PATRIZIA << Era l’ultimo giorno di carnevale, quando sono nata all’ospedale di Domodossola. Tutti i miei parenti e amici sono venuti a visitarmi e tutti dicevano che ero una bambina bellissima e dolcissima. Avevo pochi mesi, quando sono stata ricoverata al “Gaslini” di Genova, per capire meglio i miei problemi di salute: la sindrome di Down. Da piccola non sapevo che cosa significasse, ma crescendo ho scoperto che è molto doloroso, anche perché qualcuno mi definiva mongoloide.
So anche che cosa vuol dire avere disabilità motorie. Ma qui voglio dire una cosa: provo amore, rabbia, dolore, gli stessi sentimenti di tutti i miei coetanei, eppure forse non avrò mai un ragazzo da amare. Una speranza, però, ce l’ho sempre, perché io mi sento una ragazza normale, non disabile, come tutti mi hanno soprannominata: Down!
E mi piace leggere, scrivere poesie e ascoltare le canzoni dei mitici Pooh, che riempiono le mie giornate, quando sono triste. Mi è dispiaciuto moltissimo non continuare gli studi perché non ho un’intelligenza pari agli altri: e questo mi ha fatto soffrire molto >>.
SAVINA Vi racconto ora un’esperienza per me indimenticabile: << Mercoledì 23 luglio 1982. Ho quasi 16 anni e sto trascorrendo le vacanze in una colonia marina. Tre ragazzi e una ragazza un pomeriggio si avvicinano e si presentano; così faccio anch’io. Mi rivolgono dei complimenti e mi chiedono se voglio essere loro amica per sempre; rispondo di sì. Poi, tutto d’un tratto, io mi alzo e cammino e così essi scoprono che sono una disabile.
Mi chiedono spiegazioni, io do la mia risposta: il destino non è uguale per ogni umano. Conclusione? Solo uno di quei ragazzi mi resta amico >>. Posso dirVi ancora una cosa? << Diversità è la bellezza che si coglie nelle differenti espressioni dell’umanità. È importante accettare che ciascuno ragioni con la propria testa, abbia il proprio carattere, si presenti in forme diverse, come diverso è il nostro cielo, bello quando è sereno, ma anche con le nuvole, nessuna uguale all’altra, e quando piove.
A volte, però, piacerebbe essere considerati tutti uguali, nella dignità e nel valore: anche gli extracomunitari, anche i disabili >>.
FABIO << A segnare la fine della mia prima vita e l’inizio della seconda, completamente diversa, è stato l’incidente stradale in cui sono rimasto coinvolto in Olanda, il 7 aprile del 1995. Ero ad Amsterdam da sette anni e facevo il pizzaiolo; l’incidente mi ha provocato un trauma cranico che ha reso necessario un intervento urgente alla testa; ero in coma.
A Domodossola, mi hanno ricoverato nel reparto di Rianimazione in gravissime condizioni: non davo segni di vita. Dopo un po’ il Primario del reparto diceva a mia Mamma che si doveva rassegnare, che non c’era più niente da fare: doveva portarsi a casa un vegetale! Invece, un giorno mi sono svegliato e accanto a me c’era mia Mamma; la prima parola che ho sussurrato è stata proprio: “Mamma!”.
Mi hanno ricoverato a Veruno per la riabilitazione e in seguito ho subito in tutto undici interventi. Dopo tutto quello che ho passato, sto bene: c’è solo il problema che non sono autosufficiente. Ora che non posso più fare certe cose, mi rendo conto di quanto è bello camminare, saltare, correre, in poche parole essere autonomi.
Molte volte penso che se il Signore non mi ha voluto lassù, in cielo, un motivo ci deve essere: dovevo fare ancora molte cose belle sulla terra! In base alle mie esperienze di vita, vorrei adesso un futuro tranquillo e sereno con la persona che amo, Cira; e che il Signore dia tanta salute ai miei Genitori e a tutte le persone che nel mondo soffrono. Vorrei inviare un messaggio a tutte le persone con problemi di disabilità: la vita è un bene prezioso perciò dobbiamo vivere nel miglior modo possibile, nonostante i problemi.
Dobbiamo pensare che c’è, purtroppo, gente che sta peggio di noi: la vita è bella, soprattutto se noi sappiamo volerci bene. E a tutte le altre persone vorrei raccomandare di aver cura della salute, che è importantissima, e di saper apprezzare le tante cose belle che la vita ci offre, a cominciare dall’autonomia e dalla famiglia, che io considero valori fondamentali >>.