PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Luca Ercoli- Bruna Peraboni
Advertisements

ORIENTARSI Sapersi orientare significa essere in possesso di strumenti cognitivi, emotivi e relazionali idonei per fronteggiare il disorientamento derivato.
Profilo Educativo Culturale Professionale
LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Via Serrapetrona Roma Tel 06/
QUADRO DI SINTESI Ministero della Pubblica Istruzione Dipartimento per lIstruzione Direzione Generale per il personale della scuola PROGETTO NAZIONALE.
CURRICOLO D’ISTITUTO IPOTESI DI LAVORO ZELO BUON PERSICO.
COMPETENZE: CERTIFICAZIONE e...
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
Che cosa è OCSE – PISA Che cosa è INVALSI
DIVENTARE CITTADINI ITC “PIO LA TORRE” PALERMO 29 Gennaio 2008 di Pia Blandano Dirigente Scolastico ICS “Antonio Ugo”
grande contenitore nel quale vengono risolti i diversi aspetti del vivere sociale. I singoli individui trovano proprio nell interazione reciproca lo spazio.
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
Gestione delle classe con alunni stranieri
1 Valutazione degli apprendimenti e portfolio delle competenze 1. Le pratiche di valutazione tra pensieri e saperi 3 marzo marzo 2007.
La prospettiva socio-costruttivista
1 Lucidi della terza settimana Argomenti tratti da A.Cavalli,G.Deiana,Educare alla cittadinanza democratica e M.Santerini,Educare alla cittadinanza.
Coordinate culturali ed operative INDICAZIONI PER IL CURRICOLO INDICAZIONI PER IL CURRICOLO Scuola dellinfanzia Scuola dellinfanzia Primo Ciclo distruzione.
I MODELLI DIDATTICI DELL’APPRENDIMENTO
Lo sviluppo morale.
Liceo delle Scienze Umane “Clemente Rebora”
Per una pedagogia delle competenze
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
Teoria trasformativa: i fondamenti
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
UN NUOVO INSEGNAMENTO : OPPORTUNITÀ E PROBLEMI Convegno provinciale Lecco 6 ottobre 2009 Maria Rosa Raimondi.
Bruno Losito, Università Roma Tre
Elementi qualificanti una definizione delle buone pratiche nell’educazione interculturale Elena Besozzi Università Cattolica di Milano Convegno nazionale.
pone le basi della cittadinanza attiva e consapevole
FONDAMENTI DELLA PROSPETTIVA STORICO-CULTURALE
STILI EDUCATIVI AUTORITARI PERMISSIVI AUTOREVOLI.
ALTRUISMO azioni che un individuo può compiere a vantaggio di una o più persone senza aspettarsi alcuna ricompensa esterna concreta MA azione tesa a produrre.
PON-FSE IT 05 1 PO007 – Competenze per lo sviluppo Annualita ̀ 2013/ tel. : 0963/ /41805.
Ancora tra sviluppo e apprendimento
LA SOC. COOP. SOC. “SPAZIO BAMBINI” in ATI con LA SOC. COOP. SOC
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
UNICAL Progettazione dei percorsi personalizzati di apprendimento
Rilievi critici alla teoria di Piaget
SEI EDUCAZIONI ALLA CONVIVENZA CIVILE
LEGGERE LE INDICAZIONI PER
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
Chi è lo Psicologo? Lo psicologo è un professionista della salute.
SVILUPPO COGNITIVO E APPRENDIMENTO IN ADOLESCENZA
Il gruppo classe risorsa nella prevenzione del bullismo Dott
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
La storia di un percorso
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA
Strasbourg 05/06/07 Strasbourg 31/07/ ASSOCIAZIONE DELLE AGENZIE DELLA DEMOCRAZIA LOCALE Focus sui progetti di cittadinanza attiva.
OCSe-PISA e Veneto. PISA Programme for International Student Assessment ): fu avviato nel 1997 da parte dei paesi aderenti all’OCSE.
1 RETE SCUOLA MEDIA “D’AZEGLIO” AP ISC ACQUASANTA ISC CASTEL DI LAMA CAPOLUOGO ISC ROCCAFLUVIONE I CARE SCUOLA CAPOFILA DIREZIONE DIDATTICA “BORGO SOLESTA’”
Strasbourg 05/06/07 Strasbourg 31/07/07 FONDAMENTI DI CITTADINANZA ATTIVA Marco Boaria Project Development Officer.
GESTIRE Ruoli e funzioni Relazione educativa Conflitti Comportamenti trasgressivi/aggressivi Potere, autorità, autorevolezza.
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
ISTITUTO COMPRENSVO DI ALI’ TERME POF
Identità, appartenenze, diritti, partecipazione. cittadinanza Attraverso la cittadinanza si trascende l’idea naturalistica di nazione, caratterizzata.
Conoscenze, abilità, competenze
Il contributo di Pellerey, sulle competenze individuali e il portfolio, si apre: Evoluzione del concetto negli ultimi cinquant’anni. Con una ricostruzione.
INTRODUZIONE Il quinto liceo della scuola Maria Immacolata promuove il progetto “BOLLIAMO IL BULLO” rivolto alla scuola media e famiglie per porre l’attenzione.
APPRENDIMENTO INSEGNAMENTO VALUTAZIONE VALUTAZIONE AUTENTICA E APPRENDERE PER COMPETENZE.
STILI EDUCATIVI AUTORITARI PERMISSIVI AUTOREVOLI.
«COME TENERE LA CLASSE» CORSO DI FORMAZIONE PROF.SSA DAPHNE BOLLINI A.S. 2015/2016.
Insegnanti e didattiche disciplinari Licia Masoni (Dipartimento di Scienze dell’educazione - CRESPI)
Bruner Psicologo statunitense che si è occupato di problemi educativi dagli anni 50 ad oggi Di indirizzo cognitivista, ha una dotazione culturale molto.
LICEO DELLE SCIENZE UMANE Il corso di studi ha preso avvio nell’anno scolastico 2010/2011 ma nel nostro istituto si innesta in una storica sperimentazione.
Transcript della presentazione:

PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri Capitolo 6. La vita morale delle classi

La classe: una comunità morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La classe: una comunità morale Obiettivo Educare i futuri cittadini: non si tratta solo di far acquisire conoscenze e saperi ma, soprattutto, di educare a un insieme di norme e valori che la società sceglie di insegnare ai futuri cittadini

Germania Gran Bretagna Francia Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Germania La scuola è un luogo di educazione democratica dove la violenza è oggetto di un lavoro di costante prevenzione, di riflessione politica e morale Gran Bretagna La scuola è un luogo di educazione alla convivenza multi-culturale , in cui la violenza è oggetto di costanti interventi preventivi di educazione morale Francia La scuola è luogo di trasmissione di cultura (basata sull’uguaglianza e il rispetto reciproco) dove la violenza è un reato

Si può parlare di DEMORALIZZAZIONE? Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Si può parlare di DEMORALIZZAZIONE? Indagini negli USA degli anni ‘90 mostrano come negli studenti siano in aumento episodi di aggressività, scortesie e turpiloquio. Diminuzione del rispetto verso gli oggetti della scuola, mancanza di attenzione, aumento delle malattie psicosomatiche, tendenza al “materialismo” Gli insegnanti, del resto, si sentono sempre meno responsabili e coinvolti nella missione di insegnamento

Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Secondo Damon, l’autorevolezza degli insegnanti si fonda su tre requisiti Imparzialità Responsabilità Sincerità apprendimento e benessere degli alunni esercizio del potere riconoscere i propri errori

Lo studio dello sviluppo morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Lo studio dello sviluppo morale Approccio cognitivo di Kohlberg tre stadi di sviluppo della conoscenza morale Livello pre-convenzionale (logica egocentrica) Livello convenzionale (logica convenzionale) Livello post-convenzionale (logica morale) Critiche al metodo piagetiano dei dilemmi morali utilizzati per indagare l’esistenza di tre stadi di sviluppo

Lo studio dello sviluppo morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Lo studio dello sviluppo morale Approccio sociointerazionista di Turiel È dalle diverse esperienze sociali che si sviluppano i tre livelli di conoscenza morale individuati da Kohlberg Ambito personale (logica egocentrica) Ambito convenzionale (logica delle convenzioni) Ambito morale (logica morale)

Lo studio dello sviluppo morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Lo studio dello sviluppo morale Teoria della comunicazione sociale di Shweder, Mahapatra, Miller: La moralità è costruita attraverso la comunicazione interpersonale, attraverso i giudizi sulla cultura, sulle ideologie, sulla religione e sulla morale. Gli adulti hanno il ruolo di “garantire l’ordine morale” mettendo in atto pratiche quotidiane che si fondano su un codice di comportamento rispettoso di diritti, doveri e obblighi reciproci, che ne ribadiscono costantemente l’importanza

Moralità come rispetto delle regole sociali Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La nozione di Morale Moralità come rispetto delle regole sociali Moralità come giustizia Moralità come orientamento verso gli altri

La nozione di norma morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La nozione di norma Regole di comportamento basate su giustizia e democrazia che prevedono anche l’uso di sanzioni La nozione di norma morale Regole di comportamento basate su principi che riguardano l’Uomo, i Diritti Umani, la Libertà

La costruzione sociale del Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La costruzione sociale del ragionamento e del comportamento morale

La scuola come comunità morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La scuola come comunità morale All’interno della scuola, durante le attività quotidiane, alunni e insegnanti costruiscono insieme e condividono aspetti della cultura di riferimento, che è fatta anche di giudizi morali circa i comportamenti adeguati da tenere nella vita quotidiana responsabilità equità aiuto reciproco rispetto cooperazione fiducia gentilezza

curricolo nascosto Nelle scuole si fa costante riferimento a valori, Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Nelle scuole si fa costante riferimento a valori, regole di convivenza, norme; si tratta di ciò che viene definito curricolo nascosto inteso come l’insieme degli insegnamenti impliciti non dichiarati, che fanno riferimento alla cultura della scuola

Trasformare la scuola in una comunità giusta Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Trasformare la scuola in una comunità giusta obiettivi collettivi ragionamento morale azioni responsabili dei singoli membri della comunità senso di appartenenza alla comunità (comprensione e condivisione delle norme di gruppo)

La classe come comunità morale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La classe come comunità morale Le interazioni insegnanti-alunni sono finalizzate al Raggiungimento degli obiettivi educativi Raggiungimento degli obiettivi didattici Alunno competente Alunno educato “buon cittadino”

Analisi delle routine discorsive fra insegnanti e alunni Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Analisi delle routine discorsive fra insegnanti e alunni Routine educative Routine organizzative Permettono all’insegnante di governare l’attività in classe al fine di raggiungere una costruzione condivisa dei significati (contenuti disciplinari) Permettono all’insegnante di ricordare agli alunni le regole di condotta verbale e non verbale adatte al contesto di classe Alunno competente nelle materie scolastiche Alunno educato e buon cittadino

Routine organizzative: esempi di curricolo nascosto Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Routine organizzative: esempi di curricolo nascosto Routine del contributo ignorato Routine dell’assegnazione del turno Routine della partecipazione

Offese, aggressioni, violenze nelle scuole Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Offese, aggressioni, violenze nelle scuole Approccio sociale - Approccio individuale Contesto istituzionale normativo Nazionalità Provenienza socio-culturale Organizzazione scuola Abuso di stupefacenti Relazione insegnanti - alunni Basso QI Contesto familiare Bassa autostima Gruppo dei pari

Perché la violenza nelle scuole? Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Perché la violenza nelle scuole? Interpretazioni possibili (Bègue 2004) Teoria del controllo sociale Teoria dell’apprendimento sociale Teoria cognitiva

Una concezione individuale del bullismo tra vittime e aggressori Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Una concezione individuale del bullismo tra vittime e aggressori Secondo la definizione di Smith (2001), “alcuni alunni sono più predisposti a essere vittime, mentre altri provano una soddisfazione particolare a essere bulli” Fattori di rischio delle vittime Fattori di rischio degli aggressori

Dal bullismo alla violenza: un fenomeno di esclusione sociale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Dal bullismo alla violenza: un fenomeno di esclusione sociale Le statistiche ufficiali evidenziano che l’aumento di violenze si osserva sistematicamente nelle scuole di quartieri socialmente ‘difficili’ Alcuni autori hanno quindi focalizzato l’attenzione su due aspetti: le relazioni fra violenze nelle scuole e dinamiche di esclusione sociale di specifiche categorie sociali deboli per ragioni economiche (povertà, disoccupazione) l’esistenza di un ‘effetto scuola’ : a parità di condizioni Difficili, certe scuole presentano tassi di violenze inferiori ad altre pur geograficamente vicine e socialmente simili

Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Dal bullismo alla violenza: una ricerca comparativa tra Francia e Gran Bretagna (Blaya 2001) Obiettivo Indagare le relazioni fra caratteristiche socio-culturali dei quartieri e delle scuole, climi scolastici e percezione di eventi di violenze da parte di alunni e insegnanti 30 scuole secondarie appartenenti a diverse zone dei due paesi ma con caratteristiche socio-economico-culturali molto simili 5000 studenti 400 insegnanti

L’effetto scuola: principali risultati Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi L’effetto scuola: principali risultati Percezione di insicurezza legata alla frequenza di episodi di violenza Modalità di gestione della disciplina Ore di presenza complessive degli insegnanti Qualità delle relazioni sociali Conflitti tra insegnanti e tra insegnanti e dirigente Responsabilità condivisa nel rispetto delle regole Percezione di ingiustizia Stato dei locali Funzionamento quotidiano della scuola

La violenza nelle scuole: un complesso fenomeno sociale Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi La violenza nelle scuole: un complesso fenomeno sociale Le spiegazioni di tipo individuale sembrano sempre più incongrue per spiegare il fenomeno della violenza. Per comprenderlo infatti è necessario considerare: Fattori socio culturali Fattori legati alle scuole Fattori legati alle famiglie Fattori legati alle differenze individuali

Linee di intervento internazionali Carugati, Selleri - Psicologia dell’educazione, Il Mulino, 2005 Capitolo 6. La vita morale delle classi Linee di intervento internazionali “Occorre trattare i fenomeni di violenza come prodotto dell’insieme delle condizioni di funzionamento del sistema scolastico; occorre agire nel quadro di interventi progettati da équipe integrate di insegnanti, esperti, responsabili delle politiche sociali ed educative” Programmi di intervento a lungo termine Attuati dalle istituzioni sociali nelle scuole