Il mio rapporto con la matematica
Senza dubbio, la prima persona che mi ha introdotta nell’oscuro mondo della matematica è stata la mia mamma. Infatti, se è vero che i bambini sentono le voci quando ancora sono nel grembo materno, la prima volta che ho sentito pronunciare termini legati a questa materia è, sicuramente, quando mia madre, al termine della gestazione, accarezzandosi il pancione, diceva: “Forza, piccola, siamo in ritardo di quattro giorni …”, “Avresti dovuto nascere una settimana fa …”, “Abbiamo già superato la quarantesima settimana …” e questi numeri hanno continuato a farsi sentire anche subito dopo la mia nascita … “Sono le 9:15 del 21 agosto 1989 …”, “Giada pesa 3 chili e 200 grammi ed è lunga 50 centimetri …”
Verso i tredici mesi, quando ho cominciato a parlare in modo chiaro, oltre alle prime paroline (mamma, papà, …) sono arrivati i primi numeri. Infatti, insieme alla mamma contavamo le dita delle mani e, piano piano, ho imparato a contare fino a dieci. Questo è stato, forse, il primo, anche se incosciente, approccio con la matematica!!!
La scuola materna Quando, all’età di tre anni, ho cominciato a frequentare la scuola materna ricordo che utilizzavo la matematica per apparecchiare la tavola!!! Dovevo, infatti, mettere tanti piatti e posate quanti erano i bambini del giorno. Inoltre, utilizzavo la matematica anche durante i giochi, in particolare con i lego perché per costruire è necessario contare i mattoncini …
La scuola elementare Durante i miei anni di scuola elementare ho avuto due diverse insegnanti di matematica, entrambe molto preparate. Da subito mi sono appassionata a questa materia ed i risultati ottenuti lo confermano! L’unico ostacolo è arrivato durante il terzo anno di scuola con l’introduzione nel programma dei problemi. A questo punto si trattava di ragionare con logica per arrivare ad un’esatta soluzione.
Dapprima le difficoltà incontrate mi hanno fatto odiare la materia, poi, con il sostegno e l’aiuto dei miei genitori e dell’insegnante e con tanta, tanta pazienza, ho imparato il giusto modo di ragionare per arrivare alla risoluzione dei problemi. Da quel momento e per gli anni a procedere non ho più incontrato grosse difficoltà!
La scuola media Anche durante i tre anni di scuola media ho avuto due diverse insegnanti. La prima, che ha seguito la classe per i primi due anni, amava profondamente il suo lavoro, ma, in classe, non era in grado di mantenere la disciplina durante le sue ore di lezione. Nonostante questo, continuava inesorabilmente a spiegare, senza nemmeno preoccuparsi delle persone interessate, che cercavano di seguire, anche se con fatica, le sue spiegazioni.
La seconda, non la dimenticherò mai, durante l’ultimo anno, ha cambiato le sorti della classe. Anch’essa amava molto il suo lavoro, ma si preoccupava anche molto dei ragazzi. In un anno è riuscita a riprendere tutte le nozioni già affrontate negli anni precedenti, che non erano state assimilate, ed a completare il programma, preparandoci per l’esame finale. Per far questo ha utilizzato, senza essere retribuita, molti dei suoi pomeriggi, ma alla fine i risultati sono stati davvero eccellenti!!! Anch’io, che, comunque, ho sempre cercato di seguire nei primi due anni, ho potuto approfondire alcuni argomenti nei quali ho riscontrato alcune lacune.
Il liceo socio psico pedagogico Anche durante questo ciclo di studi ho avuto due diverse insegnanti di matematica. Qui ho potuto appurare quanto sia stato importante l’ultimo anno delle scuole medie. Sono giunta a questo appuntamento molto preparata e questo ha fatto sì che, avendo imparato il metodo giusto per affrontare la materia, il mio sia stato un percorso facilitato.
La prima insegnante, pur essendo molto competente nella sua materia, non era in grado di spiegare, con parole proprie, i concetti matematici ed anche se le si chiedeva un chiarimento, rileggeva, papale papale, quanto riportato sul libro di testo. La seconda era giunta nel nostro istituto dopo un periodo di riflessione che l’aveva portata lontano dal mondo della scuola, poiché non era certa della propria scelta professionale. Insicura, spesso eravamo noi a doverle spiegare il giusto modo di procedere di fronte alla risoluzione di equazioni!
L’università Questo è il primo anno che affronto lezioni di matematica in università. Dal nome del corso avevo immaginato di affrontare una materia che insegnasse come spiegare la “solita” matematica a bambini della scuola elementare. Invece, contrariamente alle mie aspettative, mi sono trovata a dover lavorare con software che non conoscevo (Iperlogo), così come nuova è la modalità di affrontare la matematica.
Questo metodo di insegnamento può risultare, a mio parere, alquanto stravagante e bizzarro. Tuttavia, sono convinta che per il carattere innovativo che lo contraddistingue, potrà risultare molto utile nelle scuole e, soprattutto, facilitare l’approccio alla materia resa, sotto forma di gioco, più piacevole e meno noiosa.