IL GOVERNO
COMPOSIZIONE DEL GOVERNO PRESIDENTE MINISTRI DEL CONSIGLIO CONSIGLIO DEI MINISTRI
GLI ORGANI NON NECESSARI O SECONDARI Sono previsti poi degli organi ulteriori, che vanno a formare il Governo, che non incidono necessariamente sul mandato del Governo. Questi sono i Vicepresidenti del Consiglio, i viceministri e i sottosegretari, i comitati interministeriali, il Consiglio di Gabinetto, i ministri senza portafoglio, i commissari straordinari.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Il Presidente del Consiglio ha una posizione di preminenza, ma non di superiorità gerarchica (PRIMUS INTER PARES). Vediamo le sue funzioni: ha il compito di formare il governo, una volta ricevuto l'incarico da parte del Capo dello stato, e di scegliere, quindi, i ministri (art. 92 c. 2 Cost.); le sue dimissioni provoano la caduta dell'intero governo; dirige la politica generale del governo; mantiene l'unità dell'indirizzo politico, amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei ministri (art. 95); convoca le riunioni del consiglio dei ministri, ne stabilisce l'ordine del giorno e le presiede.
I MINISTRI Ciascun ministro è a capo di un particolare ramo della pubblica amministrazione che viene chiamato ministero o dicastero. I ministri hanno una doppia funzione: 1 - come capi dei rispettivi ministeri, sono collocati al vertice di un ramo della pubblica amministrazione e sono organi amministrativi; 2 - come membri del consiglio dei ministri, essi contribuiscono a definirne l'indirizzo politico e sono quindi organi costituzionali. I membri del governo non devono essere necessariamente membri del parlamento; spesso sono chiamate a far parte del governo persone estranee alla politica: professionisti, esperti ecc. (ministri tecnici).
I MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO Accanto ai ministri responsabili di un ministero, possono esservene altri, chiamati ministri senza portafoglio, che non hanno alle loro dipendenze un ministero, ma svolgono incarichi particolari e spesso sono chiamati a dirigere speciali dipartimenti organizzati in seno alla Presidenza del consiglio. Essi fanno comunque parte a pieno titolo del Consiglio dei ministri. Il loro numero e la natura dei loro incarichi variano da un governo all'altro. Nelle ultime compagini governative sono stati assegnati a ministri senza portafoglio i seguenti incarichi: "pari opportunità", "affari regionali", "rapporti con il parlamento", "politiche comunitarie".
Il CONSIGLIO DEI MINISTRI Il Consiglio dei ministri è un organo collegiale composto dal Presidente del consiglio (che lo convoca e lo presiede) e dai ministri. Le sue riunioni non sono pubbliche, non sono ammessi i giornalisti, non ne vengono pubblicati i resoconti. Il Consiglio dei ministri è la sede in cui viene definita la politica generale del governo. Tutte le decisioni più importanti del governo devono essere discusse e approvate nel consiglio dei ministri. Tra di esse: il programma da presentare al Parlamento; i disegni di legge da presentare al Parlamento; i decreti-legge; i decreti legislativi; i regolamenti governativi; le nomine dei più alti funzionari dello Stato.
La formazione del governo Si procede alla formazione di un nuovo governo quando il precedente ha rassegnato le dimissioni: le dimissioni del Governo si hanno o in seguito ad una crisi di governo o all'inizio di ogni legislatura (quando si insediano le nuove Camere, subito dopo le elezioni, il Governo in carica ha l'obbligo di rassegnare le dimissioni). Da ciò consegue che un Governo può restare in carica al massimo per la durata di una legislatura.
PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DI UN NUOVO GOVERNO 1 - Consultazioni del Presidente della repubblica 2 - Nomina del Presidente del consiglio dei ministri 3 - Nomina dei ministri, su proposta del Presidente del consiglio 4 - Giuramento 5 - Entro 10 giorni, presentazione del programma di Governo e voto di fiducia di entrambe le Camere (mozione di fiducia) No? Consultazioni (1) o scioglimento anticipato del Parlamento
Mozione di fiducia Per ottenere la pienezza dei suoi poteri il Governo deve ottenere la fiducia del Parlamento. A questo fine, entro 10 giorni dalla sua formazione (cioè dal giuramento), il Governo deve presentarsi davanti a ognuna delle due camere (art. 94 Cost.). In queste sedi il Presidente del consiglio espone il programma del suo governo; sulle sue dichiarazioni si svolge una discussione che si conclude, (separatamente nelle due camere), con la votazione della mozione di fiducia, che avviene con voto palese. La mozione di fiducia è un documento, presentato dai parlamentari della maggioranza, in cui si afferma che la Camera approva le dichiarazioni programmatiche del Presidente del consiglio e accorda la fiducia al Governo.
Può accadere che il Parlamento neghi la fiducia al governo, (basta il voto Contrario di una sola camera). In questo caso il Governo è costretto a dimettersi e si apre una crisi di governo, (con una conseguenza paradossale: poiché il Governo era già entrato in carica al momento del giuramento, esso continua a esercitare le sue funzioni, limitate all’ordinaria amministrazione, fino all'insediamento del Governo successivo. Può così accadere che per un periodo di tempo il Paese sia retto da un Governo che non ha mai avuto la fiducia del Parlamento). Con il voto di fiducia di entrambe le camere, il governo può operare nella pienezza dei suoi poteri.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA Il governo è giuridicamente obbligato a dimettersi solo in un caso: quando il parlamento approva una MOZIONE DI SFIDUCIA, ossia un documento che esplicitamente esprima il disaccordo del parlamento sulla linea politica seguita dal governo: “la mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione” (art. 94 Cost.). In tal caso si parla di CRISI PARLAMENTARE, in quanto avvenuta in seno al Parlamento.
LA QUESTIONE DI FIDUCIA LA QUESTIONE DI FIDUCIA. Il governo può, a sua volta, provocare un voto di fiducia da parte del parlamento. Quando presso le camere è in discussione un provvedimento, (di solito una legge o un decreto-legge), che il governo considera di grande importanza per la realizzazione del suo programma, esso può porre, su quel provvedimento, la questione di fiducia: ossia annunciare che considererà una prova di sfiducia la mancata approvazione di quel provvedimento e in quel caso si dimetterà. Una volta posta la questione di fiducia, il provvedimento viene messo ai voti con le stesse modalità del voto di fiducia, cioè con voto palese. Lo scopo è quello di mettere il parlamento di fronte a una secca alternativa: o accettare la volontà del governo e quindi approvare il provvedimento, o provocare la crisi. Con il voto palese i parlamentari sono ricondotti alla disciplina di partito. Nell'esperienza italiana i governi ricorrono spesso alla questione di fiducia per rendere più veloce l'approvazione di provvedimenti o perché la maggioranza non è così ampia.
CRISI PARLAMENTARE E CRISI EXTRAPARLAMENTARE CRISI PARLAMENTARE E CRISI EXTRAPARLAMENTARE. Nel caso dell’approvazione di una mozione di sfiducia da parte del Parlamento, si parla quindi di CRISI PARLAMENTARE, in quanto avvenuta all’interno del Parlamento. Nella storia della Repubblica è capitato raramente che un governo si dimettesse in seguito all'approvazione di una mozione di sfiducia. Infatti, quando il governo si rende conto che non esiste più una maggioranza parlamentare che lo sostiene, (per esempio perché dalle dichiarazioni degli esponenti politici si capisce che un partito della maggioranza ora non appoggia più il governo), preferisce dimettersi prima che le camere abbiano discusso e approvato la mozione di sfiducia. Queste crisi di governo vengono chiamate crisi extraparlamentari perché non nascono da una discussione complessiva del parlamento e da una mozione di sfiducia, ma da valutazioni politiche compiute all'esterno del parlamento stesso.
Il governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina del governo successivo per evitare un "vuoto di potere". Tuttavia le funzioni del governo dimissionario sono limitate all'ordinaria amministrazione.
RESPONSABILITA’ DEI MINISTRI POLITICA (SFIDUCIA INDIVIDUALE) PENALE CIVILE AMMINISTRATIVA
FUNZIONI DEL GOVERNO FUNZIONE ESECUTIVO – FUNZIONE DI FUNZIONE normativo AMMINISTRATIVA INDIRIZZO POLITICO - LEGISLATIVA
FUNZIONE NORMATIVA DEL GOVERNO
CARATTERI DEL DECRETO - LEGGE ATTO AVENTE FORZA DI LEGGE casi straordinari di necessità e urgenza deliberazione del consiglio dei ministri emanazione del presidente della repubblica Pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale entrata in vigore il giorno stesso (no vacatio legis) ENTRO 60 gg IL DECRETO DEVE ESSERE CONVERTITO IN LEGGE DAL PARLAMENTO.
CARATTERI DEL DECRETO LEGISLATIVO: ATTO AVENTE FORZA DI LEGGE MATERIE MOLTO TECNICHE E COMPLESSE IL PARLAMENTO APPROVA UNA LEGGE-DELEGA (oggetto, principi, scadenza, limiti) DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN BASE ALLA LEGGE – DELEGA DEL PARLAMENTO EMANAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PUBBLICAZIONE SULLA GAZZETTA UFFICIALE ENTRATA IN VIGORE DOPO LA VACATIO LEGIS