a cura di Carmen Caligiuri Liceo Scientifico Sersale Classe V B Anno 2011/2012
IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO Quando il vizio diventa malattia
Premessa Ho voluto occuparmi di questo tema perché mentre la problematicità sociale della droga e dell’alcol è conosciuta da tutti, quella del gioco d’azzardo patologico lo è molto meno. Certo il gioco non uccide così direttamente come può fare l’alcol o la droga, ma la sua pericolosità è talvolta molto elevata o, addirittura, fatale.
DIPENDENZA SENZA SOSTANZA ?! Il gioco d'azzardo patologico è considerato come una vera e propria forma di “dipendenza senza droga”. Nel 1945 Otto Fenichel propose di raggruppare sotto il nome di “addiction” non solo le tossicodipendenze, ma anche tutta una serie di tossicomanie senza droga, tra cui rientrano il gioco, il cibo, le relazioni, internet (…). Per addiction si intende proprio quella condizione di schiavitù rispetto a una sostanza, un comportamento, una relazione. E in effetti l’uso distorto di qualunque cosa ci circondi può renderci schiavi.
COS’È IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO? Il gioco d'azzardo patologico è un disturbo del comportamento che ha una grande attinenza con la tossicodipendenza, tanto da essere connotato come una vera e propria dipendenza. Il giocatore patologico, infatti, mostra un crescente legame nei confronti del gioco d'azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco.
Spesso capita di sentirsi dire: "Ho il vizio del bere; del gioco Spesso capita di sentirsi dire: "Ho il vizio del bere; del gioco..."; più raramente invece le persone affermano: "Sono un alcolista; un fumatore dipendente ; un giocatore patologico". Ma l'alcol, il fumo, il gioco d'azzardo sono vizio o malattia?
VIZIO O MALATTIA? Così come esistono bevitori sociali e fumatori occasionali, esistono altresì giocatori sociali, per i quali il gioco d'azzardo rimane un'attività di divertimento, in cui investire deliberatamente parte del proprio tempo e del proprio denaro (circa il 95-96% di chi gioca d'azzardo o di chi beve alcolici). Per alcune persone, tuttavia, quello che sembrava un semplice vizio si trasforma in una vera e propria "schiavitù", coinvolte come sono in dinamiche "prive di controllo".
La degradazione del gioco … Un innocuo divertimento può gradualmente e molto velocemente trasformarsi in una grave patologia, fino a divenire, come per la dipendenza da sostanze, il centro attorno cui il giocatore struttura una vita sempre più degradata. L’aspetto ludico viene sopraffatto dall’istinto a giocare, dal bisogno di rischiare, dalla ricerca continua della vincita anche di fronte a perdite sempre più devastanti.
Chi è il giocatore patologico? Il giocatore patologico, che sotto una facciata boriosa, nasconde in realtà una scarsa autostima, può essere riconosciuto per i sintomi che tale malattia comporta Chi è il giocatore patologico?
Sintomi Se il soggetto presenta almeno cinque di questi sintomi, viene diagnosticato un quadro di gioco d’azzardo patologico: È eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per esempio, il soggetto è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a valutare o pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare i modi per procurarsi denaro con cui giocare) Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato Ha ripetutamente tentato di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, ma senza successo
Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora (rincorrendo le proprie perdite) Mente ai membri della propria famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo
Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo
Fa affidamento sugli altri per reperire il denaro per alleviare una situazione economica disperata causata dal gioco (una “operazione di salvataggio”). È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione)
I giocatori compulsivi sono perciò quegli individui che si trovano cronicamente e progressivamente incapaci di resistere all'impulso di giocare. Il loro comportamento compromette e distrugge le loro relazioni personali, matrimoniali, familiari e lavorative.
Altri sintomi … alterazioni dell'alimentazione cefalea Sintomi psichici Sintomi fisici ossessione del gioco senso di onnipotenza, presunzione nervosismo, irritabilità, ansia alterazioni del tono dell'umore tendenza alla superstizione aumento dell'impulsività distorsione della realtà (minimizzare, enfatizzare) alterazioni dell'alimentazione cefalea conseguenze fisiche dell'utilizzo di sostanze stupefacenti o alcol insonnia sintomi fisici dell'ansia (tremori, sudorazione, palpitazioni ecc.)
Quando si perde il divertimento, quando l'attenzione è focalizzata al recupero, quando altre attività un tempo piacevoli vengono ridotte per aumentare la frequenza di pensieri e di comportamenti inerenti l'attività di gioco d'azzardo, la situazione di gioco può allora essere considerata disturbata.
COSA PROVA IL GIOCATORE D’AZZARDO? L'esperienza dell'azzardo è spesso descritta come "eccitante" o addirittura "esaltante". Effettivamente sono state riscontrate notevoli modificazioni fisiologiche e psicologiche (tensione muscolare, pallore, intensa sudorazione, inquietudine, eccitazione psicomotoria), che testimoniano le perturbazioni interne indotte dal comportamento. Queste modificazioni vengono percepite come gratificanti. Ma non è del tutto solo una condizione psicologica…
… Entra in gioco la dopamina In effetti studi scientifici hanno dimostrato che le basi neurali del gioco d’azzardo patologico sembrano controllate dal rilascio di dopamina nell’impatto edonico degli stimoli gratificanti. Le recenti scoperte neurobiologiche nel campo del gioco d’azzardo sembrano quindi dirigersi verso un’ ipotesi di alterazione del sistema di gratificazione cerebrale nei soggetti dipendenti dal gioco patologico.
Perché si continua a giocare? Nelle dipendenze si determina tutta una serie di circoli viziosi che automantengono il comportamento. Spesso dopo una prima fase caratterizzata da vincite esaltanti, la tendenza dell'individuo predisposto all'abuso è di "rincorrere" altre vincite, aumentando la frequenza di gioco e le puntate. Quando inizia a perdere, attribuisce ciò ad un "periodo sfortunato" e si illude di poter ottenere in futuro vincite più alte. Le perdite a questo punto superano di gran lunga le vincite ed inizia così la fase dell'inseguimento delle perdite, cioè il tentativo di recuperare il denaro perduto con un "colpo di fortuna".
IL GIOCO VIENE COSÌ VISTO COME L'UNICA POSSIBILITÀ DI REDENZIONE E RECUPERO
In genere il gioco d'azzardo aumenta di frequenza nel momento in cui si attraversa una crisi personale o sociale, soprattutto in termini economici. Il gioco illude della possibilità di vincita rapida quindi, per la psicologia del soggetto, di soluzione rapida ad un problema.
Conseguenze IL GIOCO D'AZZARDO PATOLOGICO È UNA MALATTIA POTENZIALMENTE MORTALE! Si è calcolato infatti che i tentativi di suicidio nei giocatori d'azzardo patologici sono fino a 4 volte superiori rispetto alla media dell'intera popolazione. Parimenti frequente è lo sviluppo di disturbi legati allo stress: dolori allo stomaco, ulcere, coliti, insonnia, ipertensione, malattie cardiache, emicranie ecc. Le conseguenze più evidenti, inoltre, sono quelle più strettamente legate alle perdite finanziarie e dei propri beni; le ripercussioni sull'ambiente di lavoro, le separazioni e i divorzi, le conseguenze sui figli.
SI PUÒ GUARIRE? Il gioco d'azzardo patologico, come tutte le dipendenze, è una malattia cronica, che abbisogna pertanto di un intervento terapeutico.strutturato. L'obiettivo della cura deve essere dapprima l'astinenza dal comportamento e successivamente il raggiungimento di una condizione di "sobrietà" cioè un cambiamento dello stile di vita che permetta di essere più forti verso le sempre possibili ricadute.
La cura La tendenza di una persona dipendente è quella di negare o minimizzare il problema e credere che "se solo volessi, potrei smettere domani". Il primo compito dello specialista deve essere allora quello di aumentare il livello di motivazione alla terapia con una serie di colloqui motivazionali. Il passo successivo deve essere la stipula di un contratto terapeutico tra il paziente, la famiglia e il terapeuta, che comprende un eventuale ricovero, la strutturazione del programma terapeutico e la pianificazione del rientro dai debiti, con eventuale assistenza legale. La famiglia deve essere sempre aiutata ad imparare a conoscere questa particolare malattia e deve essere coinvolta nella gestione terapeutica del paziente.
E' comunque molto difficile che un giocatore d'azzardo patologico decida di rivolgersi ad uno psicologo professionista anche se oggi gli interventi clinici in psicologia, attraverso le teorie emotocognitive, sono molto diversi da quelli del passato. Non si focalizza ad esempio l'attenzione sul passato del soggetto, sulle relazioni familiari o su aspetti simbolici legati al gioco. L'intervento in psicologia emotocognitiva è focalizzato al futuro attraverso con attenzione ai processi che mantengono il problema nel qui-e-ora. FINE