Nuove domande per l’organizzazione dell’offerta formativa: indicazioni dall’Indagine Eurostudent Giovanni Finocchietti Direttore dell’Indagine Eurostudent Seminario nazionale “La dimensione sociale negli studi in Europa e in Italia” Roma, 29 marzo 2012
1 Sesta Indagine Eurostudent Bilancio del tempo (ore/settimana, studenti frequentanti) Settimana - tipo: Settimana - tipo: 41,1 o/s per lezioni e studio individuale Per chi lavora: Per chi lavora: altre 6,5 o/s Per chi lavora 30 o/s e più: 31,1 o/s per attività di studio Studenti in alloggi DSU: 45,5 o/s per attività di studioPendolari: 40,6 o/s per attività di studio
2 Sesta Indagine Eurostudent Bilancio del tempo nei paesi europei (ore/settimana, studenti frequentanti) Nella maggioranza dei paesi il time budget è di 40 ore/settimane o più Anche nei paesi “a fondo classifica”, più di 30 ore/settimana L’Italia è fra i paesi con l’impegno di ore/settimane più alto
3 Sesta Indagine Eurostudent Valutazione dell’offerta didattica (IVP) Valutazione prevalentemente negativa del carico di lavoro soprattutto per studenti LMCU; studenti LM in controtendenza Diffusa valutazione positiva della preparazione teorica fornita dal corso, giudizio severo sulla preparazione pratica per tutti i livelli; l’eccezione delle lauree del gruppo medico-sanitario Legame inversamente proporzionale fra anzianità di studi e valutazione (l’IVP diminuisce al crescere dell’anzianità di studi) IVP – Indice di valutazione positiva: % di studenti con giudizio favorevole Carico di lavoro: tempo necessario per frequentare, studiare e sostenere gli esami + eventuale tempo di lavoro
4 Sesta Indagine Eurostudent L’offerta didattica - conclusioni e indicazioni L’area della valutazione positiva appare in riduzione negli anni post-riforma Lavorare può rendere insostenibile il carico di lavoro perché non implica studiare di meno Il profilo degli studenti part-time è confuso e sotto- utilizzato: definire più chiaramente e dare visibilità al profilo, articolare un’offerta formativa ad hoc Necessarie misure per adeguare l’offerta didattica (e i servizi) ai bisogni specifici e differenziati degli studenti “a rischio”: i pendolari, gli studenti adulti, quelli che lavorano, quelli che non frequentano