Campagna Educazionale Regionale DIFENDIAMO IL CUORE Casciana Terme, 12 gennaio 2008 Campagna Educazionale Regionale DIFENDIAMO IL CUORE LA SORVEGLIANZA CLINICA NEL POST-INFARTO dott. Giuseppe Castello U.O. Malattie Cardiovascolari - P.O. Volterra
UN PARADIGMA NON SEMPRE COSì SCONTATO: LA SORVEGLIANZA CLINICA DEL POST-INFARTO
IL CASO CLINICO Presentazione iniziale: quadro di riferimento Il signor Nedo P. ha 67 anni in sovrappeso da circa 20 anni (h 1.70, peso 85 Kg - BMI 29.4), normopeso fino a quando ha svolto attività lavorativa presso le Acciaierie di Piombino; ha una circonferenza addominale di 106 cm fuma dieci sigarette al dì, beve due bicchieri di vino ai pasti è un paziente conosciuto da molti anni; La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
È affetto da diabete mellito tipo II, in buon compenso metabolico, per il quale è in terapia con antidiabetici orali. Soffre inoltre di ipertensione arteriosa, con valori medi, in terapia (Ace-inibitore in associazione con un diuretico tiazidico) di 130/85 mmHg È affetto da BPCO
12 anni fa ha avuto un infarto miocardico in quell’occasione fu sottoposto a coronarografia, ma non fu posta indicazione per un intervento di rivascolarizzazione: dopo l’evento acuto fu sottoposto a riabilitazione ambulatoriale.
Presentazione iniziale: gli esami Emocromo nei limiti K 4,0 mEq/l Creatininemia 1,1 mg/dl, uricemia 6,2 mg/dl Colesterolo totale 235* mg/dl, HDL 65, trigliceridemia 250* mg/dl Glicemia 102 mg/dl GOT 45* UI, GPT 50* UI Es. urine e microalbuminuria nella norma
Un ECG di un anno fa riferisce “esiti di infarto miocardico settale”. Il paziente è in terapia con Ace-inibitori + diuretico, ASA, statina e antidiabetici orali. si invia il signor Nedo dal cardiologo per un controllo …..
PROGNOSI ?
PREVENZIONE A LUNGO TERMINE DEI PAZIENTI CON CARDIOPATIA ISCHEMICA: OBIETTIVI: Prevenzione del rimodellamento Prevenzione delle recidive ischemiche Controllo dei fattori di rischio
CLASSE DI RISCHIO Fattori di rischio Diabete mellito Fumo Ipertensione arteriosa Sovrappeso Circonferenza addominale Ipercolesterolemia La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
CLASSE DI RISCHIO Fattori di rischio Diabete mellito Fumo Ipertensione arteriosa Sovrappeso Circonferenza addominale Ipercolesterolemia La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
CLASSE DI RISCHIO Fattori di rischio Diabete mellito Fumo Ipertensione arteriosa Sovrappeso Circonferenza addominale Ipercolesterolemia La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
CLASSE DI RISCHIO Fattori di rischio Diabete mellito Fumo Ipertensione arteriosa Sovrappeso Circonferenza addominale Ipercolesterolemia La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
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CLASSE DI RISCHIO Fattori di rischio Diabete mellito Fumo Ipertensione arteriosa Sovrappeso Circonferenza addominale Ipercolesterolemia La necessità di definire la sindrome metabolica nasce dall’osservazione clinica della frequente aggregazione di obesità, ipertensione e alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico in uno stesso individuo; alterazioni che singolarmente sono riconosciute come fattori di rischio cardiovascolare. Praticamente, si può forse sostenere che l’interesse per la definizione di una sindrome deriva dalla possibilità di conoscere anticipatamente la storia naturale della malattia e di poter approntare quegli atti terapeutici (se noti) che la possano modificare.
SINDROME METABOLICA? Questa domanda vuole sottolineare il concetto di “cluster” ovvero di aggregazione di diverse patologie in una sindrome, patologie che avrebbero un denominatore comune patogenetico nell‘insulino-resistenza e per questo definite “metaboliche”. In questa sindrome si aggregano fattori di rischio cardiovascolare che fornirebbero un rischio diverso, secondo alcuni studi maggiore, rispetto ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, così come li riconosciamo identificati dai grandi studi epidemiologici come Framingham o dalle formule per il calcolo del rischio cardiovascolare, come per il Progetto Cuore italiano.
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Il paziente ritorna con una breve relazione nella quale il cardiologo … POLYUNSATURETED FATTY ACIDS
GRAZIE PER L'ATTENZIONE