Lezione del corso di Storia della Tecnologia 31/03/2005 Filippo Nieddu

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Lezione del corso di Storia della Tecnologia 31/03/2005 Filippo Nieddu Le macchine del tempo Lezione del corso di Storia della Tecnologia 31/03/2005 Filippo Nieddu

L’Antichità/1 I più antichi strumenti per misurare il tempo sono stati: L’orologio ad acqua - Le candele marcatempo La clessidra - La clessidra a sabbia I bastoncini combustibili

L’Antichità/2 L’orolgio ad acqua di Vitruvio era più affidabile di una clessidra, ed aveva applicazioni militari Sarà ripreso da Roberto Valturio nel suo De re militari (1472)

Il predominio orientale Nell’807 d.C. Haroun al Rashid inviò in dono a Carlomagno un orologio che “funziona ad acqua ed indica le ore, suonate da palline di bronzo che cadono su di un bacino di ottone. A mezzogiorno dodici cavalieri escono da dodici finestruole, che poi si chiudono dietro di loro” (Eginardo, Annales, ad annum)

L’Occidente riprende quota Nell’estate del 1338 una galera partiva da Venezia diretta in Oriente. Tra le molte altre cose, la galera trasportava un orologio che Giovanni Loredan sperava di vendere a Delhi. L’Europa cominciava a esportare macchinari in Asia. (in figura un orologio ad acqua in miniatura medievale)

L’Occidente e i primi orologi L’Europa medievale sviluppò sempre più una mentalità che tendeva a vedere la macchina come soluzione dei problemi posti dall’ambiente L’orologio meccanico nacque quando fu inventato il meccanismo chiamato scappamento a foliot (fine del Duecento). Orologio meccanico, bocche da fuoco e campane apparvero quasi contemporaneamente (e gli artigiani producevano spesso allo stesso tempo due o tre di questi manufatti) A Milano, nel 1309, nella chiesa di Sant’Eustorgio fu installato un orologio in ferro. Gli orologi pubblici erano costosi e richiedevano la presenza costante di una persona che se ne prendesse cura.

Lo scappamento a foliot Una ruota munita di un numero dispari di denti, che la trazione di un peso fa muovere in senso rotatorio, batte con un dente contro una paletta della verga, imprimendo una rotazione al foliot, sino a che il dente scivola oltre la paletta, lasciando libera la ruota corona. Questa batte con un altro dente contro l’altra paletta, ricevendo un impulso nella direzione opposta. Il foliot si muove dunque ritmicamente avanti e indietro.

Gli orologi bassomedievali Gli orologi non erano precisi Alla precisione si preferiva la complessità (come nell’esempio dell’orologio di Strasburgo, installato nel 1350)

Gli orologi “privati” Sino alla metà del Quattrocento gli orologi per uso privato furono molto rari In un periodo non precisato si cominciarono a usare le “molle” per fornire l’energia all’orologio. Si introduce la conoide, che dà la possibilità di produrre orologi portatili.

Gli orologiai A partire dal Cinquecento, per via della crescente richiesta, si formarono le prime corporazioni di orologiai. Parigi, Lione, Ginevra, Blois, Tolosa, Londra, L’Aia, Stoccolma sono i primi centri importanti Di trentatré orologiai operanti a Lione tra il 1550 e il 1650, tredici erano figli di orologiai, otto di orefici, meccanici, insegnanti e sarti. Istituzionalizzazione del rapporto maestro/lavorante e creazione di una lobby erano conseguenze dell’esistenza delle corporazioni.

Le necessità della scienza Astronomi e navigatori avvertono la necessità di orologi di precisione per la determinazione della longitudine e l’esatta posizione degli astri La realizzazione dell’orologio a pendolo fu il passo fondamentale L’orologeria fu il primo settore a mettere in pratica le scoperte scientifiche

Il pendolo Grazie a Galileo e Huygens il pendolo è utilizzato per la misura del tempo Sino a prima il pendolo non era considerato un corpo rigido Il periodo del pendolo è pari a T = 2(L/g), ed è indipendente dalla massa del pendolo

I saperi degli orologiai I gruppi di orologiai nascono in città a forte vocazione mercantile (Ginevra, con le sue numerose e famose fiere, ne è un esempio), e tradizione nella lavorazione dei metalli Gli orologiai erano istruiti: sapevano leggere (per insegnare), disegnare e fare di conto

La circolazione del sapere Gli orologi costruiti in Inghilterra a fine Cinquecento erano riproduzioni di modelli francesi e tedeschi. L’imitazione è però utile: sono gli inglesi a inventare la suoneria notturna a ripetizione o comandata (v. 38). La divisione del lavoro trova nell’orologeria terreno fertile, tanto da essere citata da Adam Smith come esempio già nel 1701. Nascono corporazioni come quella dei montatori d’orologio (1698) e dei cesellatori (1716). Gli orologiai svizzeri già a fine Seicento producono pezzi senza “firma”, utilizzabili in altri paesi come base per i prodotti finiti.

La precisione degli orologi L’evoluzione della tecnologia si riflette sulla precisione degli orologi Le direzioni privilegiate di sviluppo riguardano: Le maggiori invenzioni (foliot, pendolo, conoide) I materiali utilizzati La collocazione nell’ambiente (controllo della temperatura, della pressione, ecc.)

Riferimenti bibliografici essenziali Carlo M. CIPOLLA, Le macchine del tempo, Bologna : Il Mulino, 1981 Alexandre KOYRE’, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione, Torino : Einaudi, 1992 Vittorio MARCHIS, Storia delle macchine, Roma-Bari : Laterza, 1994 Paolo ROSSI, I filosofi e le macchine, Bologna : Feltrinelli, 2002 (1^ ed. Universale Economica Feltrinelli) Charles SINGER (ed.), Storia della tecnologia, Torino : Bollati Boringhieri, 1995