IL SISTEMA ENDOCRINO (Ipofisi, epifisi, tiroide, paratiroidi, pancreas endocrino, ghiandole surrenali)
Sistema endocrino (generalità) Dal punto di vista morfologico si tratta di ghiandole prive di dotti escretori e riccamente vascolarizzate da una sviluppata rete di capillari, per lo più di tipo sinusoidale. L’attività funzionale delle ghiandole endocrine consiste nel produrre e immettere direttamente nel sangue molecole di vario tipo, dette ormoni. Ciascuno ormone è prodotto in maniera selettiva ed esclusiva da una determinata ghiandola o tipo cellulare, possiede una composizione chimica ben definita e svolge un’azione specifica a livello di organi sensibili, detti organi bersaglio.
Ipofisi Ghiandola endocrina di primaria importanza, in quanto non produce soltanto ormoni che influenzano direttamente determinate funzioni organiche, ma anche ormoni che agiscono su altre ghiandole endocrine, regolandone l’attività.
Ipofisi (forma, posizione e rapporti) E’ situata al centro della base cranica, nella sella turcica dell’osso sfenoide, dove è avvolta dalla dura madre, che in alto chiude la fossa ipofisaria, formando un setto orizzontale, diaframma della sella, aperto al centro per dare passaggio al peduncolo ipofisario. L’ipofisi ha quindi una posizione molto protetta. Si presenta come un corpicciolo di colore rosso grigiastro, di forma ovale, il cui diametro massimo trasversale è circa 15 mm, quello verticale di 5 mm e quello anteroposteriore circa 8 mm. Il suo peso medio, nell’adulto, è di circa 0.6 gr.
Ipofisi (forma, posizione e rapporti) L’ipofisi è formata da due lobi di origine e significato diversi, uno anteriore o adenoipofisi, l’altro posteriore o neuroipofisi, strettamente uniti e avvolti da una sottile capsula comune, derivata dalla dura madre: Il lobo anteriore è più grande, ha una forma che ricorda quella di un piccole rene disposto trasversalmente, con la faccia concava rivolta in dietro ad abbracciare il lobo posteriore. E’ a sua volta costituito da una parte distale (o lobo anteriore), una parte tuberale sottile (riveste il peduncolo ipofisario anteriormente) e una parte intermedia (o lobo intermedio) che forma una lamina separata in avanti dalla parte distale per mezzo della fessura ipofisaria e in rapporto in dietro con il lobo posteriore. Il lobo posteriore o neuroipofisi è più piccolo, rotondeggiante ed è collegato con il pavimento del diencefalo (porzione secretiva dell’ipotalamo) per mezzo del peduncolo ipofisario; questo è a sua volta formato dal peduncolo infundibolare e dall’infundibolo o eminenza mediana (piccola evaginazione del diencefalo posta subito al davanti del tuber cinereum e in cui si spinge, la cavità diencefalica con il 3° ventricolo).
Ipofisi (vasi e nervi) L’ipofisi è irrorata da due gruppi principali di arterie ipofisarie, superiori ed inferiori: Le arterie ipofisarie superiori nascono dal circolo di Willis (sistema vascolare che porta sangue al cervello) e penetrano nel peduncolo ipofisario come arterie anteriori e posteriori che si capillarizzano nel peduncolo stesso e nell’infundibolo, dando origine a grappoli capillari. Questi si aprono in venule che si portano nel lobo anteriore sboccando nei sinusoidi della parte distale. Si realizza così la circolazione portale ipofisaria che permette al sangue di scorrere in capillari nel peduncolo e nell’infundibolo prima di raggiungere, tramite le venule, la rete sinusoidale del lobo anteriore. In tal maniera le sostanze attive secrete dall’ipotalamo possono raggiungere, attraverso il sangue, l’adenoipofisi.
Ipofisi (vasi e nervi) Le arterie ipofisarie inferiori derivano dalla carotide interna e si distribuiscono con i loro rami al lobo anteriore ma specialmente a quello posteriore, senza comunque entrare a far parte della circolazione portale. Le vene reflue dall’ipofisi fanno capo ai circostanti seni venosi della dura madre. Non sono descritti vasi linfatici nell’ipofisi. L’innervazione dell’adenoipofisi è povera ed è rappresentata soltanto da fibre vasomotrici originarie dal plesso carotideo. La neuroipofisi riceve cospicui fasci ipotalamoneuroipofisari.
Adenoipofisi (struttura) La parte distale è formata da cordoni di cellule, che vengono anche definiti come nidi cellulari, sostenuti da un delicato stroma reticolare e provvisti di una ricca rete di sinusoidi. Le cellule di questi cordoni hanno caratteristiche e dimensioni diverse: Cellule acidofile (produttrici di ormoni proteici): rappresentano circa il 35% delle cellule epiteliali. Si distinguono (grazie alle colorazioni tricromiche) cellule (cellule produttrici dell’ormone somatotropo o dell’accrescimento STH o GH) e cellule (cellule produttrici di prolattina detta anche ormone lattogenico PRL). Tra le cellule produttrici di ormoni proteici bisogna annoverare anche quelle che producono l’ormone adrenocorticotropo ACTH che agisce sulla corteccia surrenale (zona fascicolata che produce ormoni glicocorticoidi).
Adenoipofisi (struttura) Cellule basofile (produttrici di ormoni glicoproteici): ne viene attribuita la produzione degli ormoni glicoproteici ipofisari: Ormone follicolostimolante (FSH), che agisce sull’ovaio determinando lo sviluppo dei follicoli oofori. Nel maschio stimolala spermatogenesi nei testicoli. Ormone gonadotropo. Ormone luteinizzante (LH), che agisce sui follicoli maturi determinandone la trasformazione in corpi lutei e quindi la produzione di progesterone. Nel maschio l’LH corrisponde all’ormone stimolante le cellule interstiziali del testicolo. Ormone gonadotropo. Ormone tireostimolante o tireotropo (TSH), che regola l’attività della tiroide, stimolandone l’attività. Cellule cromofobe: rappresentano il 40-50% del totale
Adenoipofisi (struttura) La parte tuberale è la porzione del lobo anteriore che si applica sul peduncolo ipofisario. Le cellule sono cromofobe. La funzione di questa parte è sconosciuta. La parte intermedia, aderisce alla neuroipofisi e può essere separata dalla parte distale dai residui della fessura ipofisaria. E’ costituita da cellule basofile. Produce un ormone detto ormone stimolante i melanociti (MSH), che aumenta la pigmentazione cutanea.
Neuroipofisi (struttura) La neuroipofisi o lobo posteriore, con la parte infundibolare (peduncolo ed eminenza mediana), ha struttura completamente diversa da quella della adenoipofisi. Essa è infatti costituita da cospicui fasci di fibre amieliniche, provenienti dall’ipotalamo, da cellule della nevroglia modificate dette pituiciti, e da uno stroma connettivale che accompagna la ricca rete vascolare.
Neuroipofisi (struttura) Le fibre amieliniche sono gli assoni di cellule nervose situate in particolari nuclei ipotalamici: nucleo sopraottico e fascio ipotalamoneuroipofisario e discendono attraverso il peduncolo. Lungo il decorso delle fibre scorre il neurosecreto, prodotto a livello dei pirenofori dei neuroni ipotalamici. I pituiciti sono cellule che possono presentare aspetti morfologici diversi: Adenopituiciti Reticolpituiciti Fibropituiciti Micropituiciti Essi traggono rapporti con gli assoni del fascio ipotalamoneuroipofisario, avvolgendoli con i loro prolungamenti La componente vascolostromale è caratterizzata da capillari di tipo sinousoidale, raggruppati a gomitoli, entro i quali penetrano terminali assonici. La parete capillare è costituita da sottile endotelio con pori chiusi da diaframmi.
Epifisi Ghiandola endocrina la cui attività segue un ritmo circadiano ed è legata a influenze nervose, a loro volta subordinate alle variazioni della luce ambientale.
Epifisi (forma, posizione e rapporti) L’epifisi (o ghiandola pineale) è un piccolo organo di forma conica che sporge all’estremità posteriore della volta del III ventricolo. E’ lunga circa 1 cm, larga 5 mm e pesa 0,5 gr. Il III ventricolo si insinua nella base dell’epifisi, formando il recesso epifisario, che dorsalmente è limitato dalla commessura supeiore o abenulare e ventralmente dalla commesura posteriore. Un piccolo recesso sovraepifisario si forma tra epifisi e volta del ventricolo. L’epifisi insieme alle formazioni abenulari e alla commessura posteriore, costituisce la parte del diencefalo detta epitalamo. L’epifisi è ricoperta dalla pia madre e sporge nello spazio subaracnoidale.
Epifisi (vasi e nervi) E’ irrorata da rami delle arterie corioidee posteriori. I capillari formano una rete molto ricca e hanno caratteristiche ultrstrutturali simili a quelle dei capillari delle altre chiandole endocrine. Le vene fanno capo a quelle cerebrali interne e principalmente alla grande vena cerebrale. L’epifisi riceve fibre nervose afferenti, che provengono dal ganglio cervicale superiore del simpatico. La liberazione di noradrenalina da parte di queste fibre ha grande importanza fisiologica in quanto stimola le cellule parenchimali a produrre melatonina.
Epifisi (struttura) L’epifisi è avvolta da una capsula connettivale derivata dalla pia madre. Il parenchima epifisario è formato da due tipi di cellule: I pinealociti, cellule di origine neuroectodermica, il cui significato funzionale è ancora dubbio; Le cellule gliali, che sono più numerose in corrispondenza del peduncolo dell’epifisi e presentano le caratteristiche dei gliociti fibrosi.
Epifisi (struttura) Il ruolo fisiologico dell’epifisi è notevolmente complesso. La principale sostanza prodotta è la melatonina. Vengono inoltre sintetizzate, a partire dal triptofano, anche notevoli quantità di serotonina, con un massimo di produzione durante il giorno e un minimo durante la notte. La sintesi di melatonina procede dalla serotonina secondo un ritmo circadiano inverso. L’influenza della luce e dell’oscurità sull’epifisi si svolge tramite il sistema simpatico: il buio stimola le fibre postgangliari a secernere noradrenalina, che stimola i recettori -adrenergici cellulari, mettendo in moto il meccanismo di sintesi della melatonina.
Tiroide Ghiandola endocrina di origine branchiale con struttura tipicamente follicolare. Produce ormoni (tetraiodotironina o T4 e triiodotironina o T3), che agiscono sul metabolismo cellulare e sui processi di accrescimento e differenziazione. Alcune cellule di origine neuroectodermica (cellule C), producono invece un polipeptide (la calcitonina), che agisce sul ricambio del calcio.
Tiroide (forma, posizione e rapporti) A completo sviluppo è situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe e ai primi anelli tracheali. E’ formata da due lobi, dx e sx, piriformi con apici in alto, che a livello del 1° e 2° anello tracheale, sono riuniti da una parte trasversale, detta istmo. Dal 30 al 50% della popolazione è presente il lobo piramidale o piramide del Morgagni che parte dal margine superiore dell’istmo e segue il percorso del dotto tireoglosso di cui rappresenta il residuo.
Tiroide (forma, posizione e rapporti) Ha colorito rosso bruno, superficie liscia e consistenza molle. All’esterno è circondata dalla capsula propria, da un involucro fibroso, la guaina peritiroidea, che la fissa posteriormente alla cartilagine cricoidea, alla tiroidea ed ai primi anelli tracheali e lateralmente alla guaina fibrosa del fascio vascolonervoso del collo.
Tiroide (forma, posizione e rapporti) In avanti la tiroide è ricoperta dai muscoli sottoioidei (sternoioideo, sternotiroideo e omoioideo) e dalla fascia cervicale media, tesa tra i due m. omoioidei. Lateralmente la tiroide è ricoperta dai muscoli sternocleidomastoidei Posteriormente la tiroide aderisce con la faccia posteriore concava dell’istmo e con la faccia mediale dei lobi laterali al condotto laringotracheale e alla parte laringea della faringe, tramite la guaina peritiroidea. Applicate alla faccia posteriore dei lobi tiroidei si trovano le ghiandole paratiroidi. Nella stessa sede decorrono i rami del nervo laringeo inferiore (n. ricorrente). La tiroide si sposta assieme al condotto laringotracheale nei movimenti di estensione della testa e di deglutizione.
Tiroide (vasi e nervi) La tiroide è irrorata dalle arterie tiroidee superiori, derivate per ciascun lato, dalla carotide esterna e dalle arterie tiroidee inferiori, che sono rami del tronco tireocervicale dell’arteria succlavia. Le vene formano nello spazio peritiroideo un ricco plesso che fa capo, per mezzo della vena tiroidea superiore, alla vena giugulare interna e della vena tiroidea inferiore, al rispettivo tronco brachiocefalico. I linfatici provengono da reti perifollicolari e formano una rete dai cui tronchi ascendenti si portano ai linfonodi della catena giugulare interna. L’innervazione è fornita dall’ortosimpatico cervicale e dal nervo vago, principalmente attraverso i nervi laringei superiore ed inferiore.
Tiroide (struttura) La tiroide è avvolta da una propria capsula fibrosa da cui fuoriescono sepimenti connettivali che, suddividono il parenchima in aree di forma e dimensioni diverse. I sepimenti più fini continuano con il delicato stroma che circonda i singoli follicoli tiroidei e in cui è contenuta una ricca rete vascolare. Il suo parenchima è costituito da un insieme di formazioni vescicolari, follicoli, di forma grossolanamente sferica e con la parete formata da un unico strato di cellule (cellule follicolari o tireociti), costituenti l’epitelio follicolare. All’interno dei follicoli è contenuta una sostanza amorfa, detta colloide, di natura glicoproteica. Nell’interstizio fra i follicoli si trova un altro tipo di elementi, le cellule C o parafollicolari, che producono la calcitonina, un altro ormone.
Tiroide (produzione T3 e T4) Le cellule follicolari producono la tiroxina o tetraiodotironina (T4) e la triiodotironina (T3) attraverso un complesso meccanismo: Produzione di una glicoproteina (tireoglobulina) Captazione ioduri dal sangue Trasferimento ioduri nelle vescicole contenenti la tireoglobulina Ossidazione e trasformazione degli ioduri in iodio molecolare Incorporazione iodio molecolare nella tireoglobulina formando così monoiodotirosina (MIT) e diiodotirosinan (DIT) Processo di accoppiamento di MIT e DIT che formeranno T3 e T4
Tiroide (produzione T3 e T4) L’attività della tiroide è controllata dall’ipofisi. L’ormone tireostimolante (TSH) stimola le cellule follicolari, aumentando la loro capacità di captare iodio, di sintetizzare tireoglobulina e di produrre ed immettere in circolo tiroxina. La secrezione di TSH è a sua volta controllata da fattori nervosi ipotalamici, che determinano la liberazione di TRH e da fattori umorali, quali la concentrazione ematica di ormoni tiroidei che agiscono sull’ipotalamo con meccanismo retrogrado.
Tiroide (produzione calcitonina) Le cellule parafollicolari sono responsabili della produzione della calcitonina, ormone polipeptidico ad azione ipocalcemizzante, che inibisce la liberazione di sali minerali ed in particolare di calcio dal tessuto osseo, ed ha quindi azione antagonista a quella del paratormone, secreto dalle paratiroidi. Derivano da elementi delle creste neurali.
Paratiroidi Piccoli organi endocrini di origine branchiale, il cui secreto regola, assieme alla calcitonina prodotta dalla tiroide, il ricambio del calcio e del fosforo.
Paratiroidi (forma, posizione e rapporti) Hanno forma ovale e dimensioni variabili. Sono poste a contatto con la faccia posteriore dei lobi laterali della tiroide cui aderiscono per mezzo di connettivo lasso e sono comprese entro la guaina peritiroidea. Generalmente sono in numero di 4, due superiori e due inferiori. Di colorito bruno caratteristico, nell’anziano possono apparire giallastre per infiltrazione adiposa.
Paratiroidi (forma, posizione e rapporti) Le inferiori traggono rapporto con un ramo dell’arteria tiroidea inferiore e si trovano a breve distanza dal n. laringeo inferiore (n. ricorrente). Le superiori, in genere più piccole delle inferiori si trovano all’unione del terzo superiore con il terzo inferiore dei lobi tiroidei.
Paratiroidi (vasi e nervi) Sono irrorate da rami dell’arteria tiroidea inferiore. Le arterie penetrano nelle ghiandole in corrispondenza dell’ilo, situato nella loro faccia profonda e danno origine a una ricca rete di capillari di tipo sinusoidale. Le vene fanno capo al plesso peritiroideo. I nervi seguono i vasi e hanno la stessa origine di quelli tiroidei.
Paratiroidi (struttura) Sono circondate da un’esile capsula connettivale reticolare, che dà origine a setti poco numerosi e brevi che penetrano nel parenchima. Che è formato da cordoni cellulari nei quali si distinguono due tipi di elementi, le cellule principali e le cellule ossifile. Le cellule principali sono le più numerose e le uniche presenti alla nascita. Si distinguono cellule principali scure e chiari, a seconda della concentrazioni di granuli al loro interno. Sono responsabili della produzione del paratormone, polipeptide che determina ipercalcemia e ipofosfatemia. Stimola l’attività degli osteoclasti e favorisce il riassorbimento renale ed intestinale di calcio, mentre diminuisce quello dei fosfati nel rene. L’iperproduzione di paratormone determina decalcificazione delle ossa con comparsa di una osteite fibrosa cistica, mentre l’ipoproduzione può provocare tetania a causa dell’aumentata eccitabilità neuromuscolare dovuta all’ipocalcemia. Le cellule ossifile compaiono verso i 6 anni. La loro acidofilia è dovuta alla ricchezza di enzimi ossidativi (soprattutto l’anidrasi carbonica) L’attività endocrina delle paratiroidi non dipende dall’ipofisi, ma è regolata direttamente dalla concentrazione degli ioni calcio nel sangue.
Isolotti pancreatici Detti anche isole di Langerhans, costituiscono la parte endocrina del pancreas e sono piccole formazioni, sparse nel tessuto esocrino dell’organo (ma soprattutto nella coda). Il loro diametro varia da 0,3 a 0,7 mm ed il loro numero varia da 200 000 a 500 000.
Isolotti pancreatici (vasi e nervi) Sono irrorati da rami delle arterie pancreatiche che formano una ricca rete di capillari, più sviluppata di quella che circonda gli acini ghiandolari esocrini. Il sangue refluo viene raccolto dalle vene pancreatiche, tributarie della vena porta. Fibre nervose amieliniche, penetrano entro gli isolotti e decorrono lungo l’esile trama stromale. Cellule gangliari si pogono in stretto rapporto con le formazioni insulari, costituendo i cosiddetti complessi simpaticoinsulari
Isolotti pancreatici (struttura) Con colorazioni apposite ed al microscopio elettronico si riconoscono nel parenchima pancreatico cellule A (o cellule o cellule A2), cellule B (o cellule ) e cellule D (o cellule o cellule A1): Le cellule A rappresentano circa il 20% degli elementi insulari e sono sparse tra le altre cellule insulari. Producono il glucagone, ormone di natura polipeptidica, che agisce sul ricambio degli zuccheri promuovendo la glicogenolisi epatica ed elevando la glicemia. Le cellule B sono le più numerose (circa il 75-80%). Producono l’insulina, una proteina che agisce in antagonismo al glucagone abbassando la glicemia. Essa favorisce la glicogenosintesi epatica e l’utilizzazione del glucosio da parte dei muscoli. In generale l’insulina aumenta la permeabilità al glucosio di tutti i tipi cellulari. Le cellule D sono le meno numerose (circa il 5%) e si trovano sparse irregolarmente tra le altre cellule. Producono la somatostatina, che agisce localmente regolando la produzione di insulina e glucagone. L’attività endocrina delle cellule insulari è regolata essenzialmente dalle variazioni del tasso glicemico, ma anche da fattori nervosi ed endocrini.
Ghiandole surrenali Sono due organi posti nell’addome in corrispondenza della sua parete posterosuperiore, a lato della colonna verticale, in contatto con il polo superiore dei reni, subito sotto il diaframma. Sono costituite da due parti diverse per origine, struttura e funzione: la corticale, che secerne ormoni steroidei e la midollare, che secerne catecolamine.
Ghiandole surrenali (forma, posizione e rapporti) Hanno forma irregolarmente piramidale, a base inferiore. La surrenale di dx è più alta della sx. Sono situate al di dietro del peritoneo parietale posteriore e sono accolte in un’atmosfera adiposa entro la loggia renale. La base è concava e si appoggia sul rene, al quale è unita da scarso connettivo lasso. Sulla faccia anteriore è presente un solco principale, in cui penetra qualche ramo arterioso e da cui emerge la vena surrenale.
Ghiandole surrenali (forma, posizione e rapporti) La surrenale di dx è in rapporto anteriormente e con l’interposizione del peritoneo, con la faccia viscerale del fegato. Posteriormente poggia sul pilastro laterale del diaframma. Medialmente è in rapporto con la vena cava inferiore. La surrenale di sx discende notevolmente dal polo superiore del rene lungo il margine mediale di questo, sin quasi all’ilo renale. La sua faccia anteriore, ricoperta da peritoneo, volge verso la borsa omentale ed è in rapporto con la faccia posteriore dello stomaco. La faccia posteriore corrisponde alla 12a vertebra toracica. Il margine mediale è in rapporto con l’aorta.
Ghiandole surrenali (forma, posizione e rapporti) Entrambi entrano in rapporto posteriormente, tramite il diaframma, con il seno pleurale costodiaframmatico. La corticale , situata perifericamente, ha colorito giallastro. La midollare ha colorito bruno nerastro. Il limite tra le due parti è piuttosto irregolare, inoltre la midollare è meno estesa della corticale.
Ghiandole surrenali (vasi e nervi) Ciascuna surrenale è irrorata da tre arterie: la surrenale superiore (ramo della A. frenica inferiore) che si distribuisce alla porzione apicale della ghiandola, con rami anteriori e posteriori, la surrenale media (ramo dell’aorta) che si distribuisce lungo il margine mediale dell’organo, la surrenale inferiore (proviene dalla renale omolaterale), la più voluminosa, e si distribuisce alla metà inferiore della surrenale. Le vene di distinguono in un gruppo periferico e in un gruppo centrale. Le periferiche drenano la zona glomerulare e fascicolata esterna della parte corticale. Le centrali confluiscono in un grosso vaso, la vena surrenale. Questa funziona come dotto escretore della ghiandola.
Ghiandole surrenali (vasi e nervi) I linfatici dono presenti laddove sia presente una certa quantità di connettivo (cioè nella capsula e lungo le vene più grandi). I linfatici afferenti fanno capo ai linfonodi periaortici. I nervi sono rappresentati da fibre ortosimpatiche che giungono alla ghiandola tramite il plesso surrenale dell’ortosimpatico e che si distribuiscono alla capsula e alla corticale, ma in prevalenza alla midollare, alle cui cellule giungono come fibre pregangliari.
Ghiandole surrenali (struttura) La surrenale è delimitata da una robusta capsula connetivale, ricca di fibre elastiche. La parte corticale è costituita da cordoni cellulari disposti a configurare 3 zone distinte: La zona glomerulare rappresenta il 15% dello spessore. I cordoni cellulari sono avvolti su se stessi e formano gomitoli separati da capillari. Questa zona secerne ormoni steroidi che agiscono sul ricambio idrosalino favorendo il riassorbimento degli ioni Na e inibendo quello degli ioni k a livello della parte convoluta distale dei tubuli renali. Questi ormoni sono detti mineralcorticoidi e sono rappresentati dal desossicorticosterone e dall’aldosterone.
Ghiandole surrenali (struttura) La zona fascicolata costituisce circa il 75% dello spessore. E’ formata da cordoni cellulari che decorrono paralleli tra loro e perpendicolari alla superficie. Le cellule di questa zona producono ormoni glicocorticoidi (cortisolo) che agiscono sul ricambio glucidico e protidico in quanto capaci di incrementare, a livello epatico, la produzione di carboidrati dalle proteine (gliconeogenesi). Hanno quindi azione iperglicemizzante e sono dotati di attività antiflogistica, antiallergica, linfocitolitica nei riguarda dei linfociti T. La zona reticolare rappresenta il 10% dello spessore della corticale. E’ posta al limite con la midollare ed è formata da cordoni cellulari anastomizzati a rete. Le sue cellule producono ormoni androgeni.
Ghiandole surrenali (struttura) La parte midollare, posta al centro della surrenale e circondata dalla corticale, è composta da due tipi di cellule midollari: cellule produttrici di noradrenalina e cellule produttrici di adrenalina, chiamate catecolamine: La noradrenalina rappresenta il 20% dela secrezione midollare ed ha effetti fisiologici in parte diversi rispetto all’adrenalina. E’ anche il mediatore chimico dell’impulso nervoso nelle fibre ortosimpatiche. L’adrenalina rappresenta l’80% delle catecolamine prodotte dalla midollare e si forma per metilazione della noradrenalina. Ha molteplici effetti fisiologici, agendo sull’apparato cardiovascolare, sulla muscolatura striata, sulla muscolatura liscia dei bronchi, sul metabolismo dei glucidi. Viene secreta come ormone di emergenza in tutte le situazioni di stress. L’attività secretoria delle cellule midollari è regolata dall’ortosimpatico, le cui fibre pregangliari raggiungono le cellule midollari, stabilendo con esse rapporti di tipo sinaptico.