SOMMARIO I GRAFFITI POMPEIANI lo scopo degli antichi graffiti PROPAGANDA ELETTORALE PROMEMORIA ANNUNCIO DI UNO SPETTACOLO INSEGNE DI UN ALBERGO O DI UN’OSTERIA E AVVERTIMENTI DELL’OSTE
Analizzando i graffiti dell’antica Pompei,abbiamo notato che essi da una parte celebrano le opere dei personaggi politici e militari di spicco dell’epoca,dall’ altra rappresentano degli aspetti secondari come l’amore,o scritte quotidiane della gente comune. Nelle pareti delle case venivano raffigurati spesso graffiti legittimi come l’insegna di un’osteria,o più frequentemente abusivi,opera di turisti maleducati che volevano lasciare una testimonianza del loro passaggio. La gente comune mostrava i propri sentimenti(come l’amore non ricambiato,o l’odio verso qualcuno),incidendo sui muri dei complimenti verso la donna amata,o maldicenze verso chi provocava torti. Nel mondo d’oggi scritte di questo genere sarebbero associate a sintomi di esibizionismo e maleducazione,se non autorizzate. Spesso sono sfogo di violenza,di sentimenti nascosti o sofferenze personali che sottoforma di una “ribellione” tendono a manifestarsi anche su strutture nuove.
Andiamo ad analizzare i contenuti
Frasi propaganda elettorale -C.Cuspium Pansam aedilem pomarii rogant. Tutti quanti gli orefici chiedono come edile Cuspio Pansa. -M.Ennium Sabinum aedilem pomarii rogant I fruttivendoli chiedono come edile M.Ennio Sabino. -C.Iulium Polybium aedilem oro vos faciatis.Panem bonum fert Prego che voi nominiate come edile C.Giulio Polibio. Egli porta pane buono. -Inscriptor,rogo te ut transeas hoc monumentum. Quoius candidati nomen in hoc monumento incriptum fuerit,repulsa ferat neque honorem ullum unquam gerat. Tu che scrivi ti chiedo di superare questo monumento. Il nome di quel candidato che sarà iscritto su questo monumento porti voti negativi e non porti mai nessuna carica.
PROPAGANDA ELETTORALE, in occasione della quale fruttivendoli,edili ed orefici manifestavano il loro desiderio di avere come magistrato o console colui che prometteva il benessere per la città o per la loro classe sociale. Infatti i candidati assicuravano alla popolazione i beni di prima necessità,come il pane. Le diverse comunità cittadine che facevano parte del mondo romano avevano un'ampia autonomia amministrativa a livello locale; i magistrati municipali erano dotati di grandi poteri e godevano di alto prestigio all'interno delle loro comunità. Per questo le contese elettorali erano accanite e le elezioni dei magistrati cittadini che si svolgevano annualmente erano un evento importantissimo e molto seguito. Nell'imminenza del voto le pareti degli edifici cittadini, in particolare quelli situati nelle zone più frequentate, si ricoprivano di propaganda elettorale. La nostra conoscenza di queste campagne elettorali a livello locale in effetti si fonda largamente sui manifesti propagandistici pompeiani, chiamati in latino programmata. Questi erano dipinti in colore nero o rosso sulla parete di un edificio cittadino che veniva appositamente intonacata.
Il testo era spesso molto stringato, limitandosi a ricordare il nome del candidato in caso accusativo, e la carica alla quale aspirava, infine ad esortare il voto per lui, quasi sempre con la formula oro vos faciatis, "vi prego di eleggere". Le abbreviazioni erano largamente impiegate, a partire dalla frequentissima O R F per oro vos faciatis; a volte addirittura il nome stesso del candidato veniva abbreviato: del resto si trattava di personaggi ben noti della vita cittadina, facilmente riconoscibili anche dalle sole iniziali. Alle volte a questo formulario stereotipato venivano aggiunti elementi più originali, con riferimenti alle virtù del candidato, che potevano essere generici (come per esempio nel caso di Rusticelio Celere, dignum rei publicae), ma anche molto più specifici come ad esempio la sua competenza e probità nell'amministrazione delle finanze. Uno dei compiti principali degli edili municipali era quello di assicurare i rifornimenti alimentari della città.
Per convincere gli elettori indecisi poteva essere utile ricordare nel manifesto elettorale qualche autorevole sostenitore di un candidato. Alle volte questa arma propagandistica era sfruttata in modo indiretto: pubblicando il manifesto elettorale sulla casa di un qualche influente personaggio si lasciava agli elettori l'impressione che questi appoggiasse il tal candidato. In altre occasioni si riusciva a strappare una vera e propria dichiarazione di voto: così lo sponsor appariva esplicitamente nell'iscrizione come soggetto del verbo rogat, che si può tradurre con "(il tale) invita a votare". I materiali esecutori dei manifesti erano i Programmatum scriptores: si trattava di un impiego part-time, che veniva assunto solo in periodo di campagna elettorale da persone che nei rimanenti periodi dell'anno esercitavano mestieri diversi.
Frasi annuncio di uno spettacolo A.Suetti Certi aedilis familia gladiatoria pugnabit Pompeis pridie Kalendas Iunias; venatio et vela erunt. La squadra di gladiatori dell’edile A.Suettio Certo combatterà a Pompei il giorno primo delle calende di giugno: ci saranno fiere e tendoni.
ANNUNCI DI UNO SPETTACOLO ANNUNCI DI UNO SPETTACOLO. Quando si parla di circenses( giochi del circo) il pensiero immediatamente corre ai combattimenti dei gladiatori che lottavano nel Colosseo e in tutti glia anfiteatri presenti nei municipi romani. Tuttavia in essi non si svolgevano solo combattimenti tra uomini ma anche tra belve tra di loro o tra condannati a morte o tra animali; le venationes( le cacce) erano incontri cruenti tra professionisti, i gladiatori appunto, e le fiere. Altre volte lo spettacolo era del tutto incruento poiché consisteva in esibizioni di animali addomesticati.
Il munus, il sacrificio umano, fu trasformato in una festa celebrata con piacere da tutta la cittadinanza che lo preferiva a qualsiasi altro spettacolo. Per questo motivo tutti coloro che aspiravano alla monarchia utilizzarono i munera per i loro scopi finanziandoli onde ottenere il favore popolare. Tali spettacoli duravano dall’alba al tramonto. A Roma dove gli imperatori non badavano a spese pur di offrire al popolo uno spettacolo prestigioso gli incontri avvenivano sempre tra campioni.
Frasi insegne di un albergo o di un’osteria… Hospitium. Hic locatur triclinium cum tribus lectis et commodis. Ospitalità. Qui è collocata la sala da pranzo con 3 letti anche comodi Calòs Hedonè. Veleat qui legerit. Hedonè decit:assibus singulis hic bibitur;dupundium si dederis,meliora bibes quartum assem si dederis,vina Falerna bibes Bel piacere. Stia chi legge. Il piacere disse: qui si beve con un solo asse,se 2 assi, berrai cose migliori,se darai 4 assi i vini di Falerno.
aut gressus ad tua tecta refer. Abstine discidiis odiosaque iurgia differ,si potes; aut gressus ad tua tecta refer. Astieniti dai litigi e dalle odiose risse, se puoi, o porta i passi ai tuoi tetti animazione
Le INSEGNE DI UN ALBERGO E DI UN’OSTERIA descrivevano le caratteristiche migliori dell’edificio (se lussuoso,con 3 letti e sala da pranzo ecc..). Si trattava di scritte particolari che attiravano l’attenzione del cliente aiutandolo a conoscere meglio le qualità dell’albergo. Esistevano, nell'antica Roma, dei luoghi chiamati enopolium simili alle attuali osterie. Vi erano inoltre i thermopolium dove si servivano cibi e bevande caldi, mantenuti a temperatura in grandi vasi di terracotta incassati nel bancone: esempi ben conservati sono visibili presso gli scavi dell'antica Pompei.
Frasi promemoria XI Kalendas panem factum Il pane è stato fatto il giorno I1 prima delle calende. Oliva condita XVII K.Novembres Olive messe sott’olio il 16 novembre Pridie Kalendas Maias supposui ova gallinae Il 30 aprile ho messo le uova sotto la gallina Nonis Februariis (Vetta accepit) a Faustilla denarios XV: usura asses VIII Nono febbraio (Vetta ricevette) da faustilla 15 denari: interesse di 8 assi.
Se non lo scrivo, me lo dimentico Da queste frasi,ritrovate incisa su un muro della vecchia Pompei,emerge la figura della donna,dedita ai lavori di casa,che appunta,come accade oggi giorno,ciò che deve svolgere nel corso della giornata e ciò che non deve dimenticare.
Andiamo ad analizzare la sintassi
Osservando i graffiti tradotti abbiamo riscontrato diverse particolarità.I temi trattati sono i più svariati,passano da messaggi d’amore a frasi usate comunemente che fungono da promemoria,ad altri ancora che invitano la popolazione romana al voto.Infatti da queste emergono non solo le figure di soldati o importanti personaggi politici,ma anche le classi sociali “minori” come la popolazione comune,tra cui albergatori e osti. Di questa gente vengono espressi in modo diverso i nomi propri: per le cariche politiche,infatti questo è messo per esteso(primo nome,secondo nome e molto spesso quello della gens di appartenenza,anche se a volte il primo è abbreviato);invece per il popolo viene espresso solo il primo nome; da ciò possiamo dedurre che coloro che aspiravano ad una carica politica erano individui di spicco particolarmente importanti nello svolgersi della vita quotidiana della città e proprio al nome era dato il compito di evidenziare questa autorità.
Dal punto di vista sintattico abbiamo notato che i periodi sono per lo più brevi costituiti da soggetto,verbo,complemento oggetto e al massimo un altro complemento,in genere di tempo,luogo o compagnia,infatti, i messaggi lasciati sui muri avevano la funzione di esprimere un concetto in maniera piuttosto diretta e comprensibile a tutti o quasi che li osservavano talvolta anche di sfuggita, necessariamente quindi senza essere troppo articolati e complessi nella forma. E’ evidente l’uso di verbi,soprattutto del participio,indicativo e congiuntivo,e in alcuni casi,come per degli ordini dati da albergatori o proprietari d’osterie, all’imperativo, sia attivo che passivo usufruendo della sua capacità esortativa , soprattutto alla terza persona singolare e plurale poiché generalmente non ci si riferiva ad un “tu” specifico ma piuttosto ad una pluralità espressa appunto con l’uso della terza persona.. A volte però essi non sono espressi,soprattutto il verbo essere uso che tuttora è proprio del linguaggio comune anche della nostra lingua.Altre annotazioni sono ad esempio l’uso di numeri romani per indicare date o prezzi probabilmente per evitare l’estensione della scrittura cercando di abbreviare il più possibile;parole più spesso ripetute nella stessa frase non si cercavano sicuramente sinonimi nel linguaggio quotidiano; un uso frequente di pronomi dimostrativi e personali,la presenza di piccoli errori grammaticali riguardo la lettera “M” che,poiché non veniva pronunciata,non veniva poi neanche scritta e riguardo la lettera “C” che veniva messa al posto della “Q” poiché la pronuncia era la stessa.