1 CSN1 - Roma 2/02/2004 TOTEM- Presentazione del DTR Commenti dei referee: G: Chiefari, M. Curatolo, M. de Palma.

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1 CSN1 - Roma 2/02/2004 TOTEM- Presentazione del DTR Commenti dei referee: G: Chiefari, M. Curatolo, M. de Palma

2 Il TDR è stato pubblicato il 7 Gennaio 2004 e presentato all’ LHCC del 29 c.m. Noi referee abbiamo incontrato la componente italiana il 30 c.m. e qui riportiamo le nostre impressioni. Il TDR è frutto di grande impegno e di un ottimo lavoro della collaborazione e permette di chiarire e puntualizzare la situazione attuale dell’ esperimento nei suoi diversi aspetti:  composizione della collaborazione  obiettivi di fisica  definizione dell’ apparato  suddivisione delle responsabilità

3 Composizione della collaborazione Le istituzioni portanti sono: CERN INFN (Genova, Bari) Helsinki Brunel con contributi da parte di Praga e ILK e con diversi interessi o partecipazioni personali che potrebbero divenire partecipazioni istituzionali.

4 Obiettivi di fisica Risulta chiaro che: Totem è progettato per misurare la sezione d’urto totale e lo scattering elastico in assoluta autonomia, Mentre lo scattering diffrattivo potrà essere studiato con l’integrazione di CMS. Riteniamo questa impostazione assolutamente corretta, anzi una condizione irrinunciabile.

5 Definizione dell’ apparato-1 Le singole esigenze dei diversi rivelatori sono chiare e ben definite sia a livello delle performance sia a livello di trigger, mentre non sono state scelte in alcuni casi le soluzioni tecnologiche da adottare. 1) ROMAN POT  Meccanica, allineamento e raffreddamento ben definite, sebbene alcuni dettagli sono subordinati alla scelta del rivelatore.  Per il rivelatore vengono presentate tre alternative, tutte interessanti, innovative e molto promettenti ma che richiedono ancora un intenso programma di R&D e di finalizzazione all’ esigenze di TOTEM. a) Edgeless planar detector b) 3D detector c) Planar/3d detector Il programma di R&D è ben dettagliato e molto probabilmente permetterà la scelta della tecnologia finale entro l anno.  L’hardware-detector per il trigger richiede ancora molto lavoro.

6 Definizione dell’ apparato-2 2) T1  Meccanica, assemblaggio e sistema di inserimento ben definiti.  Rivelatore (CSC) scelto e finalizzato.  Solo alcuni dettagli dell’elettronica per il trigger vanno definiti 3) T2 Non è ben delineato.  La meccanica è in parzialmente dettagliata per una geometria cilindrica.  Per il rivelatore vengono presentate due alternative, a) silici “CMS like” b) GEM Le GEM sono al momento preferite dalla collaborazione sia per l’intrinseca possibilità di adattamento ad una geometria cilindrica sia per la possibilità di attrarre nuovi collaboratori (c’è un interesse dichiarato di Sauli)  Per l’hardware del trigger è necessario ancora molto lavoro.

7 Definizione dell’ apparato-3 4) Trigger e DAQ E’ un task difficile e complicato dalla necessità di essere compatibile con CMS.  Hardware per il trigger non ben definito neanche nelle responsabilità  Logica di trigger ben tracciata  Sistema DAQ è “ CMS like” e quindi definito nelle grandi linee.

8 Suddivisione delle responsabilità (parte INFN) a) Ge ha impegni su T1 e sul relativo trigger. Le risorse ci sembrano appena adeguate e richiedono il massimo delle energia dei partecipanti. Sarà necessario un supporto tecnico da parte dei servizi della sezione durante la fase di costruzione. Nella configurazione attuale del gruppo, ci sentiamo di escludere una qualsiasi possibilità di impegni su T2. b) Ba ha impegni sul trigger-DAQ. Il progetto è complicato e gravoso, ma i ricercatori sono molto esperti e sono previsti aumentare nel prossimo futuro. Siamo preoccupati perché è l’unico gruppo impegnato nel DAQ. Al momento, ci sentiamo di escludere qualsiasi possibilità di impegni sull’hardware del trigger. Si ricorda la partecipazione di G. Sanguinetti.

9 TOTEM - Partecipanti Libroni 04 FTFTE Genova Bozzo M. P.A. 100% Buzzo A. I° Ric 30% Ferro F. AsRic 100% Macri M D.R. 30% Santroni A. P.O. 30% Sette G. P.A. 70% Cuneo S. T. Art % Musico P. T. Tecn 30% 84,2 Bari Catanesi M. G. I° Ric. 70% Radicioni E. Tecn. 60% 21,3 Pisa Sanguinetti G. I° Ric 50% 10,5 Altri nomi su TDR GE: V.Boccone, S. Minutoli, A. Morelli BA: V. Berardi

10 Situazione finanziaria (solo CORE, preliminare e non ufficiale) Contributi attesi dalla collaborazione: CERNcirca 1500 KCHF Brunellcirca 750 KCHF Helsinki circa 650 KCHF ( in 4 anni, a partire del 04) INFNcirca 1500 KCHF Per un totale di 4400 KCHF rispetto al 4700KCHF necessari nell’ ipotesi GEM ( ed escluso i 750 KCHF per computing) Il contributo atteso dall’ INFN, valutato come rapporto CORE/FTE, ci sembra “non in linea” con gli altri esperimenti LHC.

11 Conclusioni Riteniamo che la misura della sezione d’urto totale ed elastica alle nuove energie disponibili ad LHC sia fondamentale ed indispensabile e pertanto, cogliendo anche una sensazione comune nell’ambiente di alte energie, pensiamo che TOTEM debba proseguire nella sua attività. Ciò nonostante, non possiamo non evidenziare una certa debolezza, sia in risorse umane che finanziarie, della collaborazione. Non ci è evidente come procederà la realizzazione di T2. Pensiamo che il TDR, fissando gli obiettivi di fisica e chiarendo le problematiche e le richieste dell’apparato, possa costituire un elemento per coagulare altri ricercatori e/o altre istituzioni, fra i tanti che esprimono interesse. Speriamo in una evoluzione positiva che possa venir fotografata nei prossimi mesi, alla preparazione dell’ MoU.