UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSI SPECIALI PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA (istituiti ai sensi della Legge n. 143/2004 e del D. M. n. 85 del 18 novembre 2005) METODI E TECNICHE DEL LAVORO DI GRUPPO L’apprendimento cooperativo Prof. Gino Piagentini gpiagentini@unifi.it Firenze, 17 novembre 2006
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Agli anni settanta risale il modello noto come Learning together (imparare insieme), ideato dai fratelli David e Roger Johnson (professori all'Università di Minneapolis, il primo docente di psicologia sociale, il secondo di educazione scientifica) fondatori del Cooperative Learning Center dell'Università del Minnesota. Sviluppato fin dagli anni sessanta e realizzato dapprima nelle scuole statunitensi il modello dei fratelli Johnson è diventato ben presto uno dei più noti e sperimentati modelli di Cooperative Learning nel mondo. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Sono molti (e di natura interdisciplinare) i riferimenti teorici sui quali si è fondato nel tempo lo sviluppo dei modelli di Cooperative Learning. Per quanto riguarda il modello dei fratelli Johnson si potrebbe citare: la grande lezione di John Dewey (1859-1952) sulla scuola come comunità democratica e come luogo di formazione alla socialità, dove l’allievo deve essere preparato a saper vivere con gli altri in modo democratico e non competitivo. Le ricerche psicologiche sui gruppi e la visione democratica del ruolo dell’insegnante di Kurt Lewin (1890-1947), per il quale la forma culturale e l'atmosfera psicologica che meglio favoriscono la strutturazione della personalità sono quelle democratiche, che sviluppano nei membri del gruppo un forte senso di appartenenza e atteggiamenti collaborativi. Per Lewin l’insegnante deve essere democrative (democratic e directive insieme), allo stesso tempo warm and supportive ossia caldo, comunicativo e ruling and controlling ossia capace di stabilire regole e controllare l'esecuzione del compito degli allievi; deve essere un punto di riferimento che li guidi nella realizzazione dei propri obiettivi, ma anche capace di stimolare la responsabilità individuale - individual accountability - di ciascun allievo. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Il legame tra interazione sociale e sviluppo intellettivo e l’importanza dei fattori sociali sottolineati, seppure da prospettive diverse, dalle ricerche del filosofo e psicologo americano George Herbert Mead (1863-1931) per il quale la mente e il sé sono un risultato di un processo sociale (Mead 1934); dagli studi del grande psicologo ed epistemologo svizzero Jean Piaget (1896-1980), per il quale la vita sociale è condizione necessaria allo sviluppo del pensiero e della logica e la cooperazione costituisce un processo generatore di ragione; dal pensiero di Lev Semenovic Vygotskij (1896-1934), secondo il quale il rapporto con i pari all'interno di un gruppo di collaborazione consente ai membri del gruppo di operare reciprocamente all'interno delle proprie zone di sviluppo prossimo, ottenendo nel gruppo comportamenti e risultati più avanzati di quelli conseguibili nelle normali attività individuali. Il concetto di ‘interdipendenza positiva’ (promotively interdipendent) elaborato dallo psicologo sociale americano Morton Deutsch (1920), secondo il quale nelle situazioni collaborative la condivisione dell'obiettivo comune diventa fattore propulsivo per la crescita e lo sviluppo tanto del singolo che dell'intero gruppo. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA È proprio basandosi sulle teorie e sugli studi di psicologia sociale di Morton Deutsch che i fratelli Johnson hanno sviluppato il loro modello di apprendimento cooperativo. “Cooperare significa lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. All’interno di situazioni cooperative l’individuo singolo cerca di perseguire dei risultati che vanno a vantaggio suo e di tutti i collaboratori. L’apprendimento cooperativo è un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in cui gli studenti lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento. Perciò si distingue sia dall’apprendimento competitivo (in cui gli studenti lavorano l’uno contro l’altro per raggiungere un giudizio migliore di quello ottenuto dal compagno) che da quello individualistico (in cui gli studenti lavorano da soli per raggiungere obiettivi di apprendimento indipendenti da quelli degli altri studenti). A differenza dell’apprendimento competitivo e di quello individualistico, che non sempre si possono usare in maniera appropriata, l’apprendimento cooperativo può essere applicato a ogni compito, ogni materia e ogni curricolo”. (Johnson, Johnson, Holubec 1994, p. 19) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Il metodo di apprendimento cooperativo è un metodo “a mediazione sociale”, contrapposto ai metodi di apprendimento tradizionale o “a mediazione dell'insegnante”. In questi metodi è, infatti, l'insegnante che si costituisce come fonte di conoscenza e di sapere, è lui a guidare le attività, a stabilire e valutare che cosa deve essere conosciuto, a fissare i ritmi di apprendimento, a suscitare la motivazione o a recuperarla, a facilitare e individualizzare l'apprendimento. Nei metodi “a mediazione sociale” le risorse e l'origine dell'apprendimento sono soprattutto gli allievi. “Gli studenti si aiutano reciprocamente e sono corresponsabili del loro apprendimento, stabiliscono il ritmo del loro lavoro, si correggono e si valutano, sviluppano e migliorano le relazioni sociali per favorire l'apprendimento. L'insegnante è soprattutto un facilitatore e un organizzatore dell'attività di apprendimento.” (Comogli 1996) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA “Lavorare in gruppo non significa automaticamente e necessariamente lavorare meglio” (Johnson, Johnson, Holubec 1994, p. 22) Alcuni modi di lavorare in gruppo possono facilitare lo studio e migliorare l’apprendimento, altri invece possono ostacolarlo, creando insoddisfazione e demotivazione. Per utilizzare in maniera efficace l’apprendimento cooperativo occorre, secondo David e Roger Johnson, sapere cosa è e cosa non è un gruppo di apprendimento. E, a questo proposito, suggeriscono di porsi, ogni qual volta si utilizzino gruppi in ambito didattico, la domanda: “che tipo di gruppo sto usando?” G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA “Che tipo di gruppo sto usando?” 1. Pseudo gruppo di apprendimento: gli allievi lavorano insieme ma non hanno interesse a farlo. Saranno valutati secondo un criterio di classificazione individuale dal ‘migliore’ al ‘peggiore’. In apparenza lavorano insieme, in realtà competono . Possono, quindi, ostacolarsi, nascondersi le informazioni. Il risultato è che il potenziale complessivo del gruppo è inferiore a quello dei singoli: ciascuno imparerebbe di più lavorando da solo. 2. Gruppo tradizionale di apprendimento: gli allievi devono lavorare insieme e accettano di farlo. I compiti però non sono strutturati in modo da richiedere un lavoro comune. Saranno valutati individualmente e non come membri del gruppo. L’aiuto e la condivisione sono minimi. Il risultato è che il potenziale complessivo del gruppo è superiore a quello di alcuni membri, ma i più impegnati e diligenti imparerebbero di più lavorando da soli. 3. Gruppo di apprendimento cooperativo: gli allievi lavorano insieme e sono contenti di farlo. Sanno, anche attraverso i compiti loro assegnati, che il loro successo dipende dallo sforzo congiunto del gruppo. Questi gruppi devono presentare delle specifiche caratteristiche. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
Lavoro di gruppo tradizionale Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Così come un insieme di individui non forma di per sé un gruppo, così non è sufficiente riunire intorno ad un tavolo quattro allievi per creare un'attività di cooperative learning. Esistono infatti differenze fondamentali tra un lavoro di gruppo tradizionale o spontaneo e un gruppo di apprendimento cooperativo: Lavoro di gruppo tradizionale Cooperative learning Interdipendenza positiva inesistente o quasi Interdipendenza positiva alta omogeneità eterogeneità Il leader è uno la leadership è condivisa e distribuita obiettivo rivolto esclusivamente al compito obiettivi rivolti al compito da svolgere e, contemporaneamente, alla relazione da creare competenze sociali date per scontate competenze sociali sviluppate consapevolmente valutazione solo globale valutazione di gruppo e individuale G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Sono 5 gli elementi essenziali che contraddistinguono l’apprendimento cooperativo: l’interdipendenza positiva: il successo dipende dalla responsabilità di tutti; il fallimento di uno è il fallimento di tutti; l’interazione diretta costruttiva: tutti contribuiscono con idee e lavoro, senza timore di esprimersi; l’uso di abilità sociali: la comunicazione efficace, le funzioni di guida, la capacità di creare climi positivi, di gestire conflitti, d’individuare e risolvere problemi sono essenziali e devono essere acquisite nel gruppo; la responsabilità individuale: ogni membro deve sentirsi responsabile nel contribuire al successo del gruppo (il gruppo non deve ovviamente sostituire l’individuo, anzi scopo dell’apprendimento cooperativo è quello di rafforzare le competenze individuali); la valutazione individuale e di gruppo: i membri del gruppo verificano e discutono i progressi compiuti, decidono i comportamenti da mantenere o modificare. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 1. L'interdipendenza positiva è essenziale all’apprendimento cooperativo. È una struttura che vincola i membri di un gruppo nel raggiungimento di uno scopo. Si raggiunge quando i membri del gruppo percepiscono di essere vincolati l’uno all’altro per il conseguimento del proprio obiettivo e comprendono che il rapporto di collaborazione che li unisce è tale per cui non vi può essere successo individuale senza successo collettivo: il fallimento del singolo è il fallimento del gruppo. Si realizza, dunque, quando, nel gruppo i problemi sono risolti con il contributo effettivo di tutti i suoi membri, che - seppure con i con mansioni diverse - sono impegnati a perseguire il medesimo obiettivo. Occorre, per questo, assegnare compiti chiari e un obiettivo comune in modo che gli studenti comprendano bene che si trovano ad agire in una situazione di “uno per tutti e tutti per uno”. L'interdipendenza positiva deve indurre ciascuno a impegnarsi per la riuscita degli altri come per la propria e fonda la possibilità stessa della cooperazione e dell’apprendimento cooperativo: senza interdipendenza positiva non vi è cooperazione. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA L’interdipendenza può essere nulla, negativa o positiva. Può essere oggettiva o soggettiva. Un gruppo si trova in una situazione di interdipendenza oggettiva quando svolge un’attività che prevede necessariamente la collaborazione dei suoi membri (è il caso, ad esempio, di una squadra di calcio dove è oggettivamente necessario che i suoi membri collaborino). Non è detto, però, che chiunque si trovi, di fatto, in una situazione di interdipendenza oggettiva percepisca tale situazione anche a livello soggettivo. Può capitare quindi che qualcuno non collabori con i compagni di gruppo e continui a lavorare in modo individualistico o competitivo. L'interdipendenza positiva può essere raggiunta attraverso obiettivi comuni (interdipendenza di obiettivo), la divisione del compito (interdipendenza di compito), la condivisione di materiali, risorse, informazioni (interdipendenza di risorse), l'assegnazione di ruoli diversi (interdipendenza di ruolo), e ricompense di gruppo (interdipendenza di ricompensa)." I membri di un team docente, ad esempio, hanno in comune il medesimo obiettivo (la formazione degli allievi), che perseguono con compiti differenti (insegnare italiano, matematica, storia ecc.), utilizzando in modo interdipendente le risorse che la struttura scolastica ed il territorio mettono loro a disposizione. (Comoglio , Cardoso 1996, p. 30) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 2. Anche l’interazione diretta costruttiva è essenziale al lavoro e all’apprendimento cooperativo. È essenziale, cioè, che i membri del gruppo si ascoltino reciprocamente, sappiano scambiarsi informazioni, sappiano accettare la reciproca influenza, sappiano manifestarsi fiducia e non temano di esporre la propria opinione. Sappiano interagire faccia a faccia per collaborare al raggiungimento degli obiettivi condivisi e comuni. Un gruppo di apprendimento cooperativo può funzionare non solo quando le persone sono legate tra loro da un rapporto di interdipendenza positiva, ma anche quando “queste persone si dimostrano reciprocamente il piacere di lavorare assieme, si conoscono nei pregi e nei difetti, si apprezzano reciprocamente, si valorizzano a vicenda, si incoraggiano nei momenti di difficoltà. Questi comportamenti favoriscono il raggiungimento di scopi comuni.” (Comoglio , Cardoso 1996, p. 31). È evidente, allora che i membri di un gruppo cooperativo devono acquisire competenze sociali per poter lavorare insieme in maniera costruttiva. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 3. L’uso di abilità sociali è altrettanto essenziale al lavoro e all’apprendimento cooperativo. L’interdipendenza positiva e l’interazione diretta costruttiva richiedono, infatti, una serie competenze sociali: competenze comunicative (saper comunicare, saper creare un clima di fiiducia); competenze di leadership (saper sostenere efficacemente un ruolo di leadership, saper distribuire la leadership); competenze nella soluzione negoziata dei conflitti (saper gestire i conflitti); competenze nella soluzione dei problemi (problem solving); competenze nel prendere decisioni (decision making). Si può dire che l'apprendimento cooperativo è, per questo, più complesso dell'apprendimento competitivo o individualistico: si devono imparare sia i contenuti delle discipline che le abilità interpersonali e di piccolo gruppo necessarie per interagire positivamente. Queste abilità sociali devono essere insegnate con la stessa consapevolezza e cura con cui si insegnano le abilità scolastiche. La necessità di un aiuto reciproco rende preferibile il gruppo eterogeneo nel quale le differenze di competenze sono una risorsa e uno stimolo per il gruppo e per l'apprendimento di ciascuno. Il Cooperative Learning non richiede che i membri di un gruppo cooperativo possiedano già inizialmente tutte queste competenze. Prevede che lo stesso lavoro di gruppo debba favorire la loro acquisizione. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 4. La responsabilità individuale rappresenta un altro elemento essenziale dell’apprendimento cooperativo. Il lavoro di gruppo non deve affievolire e tantomeno annullare la responsabilità personale e le competenze individuali: sebbene l'obiettivo sia comune al gruppo e tutti concorrano al suo conseguimento, ciascuno deve mantenere la propria responsabilità individuale rispetto a ciò che viene fatto. Ciascuno, anzi, deve sviluppare il proprio senso di responsabilità personale verso gli altri membri del gruppo e incrementare le proprie competenze per raggiungere gli obiettivi comuni. Lo scopo dei gruppi di apprendimento cooperativo è proprio quello di rafforzare la competenza individuale: gli allievi che imparano insieme devono, poi, essere in grado di fornire prestazioni singole migliori. Questo implica, ad esempio, che ciascuno si senta personalmente responsabile rispetto alla conclusione della propria attività, sappia portare a termine il proprio compito, sappia facilitare il lavoro degli altri membri del gruppo e sostenere i loro sforzi. In una situazione ad alta interdipendenza positiva la responsabilità individuale dovrebbe aumentare anziché diminuire: ogni membro del gruppo ha interesse a raggiungere l'obiettivo e ricopre una mansione che solo lui può ricoprire all'interno del gruppo; per questo la motivazione a portare a termine il lavoro e a raggiungere l'obiettivo è più alta, non solo rispetto al lavoro di gruppo tradizionale (in cui il più bravo lavora e gli altri stanno a guardare), ma anche rispetto al lavoro impostato in modo individualistico o competitivo”. (Comoglio 1998, p. 67) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 5. La valutazione individuale e di gruppo costituisce l’ultimo elemento essenziale al lavoro e all’apprendimento cooperativo. Nella valutazione di gruppo i membri verificano il lavoro svolto e i progressi compiuti rispetto il raggiungimento degli obiettivi, discutono l'efficacia e la funzionalità dei loro rapporti di lavoro. Identificano le azioni positive o negative e decidono quali tipi di comportamento mantenere o modificare. Il controllo può essere effettuato durante lo svolgersi del compito (monitoring) oppure una volta terminata l'attività comune (processing) e deve servire a incrementare la responsabilità individuale e a migliorare il lavoro di gruppo. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA David e Roger Johnson individuano tre tipi di gruppi di apprendimento cooperativo: 1. i gruppi formali (con una durata che può variare dal tempo di una lezione ad alcune settimane): possono essere utilizzati per insegnare contenuti ed abilità anche molto diversi e assicurano il coinvolgimento attivo degli studenti nel lavoro di organizzazione del materiale e di spiegazione, riassunto e integrazione dei nuovi contenuti nelle strutture concettuali esistenti. 2. i gruppi informali (con una durata che può variare dal pochi minuti al tempo di una lezione): sono gruppi ad hoc che si possono usare durante l’insegnamento diretto (in situazioni di lettura, dimostrazione, proiezione di filmati) per focalizzare l’attenzione degli studenti sul materiale da imparare, creare un clima favorevole all’apprendimento, indurre aspettative sugli argomenti che saranno trattati durante la lezione, per assicurarsi che gli studenti elaborino cognitivamente il materiale che viene insegnato e chiudere la lezione. 3. i gruppi di base (della durata di almeno un anno): sono gruppi eterogenei a lungo termine con membri stabili che si scambiano il sostegno, l’aiuto, l’incoraggiamento e l’assistenza necessari per apprendere. Nei gruppi di base i partecipanti possono instaurare rapporti di collaborazione e personali durevoli e significativi. (Johnson, Johnson, Holubec 1994, p. 20) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
Come applicare il Cooperative Learning Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Come applicare il Cooperative Learning È sempre opportuno, ogni qual volta si intende introdurre nuovi metodi di insegnamento/apprendimento, agire con gradualità, in modo da abituare se stessi e la classe. La gradualità consente di affrontare insicurezze o ansie e aumenta le probabilità di successo. Si tenga presente che sperimentare attività di apprendimento cooperativo può comportare problemi legati: al rumore nella creazione delle postazioni; al rumore nel corso dei lavori di gruppo; a una inadeguata gestione dei tempi e delle modalità del lavoro di gruppo; a un inadeguato controllo dei compiti o dei livelli di apprendimento dei contenuti. Per questo è opportuno seguire tre tappe fondamentali: 1. analizzare la situazione: occorre conoscere i propri allievi per riuscire a proporre attività stimolanti e creare gruppi idonei. Il lavoro in piccoli gruppi ha senso se serve a creare attività che consentano l'integrazione e la valorizzazione di ciascuno. Per questo è importante conoscere i bisogni, le risorse, gli interessi, la motivazione di ciascuno, così come è importante valutare la qualità delle relazioni interpersonali all'interno del gruppo-classe. Utile può essere, a questo proposito, il confronto tra i docenti, ma anche il ricorso a strumenti più strutturati di osservazione o di analisi (test, sociogrammi ecc.). G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 2. Utilizzare inizialmente i gruppi informali: il Cooperative Learning Informale rappresenta una sorta di attività intermedia tra le attività tradizionali e le attività strutturate proprie del Cooperative Learning Formale. Prevede, in genere, attività che durano un’ora e possono essere adattate alle lezioni tradizionali. Vi rientrano tutti quei modi brevi e specifici di lavorare in gruppo che possono seguire una presentazione o spiegazione da parte dell’insegnante, ad esempio: la discussione a coppie prima della lezione; la preparazione alla lezione a coppie; la presa di appunti e/o la schematizzazione a coppie. Già in questo modo è possibile sperimentare l’interdipendenza positiva (soprattutto di scopo, di ruolo, di materiale), l’interazione faccia a faccia e stimolare la padronanza di alcune abilità sociali di base come parlare a bassa voce, alzarsi senza far rumore con sedie e banchi, dare e chiedere aiuto. L’insegnante può sperimentare come oltre all’intervento diretto (spiegazione frontale a tutta la classe) può essere produttivo anche l’intervento indiretto (domande e materiali forniti alle coppie o prodotti dalle coppie stesse). G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA 3. Creare gruppi di Cooperative Learning formale: in questo caso si tratta di predisporre un piano di attività per un arco di tempo variabile da un mese ad un quadrimestre, avendo chiaro quali argomenti potrebbero essere affrontati dagli studenti in modo cooperativo, quali in modo individualistico, quali in modo competitivo. Ovviamente non è sufficiente mettere insieme gli allievi e dir loro di lavorare insieme. È necessario precisare che cosa devono fare e che cosa ci si attende da loro. Per questo occorre comunicare in maniera chiara gli obiettivi da raggiungere e i compiti da eseguire. Si tratta, in sostanza, di spiegare il compito, precisando: gli obiettivi didattici e di cooperazione (in termini di abilità scolastiche e sociali) che dovranno essere perseguiti; la responsabilità individuale in quello che dovrà essere appreso e i criteri di valutazione e di giudizio; i comportamenti che l’insegnante si aspetta di constatare o rilevare”. (Comoglio, Cardoso 1996, p. 458) G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia CORSO SPECIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELL’ABILITAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E NELLA SCUOLA PRIMARIA Occorre poi assumere delle decisioni organizzative riguardo a: la grandezza del gruppo (i gruppi di apprendimento devono essere piccoli, non più di 4 allievi); la formazione del gruppo (secondo una procedura randomizzata o meno; in genere si deve tendere a formare gruppi il più possibile eterogenei); l’assegnazione dei ruoli (attribuendo funzioni diverse come leggere, annotare incoraggiare la partecipazione, verificare la comprensione);: la strutturazione dell’aula (nei gruppi uno di fronte all’altro, ma possibilmente in maniera tale che tutti i gruppi possano vedere l’insegnante ); i materiali da utilizzare; Definire, infine, le modalità del processo di controllo (monitoring) e di revisione dell’attività svolta in gruppo (processing) I processi di controllo e revisione avvengono in momenti separati e secondo modalità diverse: il primo (monitoring) si sviluppa durante lo svolgimento della stessa attività ed è condotto dall’insegnante (con o senza l’aiuto di un allievo) attraverso interventi di sostegno o di rinforzo immediato o anche attraverso l’utilizzo di eventuali schede di osservazione, per rilevare comportamenti e livelli di partecipazione al lavoro di gruppo. Il secondo (processing) avviene al termine dell’attività e tende a valutare la qualità e la quantità dell’apprendimendo degli allievi coinvolgendoli nel processo di valutazione. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo
G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo Madter di 2° livello: Cooordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l'infanzia Master di 2° livello: “Coordinatore pedagogico di asili nido e servizi per l’infanzia” TESTI CITATI Comoglio M. (1998): Educare insegnando. Apprendere ad applicare il Cooperative Learning, Las, Roma Comoglio M., Cardoso M.A.(1996): Insegnare ed apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, Las, Roma 1996. Johnson D. W. , Johnson R. T. , Holubec E. J. (1994) : Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento, trad it. 1996, Erickson, Trento. Mead G. H. (1934): Mente , sé e società, trad. it. 1966, Barbera, Firenze. G. Piagentini, L'apprendimento cooperativo