IL POSITIVISMO IL REALISMO IL NATURALISMO IL VERISMO
Inquadramento storico PRINCIPIO DI NAZIONALITA’ La Germania si costituì in regno nel 1871, l’Italia concluse il suo processo di unificazione nel 1870 secondo il principio che ogni popolo deve essere libero. PROGRESSO MATERIALE La borghesia si affermò come classe prevalente ma assunse atteggiamenti autoritari nei confronti delle classi più povere La diffusione del lavoro in fabbrica portò alla nascita del proletariato. Molti Paesi europei avviarono il processo di neocolonialismo Non ci rifà più agli ideali del Romanticismo ma ci si rivolge al concreto
L’Italia dopo l’unificazione Divario economico fra Nord e Sud Enorme debito pubblico dovuto alle spese belliche Analfabetismo della maggioranza della popolazione Divisione linguistica Fu imposta la tassa sul macinato, la leva obbligatoria viste come l’ennesima prepotenza soprattutto dai contadini Nacque il fenomeno del brigantaggio
Il Positivismo Nuovo modo di pensare che si basava sulla fiducia nella scienza e nella tecnica grazie alle quali la società avrebbe conosciuto un costante progresso sociale, economico e culturale. Nel mondo del lavoro grazie all’uso massiccio delle macchine c’è uno sforzo minore degli operai Le nuove scoperte migliorano le condizioni di vita nella società borghese (medicine, elettricità, mezzi di comunicazione…)
Caratteristiche del Positivismo La scienza viene esaltata come l'unico mezzo in grado di risolvere i problemi umani e sociali che fino ad allora avevano tormentato l'umanità. L'era del Positivismo è un’era pervasa da un ottimismo generale, che scaturisce dalla certezza in un progresso inarrestabile verso condizioni di benessere generalizzato.
Il rovescio della medaglia Spariscono molte malattie, ma altre se ne creano a causa del progresso, ma sono quasi sempre i poveri ad esserne colpiti La mortalità nei rioni popolari e industriali è il triplo rispetto ai quartieri borghesi La borghesia imprenditoriale vive il suo trionfo accanto a lotte operaie e a movimenti politici che sono quasi schiacciati dall’imponenza del progresso e dall’allargarsi delle ricchezze.
L’ evoluzionismo Le dottrine scientifiche, biologiche ed evoluzionistiche di Darwin, Malthus e Spencer diedero una forte spinta al realismo. Esse sostenevano, attraverso una osservazione sistematica degli ambienti naturali, che tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo, sono sottoposti ad una evoluzione determinata da fattori biologici, ereditari e ambientali.
La crisi del Positivismo 1 Le teorie di Darwin vengono però estese anche alla politica per cui il prestigio di una nazione e di un popolo non viene più dai valori ideali o culturali, ma dalla potenza bellica. Chi è più forte e si sa adattare alle situazioni, soprattutto nella concorrenza fra le industrie, progredisce ed è destinato a vincere. Da queste premesse si sviluppa la crisi di questo periodo con il Nazionalismo e l’imperialismo: la scienza da elemento liberatore diviene così pericoloso mezzo di predominio.
La crisi del Positivismo 2 Dal 1873 inizia una crisi industriale e poi agraria dovute alla sovrapproduzione Per uscire dalla crisi i più importanti paesi europei seguirono strategie simili politica economica protezionistica occupazione territoriale nei territori africani e asiatici Queste strategie misero in luce come si fosse ben lontani dall’ideale positivista di benessere diffuso e generalizzato, il benessere dei paesi europei si era potuto ottenere grazie allo sfruttamento delle risorse di altre popolazioni, in base all’unico principio riconosciuto come valido, “il principio del più forte”
Il Realismo Il Realismo contraddistinse l’indirizzo generale della cultura europea della seconda metà dell’800. In questo periodo si diede importanza ai fatti concreti. I principio del realismo: “l’arte deve rappresentare il dato reale” si ritraggono le classi più umili perché più vicine alla natura e quindi al vero Il principio del realismo: “l’impersonalità dell’opera d’arte” si deve ritrarre il vero in modo distaccato e impersonale, come se fosse un fenomeno naturale.
Delacroix – La Libertà che guida il popolo Opere a confronto Objectives for instruction and expected results and/or skills developed from learning. Delacroix – La Libertà che guida il popolo
Honorè Daumier - Il vagone di terza classe Objectives for instruction and expected results and/or skills developed from learning. 12
Il Naturalismo francese Corrente letteraria che nasce in Francia, II metà dell’800. Lo scrittore assume il compito di illustrare la realtà e di denunciare le condizioni del proletariato in modo oggettivo e distaccato mostrandone la povertà, le lotte, i disagi e le contraddizioni. Lo scrittore assume così un ruolo sociale. Principali autori: i Goncourt, Flaubert e Zola.
Il Verismo di Verga Il Verismo è la risposta italiana al Naturalismo francese I temi narrati rispecchiano la situazione politico – sociale dopo l’Unità d’Italia, in particolare del Mezzogiorno. Le caratteristiche: l’interesse per i ceti umili che erano le plebi contadine. La rappresentazione oggettiva delle reali condizioni di vita delle masse, senza alcuna fiducia nel progresso. Il regionalismo; l’attenzione per le tradizioni delle piccole realtà locali
Giovanni Verga Catania 1840 - autore principale del Verismo Inizi ancora romantici (“Una peccatrice”, “Storia di una capinera”, romanzo epistolare) 1874: novella Nedda inaugura il Verismo 1880 “Vita dei campi”, 1881 “I Malavoglia”, 1899 “Mastro Don Gesualdo” Morì a Catania nel 1922 Giovanni Verga
Tematiche Tema della “Roba”: nei personaggi di Verga si nota un attaccamento eccessivo alle piccole proprietà di famiglia, alla “roba” appunto. Ma non è grettezza, è attaccamento alla vita Tema dell’ostrica: Tutti coloro che cercheranno di cambiare le proprie origini influenzati dalla crescente innovazione tecnologica si troveranno sommersi dalla potente marea delle innovazioni che li trascinerà via portandoli in rovina.
Tecniche narrative Impersonalità dell’arte: la rappresentazione della realtà senza l’intervento, il giudizio, il commento da parte del narratore. Il linguaggio colloquiale e vivo, misto ad espressioni popolaresche e colloquiali. La sintassi semplice, essenziale, con uso frequente del dialogo che esprime i sentimenti dei personaggi.
Il ciclo dei vinti Serie di romanzi rimasta incompiuta in cui doveva rappresentare le lotte e le sofferenze che accomunano tutti gli uomini di tutte le classi sociali che diventano “gli sconfitti dalla vita”. Il ciclo doveva comprendere cinque romanzi, ma l’autore si fermò al terzo (I malavoglia, Mastro Don Gesualdo, La duchessa di Leyra) perché per le classi più elevate non riuscì a trovare il linguaggio giusto per esprimersi.