Il territorio nella preistoria L’occupazione umana del territorio di Sassari è attestata sin dal Neolitico. Agli inizi del Neolitico recente (4000-3200 a.C.), o addirittura alla fase finale del Neolitico Medio (4700-4000 a.C.), si riferiscono i resti di un villaggio individuato in località Monte la Corra, proprio nell’area in cui venne poi edificato il noto altare megalitico di Monte d’Accoddi. Durante il IV millennio il territorio visse una frequentazione molto intensa, testimoniata in particolare dalla presenza di numerosi complessi funerari ipogeici del tipo “a domus de janas”. Nell’Eneolitico vi è soprattutto il riutilizzo dei siti della fase precedente, fatta eccezione soltanto per poche località. Con l’Età del Bronzo ha inizio la protostoria, che vede l’eccezionale sviluppo - a partire dal Bronzo Medio - della Civiltà Nuragica.
Le domus de janas in necropoli, talvolta molto estese. Tra le località più note si ricordano Monte d’Accoddi, Ponte Secco, Marinaru, Oredda, Piano di Colti, Li Curuneddi, Sant’Ambrogio, Calancoi e Montalé. Al IV millennio a.C. vanno riferiti i numerosi complessi funerari ipogeici costituiti da grotticelle artificiali del tipo a domus de janas. Le tombe, scavate nella roccia, possono essere isolate oppure riunite
L’altare megalitico di Monte d’Accoddi Sinora unico in Sardegna, l’altare megalitico di Monte d’Accoddi è rappresentato da un edificio troncopiramidale costruito con grandi massi calcarei appena sbozzati e disposti lungo il perimetro esterno, contenenti il cumulo di terra e pietre; la struttura è accessibile mediante una rampa priva di gradini. Si segnala la presenza di capanne circolari e rettangolari, di un menhir, di due grossi lastroni e di una grande pietra calcarea di forma sferoidale.
I Nuraghi Durante l’Età Nuragica il territorio vive un periodo di intensa occupazione. La maggior parte dei nuraghi viene edificata su bassi banchi rocciosi situati in prossimità delle zone pianeggianti, alle pendici dei rilievi collinari o sul margine degli altopiani. I monumenti sono stati costruiti sfruttando la roccia reperibile in loco (la trachite, il calcare, il basalto) sia con la tecnica a filari regolari che con quella ciclopica. All’elevata frequenza dei nuraghi non corrisponde un’altrettanta diffusione delle tombe di giganti.
Turris Libisonis Fondata nel I secolo a.C., la colonia romana di Turris Libisonis ospitava il più importante scalo marittimo della Sardegna nord-occidentale (l’attuale Porto Torres). Risultano ancora visibili i resti di tre complessi termali, alcuni tratti dell’antica rete stradale, le fondamenta di strutture abitative e di magazzini, le vestigia di vaste necropoli, ascrivibili ad un arco cronologico piuttosto ampio e a svariate tipologie tombali. In prossimità della foce del Rio Mannu sorge il ponte romano, che si sviluppa in sette arcate a sesto ribassato.