Il ruolo della politica economica

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Il ruolo della politica economica Lezione 22 Il ruolo della politica economica Corso di Macroeconomia (L-Z) Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia 1

1.1. Quanto ne sanno davvero i macroeconomisti? Nel valutare tali questioni, la banca centrale – o in generale i responsabili della politica macroeconomica – di solito non tirano a indovinare, ma si basano su modelli macroeconometrici. Le equazioni incluse in questi modelli forniscono stime del comportamento di queste relazioni in passato. Il problema è che modelli diversi danno risposte diverse, in quanto sono costruiti su strutture differenti e includono equazioni e variabili diverse.

1.1. Quanto ne sanno davvero i macroeconomisti? Fig. 23.3. Risposta della produzione a un’espansione monetari: 12 previsione e 12 modelli. Tutti i 12 modelli prevedono un aumento temporaneo della produzione in seguito a un’espansione monetaria. Tuttavia la gamma di risposte riguardo a dimensione e durata è molto ampia.

1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento pubblico nell’economia? Un giusto mix di politica fiscale e monetaria può: aiutare un paese a uscire da una recessione migliorare la situazione commerciale senza surriscaldare l’economia stimolare l’investimento e l’accumulazione di capitale Tuttavia è sempre più diffusa la convinzione che le autorità di politica economica debbano limitare il loro intervento.

La politica economica dovrebbe avere lo scopo di: 1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento pubblico nell’economia? La politica economica dovrebbe avere lo scopo di: evitare prolungate recessioni rallentare le espansioni eccessive prevenire le pressioni inflazionistiche e deflazionistiche

1.2. L’incertezza può giustificare un minor intervento pubblico nell’economia? Ci sono molte ragioni per cui sarebbe desiderabile un intervento limitato del governo nell’economia . Le principali sono: l’incertezza che caratterizza gli interventi di politica economica l’interazione della politica economica con le aspettative dei mercati e dei consumatori la possibilità che il governo utilizzi la politica economica in modo strategico per scopi politici

1.3. Incertezza e limiti agli interventi di politica economica Gli effetti della politica macroeconomica sono caratterizzati da notevole incertezza. Tale incertezza dovrebbe indurre a maggiore prudenza nell’attuare misure correttive dell’economia e a usare una politica economica meno attiva. Nel definire politiche economiche non si dovrebbe perseguire il cosiddetto “fine tuning”, cioè volere a tutti i costi raggiungere un obbiettivo prefissato, come una disoccupazione costante o una crescita stabile della produzione.

2. Aspettative e politica economica L’uso della macroeconomia per controllare l’economia è fondamentalmente diverso dal controllo di una macchina complessa. L’economia è infatti composta da persone e da imprese che cercano di anticipare le azioni del governo e che rispondono alle politiche correnti, ma anche alle aspettative sulla politica futura. In passato, l’analisi della politica macroeconomica utilizzava in gran parte la “teoria del controllo ottimo”.

2. Aspettative e politica economica La politica economica può essere considerata come un “gioco” tra il governo e l’economia. Invece di utilizzare la teoria del controllo ottimo, la “teoria dei giochi” permette di analizzare la politica economica attraverso l’interazione strategica tra i giocatori.

2.1. Dirottamenti aerei e negoziazioni La maggior parte dei governi ha stabilito di non negoziare in alcun modo con i dirottatori di aerei. Scoraggiare i dirottamenti, togliendo ogni incentivo a dirottare un aereo. A dirottamento avvenuto, perché non negoziare? Annunciare di non essere disposti a negoziare, ma negoziare in caso di dirottamento. A prescindere dal fatto che, a dirottamento avvenuto, le trattative di solito hanno un esito migliore, la politica più appropriata è impegnarsi a non negoziare. Rinunciando all’opzione di negoziare, il governo può prevenire efficacemente i dirottamenti.

2.2. Un riesame di inflazione e disoccupazione La relazione tra disoccupazione e inflazione è la seguente: Si supponga che la banca centrale annunci che seguirà una politica monetaria compatibile con un’inflazione nulla: Se la banca centrale mantiene la sua promessa, sceglierà un tasso di disoccupazione pari al suo tasso naturale.

2.2. Un riesame di inflazione e disoccupazione A questo punto, la banca centrale può migliorare l’esito deviando dalla politica annunciata di inflazione nulla: accettando un po’ di inflazione, può ridurre notevolmente la disoccupazione. Incoerenza temporale: incentivo a deviare dalla politica annunciata una volta che i giocatori hanno fatto le loro mosse.

2.3. Come diventare credibili? Come può la banca centrale impegnarsi a non deviare da una politica annunciata? Un modo per stabilire la credibilità è rinunciare al proprio potere di azione. In alternativa: rendere indipendente la banca centrale incentivare la banca centrale ad adottare un orizzonte temporale più lungo scegliere un governatore «conservatore», cioè che sia particolarmente avverso all’inflazione

2.3. Come diventare credibili? Questi sono i passi compiuti da molti paesi negli ultimi due decenni: è stata accordata più indipendenza alle banche centrali; è stato allungato il mandato dei governatori; i governi hanno spesso nominato governatori ritenuti più «conservatori» di quanto non lo fossero loro stessi, cioè che si preoccupassero più dell’inflazione che non della disoccupazione.

2.3. Come diventare credibili? Fig. 23.3. Inflazione e indipendenza della banca centrale.

2.4. Incoerenza temporale e restrizioni all’intervento pubblico nell’economia In presenza di problemi di incoerenza temporale, porre limiti alla politica economica – come un tasso costante di crescita della moneta – può essere una buona soluzione. Ma questa soluzione può avere costi elevati se impedisce del tutto l’uso della politica macroeconomica. Soluzioni più convenienti di solito prevedono la costituzione di istituzioni più efficienti (come una banca centrale indipendente), che possano attenuare il problema dell’incoerenza temporale senza eliminare la politica monetaria come strumento di stabilizzazione macroeconomica.

3. Politica e politica economica I politici evitano spesso di prendere decisioni dolorose e si prestano agli interessi dei loro elettori; la politica di parte blocca il processo politico, non consentendo di arrivare a risultati concreti.

3.1. I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori Per attuare gli interventi macroeconomici è necessario contemperare tra loro obiettivi di breve e di lungo periodo, per esempio perdite di breve periodo contro guadagni di lungo periodo o, viceversa, guadagni di breve periodo contro perdite di lungo periodo. Se gli elettori non sono lungimiranti, oggi una maggior crescita può far vincere le elezioni. Si parla di ciclo economico politico, caratterizzato da una crescita mediamente più elevata prima delle elezioni piuttosto che dopo le elezioni.

3.1. I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori Fig. 23.4. L’evoluzione del rapporto debito/Pil negli Stati Uniti dal 1900.

3.2. I giochi tra i responsabili della politica economica Al crescere del debito, la crescente necessità di ridurre il disavanzo potrebbe costringere il parlamento e i governi futuri a ridurre la spesa – cosa che altrimenti non sarebbero stati disposti a fare. Tuttavia, data l’impopolarità di queste manovre, solo quando il disavanzo avrà raggiunto livelli preoccupanti e sarà urgente provvedere al rientro, uno dei partiti rinuncerà alle sue posizioni. Gli studiosi di teoria dei giochi definiscono queste situazioni guerre di attrito - la speranza che prima o poi l’avversario finisca col cedere genera prolungati e costosi ritardi.

3.3. Politica e restrizioni alla politica fiscale Se il processo politico a volte porta a disavanzi fiscali cronici, esistono regole per limitare questi effetti negativi? Un emendamento costituzionale che introduce la condizione di pareggio di bilancio può essere una soluzione. Un approccio migliore prevede regole che limitino il debito - regole che impongono limiti al rapporto disavanzo/Pil o debito/Pil sono più flessibili della condizione di bilancio in pareggio, ma potrebbero non essere abbastanza flessibili nel caso in cui l’economia sia colpita da shock negativi.