Paolo e Don Alberione Una presenza “visibile” dell’Apostolo nella Famiglia Paolina
Paolo sta in piedi come segno di disponibilità e di servizio: la sua prontezza parte dal cuore su cui posa la mano destra, come per custodire e per attingere il “tesoro”.
Gli occhi rivolti al cielo e la luce che proviene dall’alto indicano che il principio e il fine non è Paolo, ma Gesù, Colui che è Via Verità e Vita, Colui che è la Luce del mondo.
Il mantello rosso e la spada, segno della missione e del martirio, testimoniano la radicalità con la quale Paolo ha vissuto la sequela di Gesù, per cui può diventare il modello per coloro che sono chiamati a comprendere, vivere e annunciare il mistero di Cristo.
Il libro chiuso indica il “mistero nascosto”, cioè la chiamata universale alla salvezza, che Paolo deve manifestare e annunciare alle genti.
Una luce molto intensa scende dall’alto: avvolge tutta la persona di Paolo, illumina il gruppo che sta intorno a lui e scende sul mondo avvolto nelle tenebre.
La luce che si posa sulle spalle di Paolo è più intensa: ci sono varie gradazioni di luce, da quelle più scure a quelle più chiare… fino al pieno splendore della gloria.
I sandali ai piedi in cammino indicano il suo continuo affaticarsi per il Vangelo, andando là dove nessuno era arrivato per annunciare il Vangelo, cioè Gesù Cristo.
Ai piedi di Paolo, da sinistra a destra, notiamo: Sant’Agostino, vescovo e dottore, teologo: lo sguardo verso l’alto, nella mano sinistra ha la Bibbia chiusa e nella destra il pastorale. San Tommaso d’Aquino, dottore e teologo: ha la Bibbia aperta e legge intensamente. San Bonaventura, vescovo e dottore teologo: ha la mano destra sul cuore, la sinistra solleva la Bibbia. Lo sguardo è fisso sulla Bibbia di Tommaso.
Sant’Alfonso, vescovo, Dottore e moralista contempla il Crocifisso, come un libro aperto. San Gregorio Magno, papa e dottore, liturgista e pastore: nella mano destra tiene la Bibbia aperta, nella sinistra il pastorale. Sull’orecchio… una colomba. Leone XIII, il Papa della Tametsi futura e della Rerum novarum: sta in ginocchio con le mani giunte.
L’icona, è racchiusa in una cornice simile a una grande porta aperta. Ai lati, in bassorilievo, sono rappresentati altri quattro illustri discepoli di Paolo e dottori della Chiesa: San Girolamo, in atto di scrivere sopra un libro. Sant’Alberto Magno: guarda in alto e ha tra le mani un libro. San Bernardo tiene nella mano sinistra un libro e nella destra il pastorale. San Francesco di Sales ha tra le mani un libro aperto.
I dottori, i padri, gli scrittori della Chiesa… Ispirandosi e attingendo all’apostolo Paolo, hanno conquistato a Cristo anche gli intellettuali, realizzando l’abbraccio tra le due sorelle, scienza e fede. Hanno unito santità e cultura…
La scritta alla base dell’icona descrive la personalità dell’apostolo Paolo: santo, apostolo, vaso di elezione, maestro delle genti, martire, protettore delle edizioni.
Presentando il significato dell’icona, Don Alberione scriveva: “Glorifichiamo Gesù Maestro che rivelò a san Paolo la ‘multiformis sapientia Dei’; ringraziandolo per averlo designato ‘vas electionis et doctor gentium’; preghiamo, studiamolo e imitiamolo fedelmente: vita, sapere, apostolato”