Il problema della forma del contenuto, lasciato in sospeso da L

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Transcript della presentazione:

Il problema della forma del contenuto, lasciato in sospeso da L Il problema della forma del contenuto, lasciato in sospeso da L. Hjelmslev, viene preso in esame da A. J. Greimas, che lo sviluppa e lo analizza in maniera egregia. Le sue considerazioni partono dal livello base del piano del contenuto indagando il modo di organizzazione del senso a partire dalle relazioni che dei termini di una categoria semantica possono intrattenere con gli altri, a prescindere dalle sostanze espressive. Il quadrato semiotico, comunque, è un'interessante strumento pratico, per cui la sua trattazione teorica può, a primo acchito, risultare inutile: per questo si rimanda alle sue applicazioni pratiche. Il problema delle categorie semantiche è vecchio quanto il mondo e ha investito diversi personaggi della storia e svariate discipline: da Aristotele all'intelligenza artificiale, dalla psicologia cognitiva alla linguistica. Come fa l'uomo ad organizzare tutta la sua conoscenza, i significati? I risultati di questi diversi approcci hanno prodotto numerose tesi: per fare un esempio, una di queste teorie postula che l'uomo predisponga una rete gerarchica tale per cui si vengano a creare delle categorie e delle sotto-categorie tra tutti i concetti che riesce ad immagazzinare, ad esempio: "bassotto" fa parte della categoria "cane", che a usa volta fa parte degli "animali"; sono i cosiddetti iponimi o iperonimi. Come risolve il problema Greimas? Come esplicitare, attraverso il metodo strutturale, le relazioni possibili del contenuto, a prescindere dalle sostanze espressive di cui saranno investiti i termini derivati? Predisponendo una rappresentazione grafica che renda conto dell'articolazione logica di qualsiasi categoria semantica. E' bene precisare che questo campo di pertinenza sta a livello profondissimo del senso, e in semiotica profondo è sinonimo di semplice ma anche di astratto. Tra breve quest'affermazione sarà molto più chiara. Innanzi tutto l'uomo percepisce un elemento semantico insieme al suo contrario: alto vs basso, bianco vs nero, rotondo vs spigoloso, bene vs male. Dal punto di vista strutturale, quindi, si ha la prima relazione fondamentale: quella dell'opposizione. I termini che possono riempire questa relazione sono i più svariati, rappresentano le sostanze che non sono indagate dalla semiotica, ciò che conta è soltanto l'aspetto formale: esiste una relazione che mette in rapporto due termini che hanno caratteristiche opposte. Un termine, quindi, è sempre il contrario di un secondo che ha qualità totalmente diverse, i due stanno in opposizione qualitativa, sinonimo di contrarietà .                                                                                         Ma esiste almeno un altro tipo di opposizione. Se qualcuno ci chiede: "come stai?", molto spesso rispondiamo "non troppo male". Questo non male, non significa esattamente bene, e sicuramente non indica che stiamo male. Ecco un altro tipo di relazione, in cui stavolta predichiamo l'assenza di qualcosa: male vs non male (analogamente il discorso vale anche per non bene negazione diretta di bene). Il "non male" è l'assenza delle caratteristiche del "male", è quindi un opposizione cosiddetta privativa (diciamo ciò che qualcosa non è, predichiamo in negativo), sinonimo di contraddizione. Da due termini ed una relazione, il senso si espande a due relazioni e quattro termini. Gioco forza, si è così creata una terza relazione: quella che lega i termini non bene vs male, e non male a bene. Effettivamente il non bene va a definire e completare tutte le possibilità di male, è una specificazione dello star male, e lo stesso accade per il non male con bene. Questa relazione si chiama infatti di complementarità. Rimarrebbe, a questo punto, la definizione del rapporto tra non bene vs non male... ma non è forse un'altra opposizione qualitativa? I due termini si dicono sub-contrari. Tre relazioni, quattro termini (che chiamiamo "poli" e che si interdefiniscono), il tutto è abbastanza semplice. Eccolo qui il quadrato semiotico, rappresentazione grafica dell'articolazione logica di una categoria semantica, e chiudiamo con un esempio pratico e intuitivo:

La guerra è il contrario della pace            La guerra è il contrario della pace. La tregua è definita come "non belligeranza" per cui si va a collocare in relazione di contraddizione con la guerra. La non-pace potrebbe essere l'attrito, complementare alla guerra, non proprio conflitto dichiarato. Attrito e tregua costituiscono i sub-contrari. A questo punto è facile capire come questo aspetto delle relazioni presenti nel quadrato semiotico sia prettamente statico, paradigmatico, in quanto presuppone una scelta tra quattro termini, e fuori da essi non è possibile uscire. Questo prezioso strumento permette altresì di espandere qualsiasi nucleo semantico dispiegando i vari assi (contrarietà, contraddizione, complementarità).                                                   Si è definito il quadrato semiotico come un modello che serve per esplicitare la struttura profondissima, elementare, della significazione.                                                                  Oltre ad un aspetto statico-paradigmatico (le relazioni che consentono di articolare una categoria semantica), questo modello presenta anche un lato dinamico-sintagmatico, che consente di effettuare due operazioni: l'affermazione e la negazione. Riprendendo il modello (qui a destra) si può definire l'affermazione come il passaggio dal polo Non-S1 al polo S2 o dal polo Non-S2 al polo S1, mentre la negazione si realizza come trasformazione del polo S1 a Non-S1 e del polo S2 a Non-S2. Viene così identificato il percorso tipico ad "ali di farfalla". Se si analizza l'esempio già citato della categoria "rapporti umani", si può vedere la guerra come il risultato della negazione della pace, quindi un cambiamento dello stato di tranquillità in uno di conflitto (attrito), e successivamente l'affermazione dello stato di belligeranza (scaduto l'ultimatum, si "dichiara guerra"). A sua volta, la pace, può essere considerata come il risultato della negazione della guerra (che porta ad una tregua, non belligeranza) e ad una successiva affermazione della pace, risultato di un'avvenuta intesa (ad esempio con la firma di un armistizio).

                                                            A questo punto sono d'obbligo un paio di precisazioni. Come si è già affermato (cfr. pagina su forma, materia, sostanza), il senso si dà sempre per differenza. Il quadrato semiotico rende ragione di quest'affermazione nel momento in cui si analizza il suo aspetto sintagmatico. Se si nega la guerra, e si afferma la pace, non si sta forse dando un senso? Moltissimi film, romanzi, servizi dei telegiornali potrebbero essere spiegati attraverso questo quadrato semiotico.  In un qualsiasi racconto, infatti, accadono delle trasformazioni (differenze di senso). In termini semiotici (cfr. pagina sugli enunciati narrativi), le trasformazioni sono dei passaggi di stato: da una congiunzione si passa a una disgiunzione e poi di nuovo ad una congiunzione. Non c'è film senza che vi sia un problema da risolvere, una persona da salvare, qualcosa da fare. Molto spesso i film partono da una situazione di equilibrio (congiunzione) che viene successivamente rotto (disgiunzione), e il racconto si concentra sul protagonista che fa una serie di azioni per poter ristabilire la situazione di partenza (congiunzione), che comunque non è mai esattamente come quella iniziale. Il 99% delle pubblicità lavora sulla disgiunzione: creare un problema che può essere risolto tramite l'acquisto del prodotto specifico.                                                                                                                     Il quadrato semiotico consente di espandere il senso individuando le tre relazioni che intervengono e definiscono quattro poli semantici. Esistono però altri due termini oltre a quelli di cui si è già parlato: si tratta dei termini di seconda generazione. In particolare, un termine complesso presenta sia le caratteristiche di S1 che quelle di S2, mentre un termine neutro non possiede nessuna caratteristica dei due. Si può prendere ad esempio la categoria semantica della sessualità: l'ermafrodito, secondo la mitologia, è quell'essere da cui derivano l'uomo e la donna che inizialmente erano tutt'uno. Gli angeli, invece, secondo la tradizione, non sarebbero dotati di alcuna caratterizzazione sessuale. Niente di più semplice, quindi!