Acuità Spaziale
Acuità visiva Un riferimento nella valutazione delle capacità visive è possibile grazie alle misure della cosiddetta “acuità spaziale” Costanti sono distanza e luminosità dell’ambiente Variabili le dimensioni della mira In definitiva si tratta di definire l’angolo visuale sotteso dalle mire riconosciute L’acuità visiva è la capacità di percepire un dettaglio
Minimo percettibile o rilevabile È un singolo punto o una linea Può avere: -contrasto positivo: figura chiara su sfondo scuro -contrasto negativo: figura scura su sfondo chiaro
Acuità morfoscopica Si intende la capacità di riconoscere una forma tra un certo numero di possibili (es. lettere dell’alfabeto) Oppure riconoscere un oggetto da pochi tratti o indizi Utile come valutazione qualitativa nella visione dei bambini È ottenuta usando come sfondo figure e simboli
Acuità visiva di risoluzione Minimo angolo di risoluzione (MAR) Si ottiene nel momento in cui il soggetto è in grado di distinguere (discriminare, risolvere) due oggetti differenti, ovvero una discontinuità La più piccola distanza angolare alla quale due punti o due linee possono ancora essere percepiti distinti
Minimo angolo di risoluzione (MAR)
Acuità visiva di risoluzione Per convenzione questo angolo viene misurato in minuti primi, cioè in sessantesimi di grado Normalmente 2 punti vengono visti separati alla distanza di 1’ La corrispondenza metrica è 1’= 10/10 Quando il dettaglio sostiene 1’ vedo 10/10
Acuità visiva di risoluzione La figura tipica è rappresentata da un cerchio con una rottura (Landolt) c 1’ sostiene 10/10 C di Londolt
Acuità di allineamento o di localizzazione Si ottiene quando si considera il minimo spostamento spaziale percettibile tra due figure allineate Comprende anche: Acuità di nonio o acuità di Vernier dove è necessario allineare due indici lineari Stereo acuità Acuità dinamica, quando la mira è in movimento “Tilt” capacità di apprezzare la corretta verticalità di una linea
Acuità di allineamento o di localizzazione Per vedere separati 2 punti mi ci vuole 1’ Per vedere separate 2 linee verticali 4/5” Per vedere separate 2 linee orizzontali 20”
Le…acutezze:
Ottotipo retroilluminato Ottotipi Proiettore Ottotipo retroilluminato
Ottotipi Rappresentazione grafiche di lettere o simboli per controllare la capacità visiva La singola figura prende il nome di mira Le mire sono presentate con varie dimensioni per valutare acuità inferiori o superiori alla normale.
Le mire Simboli Griglie e scacchiere E di Albini di Snellen Anelli di Landot
Mire Simboli alfabetici e numeri Mire di gran lunga più usate anche se non particolarmente consigliate Le lettere non presentano un’equivalente visibilità , sia per la forma stessa, sia perché il soggetto reagisce per esclusione Il livello di difficoltà oscilla La rilevazione non è molto attendibile e ripetibile Utili nel controllo a breve distanza
Mire Figure e simboli Per la valutazione del bambino si ricorre talvolta alle figure di animali o a oggetti Non è considerato attendibile
Mire Anelli o C di Landolt È la mira da risoluzione più comune e quella considerata di riferimento in alcune norme di standardizzazione e per la refrazione Viene presentata in 4 o 8 orientamenti Non presenta i difetti tipici delle lettere
Mire E di Snellen o di Albini Mira a forma di E maiuscola, posizionata con vari orientamenti Buona soluzione intermedia tra la praticità dell’alfabeto e l’attendibilità delle mire da risoluzione Permette di interpretare l’errore nel caso dell’astigmatismo Più difficile da memorizzare
Mire E di Snellen o di Albini Utilizzabile con bambini non scolarizzati L’acuità risulta leggermente superiore Viene presentata in 4 orientamenti
Mire Reticoli e scacchiere Sono le mire considerate preferibili, perché possiedono un orientamento definito Queste mire entrano in uso con i sistemi di percezione del contrasto
Dimensioni angolari L’uso di dimensioni angolari permette di considerare le due dimensioni, quella della figura e quella della distanza di osservazione La misura angolare varia proporzionalmente con la distanza
Unità c/g cicli per grado È di rado uso clinico ma utile nella sperimentazione Definisce il numero dei cicli (variazioni periodiche tra luminanza massima e luminanza minima) che caratterizzano una figura test Tale caratteristica è detta frequenza spaziale , ossia quante volte si ripete lo stesso livello di luminanza in una unità di spazio
Cicli per grado
Progressione Il limite angolare fisiologico è di 1’ Ricorda che 1° = 60’ e 1’ = 60” Il limite angolare fisiologico viene maggiorato o ridotto per formare una progressione che permetta di valutare il limite dell’acuità nei diversi soggetti Una serie di mire di differente dimensione, forma una progressione
Acuità visiva (in Italia) In Italia la progressione più comune è quella secondo Monoyer, con andamento aritmetico AV= 1/α Il limite superiore è 1’, detto 10/10, quello inferiore 10’, detto 1/10, tra i due limiti vi sono 10 scalini la cui dimensione angolare viene ricavata invertendo la frazione
Acuità visiva (in Italia) La progressione non è molto progressiva: Per le acuità ridotte, le figure mutano in modo marcato, mentre per le acuità maggiori le variazioni tra un livello e il successivo è sempre minore. Inconveniente clinico: il miglioramento tra 9/10 e 10/10 ha minor valore di quello tra 3/10 e 4/10 Per ovviare a questo problema sono state proposte differenti progressioni
Acuità visiva (in Italia) 1/10 = 0,1 α = 10’ Differenza di 5’ 2/10 = 0,2 α = 5’ 9/10 = 0,9 α = 1,12’ Differenza di 0,12’ 10/10 = 1 α = 1 Non c’è un valore coerente
Acuità visiva Anglosassone Definisce un equa proporzione sull’unità di misura, c’è una coerenza perché c’è un metro Sistema metrico 6/6_ 6/12_ 6/24 Tanti metri quanto recupero 1’ 10/10 = 6/6 5/10 = 6/12
Progressione LogMAR Definita dal logaritmo del minimo angolo di risoluzione (MAR) Il logaritmo di un MAR di 1’ è 0 Il logaritmo di un MAR di 10’ è 1
Frazione di Snellen È un criterio di notazione, non propriamente una progressione La frazione che esprime l’acuità, porta al numeratore la distanza di osservazione e al denominatore la distanza alla quale la lettere sottende un angolo di 5’
Frazione di Snellen Esempio 20/20 Il soggetto si trova a 20 piedi ed è in grado di vedere una mira dimensionata per la stessa distanza Esempio 20/40 il soggetto osserva da 20 piedi ed è in grado di vedere una mira dimensionata a 40 piedi, quindi possiede un acuità minore Metodo pratico e preciso, non presenta una progressione strettamente definita
Notazione decimale L’acuità visiva viene notata separatamente per i due occhi e per la visione binoculare Esempio 5 m _ od: 5/10 os: 4/10 oo: 7/10 0,4 m _ od: 8/10 os: 7/10 oo: 9/10 Notazione decimale in uso in Italia L’acuità decimale viene indicata quindi in frazione n/10 o in decimale 0,n
Acutezza visiva e sviluppo L’acuità visiva alla nascita è minima solo intorno ai 3-4 anni il visus può raggiungere circa i 10/10
Condizioni ambientali L’acuità può essere misurata in condizioni di illuminazione moderata o media. L’illuminazione moderata porta a midriasi e quindi ad un calo della qualità ottica L’illuminazione media porta a miosi, riduce le aberrazioni del sistema ma è la condizione più prossima alla realtà visiva Il test viene effettuato con illuminamento non al buio Avendo cura di mantenere costante la condizione per le diverse rilevazioni, allo scopo di rendere attendibile e ripetibile la misurazione
Condizioni ambientali Il test dovrebbe essere eseguito in condizioni il più vicino possibile alla condizione di esercizio della visione, cioè in presenza di illuminazione media Rilevare l’acuità con illuminazione ridotta o al buio porta il sistema visivo a soffrire maggiormente dell’anomalia refrattiva e induce un aumento del contrasto
Fattori fisici Luminanza: Con il crescere della luminanza, si manifesta un aumento della acuità Con il diminuire della luminanza, l’acuità di risoluzione diminuisce Contrasto: Mira nera su sfondo bianco situazione di massimo contrasto
Fattori fisici Orientamento spaziale: un reticolo risulta maggiormente visibile nella posizione verticale Colore: Introduce l’aumento del contrasto (rosso + verde) Temperatura calore: cioè il taglio cromatico e la brillantanza che ha un materiale
Fattori fisici Caratteristiche ottiche dell’occhio o di strumenti: Le aberrazioni limitano l’acuità, ma anche la correzione ottica dell’ametropia riduce il limite di risoluzione Errore refrattivo l’errore refrattivo manifesto causa una riduzione dell’acuità
Fattori fisiologici Eccentricità retinica Diametro pupillare L’acutezza varia notevolmente riducendosi notevolmente man mano che ci si allontana dalla fovea Diametro pupillare Diametro pupillare ampio, il sistema visivo resiste alla maggior parte delle aberrazioni Diametro pupillare ridotto, aberrazioni meno influenti sulla qualità dell’immagine retinica
Fattori fisiologici Movimento ocualare Per mantenere la continuità nella percezione, l’occhio effettua senza sosta dei piccoli movimenti rapidi. Grazie a questa capacità l’immagine proiettata sulla retina cade su aree continuamente diverse e i fotorecettori hanno un attimo di riposo e valutano la differenza tra le percezioni
Fattori psicologici Esperienza precedente Attenzione e motivazione
Acuità visiva ed Ametropie E’ evidente che vi sia una indiretta proporzione tra qualsiasi Ametropia, non corretta, e Acuità visiva (più elevata è l’ametropia più basso è il visus), ma nella pratica quotidiana solo con ametropie miopiche (semplici e-o composte con astigmatismo) ciò si manifesta.
Acuità visiva ed Ametropie Esiste una formula approsimativa : Ametropia = 0,25 acutezza visiva Esempio : Miopia 0,5 >> A.V. 0,6 > 6/10 Miopia 2,0 >> A.V. 0,15 > 1,5/10 Le Grand
Soglia Si indica il confine tra una condizione percettiva e l’altra Quando uno stimolo varia di una quantità sufficiente può essere percepito Quando la variazione è insufficiente non viene percepita alcuna variazione, a livello cosciente
La soglia si differenzia in: Soglia assoluta: Separa la percezione dalla non percezione Soglia differenziale: Minima variazione in grado di suscitare una variazione della percezione già presente Soglia terminale: Ulteriore incremento dello stimolo non porta ad una variazione della sensazione (opposto della soglia assoluta)
Soglia differenziale La misurazione della soglia differenziale consiste nel determinare la minima differenza percettibile cioè la minima variazione che dà una variazione nella percezione
Sensibilità Al concetto di soglia si affianca il concetto di sensibilità: Maggiore la soglia, ossia lo “scalino” da superare per avere una percezione, minore è la sensibilità L’inverso della soglia dà la sensibilità Soglia= 1/sensibilità Sensibilità= 1/ soglia
Conduzione dell’esame di acuità La rilevazione del visus è condotta abitualmente prima in distanza quindi prossimale, alla distanza richiesta dal paziente o a 40 cm. Se il soggetto porta la correzione, l’acuità va rilevata con questa AV abituale, è utile sapere qual è il visus con quella correzione Gli occhiali vanno indossati in posizione centrale, in modo che l’osservazione non avvenga attraverso la periferia della lente, dove il potere effettivo della lente negativa è superiore
Conduzione dell’esame di acuità Occludere un occhio Si propone una mira corrispondente ad una bassa acuità (es. 1/10) e gli si chiede di riferire il tipo della figura che vede Si continua con la proposizione di tavole ottotipiche di dimensioni minori fino a che è raggiunto il limite di visione Per l’altro occhio, la proposizione può avvenire a partire da acuità poco inferiore al limite raggiunto con quello appena controllato
Conduzione dell’esame di acuità L’acuità binoculare ad alto contrasto prevista è superiore del 10-15% rispetto all’acuità monoculare Notare qualsiasi atteggiamento del soggetto: Inclinazione del capo Socchiude gli occhi Il soggetto non possa sbirciare dall’occlusore È preferibile: Osservare il soggetto durante il test
Conduzione dell’esame di acuità Occhio dominante AV lontano e AV per vicino AV naturale AV ottimale Notazione dell’acuità visiva
Acuità ridotte e cecità In presenza di un acuità ridotta si ripete l’esame con il foro stenopeico per valutare se è suscettibile di miglioramento con una compensazione ottica Un aumento dell’acuità provoca l’esistenza di un errore refrattivo
Acuità ridotte e cecità Qualora l’acuità con la migliore correzione sia inferiore a 6/10 il soggetto è definito cieco funzionale, il sistema visivo è in grado di percepire la luce, ma non può rendere la percezione di particolari e delle forme Quando l’acuità con la migliore correzione è inferiore a 1/10 il soggetto è definito cieco legale, la percezione seppur ridotta, non permette una sufficiente autonomia del soggetto