Università degli Studi L’Aquila Materiali Dentari

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Transcript della presentazione:

Università degli Studi L’Aquila Materiali Dentari Dipartimento di Scienze della Salute Materiali Dentari Tit.p.a.Dott.Mario Baldi Materiali Dentari Mario BALDI

Cavo Orale

Ambiente altamente corrosivo Umido e ben aerato Esposto a salti termici 0° - 60° Repentine variazione del pH Ambiente biologicamente attivo ( batteri – saliva ) Elevati stress meccanici

Cavo Orale

Forza Masticatoria 80-150 Kg. 15-35 Kg.

Cavo Orale

L’apparato masticatorio si mette in funzione solo durante l’atto masticatorio Circa 1 ora al giorno Le altre 23 ore la bocca è in riposo funzionale e mantiene uno spazio libero fisiologico che non consente il contatto tra le superfici occlusali superiori e inferiori. Vanno in contatto solo in posizione centrica a intervalli regolari, nella deglutizione

Fattori occlusali Col termine di occlusione o combaciamento dentario si intende il modo in cui le arcate dentarie vengono tra di loro in contatto ed in quale modo ed in quale posizione dello spazio rimangono in contatto. Al fenomeno occlusale partecipano l'apparato dento-parodontale, l'articolazione temporomandibolare ed il sistema neuro-muscolare. Il primo rappresenta la parte più interessata al combaciamento e quindi all'occlusione; l'articolazione è il collegamento fra la parte mobile (mandibola) e la parte fissa (cranio); il sistema neuromuscolare costituisce la parte dinamica, quella cioè veramente attiva, che permette il movimento.

Da un punto di vista pratico, l'occlusione ideale si ha quando in due arcate in occlusione: 1) la superiore sia più grande dell'inferiore di una mezza cuspide nel senso della larghezza (diametro trasverso); 2) i denti frontali superiori avanzino e coprano gli inferiori per un terzo circa della loro altezza, nel senso della lunghezza (diametro antero-posteriore o sagittale); 3) i primi molari permanenti, che rappresentano la chiave dell'occlusione, siano in rapporto tale che, sul piano sagittate, gli inferiori avanzino di mezza cuspide rispetto ai superiori. In tal modo, ogni dente di una arcata articola con due denti dell'arcata antagonista, ad eccezione degli ultimi molari superiori e dei due incisivi centrali inferiori che articolano con un solo antagonista.

Masticazione. Le arcate dentarie vengono normalmente in contatto in posizioni diverse. In posizione di massima intercuspidazione (ICP) si ha il massimo avvicinamento spaziale tra mandibola e mascella con il massimo numero di contatti interdentari, posizione che viene spesso raggiunta alla fine del ciclo masticatorio e durante la deglutizione. Nel caso di arcate normali ed integre, le cuspidi palatine superiori e quelle vestibolari inferiori contattano in ICP con una fossa antagonista o con creste marginali di denti contigui: cuspidi "di stampo" o "di appoggio". Una occlusione in cui tutte le cuspidi di appoggio contattano con una fossa di un dente antagonista senza impegnarsi negli spazi interdentari viene detta occlusione organica.

Il contatto interdentale avviene in circa l'80% dei cicli masticatori ma, ovviamente, la frequenza dipende dalla natura del cibo che viene masticato. Nei primi cicli di una sequenza è più raro, ma nelle fasi terminali, quando la consistenza fisica del cibo è stata sufficientemente modificata, il contatto avviene costantemente alla fine di ciascun ciclo. Tale contatto, tuttavia, non é statico, non avviene cioè quando la mandibola è ferma. Nella fase finale di un ciclo masticatorio, infatti, le superfici occlusali dei denti inferiori si muovono in contatto con le superfici occlusali dei denti superiori (contatto mobile), lungo una via determinata dalla forma delle cuspidi dentali. Quando i denti sono in ICP, il contatto da mobile diventa statico. In genere, il contatto mobile durante la fase di lavoro ha un'escursione di 1 mm circa, ma l'ampiezza dipende dal tipo di movimento (verticale o rotatorio): quando è richiesa un'azione di macina può arrivare a 2 mm. Un certo grado di contatto mobile tra le superfici occlusali avviene anche all'inizio della fase di apertura, quando il movimento inizia con una deviazione contralaterale al lato di lavoro.

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