IL TRASPORTO INFERMI
Etica e Responsabilità del Soccorritore
Supporto psicologico al soggetto Etica del volontario e responsabile Obiettivi Formativi: 1) adottare un atteggiamento e un comportamento professionale; 2) riconoscere l'appartenenza ad un gruppo e gestire la leadership nel gruppo di lavoro; 3) adottare un atteggiamento positivo e un comportamento funzionale con il gruppo di lavoro; 4) gestire il processo di comunicazione con la persona; 5) identificare i bisogni e i modi di affrontare la malattia propri della persona; 6) gestire la relazione con la persona; 7) salvaguardare la privacy della persona;
Quando usciamo in ambulanza per svolgere un servizio, con noi vengono altri soccorritori, con i quali dovremo collaborare.
Se cercassimo di operare ognuno per conto proprio finiremmo per intralciarci e creare confusione, se invece ci integriamo suddividendoci i compiti, allora tutto risulterà più facile e ordinato.
E' inutile salire in due sull'ambulanza per prendere la steccobenda… Il nostro servizio deve essere rapido e funzionante, non devono esserci confusione e incomprensioni, come, ad esempio, discussioni in presenza della persona trasportata sull'utilizzo o meno di una barella o dell’altra
Per raggiungere una buona armonia nel gruppo è quindi necessario che ogni singolo soccorritore si impegni a tenere degli atteggiamenti professionali e collaborativi avendo come obiettivo il benessere della persona trasportata.
Bisogna tenere alcuni comportamenti e modi di presentarsi che trasmettono immediatamente un senso di fiducia e sicurezza nelle competenze ed abilità tecniche del volontario soccorritore. E' molto importante per una persona sofferente sentirsi aiutato da qualcuno in grado di alleviare il suo dolore.
Indossare sempre la divisa pulita ed in ordine, esponendo bene in vista il tesserino della propria associazione;
Curare il proprio aspetto fisico: per fare solo un esempio possiamo immaginare la diffidenza che provocherebbe nella persona soccorsa una volontaria che si presentasse con tacchi alti ed un numero di anelli tale da impedirle di infilarsi velocemente i guanti sterili, oppure un ragazzo con i pantaloni corti, la barba incolta; oppure vedere lo stesso gruppo di soccorritori con diverse divise, più o meno in ordine…
Gestire e controllare in modo ottimale le proprie emozioni: il volontario può provare ansia rispetto alle sue capacità di affrontare questa situazione, paura di un eventuale contagio o di potersi comunque far del male, dolore per la situazione della persona soccorsa, o ancora fastidio, insofferenza, noia, ecc… Qualsiasi tipo di emozione va comunque controllata e non comunicata/trasferita alla persona soccorsa; è opportuno al rientro confrontarsi con gli altri volontari, e quindi esternare le proprie difficoltà con loro
Rapportarsi rispettosamente e gentilmente con la persona trasportata ed i suoi eventuali accompagnatori; non dobbiamo mai dimenticare che siamo lì per aiutare una persona che è già in difficoltà, non possiamo quindi aumentare la sofferenza del trasportato con comportamenti poco gentili o intolleranti;
Svolgere con sicurezza le manovre di soccorso: incontrare un volontario che non dimostra disinvoltura nell'alzare lo schienale della barella o che non sa immobilizzare, genera sicuramente paura e ansia nella persona soccorsa oltre che confusione all'interno dell’equipaggio; anche in questo caso se il volontario si trova in difficoltà può chiedere aiuto agli altri e al rientro in sede, dovrà farsi spiegare da volontari più esperti quella manovra che durante il servizio non ricordava;
Esaudire con attenzione ed interesse le richieste comunicate dalla persona trasportata
Non mettersi mai a discutere davanti alla persona soccorsa Non mettersi mai a discutere davanti alla persona soccorsa! Ogni discussione va rimandata in un momento e in un luogo più opportuni per un appropriato chiarimento fra l’equipaggio.
Il nostro compito è interagire con una persona che in questo momento si trova in una situazione di disagio, ma che comunque possiede una sua personalità ed emotività, come noi. In questa situazione di emergenza spetta però a noi di assumere il compito di gestire positivamente la situazione, cooperando con la persona trasportata alla creazione di un clima accogliente e confortevole per tutti.
Lo scambio relazionale che si instaura tra noi e il nostro interlocutore è influenzato da molti fattori riassumibili a partire dalle caratteristiche delle persone coinvolte, alla situazione ambientale e temporale in cui ci troviamo.
stato fisico: lo stato di salute della persona nel preciso momento in cui stiamo entrando in contatto, tenendo anche conto di eventuali altri problemi di salute che si protraggono già da tempo;
deficit sensoriali: la persona può avere delle carenze visive, uditive, verbali, tattili o olfattive che possono influire molto sulla relazione, a volte rischiando di renderla quasi impossibile;
bisogni fisiologici: vanno dalla necessità di essere ossigenato al desiderio di bere o di evacuare. E' molto importante riuscire a dare alla persona la sicurezza che rispettiamo i suoi bisogni e che siamo lì proprio per fornirgli un aiuto a soddisfarli nel miglior modo possibile
fattori emotivi: è importante osservare e ascoltare le emozioni che sta esprimendo la persona soccorsa: paura, ansia, rabbia… su questo punto torneremo altre volte, data l'influenza che lo stato d'animo esercita sul processo relazionale;
età: è molto diverso dover comunicare con un bambino di due anni o con un anziano, sia per gli argomenti trattabili, sia per le caratteristiche fisiche-emotive che contraddistinguono le diverse fasce d'età;
cultura e gruppo di appartenenza: questi due aspetti, comprendenti anche la sfera religiosa, influenzano profondamente il livello ed i messaggi comunicativi; solo tenendo conto di eventuali diversità culturali potremo sintonizzare la nostra comunicazione con quella della persona trasportata.
presenza di accompagnatori: spesso rappresentano il tramite attraverso cui avvicinarsi al nostro interlocutore, soprattutto nei casi delle persone più difficili da raggiungere, come i bambini e gli individui chiusi o spaventati.
Nel momento del trasporto siamo noi soccorritori a dover portare aiuti ed accoglienza a qualcun altro, quindi spetta a noi anche il compito di riuscire a creare la migliore situazione emotiva e relazionale che la persona è in grado di raggiungere in quel momento.
Perciò risulterà di fondamentale importanza il modo in cui ci presenteremo alla persona soccorsa nonché il rispetto e l'interessamento che noi riusciremo a comunicarle. Il semplice rivolgere domande cortesi quali: "Come si sente?", "Come è successo?", bastano a far sentire alla persona che c'è qualcuno attento alla sua attuale situazione di difficoltà.
Alcuni suggerimenti.
Utilizzare il livello linguistico della persona da soccorrere: come possiamo comunicare e aiutare qualcuno di cui non utilizziamo lo stesso linguaggio? Se abbiamo di fronte un bambino di 5 anni che ci parla agitatamente, sarà utile usare una comunicazione semplice. Il nostro linguaggio dovrà sempre essere il più possibile comprensibile e vicino a quello della persona trasportata. Siamo sempre noi a doverci adeguare alle esigenze altrui e non viceversa;
ascolto attivo: si intende una situazione in cui la persona trasportata recepisce, attraverso la nostra comunicazione e i nostri commenti di risposta, che siamo realmente interessati a ciò che ci sta dicendo;
domande appropriate: "Posso metterle meglio il cuscino domande appropriate: "Posso metterle meglio il cuscino?", "Se ha caldo, posso aprire il finestrino, che ne pensa?"; due esempi solo per chiarire che le domande devono essere chiare, brevi e precise;
COSA NON FARE
mostrare disinteresse e fastidio:
banalizzare i sentimenti espressi: "Ma perché urla. E' matto banalizzare i sentimenti espressi: "Ma perché urla? E' matto?", "Questa sua angoscia è proprio inutile", "Smetta di piangere, sembra una fontana rotta"; questi interventi non fanno che acutizzare il disagio della persona trasportata;
verbalizzare le proprie paure e timori: "Anch'io ho paura che la situazione peggiori", "Temo di non sapere proprio cosa fare per aiutarla"; anche queste frasi provocano solo un maggior malessere nella persona soccorsa ed anche in noi soccorritori;
mostrare atteggiamenti di chiusura: non guardare mai l'interlocutore negli occhi, stargli lontano, rivolgere la parola solo ai colleghi, ecc...aumentano il senso di solitudine e la paura;
interrompere e cambiare argomento: evidenzia scarso rispetto ed interesse, provocando disagio
lo straniero: con una gestualità marcata ed una comunicazione non verbale ben usata, possiamo riuscire a costruire una relazione efficiente, anche con persone di cui non conosciamo la lingua;
la persona con deficit sensoriale: facilmente riconoscibile se non vedente o muta, un po' meno se sorda; con questa persona bisogna dirigere la propria attenzione sui canali comunicativi funzionanti e utilizzare questi per instaurare un rapporto supportivo che sottolinei il meno possibile la condizione di menomazione presente;
il paziente terminale: può vivere questa sua condizione in diversi modi (rifiutandola, provando collera e rabbia, deprimendosi, accettandola); noi non possiamo fare altro che cercare di non giudicarlo per come si sta comportando, dimostrandogli invece comprensione e rispetto, senza cercare di ingannarlo con espressioni come "Vedrà che guarirà", "Sicuramente sono i medici ad aver sbagliato diagnosi"….
Il Rispetto per la Privacy altrui Il nostro intervento è finalizzato a trasportare persone sconosciute che forse non rivedremo mai più. Non è assolutamente etico e professionalmente corretto approfittare della situazione di disagio per invadere l'intimità altrui.
Non è giusto sparlare di eventuali cose private o intime del paziente al di fuori del servizio di trasporto infermi, bisogna rispettare anche in questo caso il silenzio professionale
Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso
L’ambulanza deve essere sempre pronta ad affrontare qualsiasi situazione si presenti nello svolgimento del servizio.
L’ambiente dell’ambulanza deve essere sempre e comunque pulito, e venire disinfettato periodicamente, almeno una volta al mese.
Identificare le situazioni a rischio infettivo
Sono da considerare ad alto rischio infettivo i seguenti composti organici: - sangue - feci - liquor (liquido cerebro-spinale)
Sono da considerarsi a basso o nullo rischio infettivo i seguenti composti organici(a meno che non contengano sangue in quantità visibile): - secrezioni nasali - saliva - sudore - lacrime - vomito
trasporti a rischio infettivo: - trasporto di soggetti con perdita di sangue - presenza, nella cellula sanitaria, di liquidi organici - se si sospettano malattie infettive nel soggetto
Ogni utente trasportato è da considerarsi a potenziale rischio infettivo. Nonostante questo non è necessario che per ogni servizio l’operatore indossi guanti, mascherina e visiera protettiva. Il volontario deve essere in grado di riconoscere il reale rischio infettivo legato ad ogni singolo servizio
Per essere in grado di fare questo il volontario deve conoscere le vie di trasmissione delle malattie infettive e conoscere i metodi di prevenzione per ognuna di queste.
Nel caso, durante lo svolgimento del servizio, venissimo a contatto con materiale infetto (o sospettato tale) è necessario lavare e disinfettare accuratamente la zona di contatto, e riferire, appena arrivati in ospedale l’accaduto al personale sanitario, che prenderà tutti i provvedimenti del caso.
E’ però da ricordare che la cute integra (senza soluzioni di continuità) rappresenta una barriera invalicabile per i germi (virus, batteri), quindi anche in caso di contatto con sangue il rischio infettivo è minimo (se la zona viene lavata e disinfettata accuratamente).
D’altra parte basta un arrossamento cutaneo per aumentare il rischio o un piccolo taglio o abrasione per far sì che la barriera cutanea possa essere attraversata con facilità dai microrganismi.
Mantenere in efficienza l’ambulanza dopo aver condotto il trasporto infermi
Utilizzando guanti nuovi provvedere a: a - ripristinare la barella, lenzuola, telo, coperte e cuscino b - ripulire l’abitacolo da sangue, fango, vomito, liquidi c - raccogliere e gettare materiale usato: garze, medicazioni, confezioni aperte, materiale monouso aperto d - areare il vano sanitario
Smaltimento dei rifiuti: Dobbiamo distinguere tra: o rifiuti potenzialmente infetti o rifiuti non infetti
Rifiuti potenzialmente infetti Materiale monouso utilizzato o guanti sporchi di liquidi biologici o maschere ossigeno Materiale per la medicazione entrato in contatto con materiale organico o Garze o Bende o Cerotti Altro materiale entrato in contatto con liquidi biologici o Ad esempio fazzoletti di carta utilizzati dall’utente Materiale utilizzato per la disinfezione
Rifiuti non infetti Materiale monouso aperto ma non utilizzato Guanti non sporchi di materiale biologico Fogli dove si sono annotati i servizi già svolti Rifiuti vari (cartacce, lattine…)
detersione: pulire dallo sporco grossolano e dalla polvere, utilizzando acqua e detergente (anionici)
disinfezione: eliminare di tutti i microrganismi patogeni (virus, batteri, ….) operazione che ha lo scopo di distruggere eventuali germi patogeni presenti; si effettua con ipoclorito di sodio (varechina, candeggina, antisapril opportunamente diluito) evitando il contatto con la pelle (indossare guanti appositi). Non utilizzare acqua calda, per il pericolo di sviluppo di gas tossici e perché in questo modo le proteine contenute nel sangue possono coagulare, rendendo la disinfezione più difficile
L’Ambulanza e i presidi
L’Ambulanza - Definizione Ambulanza Veicolo, militare o civile, adibito al trasporto di malati e infortunati e comunemente dotato di tutte le attrezzature e gli strumenti necessari ai trattamenti di primo intervento, volti a consentire la sopravvivenza del malato per tutta la durata del tragitto fino al luogo di cura; le ambulanze sono equipaggiate per ospitare al massimo due pazienti, uno o due medici e fino a tre soccorritori o infermieri
L’Ambulanza – Il termine Per quanto riguarda il termine ambulanza, derivante dal latino ambulare, nella seconda metà del 1400, Isabella di Spagna istituì per il suo esercito delle formazioni sanitarie mobili, al seguito dei combattenti, chiamate "ambulancias". Il termine continuò ad avere questo utilizzo fino alla fine del 1700, specie presso le truppe francesi ove vennero istituiti gli ospedali ambulanti per l'esercito.
L’Ambulanza – La storia Durante la terza guerra d'indipendenza (1866) si cominciarono a diffondere in Italia i primi carri ambulanza
LE PRIME FORME DI AMBULANZE
Ambulanza - Trasporto Infermi Per "Trasporto infermi" intendiamo i trasferimenti programmati da ospedale a domicilio e viceversa anche per destinazioni situate fuori dalla nostra città o fuori dall'Italia. Per svolgere questi servizi abbiamo a disposizione una autoambulanza dedicata, dotata di attrezzature adeguate al bisogno minimo del paziente per essere trasportato da un luogo ad un altro Il trasporto non è un’emergenza primaria, pertanto molte delle attrezzature presenti in una ambulanza di soccorso primario non sono presenti in quella per trasporti
Vano sanitario: Dotazioni di base ---- Trasporto Infermi --- Barella autocaricante o Barella regolabile Barella a cucchiaio Barella Spinale Telo Sedia Portantina
Barella dell’ambulanza
La barella è uno degli strumenti che si utilizza maggiormente nell'attività di soccorso e di trasporto infermi; ne esistono innumerevoli modelli. Il soccorritore deve essere a perfetta conoscenza del suo funzionamento e della posizione dei comandi.
La barella è fissata al pavimento per mezzo di una leva di sicurezza che ne evita i movimenti durante il trasporto in ambulanza
Di solito si trova una levetta di sbloccaggio nella parte inferiore
Una presa corretta della barella permette sia un utilizzo senza particolari difficoltà legati al peso stesso della barella, ma soprattutto evita di farsi del male alle mani restando incastrati durante il caricamento della barella.
Per barella autocaricante, si intende la barella su ruote con piegamento automatico delle gambe in entrata ed in uscita dall’ambulanza. Essa costituisce dotazione standard dell'ambulanza
• possibilità di abbassarsi a livello del suolo (le più evolute hanno la possibilità di diverse posizioni ad altezze diverse
Sicure laterali impediscono la caduta del paziente dalla barella
• possibilità di assumere la posizione antishock • angolazione dello schienale regolabile
• presenza di cinghie per la sicurezza del paziente
Bisogna stare attenti se durante lo scarico le gambe pieghevoli si “aprano” e si blocchino correttamente
Barella a cucchiaio
• • è un mezzo di sollevamento e non di trasporto (questo è quello che dicono i protocolli ufficiali: personalmente la considero un ottimo mezzo di trasporto in una serie di casi: arresto cardiaco, scale strette e ripide ed in generale in tutti quei casi in cui il telo non è adatto e l'asse spinale è eccessivo o non accettato dal paziente per l'eccessiva imbragatura).
La barella a cucchiaio ha una struttura metallica con un peso abbastanza sostenuto; di solito basta una sola persona, anche se gracile, per sostenere il suo peso e trasportarla; bisogna però stare sempre attenti.
La barella a cucchiaio può essere facilmente dimensionata, nel senso della lunghezza al paziente per mezzo di due levette ad incastro che si trovano lateralmente nella parte inferiore della stessa barella.
Ad ogni estremità rivolto verso l’interno troviamo un pulsante che permette l’apertura della sicura e quindi la separazione delle due metà di cui è formata la barella a cucchiaio.
Barella a cucchiaio separata nelle due metà costitutive
Immobilizzazione sul cucchiaio Il paziente viene immobilizzato sul cucchiaio con 2 cinghie (meglio 3, se ci sono...): una al torace ed una al bacino (la terza alle ginocchia).
Barella Spinale o Asse Spinale
E’ il mezzo migliore per assicurare un adeguata immobilizzazione della colonna vertebrale. • utile in passaggi stretti e difficoltosi • favorisce l’uscita del vomito, girando l' asse di lato con tutto il paziente. • radiotraparente, utile nel corso di radiografie. • è composta da 3 elementi principali: o asse spinale vero e proprio o imbragatura (o “ragno”) o ferma capo
Posta di solito sotto la barella principale dell’ambulanza, può però trovarsi dislocata anche in altre posizioni a seconda del tipo di ambulanza
Il caricamento sull’asse spinale prevede che l’infortunato sia prima caricato sul cucchiaio
Alcuni protocolli prevedono la possibilità di caricare direttamente l’infortunato sull’asse spinale senza utilizzare il cucchiaio. Tale manovra è intrinsecamente più difficile, rischiosa e meno efficace rispetto al caricamento con il cucchiaio. E’ più difficile perché richiede azioni precise e maggiore coordinamento di squadra. E’ più rischiosa perché un errore può causare danni importanti all’infortunato. Ed è anche meno efficace perché l’allineamento è minore ed i necessari “aggiustamenti” sull’asse spinale inducono trazioni, compressioni e rotazioni alla colonna vertebrale dell’infortunato.
I due ferma-capi vengono fissati alla spinale per mezzo di giunture a strappo
Ferma-capo e le due fasce: la frontale e la mentoniera
Se il paziente deve essere solamente sollevato e trasportato per brevi tratti pianeggianti, è possibile utilizzare le cinghie del cucchiaio al posto dell’imbragatura a ragno, è più pratico ma anche più rischioso.
L’estremità di ingresso della cinghia deve essere inserita all’interno di un apposito foro presente nella barella, passando al di sotto e dall’esterno verso l’alto e quindi attorno al paziente.
Viene quindi inserito nell’altra parte sempre dall’interno e dall’alto verso il basso e verso l’esterno.
Dopo aver ben stretto le cinghie al paziente si chiudono le due estremità della cinghia.
Questa è l’imbragatura a ragno, un insieme di cinghie a chiusura a strappo, una lunga verticale, due superiori diagonali (spalle), e diverse cinghie orizzontali che fissano completamente il paziente alla spinale
Queste sono le cinghie diagonali superiori (cinghie a V) che fissano il paziente a livello dello sterno e delle spalle sulla spinale.
Queste sono tutte le altre cinghie orizzontali che permettono un fissaggio ottimale e quindi un trasporto del paziente molto sicuro e protetto, anche se costretti ad inclinare la barella scendendo scale e varchi stretti.
Cinghie a V che partendo dallo sterno immobilizzano le spalle alla spinale
La spinale è anche un comodo attrezzo per rilassarsi e superare lo stress
Telo
Il suo impiego è indicato quando è difficoltoso l’utilizzo diretto della barella. Viene quindi utilizzato come strumento di trasporto dal luogo del soccorso alla barella.
Importante: il telo non deve mai essere usato per il trasporto di pazienti traumatizzati e/o incoscienti. Il telo è indicato per ogni situazione di patologia in cui il paziente si trovi nella necessità di essere trasportato in posizione supina.
Il telo è costituito in stoffa spessa e resistente o in gomma; presenta delle maniglie a distanze regolari che permet- tono un buona tenuta durante il trasporto
Il Telo è un ottimo presidio da utilizzare quando il paziente deve essere raccolto dal letto o da terra, in quanto si procede al suo piegamento e contemporaneamente si procede ad una parziale rotazione del paziente.
Sedia Portantina
E’ uno strumento di trasporto dal luogo del soccorso alla barella E’ uno strumento di trasporto dal luogo del soccorso alla barella. Il suo impiego è indicato quando il paziente è cosciente, è in grado di stare seduto e non c’è sospetto di traumi.
La sedia viene utilizzata da 2 o 3 soccorritori e presenta il vantaggio rispetto ad una normale sedia di avere le ruote per il movimento, di avere delle cinghie di immobilizzazione e delle ottime prese;
inoltre la presa anteriore presenta due bracci allungabili inoltre la presa anteriore presenta due bracci allungabili. Si preferisce inoltre non usare la sedia di casa in quanto non si è sicuri sulla sua robustezza e può presentare problemi di movimento o di dimensione.
La sedia permette anche un facile e comodo trasporto del paziente lungo le scale di una abitazione; possibilità di scendere gradino per gradino.
Dotazioni integrative Apparecchiature elettromedicali
Bombole Ossigeno (Piccole e Grandi) Le bombole piccole sono mobili e possono essere facilmente portati lontano dall’ambulanza, in casa del paziente o sulla strada in caso di un incidente Le bombole grandi sono fisse e vengono utilizzate esclusivamente per necessità interne all’ambulanza
Le bombole vengono fissate all’ambulanza per mezzo di apposite cinghie
Aspiratore fisso per l’aspirazione di liquidi (sangue) "Si aspira per liberare le vie aeree superiori ostruite da liquidi e/o solidi, favorendo così lo scambio gassoso a livello alveolare (anche in ostruzioni parziali). L'aspirazione è da eseguirsi ogni qual volta il paziente non riesce ad espellere da solo il materiale del cavo orale".
Interruttore di accensione e di regolazione dell’aspiratore fisso
Aspiratore mobile
L’aspiratore mobile viene fissato in ambulanza in una struttura di aggancio apposita
Defibrillatore Semi Automatico Utilizzato in casi di arresto cardiaco
Defibrillatore in borsa-custodia fissata per mezzo di cinture
Indicatori e tasti del defibrillatore
Elettrodi del defibrillatore fissati sul torace del paziente
Monitor Elettro Cardio Gramma
Derivazioni (elettrodi) principali del monitor ECG
Posizionamento del monitor aderente alla cute della parete toracica in posizione cardiaca
Saturimetro Il Saturimetro calcola le concentrazioni di ossigeno presenti nel sangue e la frequenza cardiaca
SENSORE DIGITALE DEL SATURIMETRO La sonda del saturimetro emette luce a due frequenze diverse: una rossa e visibile ad occhio nudo ed una infrarossa invisibile ad occhio nudo. Il sangue, a seconda che sia arterioso o venoso, ha capacità diverse di attenuare frequenze d’onda diverse.
MISURAZIONE CON SATURIMETRO Il saturimentro misura la quantità di luce che ha attraversato il tessuto in esame (dito della mano o del piede, orecchio, ...) nelle due componenti (rossa e infrarossa) e riesce quindi a determinare la percentuale di ossigeno legata all’emoglobina e la frequenza cardiaca.
In un soggetto in arresto cardiocircolatorio il saturimetro non riesce a leggere alcun valore. Se la concentrazione di O2 tende a scendere nel tempo indica, di solito, un'ipoventilazione progressiva che porta ad uno stato di ipossia. In un adulto sano il valore minimo normale è 97%. In un anziano, specie se con broncopneumopatie croniche, può tranquillamente essere 92-93%.
La presenza di smalti sulle unghie o di sporcizia può causare interferenze e quindi letture errate. Regola pratica: quando il valore di SpO2 e' uguale o inferiore a 90%, il paziente ha bisogno di ossigeno ad alto flusso (maschera Venturi a FiO2 40-50% e flusso di O2 fra 5 e 15 L/min).
Zaino per rianimazione e medicalizzato
Respiratore Ambu (adulto,pediatrico)
Apri-bocca
SFIGNOMANOMETRO
Cateteri urinari e tracheali
Laringoscopio e Forbici
Ghiaccio istantaneo
COLLARINI Il collare cervicale permette l'immobilizzazione del tratto cervicale della colonna vertebrale. Deve essere usato nei traumi con possibile interessamento della colonna vertebrale: • incidenti stradali • cadute dall'alto • traumi cranici
Estrinsicatore e Steccobende Steccobende vengono utilizzati in caso di fratture ossee L’estrinsicatore viene fissato al paziente in autovettura, permette l’estrinsicazione del paziente dalla vettura e suo riposizionamento sulla barella spinale
Utilizzo dei presidi di trasporto
Sicurezza Presidi Asse Spinale Sedia Portantina Barella Cucchiaio Telo
Praticità utilizzo presidi Sedia Asse Spinale Barella Cucchiaio Telo
Scelta dei presidi Asse Spinale + Ragno Paziente traumatizzato con lesioni alla colonna vertebrale Paziente che deve fare radiografie Paziente che non può deambulare Percorso angusto e stretto Presenza di scale Può rimanere fissato al paziente durante il trasporto Almeno tre soccorritori (anche non forzuti)
Scelta dei presidi Cucchiaio + Cinghie Paziente che non ha problemi alla colonna vertebrale Trasporto sullo stesso piano (no scale) Attenzione ai dispositivi di chiusura!!!!! Più pesante dell’asse spinale Rimuovere in ambulanza perché scomodo Almeno due soccorritori (forzuti)
Scelta dei presidi Sedia portantina + Cinghie Paziente può sedersi Si possono effettuare anche delle pause durante il trasporto dalle scale Almeno due soccorritori (non forzuti)
Scelta del presidio Telo Almeno 3 soccorritori (molto forzuti) Spazi molto angusti e stretti Soccorso rapido Spostamento da un letto all’altro
Presidi Consigliati Sedia Portantina (Se il paziente può sedersi e in presenza di scale) Asse Spinale (Se il paziente non può sedersi e in presenza di scale) Cucchiaio (Se il paziente non può sedersi e in assenza di scale) Telo (Spostamento semplice da letto a barella autocaricante)