1 POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2008-2009.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Il check-up dell’innovazione
Advertisements

Marika Arena - Economia e Organizzazione Aziendale B - A.A. 2008/2009
TESTO UNICO DELLE NORME IN MATERIA INDUSTRIALE, ARTIGIANA E DEI SERVIZI ALLA PRODUZIONE L.R. 28 ottobre 2003, n. 20.
ECONOMIA INDUSTRIALE (MERCATO, CONCORRENZA, REGOLE) LEZ 2
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA a.a SAVERIA CAPELLARI Crescita della popolazione e progresso.
PAUE 0506 IV / 1 A B P a = 30 P b = 35 t = 2, tc = 1 Questo può essere un equilibrio? No! Politiche di un paese importatore: una tariffa allimportazione.
TAV.1 Foto n.1 Foto n.2 SCALINATA DI ACCESSO ALL’EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO DALLA CORTE DELLE CASCINE DEL QUIQUIO Foto n.3 Foto n.4.
11 ECONOMIA INDUSTRIALE (MERCATO, CONCORRENZA, REGOLE) LEZ 12 Augusto Ninni Università di Parma a.a
Le collaborazioni avviate dallAgenzia dellInnovazione con CNR, CRUI, ISS, ENEA e Fondazione Silvio Tronchetti-Provera 21 luglio 2009.
Donata Favaro Università di Padova
Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca 13 settembre 2004
1 Come spostare traffico dalla gomma alla rotaia Romeo Danielis Università degli Studi Trieste Quali ferrovie a Nord Est. Le proposte.
Frontespizio Economia Monetaria Anno Accademico
1 Tavolo del Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Il ricorso agli ammortizzatori sociali nei territori colpiti dagli eventi sismici.
Lezione 5 I MERCATI FINANZIARI
RISPARMIO, ACCUMULAZIONE DI CAPITALE E PRODUZIONE
Il mercato dei beni in economia aperta
1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 13 Anno Accademico
1 POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO Augusto Ninni Università di Parma a.a
1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 11 Anno Accademico
1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 14 Anno Accademico
1 POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO Augusto Ninni Università di Parma a.a
Risparmio, accumulazione di capitale e produzione
Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA Docente SAVERIA CAPELLARI Gorizia, a.a
1 PROGRAMMARE SIGNIFICA COORDINARE LINTERVENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AL FINE DI CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI STABILITI NELLA FASE DI DEFINIZIONE.
1 Università della Tuscia Facoltà di Scienze Politiche Limpresa: gestione e comunicazione ottobre Limpresa e il suo Ambiente parte III.
1 Ricerca di una posizione competitiva favorevole in un settore industriale STRATEGIA COMPETITIVA.
EIE 0607 V / 1 sussidio unitario fisso allesportazione si avrà commercio se e solo se | P B AUT - P A AUT | > tc - P B = P A + tc – (A è il paese esportatore)
EIE 0607 III / 1 A B P a = 30 P b = 35 t = 2, tc = 1 Questo può essere un equilibrio? No! Politiche di un paese importatore: una tariffa allimportazione.
EPA 01/02 VIII /1 Analisi delle relazioni tra produzione, trasformazione e distribuzione in un sistema connesso verticalmente.
EPA 01/02 VII /1 Relazioni spaziali tra i prezzi Lo spazio: produzione e consumo non avvengono nello stesso punto il prodotto deve essere spostato, con.
Ricerca e innovazione, qualità e sviluppo Siena - 12 dicembre 2005 Il quadro europeo Rinaldo Bertolino Rappresentante Generale CRUI a Bruxelles.
CAPITOLO 5 Elasticità.
APETTI ECONOMICO-FINANZIARI della gestione delle imprese di assicurazione Università di Macerata.
FORME DI MERCATO CONCORRENZA PERFETTA MONOPOLIO OLIGOPOLIO
Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA 1 Presentazione di Riccardo Perugi Ufficio Studi UNIONCAMERE TOSCANA Firenze, 19 dicembre 2000.
1. 2 CAMERA DI COMMERCIO PESARO E URBINO Elaborazione Servizio Statistica Fonti: ISTAT – Unioncamere – Tagliacarne – Infocamerere – Regione Marche – Comune.
ESERCITAZIONE 2.
Economia politica II – Modulo di Macroeconomia
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
IL TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA
Capitolo 4: Crescita e politica economica
INNOVAZIONE E COMPETENZE ORGANIZZATIVE NELLE IMPRESE AGRO-ALIMENTARI
Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente
Beni pubblici e risorse comuni
DOCENTE Edoardo Sabbadin
Questionari sulla didattica: le risposte di studenti & docenti.
Lucia Cusmano Università dellInsubria - Varese Innovazione e Territorio.
Il progetto di business nella nuova economiaLezione 8: L'analisi di settore1 LANALISI DI SETTORE.
2 3 4 RISERVATEZZA INTEGRITA DISPONIBILITA 5 6.
1ROL - Richieste On Line Ente pubblico 5ROL - Richieste On Line.
1 Negozi Nuove idee realizzate per. 2 Negozi 3 4.
Scheda Ente Ente Privato Ente Pubblico. 2ROL - Richieste On Line.
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
Corso di Economia Industriale Prof. Provenzano Carmelo
Bando Arti Sceniche. Per poter procedere è indispensabile aprire il testo del Bando 2ROL - Richieste On Line.
CORSO DI ECONOMIA INDUSTRIALE Prof. Carmelo Provenzano
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
Corso di Laurea in Management dello sport Le organizzazioni sportive
Economia delle Aziende, Pubbliche e Non Profit Sistema di misurazione e valutazione e Programma triennale per la trasparenza e l’integrità: alcuni esempi.
1 Controversie e conflitti le regole concorrenza stato programmazione monopolio mercato liberismo.
IL GIOCO DEL PORTIERE CASISTICA. Caso n. 1 Il portiere nella seguente azione NON commette infrazioni.
Il Nuovo ruolo dell’Ente locale nello sviluppo territoriale Dott.ssa Nicoletta Amodio Nucleo Ricerca & Innovazione Confindustria 14 maggio 2004.
L’interazione tra imprese e facilitatori di trasferimento tecnologico: elementi di forza e di debolezza Roberta Capello Politecnico di Milano Convegno.
L’innovazione come processo (dal modello lineare al modello a catena)
Ricerca e Sviluppo Davide Vannoni Corso di Economia Manageriale e Industriale a.a
1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 14 Anno Accademico
Laboratorio di Creazione d’Impresa L-A Strategia, Business, Settore.
Transcript della presentazione:

1 POLITICHE INDUSTRIALI PER LO SVILUPPO Augusto Ninni Università di Parma a.a

2 Le politiche per linnovazione

3 POLITICHE PER LINNOVAZIONE Oggetto delle politiche tradizionali per linnovazione sono lintroduzione e la diffusione di nuovi prodotti o nuovi processi Le innovazioni generalmente derivano dalla R&S istituzionalizzata, dalla commercializzazione di nuove idee, dal reverse engineering ecc. ma anche dal design e da altre attività non istituzionalizzate come ricerca

4 Divisione del lavoro fra politica della ricerca (università, centri ricerca, laboratori grandi imprese ecc.) e politica dellinnovazione, rispettivamente a monte e a valle dellattività di R&S, dove lo spartiacque dovrebbe consistere nellintroduzione di prodotti (processi) commercialmente validi

5 Ormai però si riconosce che il processo di ricerca non è lineare ma più spesso circolare: RicercaInnovazione Diffusione Ricerca Innovazione Diffusione

6 Ricerca e innovazione caratterizzate da fallimenti del mercato: Sono beni pubblici (lappropriabilità è difficile) Danno luogo ad esternalità positive (sul piano territoriale economie di agglomerazione)

7 Fondamenti teorici delle politiche per linnovazione: Arrow vs Schumpeter Schumpeter: innovazione è nuovo prodotto nuovo processo nuovo mercato nuova organizzazione del lavoro

8 Innovazione è lunico fattore che consente allimpresa concorrenziale di uscire dallequilibrio di lungo periodo (con profitto=0) ottenendo posizioni temporanee di monopolio P AC MC P AC MC P

9 Limpresa concorrenziale introduce linnovazione grazie al credito Altre imprese imitano limpresa innovatrice, per cui una nuova tecnologia pian piano si diffonde Verso la fine del processo di diffusione la nuova tecnologia ha sostituito la vecchia: distruzione creatrice

10 Ma in Capitalismo, Socialismo, Democrazia Schumpeter introduce il capitalismo trustificato La grande impresa ha molte maggiori possibilità di introdurre le innovazioni (perché può autofinanziare il processo) Ipotesi schumpeteriana: un certo grado di monopolio (in quanto grande impresa) consente un maggior sviluppo di innovazioni

11 Concorrenza Monopolio Incentivo + - Realizzabilità - + dellinnovazione (da dimensioni Impresa)

12 Tasso di concentrazione Propensione allinnovazione La realtà ….

13 Arrow ConcorrenzaMonopolio Quale delle due configurazioni di mercato è più propensa allinnovazione (costi da C a C) ? C C

14 Arrow ConcorrenzaMonopolio C C Nellimpresa in concorrenza lintroduzione le consente di praticare un prezzo inferiore a quello di concorrenti, a cui porta via lintero mercato

15 Arrow ConcorrenzaMonopolio C C Profitto prima dellintroduzione dellinnovazione

16 Arrow ConcorrenzaMonopolio C C Introduzi one dellinnov azione Nuovo livello di prezzo Nuovo profitto

17 Arrow ConcorrenzaMonopolio Quale delle due configurazioni di mercato è più propensa allinnovazione (costi da C a C) ? C C Nuovo livello di prezzo In realtà questa area non è profitto aggiuntivo (cera già) Questarea è profitto perso

18 Arrow ConcorrenzaMonopolio Quale delle due configurazioni di mercato è più propensa allinnovazione (costi da C a C) ? C C Introduzi one dellinnov azione Nuovo livello di prezzo

19 Arrow Concorrenza Monopolio La concorrenza è più propensa allinnovazione del monopolio, e quanto maggiore è il tempo in cui limpresa concorrenziale può godere di una rendita temporanea, tanto maggiore è lincentivo allinnovazione (finchè le altre non la imitano…) P P C C QQ A B DF O L > z w y q Incentivo allinnovazione Concorrenza: zwyq Monopolio: CCLF +(RBMF-PARP) R M

20 Implicazioni del modello di Arrow: La concorrenza è più propensa allinnovazione del monopolio: le politiche anti-trust sono anche politiche per incentivare linnovazione

21 Lincentivo ad innovare per limpresa dipende dal grado di imitabilità dellinnovazione. Uno dei compiti della politica industriale è quello di garantire una protezione allimprenditore-innovatore, attraverso il brevetto

22 Ma limitazione dellinnovazione è anche la sua diffusione: lo Stato deve garantire anche che dei benefici dellinnovazione si avvantaggino anche gli altri (acquirenti e concorrenti) linnovazione crea esternalità positive

23 Daltra parte, per sua natura, copiare linnovazione appena nata è molto facile, per cui linnovatore va protetto e gli vanno garantite delle protezioni legali (problema dellappropriabilità) Brevetto sì, ma temporaneo (scadenza dopo un certo numero di anni): problemi della durata e dellampiezza

24 Ma il brevetto non sempre riesce a proteggere… E inoltre in taluni casi le imprese preferiscono non brevettare (segreto industriale)

25 Data quindi la probabilità di essere imitati, e data limportanza degli spillover tecnologici (e non solo), i benefici netti privati dellinnovazione sono minori dei benefici sociali linnovazione è un bene pubblico (I privati producono meno innovazione di quanto serve)

26 Questo, oltre allincertezza insita nellattività di innovazione, spiega perché gran parte dellattività di R&S viene condotta dallo Stato, o direttamente o finanziata ma condotta su commessa presso laboratori privati Lattività pubblica si sviluppa nelle fasi più lontane dal mercato (la R di R&S)

27 Tuttavia il modello di Arrow non considera la concorrenza ex-ante fra innovatori (gara per il brevetto). Chi vince prende tutto: Eccesso di investimenti rispetto al socialmente desiderabile (duplicazioni, sprechi)

28 Politiche pubbliche strette fra lobiettivo di incrementare la R&S privata e la necessità di evitare gli sprechi Inoltre Stato ha incertezza tecnologica e informazione imperfetta

29 Nuove politiche per linnovazione (In realtà più o meno le stesse politiche di prima, ma considerate ancora più importanti di prima) Dalla politica per settori alla politica per fattori Politica orizzontale e a-settoriale

30 Modelli di crescita endogena: linnovazione non è più esterna alle imprese, ma è il frutto di decisioni e di strategie delle imprese Crescita delleconomia funzione degli investimenti in R&S Le imprese effettuano investimenti in R&S per ottenere profitti da monopolio temporaneo (problema dellappropriabilità)

31 Compiti dello Stato: Favorire il clima per gli investimenti (anche con incentivi fiscali e finanziari) Garantire lappropriabilità difendendo i brevetti

32 Teoria evolutiva dellimpresa: Imprese operano in condizioni di incertezza (lo Stato ancor di più…) Gli incumbent poco propensi a innovare Importanza del learning by doing e del capitale umano Differenza fra conoscenza tacita e codificata

33 Da cui: Lo Stato deve agevolare il processo di selezione delle tecnologie, ma mai imporre sentieri privilegiati e concentrarsi su presunti settori high tech coordinamento delle istituzioni Politica della concorrenza: importanza delleliminazione delle barriere allentrata Importanza della politica dellistruzione Importanza delle politiche di attrazione degli investimenti esteri, ma anche dei parchi scientifici e tecnologici e di tutto ciò che possa facilitare la localizzazione delle imprese innovatrici e la cooperazione

34 Sistemi nazionali di innovazione: The set of institutions whose interactions determine the innovative performance of national firms(Rosenberg) The national system of innovation is constituted by the institutions and economic structures affecting the rate and direction of technological change in the society (Edquist-Lundvall) linnovazione non è quindi un processo lineare, né circolare, ma il frutto di interazioni fra numerosi soggetti, che costituiscono un sistema Compito delle istituzioni è quindi molto importante: producono leggi, standard tecnici, standard di qualità, regole sociali, contribuiscono direttamente e indirettamente al finanziamento delle attività, preparano il capitale umano, e inoltre …

35 Componenti dei Sistemi nazionali di innovazione: Governi: definiscono gli indirizzi di Politica per lInnovazione Istituzioni-ponte (associazioni di ricerca, enti promotori): intermediari tra i governi e chi svolge attività di ricerca Imprese (private o pubbliche) e gli istituti di ricerca che finanziano Università: forniscono conoscenza e skills (capitale umano) Altri organismi privati e pubblici: laboratori pubblici, uffici dei brevetti, enti per addestramento ecc.

36 Importanza dei Sistemi nazionali di innovazione conoscenza tacita, non facilmente trasferibile (salvo quando non è concretizzata in formule o disegni: licenze)

37 Anche le stesse istituzioni subiscono il movimento ed evolvono: le competenze istituzionali come elemento principale di un sistema che produce innovazioni Straordinaria rilevanza dellaspetto locale: disponibilità locale di lavoro qualificato, di capitale disponibile al rischio, di sistemi universitari

38 Paesi Emergenti: Acquisizione di tecnologia estera: importazione di beni capitali, imitazione e reverse engineering, investimento estero, licenza Se cè conoscenza tacita, lincorporazione della tecnologia nei beni capitali non è sufficiente se non cè capitale umano e Sistema nazionale di innovazione

39 Utilizzo e diffusione: Conta molto il capitale umano; subcontracting; per assicurare qualità dei subcontraenti, sistemi di standardizzazione Miglioramento e sviluppo della tecnologia: Contano molto la politica verso gli Investimenti Esteri e il regime di difesa dei diritti di proprietà intellettuale Conta molto anche lo scopo: scarse ricadute da R&D militare

40 Casi : Brasile e Corea Brasile In anni 70 Import Substitution, politiche collegate a questo Disincentivi (accordi di licenza non oltre i 5 anni, divieto di flussi di pagamento fra MNC e filiali, JV con 50% capitale interno) Sottoinvestimento in K umano Corea Forte enfasi su Impianti chiavi in Mano Porte ristrette a MNC Forte investimento in K umano Orientamento vs Export (cartina di tornasole come sbocco)