e della scuola” (Buckingam, 2006, p. 23)

Ma soprattutto I media “ci forniscono una gran quantità di risorse simboliche che utilizziamo per condurre e interpretare le nostre relazioni e per definire la nostra identità.

Concetti chiave per la media education Produzione Linguaggio Pubblico Rappresentazioni

Produzione I testi dei media sono socialmente confezionati. Quindi vi sono interessi economici e politici in gioco.

Produzione: alcune domande Tecnologia: quali tecnologie vengono usate per produrre e distribuire i contenuti dei media? Quali cambiamenti apportano al prodotto? Pratica professionale: Chi realizza i testi dei media? Industria: chi è il proprietario delle aziende che vendono e comprano i media? Da cosa traggono il loro profitto?

Produzione: alcune domande Collegamenti tra media: Come fanno le aziende a vendere gli stessi prodotti su media diversi? Regolamentazione: Chi controlla la produzione e distribuzione dei media? Esistono leggi sull’argomento e quanto sono efficaci? Circolazione e distribuzione: Come fanno i testi a raggiungere il proprio pubblico? In che misura il pubblico ha possibilità di scelta e di controllo su questo? Accesso e partecipazione: Quali sono le voci a cui i media danno spazio? Quali sono escluse e perché?

I testi dei media I prodotti dei media sono testi caratterizzati dall’intreccio di linguaggi e codici simbolici differenti. Questo aspetto risulterà particolarmente rilevante nel momento in cui ragioneremo sulle narrazioni e il loro impiego educativo.

Linguaggio Con l’analisi dei linguaggi dei media è possibile comprendere meglio il modo in cui vengono creati i significati.

Linguaggio: alcune domande Significati: in quale modo le diverse forme di linguaggio vengono usate dai media per comunicare idee o significati? Convenzioni: in quale modo l’uso dei linguaggi diventa familiare e condiviso a livello generale? Codici: in quale modo vengono stabilite le regole grammaticali dei media? Cosa succede quando vengono infrante?

Linguaggio: alcune domande Generi: in quale modo queste convenzioni e codici operano nei diversi testi dei media – come, per esempio, il telegiornale e l’horror? Scelte: quali sono gli effetti della scelta di certe forme di linguaggio, come un particolare tipo di ripresa? Combinazioni: come viene comunicato un certo significato attraverso la combinazione o la sequenza di immagini, suoni o parole? Tecnologia: in quale misura le tecnologie incidono sui significati che possono essere creati?

Pubblico “Studiare il pubblico significa guardare al modo in cui il pubblico viene raggiunto e misurato, nonché ai diversi modi in cui individui e gruppi sociali fruiscono, interpretano e rispondono ai media” (Buckingam, 2006, p. 79)

Pubblico: alcune domande Target: in che modo i media si pongono come obiettivi un determinato pubblico? Indirizzo: in che modo i media nsi rivolgono al pubblico? Quale considerazione hanno i media del proprio pubblico? Circolazione: in quale modo i media raggiungono il pubblico? Come fa il pubblico a conoscere la proposta dei media?

Pubblico: alcune domande Fruizione: i quale modo i media vengono utilizzati dal pubblico nella vita quotidiana? Quali sono le abitudini e le modalità d’uso? Interpretazione: in che modo un certo pubblico interpreta i media? Quale significato attribuisce loro? Gradimento: che tipo di piacere il pubblico ottiene dai media? Cosa gradisce e cosa no? Differenze sociali: qual è il ruolo del genere, della classe sociale, dell’età e dell’appartenenza etnica nel comportamento del pubblico?

Rappresentazione I media non propongono la realtà, ma una versione mediata del mondo. Pertanto, attraverso i media noi vediamo il mondo in un modo e non in altri. Di questo è fondamentale essere consapevoli.

Rappresentazione Realismo: Questo testo intende essere realistico? Perché alcuni testi appaiono più realistici di altri? Dire la verità: in che modo i media dichiarano di dire la verità sul mondo? In che modo tentano di apparire autentici? Presenza e assenza: cosa viene incluso e cosa escluso dal mondo dei media? A chi viene data voce e chi viene messo a tacere?

Rappresentazione Parzialità e obiettività: I media sostengono particolari visioni del mondo? Trasmettono valori molari o politici? Stereotipi: in quale modo i media rappresentano particolari gruppi sociali? Tali rappresentazioni sono accurate? Interpretazioni: Per quale motivo i media accettano alcune rappresentazioni come vere e ne rifiutano altre come false? Influenze: le rappresentazioni date dai media influiscono in qualche modo sulla nostra visione di particolari gruppi sociali o argomenti?

Ricordiamo che “Se Essere e Apparire non sono più uniti indissolubilmente…(e questo) è l’assunto fondamentale di tutta la scienza moderna, allora non rimane nulla da accettare sulla fiducia; di tutto si deve dubitare” (Arendt, 1998, p. 275; trad. it. P. 204, Cit in Silverstone, 2009, p. 81)

Ma… A proposito della televisione Silverstone afferma: “Nello spazio mediato dell’apparire il dubbio è scomodo: non sentiamo il bisogno di dubitare e, di fatto, non siamo più capaci di farlo (…) La fine del dubbio coincide con la fine del disincanto e con il ritorno del pensiero magico” (Silverstone, 2009, p. 83)

Responsabilità A questo punto entra in gioco il concetto di responsabilità. I soggetti sono e devono essere responsabili delle rappresentazioni attraverso cui guardano alla realtà.

Come si esprime la responsabilità? L’espressione della responsabilità è, per certi versi, l’essenza della media education. Essa si esprime attraverso: Consapevolezza Spirito critico Fruizione attiva

Cosa possono fare gli educatori? Gli educatori possono e devono: Lavorare sulle rappresentazioni; Promuovere la responsabilizzazione.

Come? Introducendo i media nell’agire educativo non solo in qualità di strumenti, ma ache di contesti all’interno dei quali operare. Il corso proporrà una serie di esempi.