Gli strumenti dell’orchestra

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Transcript della presentazione:

Gli strumenti dell’orchestra Presentazione realizzata da: Mariano Antonio Fiorella E-mail: mariano.fiorella@libero.it https://marianoantoniofiorella.wordpress.com

Gli Archi Il violino La viola Il violoncello Il contrabbasso

Gli Archi Il violino La viola Il violoncello Il contrabbasso

Gli archi sono una famiglia di strumenti musicali a corde, di origine remota, presente in quasi tutte le più antiche civiltà. Il loro nome deriva dallo specifico attrezzo con cui vengono strofinate le corde, l'archetto. Questo è formato da una asticciola di legno e da un fascio di crini di cavallo tesi , spalmati con una speciale resina detta pece o colofònia. I crini possono essere tirati o allentati mediante una vite situata nel nasetto. La lunghezza dell'arco varia in dipendenza dello strumento cui è destinato. Nell'orchestra la sezione degli archi è sempre stata predominante rispetto alle altre: basti pensare che in un'orchestra sinfonica di circa 100 elementi, gli archi sono ben 60 (16 primi violini, 16 secondi violini, 12 viole, 10 o 12 violoncelli, 8 contrabbassi).Tutti questi strumenti sono muniti di quattro corde (il contrabbasso può averne 5) tese su una fascia di ebano detta tastiera. Colui che suona generalmente usa la mano sinistra per premere le corde contro la tastiera, in modo da modificarne la lunghezza in rapporto ai suoni da ottenere, mentre con la mano destra fa scivolare l'archetto su di esse (le corde all'occorrenza possono anche essere pizzicate).

Il violino Il violino è il più piccolo tra gli archi e con la viola deriva dall'antica viella, uno strumento ad arco in uso nel Medio Evo trasformatosi in viola da braccio. La forma definitiva del violino, così come oggi lo conosciamo, risale al 1500 e la si deve ai maestri liutai di Brescia, di Bologna e soprattutto di Cremona, dove tra il 1500 e il 1700 sorsero le famose botteghe artigiane degli Amati, i Guarnieri, gli Stradivari, che produssero strumenti di qualità insuperata. Il violino si suona tenendolo posato sulla spalla e reggendolo con il mento poggiato sulla mentoniera. Possiede un timbro vibrante e trasparente dalle infinite possibilità espressive determinate dalle varie tecniche con cui viene suonato. Fra tutti gli archi è quello con la voce più acuta.

La viola La viola è di grandezza intermedia tra il violino ed il violoncello. Deriva direttamente dalla viella, strumento prediletto dai Trovatori e dai Trovieri nel Medio Evo. La viella si trasformò successivamente in viola antica ed ebbe larga diffusione nel Rinascimento quando si differenziò in viola da braccio e viola da gamba. Il moderno tipo si affermò dal 1700. L'estensione melodica della viola non raggiunge i suoni acuti del violino né tanto meno quelli gravi del violoncello. La calda e malinconica voce di questo strumento riesce a cantare con estrema e velata dolcezza.

Il violoncello Il violoncello è molto più grande della viola, più del doppio, e lo si suona tenendolo poggiato per terra tramite una punta di metallo, il puntale, di lunghezza regolabile. A partire dal 1600 fu usato in sostituzione della viola da gamba e nel 1800 furono ulteriormente perfezionate le sue possibilità tecniche. Pur avendo una estensione melodica più grave rispetto alla viola mantiene un timbro caldo e pastoso, una morbida cantabilità e una docilità espressiva che ne fanno spesso l'interprete solista di melodie accorate e dolorose.

Il contrabbasso La famiglia degli archi si completa con il contrabbasso, il più grande fra gli strumenti ad arco. Il suo diretto antenato è il violone, grosso strumento in uso fino al 1600. Da questa data entrò a far parte dei complessi strumentali, ma con limitate funzioni di accompagnamento. Solo nell'Ottocento fu valorizzato per le sue possibilità espressive, che vanno dal tenebroso al grottesco, dal drammatico al comico, e si affermò decisamente come solido sostegno sonoro dell'orchestra. La forma del contrabbasso è simile a quella del violoncello, anch'esso si poggia per terra, ma per le sue dimensioni costringe il suonatore a stare in piedi. Viene largamente usato nell'orchestra jazz ove viene suonato quasi esclusivamente con la tecnica del pizzicato.

Il violino in versi Il violino Suona il violino nelle mani del maestro vibrato nelle stelle percezione di suoni celestiali nella danza delle sirene Nella sera coperta di nubi si odono i canti dei grilli e muore una stella Un tocco nella corda dell'amore e dell'esistenza una ciarda per fare danzare la donna dai capelli di fata Il demone del violino interpreta i movimenti delle streghe e dei maghi suona una corda e il suono si propaga nel firmamento Gianfrancesco Chinellato - Venezia (Poesia inedita)

I legni L’ottavino Il flauto L’oboe Il corno inglese Il clarinetto Il fagotto Il controfagotto

L’ottavino L’ottavino produce suoni più acuti del flauto ed è utilizzato normalmente per rinforzare con i suoi suoni marcati e acutissimi le melodie proposte dagli altri strumenti

Il flauto traverso Come dice il nome stesso, il flauto traverso è tenuto di lato e il musicista accosta le labbra al foro dell’imboccatura e vi soffia dall’alto in basso. A partire dalla metà dell’800 esso è fornito di chiavi che permettono di aprire e chiudere anche i più distanti fra i 14 fori di cui è provvisto.

L’oboe Durante il periodo natalizio vi sarà capitato di vedere e sentire gli zampognari: quasi sempre insieme alla zampogna suona la ciaramella. Ebbene, propria da questa deriva l’oboe: il suono è generato dalla vibrazione di un’ancia doppia. A differenza del suo antenato popolare, l’oboe è dotato di un sistema di chiavi che permette una maggiore agilità esecutiva e la produzione delle note alterate. Esso è stato impiegato nella musica del 700, con funzioni di strumento solista per il suo caratteristico timbro penetrante e nasale, malinconico e dolente.

Il corno inglese In orchestra l’oboe può contare sull’aiuto di un suo stretto parente, il corno inglese, che altro non è che un oboe contralto, quindi un po’ più grande e dalla voce più profonda e severa.

Il clarinetto Di antichissime origini, il clarinetto è costruito da una canna cilindrica in legno (ebano) terminante all’estremità inferiore in una pare più larga, detta campana, mentre nella superiore viene applicato il bocchino con l’ancia semplice. Il clarinetto è senz’altro il più versatile degli strumenti ad ancia: infatti, grazie al suo suono nitido e chiaro, alla sua ricca gamma di effetti dinamici , alla sua agilità nei trilli e nei passaggi di bravura, esso viene efficacemente impiegato in ogni genere di musica.

Il fagotto Sempre ad ancia doppia, il fagotto è costituito da una lunga canna di legno leggermente conica; a causa della lunghezza (m 2,6) essa è ripiegata a U. Anch’esso provvisto di chiavi, il fagotto, come tutti gli strumenti di registro prevalentemente grave, solo a volte viene impiegata come solista: quando ciò avviene esso rileva, al di là del suo aspetto goffo, una sonorità possente unita a una certa dolcezza.

Il controfagotto Strettamente imparentato con il fagotto è il controfagotto, che suona un’ottava più grave, grazie alla canna lunga addirittura m. 5,90 e ripiegata tre volte su se stessa. Inutile dire che il controfagotto solo assai di rado si avventura in passaggi solistici, preferendo di norma fornire all’orchestra un apporto coloristico che volge al grottesco e al terribile.

Gli ottoni La tromba Il trombone Il corno Il basso tuba

La tromba La tromba è costituita da tre parti: innanzitutto l’imboccatura o bocchino, a forma di tazza; poi la parte terminale o padiglione, che amplifica il suono, e infine il sistema di pistoni per mezzo dei quali è possibile variare l’altezza del suono e quindi ottenere le diverse note. Per diminuire l’intensità del suono della tromba e degli altri ottini si utilizza la sordina: un tronco di cono in legno, plastica o metallo, che viene inserito nel padiglione.

Il trombone Stettamente imparentato con la tromba è il trombone. Nonostante la forma piuttosto diversa e le maggiori dimensioni, che gli conferiscono un suono più grave, ha infatti lo stesso tipo di bocchino a tazza e il tubo cilindrico. Generalmente nel trombone non sono presenti i pistoni e per ottenere le diverse note si ricorre alla coulisse, ovvero a una parte della canna in ottone a forma di U che, scorrendo all’interno, può essere allungata o accorciata a piacere dell’ esecutore. In questo modo l’aria per uscire dallo strumento percorrerà più o meno strada, dando luogo a note più gravi.

Il corno Il corno nasce come strumento da richiamo e ha legato indissolubilmente il suo suono alla caccia. Nella sua forma moderna è stato messo a punto solo un secolo fa; è caratterizzato dall’imboccatura a forma di imbuto, dal tubo conico, dalla lunghegga del tubo stesso, che viene ripiegato numerose volte, e dalla presenza di tre pistoni manovrati dai caratteristici tasti a forma di spatola.

Il basso tuba Il basso tuba o tuba è lo strumento più grosso della famiglia. Grazie alle sue dimensioni, esso garantisce alla famiglia degli ottoni, così come all’orchestra, un sostegno armonico e ritmico grave e possente. Il basso tuba, per mezzo dei pistoni (in numero variablile da 3 a 6), può sostenere anche parti melodiche e sa persino essere assai efficace in alcuni passaggi solistici.

Le percussioni

I timpani MATERIALE: è formato da un bacino semisferico chiamato caldaia, di rame o di ottone, su cui è tesa una pelle di animale o di materiale sintetico. INFORMAZIONI GENERALI Fu introdotto in Europa grazie ai crociati; un tempo per accordarlo la pelle veniva tesa con delle chiavi di metallo e durante l'esecuzione di un brano non si poteva accordare nelle varie tonalità, quindi venivano impiegati diversi timpani per adattarsi alla sequenza delle esecuzioni.. Nel 1882 fu costruito in Germania un timpano a pedali che permetteva di cambiare l'intonazione con la semplice pressione del piede, questo determinò anche la sua entrata nelle orchestre in forma stabile.Propriamente, il termine 'Timpano' al singolare definisce non un singolo bacino ma una serie, da due a cinque, che permette in orchestra di coprire tutta l'estensione richiesta dalla partitura. Le possibilità di intonazione della voce del timpano lo rendono adatto non solo all'accompagnamento ritmico: infatti le sue prestazioni melodiche sono state utilizzate da diversi musicisti come Franco Donatoni (Concertino per archi, ottoni e timpano principale) e Luigi Torrebruno tempeste) e stati emozionali drammatici.

La grancassa MATERIALE: è formata da una cassa cilindrica di legno alle cui estremità sono poste due membrane in pelle di montone mantenute in tensione per mezzo di tiranti a vite. Su una delle due facce sono tese trasversalmente due corde di minugia che, vibrando, ne ravvivano la risonanza. Le mazze sono ricoperte di feltro, sughero o pelle. INFORMAZIONI GENERALI E' uno strumento a suono indeterminato costituito da una sola pelle che viene percossa e la sua vibrazione fa vibrare di riflesso anche l'altra estremità. La grancassa si suona con l'apposita mazza semplice o doppia, costituita da una testa sferica, ricoperta di feltro, sughero o pelle. Per ottenere particolari effetti, si utilizzano le bacchette da timpano. Viene appoggiata sopra un cavalletto o, nelle bande, sospesa per mezzo di due cinghie alle spalle dell'esecutore, che può così suonarla camminando.COME SI OTTIENE IL SUONO Si suona tenendola in posizione verticale con mazze o bacchette, in alcuni modelli premendo un pedale si aziona una battuta molto sonora del corpo dello strumento.

I piatti MATERIALE: e' formato da due dischi in lamine di metallo sottilissime, solitamente di bronzo INFORMAZIONI GENERALI Ii piatti appartengono sempre alla famiglia degli idiofoni e si suonano utilizzando entrambe le mani e percuotendoli l'uno contro l'altro. In Europa vengono utilizzati sin dal medioevo e nel '700 vengono introdotte in particolar modo nelle orchestre operistiche. COME SI OTTIENE IL SUONO Si battono l'uno contro l'altro o, appesi, si percuotono in vari modi.

Il tamburello MATERIALE: è formato da un cerchio di legno che presenta piccole fessure nelle quali sono applicati piccoli sonagli o piastre metalliche; sul cerchio è tesa la membrana in pelle. INFORMAZIONI GENERALI E' di origine antichissima ed il suo utilizzo in molte regioni era legato ai culti lunari. Oggi è diffuso in tutto il Mediterraneo meridionale, in Africa, in alcune zone asiatiche e dell'Europa dell'Est, nel Centro e Sud America. COME SI OTTIENE IL SUONO Si adopera pecuotendo la pelle con le dita o agitandolo rapidamente; lo strumento può essere agitato senza soluzione di continuità, ottenendo così il caratteristico suono scintillante dato dalla percussione delle coppie di dischetti, oppure semplicemente percosso con il pollice, in modo da ottenere una percussione dei dischetti più lieve, o infine percosso con le nocche.

Il tamburo MATERIALE: è costituito da una cassa cava su cui sono tese una o due membrane tese in pelle INFORMAZIONI GENERALI Il tamburo è presente in tutte le culture e viene utilizzato da sempre durante i riti e le cerimonie ufficiali. In Europa conserva un importante ruolo cerimoniale nella musica militare e negli avvenimenti pubblici. Le casse dei tamburi di tipo tubolare possono variare dalla forma cilindrica della grancassa, alla forma a barile di alcuni tamburi indiani e cinesi, alla forma a calice del darabukka, al tamburo a membrana singola. COME SI OTTIENE IL SUONO A seconda della forma, il tamburo può essere percosso direttamente dalle mani o tramite bacchette.

Il triangolo MATERIALE: In metallo, è formato da un triangolo aperto su un lato come pure la sua asticella INFORMAZIONI GENERALI Idiofono a percussione molto antico, il triangolo venne usato sin dal Rinascimento ed arricchito successivamente con anelli metallici oscillanti nella barra piegata. E' ampiamente usato anche nella musica popolare italiana, in danze quali il salterello, la tarantella ecc COME SI OTTIENE IL SUONO Per suonarlo si tiene sospeso ad una cordicella e percosso ritmicamente con un'asta anch'essa di metallo

Il gong MATERIALE: è un grande disco in metallo, sospeso su di una intelaiatura che permette di ottenere una notevole sonorità; la mazza ha la punta rivestita di feltro o sughero INFORMAZIONI GENERALI Di origini orientali il gong produce suoni è di grande potenza, con prolungate vibrazioni e viene utilizzato sia in complessi indonesiani sia nell'orchestra occidentale. COME SI OTTIENE IL SUONO Si suona battendo con la mazza il grande disco.

Lo xilofono MATERIALE: costituito da lamelle di legno disposte orizzontalmente. Al di sotto di ognuna un tubo fa da cassa da risonanza. Si suona con due martelletti di legno duro. INFORMAZIONI GENERALI Il suo nome deriva dal greco xylon, "legno" e phoné, "suono" ed ha un timbro secco e netto. Gli xilofoni erano diffusi in Asia già dal XIV secolo, quindi si diffuse in Africa con grande rapidità diventando uno strumento assai popolare. Gli schiavi africani lo introdussero in America Latina, dove gli venne dato il nome di marimba. Si diffuse in Europa a partire dal 1500 e divenne ben presto uno strumento popolare, particolarmente in Europa centrale. La prima parte orchestrale scritta per lo xilofono è compresa nella 'Danse macabre' del compositore francese Camille Saint-Saëns. Igor Stravinskij inserì lo strumento nella partitura di Petrucka. Lo xilofono dell'orchestra moderna possiede due file di barrette disposte come sulla tastiera del pianoforte. Viene suonato con due martelletti di legno duro, per ottenere un suono penetrante e diretto, oppure con quattro e più martelletti più morbidi, per poter ottenere suoni più dolci.COME SI OTTIENE IL SUONO Prova a suonare Le lamelle di legno, disposte in ordine di intonazione, vengono percosse da martelletti.

Il vibrafono MATERIALE: metallo e legno INFORMAZIONI GENERALI Deriva dai tradizionali metallofoni ed è un'invenzione abbastanza recente: simile allo xilofono, si differenzia per il suono, che viene amplificato da risuonatori. Ha un suono vibrato che viene ottimamente utilizzato nella musica jazz e moderna. COME SI OTTIENE IL SUONO Le lamine vengono percosse da una bacchetta a testa morbida. Uno smorzatore è collegato a un pedale che regola la durata del suono.

La marimba MATERIALE: legno INFORMAZIONI GENERALI La storia di questi particolari strumenti e della loro diffusione è abbastanza curiosa: furono infatti tra i primi ad aprire all'uomo la possibilità di imitare (almeno parzialmente) la tonalità del canto. Un attrezzo, antenato della marimba, formato da una serie di barre di legno o di pietra, fu - probabilmente già nella preistoria ­ uno dei primi strumenti melodici dell'uomo. Il principio costruttivo di questi strumenti è rimasto sempre lo stesso nel tempo e la tecnica esecutiva ricalca oggi a grandi linee, quella di tutte le civiltà africane, euro-asiatiche ed orientali che da millenni hanno adottato lo strumento nella loro tradizione musicale. L'altezza della nota varia per molti fattori: spessore del legno, lunghezza e larghezza delle barre, gradi di durezza e peso. Le gambe del musicista, su cui era posta trasversalmente una barra di legno, furono la prima naturale cassa di risonanza ed il primo supporto dello xilofono di legno o MARIMBA. In seguito, varie barre di legno, di diversa tonalità e spessore, furono posti su un apposito telaio. La cassa di risonanza era, costituita o da una buca (posta sotto lo strumento per tutta la sua lunghezza), o da una serie di zucche, di varie misura, poste sotto ogni elemento della tastiera. La presenza di questa tastiera nell'area africana fu segnalata almeno cinquecento anni fa dai primi esploratori; le cronache dell'epoca narrano infatti di strumenti di legno, costruiti con questa foggia, dai differenti nomi: BALAFON, MARIMBA, MALIMBA, MANZA, MBILA, BALINGA ed altri ancora. Nel caso di questo strumento, proveniente dal Mozambico, è presente una sorta di manico, ad arco, che ne facilita il trasporto. COME SI OTTIENE IL SUONO La MARIMBA viene tradizionalmente suonata da uno o più suonatori, posti gli uni di fronte agli altri, con gli strumenti eventualmente appoggiati ad angolo tra di loro. Le tavole della tastiera vengono percosse con mazzuole leggere di legno.