La felicità La vera felicità non si trova in una siringa,non la si trova nel fondo di un bicchiere, ma la si trova nel cuore delle persone che ti amano.
felicità Bene supremo Aristotele, osserva che lo scopo della vita morale è il raggiungimento della felicità. Essa è un bene supremo che deve essere raggiungibile e conseguibile dall’ uomo mediante le sue azioni.
Ma in che cosa consiste la felicità? Aristotele ” la felicità è qualcosa di desiderabile per se stessi e in vista di altro,è qualcosa di autosufficiente e perfetto. Autosufficiente e perfetta è solo l’opera propria dell’ uomo.”
La facoltà razionale.. Saremo felici se agiremo con razionalità in campo pratico,morale, politico;e se eserciteremo la ragione nello studio e nella conoscenza teorica. Perché l’uomo sia felice, l’esercizio della facoltà razionale deve avvenire a livello di eccellenza. Per l’ uomo la felicità consiste nell’ esercizio eccellente o virtuoso della ragione .
Felicità è Virtù … La felicità coincide con l’esercizio di tali facoltà a livello di eccellenza . La felicità è attività che coinvolge la ragione (che possiede la regola) . Per rendere l’uomo felice, l’attività dell’anima deve essere “ secondo virtù” , ossia esercitata a livello di eccellenza . Felice soprattutto sarà l’uomo cui avvenga di esercitare la sapienza non per un breve momento ,ma per tutta la VITA.
Virtù etiche e dianoetiche Il concetto di felicità e virtù viene approfondito sulla base della dottrina dell’anima. La facoltà nutritiva non ha un significato etico. La facoltà sensitiva viene fatta risalire da Aristotele alla capacità di provare desideri e passioni, infatti viene chiamata facoltà desiderativa. Le facoltà dell’anima dal punto di vista etico sono due: - La facoltà sensitiva e desiderativa - L’ anima razionale che ha una funzione direttiva Aristotele suddivide le virtù in due gruppi: - Quelle etiche, proprie della facoltà desiderativa - Quelle dianoetiche, proprie dell’anima razionale
La virtù della giustizia Tra le virtù etiche assume particolare importanza la giustizia, la quale solitamente corrisponde alla virtù. Aristotele suddivide la giustizia in: - Distributiva - Commutativa
Le virtù dianoetiche. La sapienza e la saggezza. Nelle virtù si manifesta l’eccellenza dell’anima razionale che Aristotele distingue in due facoltà: Facoltà scientifica, o intelletto teoretico; La facoltà calcolativa, o intelletto pratico. La virtù della facoltà scientifica è la sapienza, che comprende la scienza e l’intelligenza. Le virtù della facoltà calcolativa sono l’arte e la saggezza. La saggezza è la virtù di chi agisce nella vita pratica e viene espressa in due modi: Permette di calcolare quale sia il giusto mezzo Aiuta a deliberare riguardo ai mezzi. La sapienza coincide con l’ eccellenza nella conoscenza teorica.
Non implica nella dimensione morale Facoltà dell’anima e virtù anima Intelletto teoretico Intelletto pratico razionale Virtù dianoetiche Virtù dianoetiche saggezza sapienza Intelligenza scienza Sensitiva/ desiderativa Sensi, Sensi propri, Senso comune Desiderio carattere, virtù etiche, coraggio, magnanimità… Non implica nella dimensione morale vegetativa
Jenny,Alessandra,Clara,Sara,Linda.