Dottrina sociale della Chiesa A cura di Giulio Formaggia Dottrina sociale della Chiesa Gianni Ambrosio, Giuseppe Angelini, Alberto Bonandi, Antonio Bonora, Lino Casati, Giuseppe Colombo La dottrina sociale della Chiesa Glossa, Milano, 1989
La vicenda storica 1 Il XIX secolo è caratterizzato sostanzialmente dalla chiusura difensiva e apologetica nei confronti della modernità motivi di questo atteggiamento possono essere sintetizzati così : lo schock provocato dalla rivoluzione francese e dalle vicende ad essa conseguenti l’incapacità culturale di comprendere la modernità
La vicenda storica 2 Emblematica espressione di questa mentalità antimoderna è il Sillabo un documento promulgato da Pio IX l’8-12-1864 si tratta di una raccolta degli errori dell’epoca moderna, condensati in 80 proposizioni che vengono condannate l’ultima proposizione che viene condannata, la n. 80, recita “ Romanus pontifex potest ac debet cum progressu, cum liberalismo et cum recenti cvilitate sese reconciliare et componere “
La vicenda storica 3 Con l’enciclica Rerum Novarum (1891) di Leone XIII si apre la stagione della “dottrina sociale” L’evoluzione della dottrina sociale si può schematizzare in tre periodi : la fase della proposta la fase della cautela la fase della ripresa
La vicenda storica 4: la proposta Documenti principali : Rerum Novarum 1891, Leone XIII; Quadragesimo anno 1931, Pio XI; Messaggio di Pentecoste 1941, Pio XII; Mater et Magistra 1961 - Pacem in terris 1963, Giovanni XXIII La società moderna viene interpretata attraverso la categoria di crisi vista come disgregazione dei legami sociali-familiari e il rifiuto della verità oggettiva Le cause della crisi sono religiose = distacco dalla Chiesa, e morali = abbandono dei valori morali La Chiesa viene definita come “ società perfetta” La dottrina sociale risulta da nozioni tratte dalla natura umana e dalla Rivelazione e dalle norme desunte da queste nozioni
La vicenda storica 5: la cautela Documenti principali: Gaudium et spes Vaticano II 1965; Popolorum progressio 1967-Octogesima adveniens 1971, Paolo VI Abbandono dell’idea di crisi e dell’obbiettivo di fornire un modello cristiano di società da realizzare Si tende a guardare con più attenzione ai fenomeni sociali : si cerca di far propria la nozione di storicità nell’attuazione dei valori e di comprendere la realtà nella sua complessità La Chiesa viene definita popolo di Dio ed è anche al servizio della crescita sociale, letta come un processo dinamico Uso raro del termine dottrina ( si preferiscono : insegnamento, pronunciamento, magistero )
La vicenda storica 6 Un esempio particolarmente significativo del periodo della cautela è il n. 4 della Octogesima adveniens : “Di fronte a situazioni tanto diverse, ci è difficile pronunciare una parola unica e proporre una soluzione di valore universale. Del resto non è questa la nostra ambizione e neppure la nostra missione. Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili dell'evangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell'insegnamento sociale della chiesa, quale è stato elaborato nel corso della storia, e particolarmente in questa èra industriale, a partire dalla data storica del messaggio di Leone XIII "sulla condizione degli operai", di cui abbiamo l'onore e la gioia di celebrare oggi l'anniversario. Spetta alle comunità cristiane individuare, con l'assistenza dello Spirito Santo - in comunione coi vescovi responsabili, e in dialogo con gli altri fratelli cristiani e con tutti gli uomini di buona volontà -, le scelte e gli impegni che conviene prendere per operare le trasformazioni sociali, politiche ed economiche che si palesano urgenti e necessarie in molti casi. In questa ricerca dei cambiamenti da promuovere, i cristiani dovranno innanzi tutto rinnovare la loro fiducia nella forza e nell'originalità delle esigenze evangeliche. L'evangelo non è sorpassato per il fatto che è stato annunciato, scritto e vissuto in un contesto socio-culturale differente. La sua ispirazione, arricchita dall'esperienza vivente della tradizione cristiana lungo i secoli, resta sempre nuova per la conversione degli uomini e per il progresso della vita associata, senza che per questo si giunga a utilizzarla a vantaggio di scelte temporali particolari, dimenticando il suo messaggio universale ed eterno.”
La vicenda storica 7 : la ripresa Documenti principali: Laborem exercens 1981-Sollecitudi rei socialis 1987, Giovanni Paolo II Giovanni Paolo II rilancia e trasforma la dottrina sociale precisandola contro le critiche della teologia della liberazione ( che la accusa di inefficienza) e della teologia politica ( che la accusa di favorire obiettivamente il soggetto borghese) presentandola in modo molto personale stabilendone la natura teologica “ appartiene … non al campo dell’ideologia ma della teologia e specialmente della teologia morale” Sollecitudo rei socialis n41 Nel frattempo si è andata sviluppando la tematica (parallela/complementare?) dei diritti dell’uomo
Il momento teorico 1 Il compito della dottrina sociale della Chiesa è quello di sviluppare la capacità della fede cristiana a comprendere la società e i suoi problemi e conseguentemente mettere in circolo le energie e mobilitare le forze per risolverli In questo senso la dottrina sociale è da fare ed è compito dei teologi il farla in riferimento a) alla Rivelazione; b) alla filosofia; c) alla comunità cristiana; d) al magistero
Il momento teorico 2: la Rivelazione Ciò che rende possibile una dottrina cristiana della società è il fatto che la fede riconosce nell’evento di Gesù il giudizio universale sulla storia degli uomini La lettura del dato biblico mostra come l’evento della Rivelazione comporta, nel suo originario prodursi, un riferimento alle modalità effettive del rapporto sociale e quindi un giudizio su di esse.
Il momento teorico 3: la filosofia e le scienze sociali Occorre evidenziare l’intrinseca ambiguità del fatto sociale: ordinamento che serve e ordinamento al quale la libertà deve servire Occorre integrare i due precedenti profili non sul modello della società tradizionale ma sul fondamento della libertà vista attraverso le sue condizioni materiali e il suo significato etico-sociale Occorre precisare quanto sopra ai vari livelli : divisione sociale dei compiti, costume/cultura, diritto, rapporto politico.
Il momento teorico 4: La comunità cristiana La comunità cristiana va abilitata ad esprimere un giudizio storico-pratico che istruisca il singolo cristiano circa le forme che il suo impegno deve assumere nel quadro dei rapporti sociali esistenti Il giudizio diviene ideale storico-concreto (progetto politico) che è opera dell’immaginazione prospettica e si alimenta a partire dalla pratica cristiana
Il momento teorico 5: i compiti del magistero Porsi al servizio del giudizio cristiano sulla società, per istruire la coscienza dei singoli cristiani ( non tanto degli ordinamenti o degli uomini di buona volontà) Impegnarsi a discernere le possibilità effettivamente praticabili per una maggiore giustizia Esprimersi più che in asserti nelle forme della testimonianza, della preghiera e della celebrazione
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