Antropologia culturale

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I profili di apprendimento
Advertisements

CULTURA Nel senso comune In senso antropologico
RICERCA - AZIONE Macro-concetto Portatore di
Dagli obiettivi alle competenze
Breve viaggio turistico nellarcipelago della conoscenza seguendo la scia di Kant, Hegel, Marx.
CURRICOLO D’ISTITUTO IPOTESI DI LAVORO ZELO BUON PERSICO.
DEFINIZIONE DI COMUNICAZIONE
Modelli di apprendimento Modelli di insegnamento
Sociologia dei processi culturali Sociologia della cultura
Sociologia della cultura Luca Salmieri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
UNIVERSITÀ CATTANEO – LIUC A.A CORSO GESTIONE SISTEMI COMPLESSI LEZIONE 2 MODELLI DELLA REALTÀ MODELLI DEL RICERCATORE (documentazione complementare.
DEFINIZIONE DI COMUNICAZIONE Comportamento Categoria psicologica molto vasta che comprende qualsiasi azione motoria compiuta in modo più o meno consapevole.
Sociologia della cultura - 1
La cultura: identità e differenze
Progettare una ricerca: approcci e metodologie
COS’É LA FISICA? La fisica è lo studio dei FENOMENI NATURALI: è una disciplina molto antica, perché l’uomo ha sempre cercato di comprendere e dominare.
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
Lezioni di cioccolato, C. Cupellini, Italia, 2007 Mattia, nei panni di Kamal, telefona al vero Kamal per uninformazione …
CdL in Scienze della Formazione nelle organizzazioni
l’intelligenza artificiale e la vita artificiale
MESTIERE O PROFESSIONE ?
Prof. Virgilio Marone Corso Regionale di Aggiornamento Insegnanti di Religione Cattolica Napoli 21 novembre 2005 La decostruzione.
Servizio Sociale e teorie di riferimento
Il rapporto della psicoanalisi con la tradizione della cultura occidentale Si tratta ora di mettersi all'opera, leggendo le fonti e stendendo i vari capitoli.
Che cos’è la Psicologia sociale?
I paradigmi della ricerca sociale
Corso di Antropologia Culturale
IL LAVORO SUL CAMPO: ULTIMI SVILUPPI Corso di Antropologia Culturale VENERDI 19 OTTOBRE 2012.
Insegnare competenze La dimensione didattica e metodologica Carlo Felice.
La ricerca sul campo 1)Il progetto di ricerca 2)I finanziamenti e i rapporti con le istituzioni 3)Ricerca sul campo -Osservazione partecipante -Interviste.
Come è cambiato oggi il concetto di conoscenza?
a cura del prof. P. Vezzoni
DIDATTICA DELLA FORMAZIONE 8 MARZO 2011 Formazione e Professionalità
Il Rinascimento: secolo dell’arte
Conoscere quel che fummo per comprendere quel che siamo Prof. S.F. Mingiardi UNITELSEREGNO.
Competenze nel Biennio Unitario Una breve presentazione.
Cos'è l'antropologia Siamo tutti diversi e diverse sono le culture...
Il campo della Psicologia Sociale
Che cos’è Il Quadro comune europeo di riferimento?
IL PROGETTO DESECO SAPERE CONTESTO INTEGRAZIONE COMPETENZA
Nuclei fondanti della disciplina storia
indicazioni per il curricolo
Patrimoni-identità Lo sguardo dell’antropologo
Metodologia come logica della ricerca
Corso di Formazione Piano Nazionale Scuola Digitale Didattica con le TIC -Area Scientifica Marzo 2015-L.S. “A. Volta” Foggia Docente: Mariagrazia di Tullio.
Antropologia del patrimonio culturale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE DIDATTICA GENERALE - MODULO A I SEMESTRE.
Corso di Antropologia della Musica Lezione 1
Lezioni d'Autore Lo sviluppo del pensiero antropologico 1.
Cultura e società.
Corso di Antropologia Culturale a.a LA RICERCA SUL CAMPO L’ANTROPOLOGIA AMERICANA E FRANCESE, L’ANTROPOLOGIA CONTEMPORANEA GIOVEDI 23 OTTOBRE.
Ragionare per paradigmi
L’epistemologia genetica
Che cosa sono le scienze umane?
Conoscenze, abilità, competenze
Principi antropologici per un'analisi culturale della contemporaneità
Antropologia medica. Le origini L’Antropologia medica si sviluppa nel periodo successivo alle seconda guerra mondiale, a partire da un interesse per le.
L’Antropologia Culturale come “sapere della differenza”
Geografia dell’UE Simone Bozzato. Secondo la cultura illuminista un sapere diviene scienza quando acquisisce “un proprio statuto epistemologico” (Vallega)
Che cosa sono le scienze umane?
Psicologia sociale Prof. Barbara Pojaghi
La didattica della Storia con i Quadri di Civiltà 15 aprile 2015.
Psicologia dell’età evolutiva ISIS EUROPA Prof.ssa Annamaria Caputo.
Cultura materiale. M.S. Mazzi, Vita materiale: un problema di definizioni, in Ead., Vita materiale ceti subalterni nel Medioevo, Alessandria, Edizioni.
Corso di Antropologia Culturale a.a LA RICERCA SUL CAMPO L’ANTROPOLOGIA IN ITALIA GIOVEDI 3 MARZO 2016.
Bruner Psicologo statunitense che si è occupato di problemi educativi dagli anni 50 ad oggi Di indirizzo cognitivista, ha una dotazione culturale molto.
L’analisi dell’esperienza: alcuni concetti chiave Competenze emergenti e occupazione nel turismo A.A
Transcript della presentazione:

Antropologia culturale Ivo G. Pazzagli

Come potremmo definire l’antropologia? L’antropologia culturale può essere definita come il “sapere della differenza”. l termine “sapere” per indicare che l’antropologia è nata in Occidente e si è sviluppata secondo le modalità che costituiscono la conoscenza entro la tradizione scientifica e accademica occidentale Il termine “differenza”, viceversa, per delimitare la specificità dell’ambito disciplinare antropologico, appunto discorso che parla degli altri”.

Chi sono gli altri di cui parla l’antropologia? Due possibili risposte: La prima, quella canonica, ci porterebbe ad affermare che gli “altri” sono i “primitivi” di cui parla l’Antropologia dell’Ottocento: l’antropologia nasce nell’Ottocento e si caratterizza subito come studio dei popoli “primitivi”, per usare la terminologia degli studiosi di quel periodo. Da questo confronto con l’alterità emergeranno delle differenze e a partire dall’analisi di queste differenze l’antropologia alimenta il suo progetto conoscitivo in quanto, appunto, sapere della differenza La seconda, affermatasi a partire dalla seconda metà del secolo scorso, che nega l’esistenza di “alterità” radicali e, sulla base di una concezione più articolata dell’alterità, ha fatto sì che venisse alla luce la centralità di processi come la contaminazione e l’ibridazione culturale prodotte: dalla comunicazione planetaria dalle nuove tecnologie dall’espansione dei commerci e dei mercati dal turismo

L’antropologia e il concetto di cultura

Il concetto di cultura Uno dei principali contributi teorici che l’Antropologia dato alle scienze umane consiste nella elaborazione del concetto di cultura. Questa elaborazione si può sintetizzare in due passaggi: il passaggio dal significato soggettivo di “cultura”, intesa come ideale di formazione della personalità umana, al significato oggettivo di “cultura” intesa come realtà storica, come insieme di concezioni e di comportamenti propri di un certo gruppo sociale in un certo periodo storico il passaggio dal singolare (la “Cultura” comune a tutta l’umanità) al plurale (una molteplicità di “culture”, ciascuna risultato di uno specifico processo storico) Così inteso il concetto di cultura può essere considerato il più potente strumento di analisi delle differenze fra i gruppi sociali.

La definizione di Taylor Il primo passaggio al quale è associata dalla tradizione la nascita stessa dell’antropologia, come disciplina autonoma dotata di un suo oggetto, un suo metodo e un progetto teorico, è sancito dalla definizione del concetto di cultura dell’antropologo inglese Edward Tylor nel 1871 La cultura o civiltà, presa nel suo ampio senso etnografico, è quel complesso insieme che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, le leggi, i costumi e ogni altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società.

La definizione di Taylor contiene almeno tre importanti novità: riconoscimento che tutti i gruppi sociali, hanno la capacità di produrre “cultura” l’inclusione, entro la categoria “cultura”, oltre al sapere scientifico, all’arte, alla religione, al diritto, anche delle consuetudini, dei costumi e dei modi di vita acquisiti socialmente, in un accezione “totale” del termine cultura rifiuto di qualsiasi soluzione di continuità fra popoli civili e popoli primitivi: la cultura è pensata come una “cosa” soggetta a una legge evolutiva analoga a quella operante nell’evoluzione delle specie biologiche, che ne determina lo sviluppo secondo fasi o stadi obbligatori per tutta l’umanità, anche se con tempi di realizzazione diversi.

Successive elaborazioni concettuali hanno poi portato: Al riconoscimento dell’esistenza di non una ma molteplici possibilità culturali, e quindi al riconoscimento della pluralità delle culture, non valutabili in base a una scala di valori unica (relativismo) All’abbandono di un’idea di cultura come realtà oggettive a favore di un concetto di cultura come una ‘finzione”, non nel senso di qualcosa di falso ma nel senso di qualcosa di “costruito” dagli antropologi nel loro lavoro di ricerca sul campo e di trascrizione delle culture indagate In sintesi potremmo intendere la cultura come il modo particolare dell’uomo in quanto membro di una società di organizzare il pensiero e il comportamento in relazione all’ambiente. In questa prospettiva la cultura presenta almeno tre aspetti particolari: comportamentale che sì riferisce al modo in cui gli individui agiscono e interagiscono l’uno con l’altro cognitivo, che si riferisce alle idee che gli uomini hanno del mondo e al modo in cui queste idee filtrano la loro comprensione del mondo e la loro esperienza materiale, che sì riferisce agli oggetti fisici che vengono prodotti entro un certo contesto socioculturale

Clifford Geertz

La cultura come meccanismo di controllo Gli uomini senza cultura (..) sarebbero inguaribili mostruosità con pochissimi istinti utili, ancor meno sentimenti riconoscibili, e nessun intelletto: casi mentali disperati. Quest’idea deriva da una concezione della cultura come “meccanismo di controllo” e del pensiero umano come fondamentalmente pubblico e sociale.

Concezione del “se” come effetto drammaturgico Il sé non ha origine nella persona del soggetto, bensì nel complesso della scena della sua azione, è un effetto drammaturgico che emerge da una scena, esso «è il prodotto di una scena che viene rappresentata e non una sua causa»; Le nostre idee, i nostri valori, i nostri atti, perfino le nostre emozioni sono, come lo stesso nostro sistema nervoso, prodotti culturali fabbricati usando tendenze, capacità e disposizioni con cui siamo nati, ma ciò non di meno fabbricati. La cultura è fatta di abiti e di costumi, che gli uomini indossano per recitare e soprattutto per dar forma alla loro vita.

La metafora della cultura come testo Secondo questa metafora, le attività sociali possono essere “lette” per il loro significato da parte dell’osservatore proprio come lo sono i materiali scritti e parlati. Il nucleo concettuale dell’antropologia interpretativa è la nozione di “significato”, proprio perché nella ricerca ci si domanda: qual è il “significato” delle azioni sociali? Per rispondere è necessario mettersi in grado di “vedere le cose dal punto di vista dei nativi”.

L’analisi culturale come scoperta dei significati che gli attori conferiscono alle loro azioni gli uomini interpretano non solo quando contemplano il mondo o riflettono sulla vita, ma anche quando lavorano, giocano, danzano o altro. l’uomo non può che “interpretare”, l’uomo interpretante agisce nei confronti della sua vita, del flusso delle sue sensazioni, emozioni e sentimenti, ed è questa l’unica procedura per conferire ordine e significato all’esperienza. l’antropologo deve accantonare le sue concezioni dell’esistenza e “leggere” le esperienze degli altri dall’interno, nel quadro della loro concezione, cogliendo il significato delle forme simboliche e dei fatti culturali osservabili

Ma perché i fatti culturali osservabili diventino comprensibili è necessario che l’azione venga inserita in una complessa rete di significati composta dal contesto culturale dell’azione, quello dell’attore e quello dell’interprete. Questo aspetto della comprensione è definito da Geertz, prendendo il termine da Ryle, thick description, “descrizione densa»” La “descrizione densa” consiste nello scoprire e ricostruire i livelli di significato non espliciti delle prospettive degli attori, cioè le molteplicità delle complesse strutture concettuali che le informa. Rappresenta la ricerca di “un contesto”, «qualcosa — sostiene Geertz — entro cui eventi sociali, comportamenti istituzioni, processi, possano essere intellegibilnente, cioè “densamente” descritti».