Ipotesi di lavoro ANALISI DI UN CASO PRATICO

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Ipotesi di lavoro ANALISI DI UN CASO PRATICO Immaginiamo che l’“Associazione Culturale Fantasia” abbia chiesto un contributo di € 220.000,00 per realizzare un progetto di integrazione degli stranieri provenienti dal Terzo Mondo nell’ambito della città di Torino e provincia, mediante la realizzazione di percorsi sia di accoglienza, che di informazione e di formazione degli stessi. a cura di: Riccardo Petrignani

CONTROLLO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CODICE ETICO ANALISI DI UN CASO PRATICO CONTROLLO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CODICE ETICO In che modo esaminiamo la richiesta? I rapporti di lavoro eventualmente in essere o appositamente attivati per la realizzazione delle iniziative sostenute dal contributo regionale devono essere improntati – oltre che al rispetto delle norme vigenti – al rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo, tutelandone l’integrità morale e assicurando eguali opportunità; devono inoltre essere conformi alle tipologie contrattuali sottoscritte dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative (articolo 6, comma 3, del Codice Etico); Se un ente-no-profit si avvale delle prestazioni di un’organizzazione di volontariato, l’utilizzo dei volontari aderenti a quest’ultima deve essere regolato da un’apposita convenzione tra le due parti (articolo 6, comma 4, del Codice Etico); L’impiego eventuale di stagisti deve essere motivato e pianificato nell’ambito di un programma, anche pluriennale, di attività; I costi di gestione non devono superare il 20% delle spese sostenute per la realizzazione delle iniziative sostenute dal contributo regionale: in caso contrario va richiesta a questo Settore e in via preventiva e motivata l’autorizzazione al superamento della soglia del 20% (articolo 7, comma 1, del Codice Etico); Nel caso in cui le iniziative sostenute dal contributo regionale prevedano viaggi e soggiorni in Italia e all’estero, i relativi costi sono riconosciuti all’ente no-profit nella misura prevista per i dipendenti regionali: in caso contrario va richiesta a questo Settore e in via preventiva e motivata l’autorizzazione a spese superiori (articolo 7, comma 2, del Codice Etico); a cura di: Riccardo Petrignani

CONTROLLO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CODICE ETICO ANALISI DI UN CASO PRATICO CONTROLLO DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL CODICE ETICO In che modo esaminiamo la richiesta? Le spese di rappresentanza riferite alle iniziative approvate non devono superare il 15% dell’importo del contributo regionale assegnato e devono essere ispirate al principio della sobrietà (articolo 8, comma 1, del Codice Etico); Il contributo regionale non può essere impiegato per l’acquisto di omaggi (articolo 8, comma 2, del Codice Etico); La proprietà dei marchi caratterizzanti le iniziative, sostenute da contributi della Regione e degli altri Enti Locali assegnati in misura superiore al 50% del preventivo di spesa, va cointestata alla Regione e agli Enti Locali, che ne disciplinano l’utilizzo (articolo 9 del Codice Etico); Gli enti no-profit sono tenuti a fornire a questo Settore (ed eventualmente ad altri soggetti indicati dalla Regione) informazioni complete, trasparenti, comprensibili e accurate in ordine alle iniziative svolte (articolo 10, commi 2 e 4, del Codice Etico); Gli enti no-profit assegnatari di uno o più contributi – concessi dalla Direzione regionale Cultura, Turismo e Sport, a cui afferisce questo Settore – il cui importo o la cui somma sia pari all’importo di € 100.000,00 o a importi superiori, devono prevedere all’interno della propria organizzazione un Collegio dei Revisori o un Revisore Unico, che devono essere scelti tra gli iscritti nell’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili oppure nel Registro dei Revisori Contabili (articolo 12 del Codice Etico) . Qualora il Collegio dei Revisori o il Revisori Unico non siano previsti dalle disposizioni dello statuto, l’ente no-profit dovrà provvedere ad approvare una idonea modifica statutaria; a cura di: Riccardo Petrignani

In che modo esaminiamo la richiesta? ANALISI DI UN CASO PRATICO CONTROLLO CONTABILE In che modo esaminiamo la richiesta? A) Le spese direttamente connesse all’iniziativa e documentate da fatture, ricevute fiscali e altri documenti intestati al beneficiario. B) Le spese generali e/o di gestione riferite all’iniziativa e documentate da fatture, ricevute fiscali e altri documenti intestati al beneficiario. C) Le spese documentate da scontrini fiscali e da altri documenti fiscalmente validi ma non intestati al beneficiario. D) I costi del carburante, derivanti dall’utilizzo di autovetture finalizzato alla realizzazione dell’iniziativa sostenuta dal contributo regionale. E) Il valore economico delle prestazioni rese a titolo gratuito F) Il totale complessivo delle spese sostenute. G) Il dettaglio e il totale complessivo delle entrate. H) Il saldo contabile. VINCOLI DI UTILIZZO: Rispetto alle spese totali sostenute: l’ammontare del contributo regionale non può superare il 70% delle spese sostenute per la realizzazione delle iniziative approvate Rispetto all’importo del contributo regionale: può essere utilizzato in misura non superiore al 20% dello stesso per la copertura delle spese generali o di gestione a cura di: Riccardo Petrignani

LINEE GUIDA ENTI NO PROFIT PER IMPORTI SUPERIORI A € 100.000,00 ANALISI DI UN CASO PRATICO LINEE GUIDA ENTI NO PROFIT PER IMPORTI SUPERIORI A € 100.000,00 In che modo esaminiamo la richiesta? Linee Guida (dispositivo della d.g.r. 47-12422 del 26.10.2009 e s.m.i. di approvazione del Codice Etico e delle Linee Guida). L’atto costitutivo e lo statuto devono essere formalizzati e contenere: l’indicazione dello scopo e della missione dell’ente no-profit; l’indicazione di un organo esecutivo (responsabile della gestione), di un organo assembleare (per gli enti associativi), di un organo di controllo qualificato; l’indicazione della normativa (civile, fiscale, eccetera) di riferimento.(Punto 1.2 “Aree di analisi e di intervento – Area amministrativa” delle Linee Guida) L’organizzazione interna deve essere uniformata ai seguenti principi e criteri: Gli atti sociali vanno tempestivamente inviati all’organo preposto al controllo; L’organizzazione interna deve essere strutturata in modo tale da evidenziare con chiarezza e precisione i processi decisionali ai vari livelli dell’ente no-profit. Detta strutturazione deve essere altresì commisurata alle dimensioni, alla mission e alla vision dell’ente no-profit, alle risorse umane operanti in esso; La costituzione, la composizione, la durata, l’eventuale remunerazione degli organi, in cui l’ente no-profit è articolato, devono essere conformi alle disposizioni espresse dallo statuto; Non devono sussistere possibili situazioni di conflitto di interesse, interne all’ente no-profit, tra l’organo esecutivo-direttivo, l’organo assembleare e l’organo di controllo; L’organizzazione interna deve essere strutturata in modo tale da garantire il rispetto delle formalità di convocazione degli organi, il rispetto dei quorum costitutivi e delle procedure di accertamento delle presenze dei componenti degli organi, la esistenza e la puntale compilazione dei libri-verbali degli organi in cui l’ente no-profit è articolato (Punto 1.2 “Aree di analisi e di intervento – Area amministrativa” delle Linee Guida). a cura di: Riccardo Petrignani

LINEE GUIDA ENTI NO PROFIT PER IMPORTI SUPERIORI A € 100.000,00 ANALISI DI UN CASO PRATICO LINEE GUIDA ENTI NO PROFIT PER IMPORTI SUPERIORI A € 100.000,00 In che modo esaminiamo la richiesta? Linee Guida (dispositivo della d.g.r. 47-12422 del 26.10.2009 e s.m.i. di approvazione del Codice Etico e delle Linee Guida). Il bilancio consuntivo annuale di esercizio (non quello riferito alle iniziative sostenute dal contributo regionale) deve essere costituito dai seguenti quattro documenti: stato patrimoniale; rendiconto gestionale; nota integrativa; relazione di missione. Il bilancio consuntivo annuale di esercizio e l’elenco dei fornitori devono essere pubblicati su iniziativa dell’ente no-profit in allegato al Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte on-line (articolo 10, comma 3, del Codice etico). a cura di: Riccardo Petrignani

ANALISI DI UN CASO PRATICO Nel caso in questione dovremo analizzare le seguenti problematiche: CORRETTA COMPILAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SOSTITUVA VERIFICA DELLO STATUTO VERIFICA DEL BILANCIO DELL’ASSOCIAZIONE CONTENUTO DELLA RELAZIONE DEL PROGETTO OGGETTO DI CONTRIBUTO FORMALE DISAMINA DELLE FATTURE (IMPUTAZIONE CORRETTA) PROBLEMATICHE GIUSLAVORISTICHE CONTABILE a cura di: Riccardo Petrignani

Associazioni riconosciute ANALISI DI UN CASO PRATICO Associazioni riconosciute Le associazioni riconosciute sono disciplinate dagli articoli da 14 a 35 del Codice Civile. Le associazioni riconosciute devono essere costituite con atto pubblico. 1.2 Il riconoscimento nazionale L’art.1 del d.P.R. 361/2000 dispone che le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato acquistino la personalità giuridica mediante il riconoscimento determinato dall’iscrizione nel registro delle persone giuridiche, istituito presso le prefetture. La domanda per il riconoscimento nazionale, sottoscritta dal fondatore o da coloro ai quali è conferita la rappresentanza dell’ente, è presentata alla Prefettura nella cui provincia è stabilita la sede dell’ente, allegando la copia dell’atto costitutivo e dello statuto. L’autorità competente effettuerà un controllo circa il rispetto delle norme di legge, che lo scopo sia possibile e lecito e che il patrimonio risulti adeguato alla realizzazione dello scopo. 1.3 Il riconoscimento regionale Nel caso in cui l’associazione accetti di operare in un ambito territoriale limitato alla regione, in riferimento ad una delle materie trasferite dallo Stato alle Regioni, è possibile richiedere ed ottenere il riconoscimento giuridico a livello regionale. In tal caso l’istanza di riconoscimento deve essere presentata alla Presidenza della Giunta regionale competente per territorio. Il riconoscimento giuridico è ricollegato all’iscrizione dell’ente nel registro delle persone giuridiche detenuto dalla regione stessa. a cura di: Riccardo Petrignani

Associazioni NON riconosciute ANALISI DI UN CASO PRATICO Associazioni NON riconosciute Larga parte delle associazioni attualmente esistenti è costituita nella forma dell’associazione non riconosciuta, disciplinata dagli artt.36 e seguenti del Codice Civile. Esse si caratterizzano per la mancanza della personalità giuridica, tuttavia, anche l’associazione non riconosciuta è un soggetto di diritto, autonomo rispetto agli associati, dotato di un proprio patrimonio che sotto il nome di “fondo comune”. l’atto costitutivo non richiede particolari forme: può essere redatto in forma scritta, verbale o può addirittura risultare tacitamente dall’attività organizzata del gruppo. Tuttavia con l’introduzione dei controlli delle Agenzie delle Entrate (compilazione del modello EAS) è oggi importante per l’ente che il proprio atto costitutivo e statuto abbiano data certa, ossia risulti la registrazione dei documenti presso l’Ufficio del Registro. Tutte le associazioni sono PERSONE GIURIDICHE nel momento in cui ottengono dall’Agenzia delle Entrate l’attribuzione del numero di codice fiscale, (modello AA5/5, distribuito gratuitamente presso gli uffici finanziari) . a cura di: Riccardo Petrignani

VISIONE: l’ideale a cui tende il progetto Elaborare la relazione dell’ente su una richiesta di contributo significa INDIVIDUARE i punti di forza e di debolezza del progetto oggetto di finanziamento, valutando in modo distaccato ed obiettivo l’effettiva validità dell’iniziativa e di ottimizzare l’uso delle risorse. Gli elementi chiave sono: VISIONE: l’ideale a cui tende il progetto MISSIONE: i reali fini del progetto OBIETTIVI: come farlo STRATEGIA: con quali mezzi A cura di Riccardo Petrignani

VISIONE: l’ideale a cui tende l’iniziativa Le prime domande da porsi VISIONE: l’ideale a cui tende l’iniziativa È condivisa da tutti i partecipanti? Vi sono iniziative simili e più forti sul territorio? Risponde ai reali bisogni dei destinatari? E’ troppo generica o indeterminata? MISSIONE: i reali fini dell’iniziativa E’ la scelta migliore? Ci sono altre esigenze ugualmente o maggiormente importanti che ricevono minore attenzione? Ci sono le capacità e le risorse per soddisfarla? OBIETTIVI: come farlo? Ci sono strade alternative per soddisfare l’iniziativa proposta? E’ un obiettivo troppo ambizioso? In quanto tempo potrà essere raggiunto? STRATEGIA: attraverso quali mezzi E’ la migliore possibile? Cosa fanno gli altri operatori presenti?

Piano di fattibilità dell’iniziativa Il piano in sintesi Che cosa offrire Identificare le esigenze degli utenti potenziali Definire i servizi da offrire Definire le caratteristiche tecniche dei servizi da offrire Valutare la struttura organizzativa necessaria Identificare gli elementi distintivi rispetto a servizi già presenti A chi e dove Identificare i possibili utenti Definire l’area su cui operare Valutare il mercato complessivo Valutare il mercato già occupato da altri players. Come organizzarsi Definire le competenze necessarie Definire le strutture Definire gli spazi necessari Definire le attrezzature necessarie Con quali fondi Erogazioni liberali Raccolta fondi Cinque per mille

ANALISI DI UN CASO PRATICO Nel caso in questione si tratta di analizzare l’associazione culturale Fantasia. Si ipotizza che l’associazione si è avvalsa dell’attività prestata da: A) un libero professionista iscritto alla cassa di previdenza di categoria; B) un libero professionista senza una propria cassa di categoria iscritto alla gestione separata INPS; C) un lavoratore occasionale; D) un collaboratore a progetto (Co.co.pro). Si analizzano i seguenti documenti: Fatture e ricevute F24 Scheda carburante a cura di: Riccardo Petrignani

In questo caso, l’associazione riceve una fattura per prestazioni effettuate da lavoratore autonomo sprovvisto di una propria Cassa previdenziale (quindi obbligato ad iscriversi alla Gestione Separata INPS); il contributo previdenziale INPS del 4% costituisce base imponibile ai fini IVA e risulta imponibile ai fini IRPEF e va pertanto assoggettata alla ritenuta d’acconto del 20%. a cura di: Riccardo Petrignani

In questo caso, l’associazione riceve una fattura per prestazioni di lavoro autonomo effettuate da un libero professionista con propria Cassa di previdenza di categoria. Il contributo previdenziale ed assistenziale, in genere pari al 4%, concorre a formare la base imponibile IVA e non essendo assoggettato ad IRPEF non costituisce base imponibile ai fini del calcolo della ritenuta d’acconto del 20%. a cura di: Riccardo Petrignani

OCCHIO ALLA LEGGE BIAGI L’associazione si è avvalsa della collaborazione di una persona configurabile come prestazione occasionale. Il compenso corrisposto risulta essere esente da IVA ma soggetto ad una ritenuta fiscale alla fonte, ovverosia la ritenuta d’acconto, pari al 20% sull’ammontare complessivo che il committente retrocede al lavoratore. OCCHIO ALLA LEGGE BIAGI Le collaborazioni occasionali hanno due limiti: TEMPORALE: la prestazione non può eccedere i 30 giorni lavorativi nell’anno solare; IMPORTO: la prestazione non può eccedere 5.000=euro nell’anno solare e non per committente. In questa fattispecie la collaborazione occasionale viene ripresa dall’INPS come co.co.pro. a cura di: Riccardo Petrignani

L’associazione ha inoltre assunto un lavoratore con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa nella modalità c.d. a progetto. Il contratto è stato stipulato in forma scritta (forma richiesta ad probationem e non ad substantiam). Il lavoratore riceve il suo compenso elaborato nella busta paga mensile. a cura di: Riccardo Petrignani

IL VERSAMENTO DELLE RITENUTE D’ACCONTO I sostituti d’imposta che corrispondono compensi per i quali è previsto il pagamento di una ritenuta del 20% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, devono versare tale ritenuta utilizzando il modello F24 (cod. tributo 1040 nella sez. Erario) esclusivamente in via telematica per i sostituti titolari di partita IVA. Nel caso esaminato l’associazione dovrà quindi provvedere a versare entro il 16/04/2010 la ritenuta operata sulla ft. pagata allo studio Publi-media nel mese di marzo 2010. a cura di: Riccardo Petrignani

LA CERTIFICAZIONE DELLE RITENUTE Le ritenute corrisposte devono essere certificate da parte dei soggetti obbligati ad operarle. La certificazione, che va consegnata all’interessato entro il 28 febbraio dell'anno successivo a quello in cui le somme e i valori sono stati corrisposti, deve attestare: - l'ammontare complessivo delle somme e valori corrisposti; - l'ammontare delle ritenute operate, delle detrazioni di imposta effettuate e dei contributi previdenziali e assistenziali; - eventuali altri dati. a cura di: Riccardo Petrignani

Le organizzazioni no profit solitamente non posseggono autovetture di proprietà, raramente ricevono automezzi in donazione da grandi Enti (fondazioni bancarie, ecc.). Più frequentemente l’associazione si avvale degli autoveicoli dei propri soci o volontari, deliberando all’interno del Consiglio Direttivo un rimborso chilometrico secondo la tariffa ACI del mezzo impiegato. Tuttavia alcuni enti di volontariato optano per un rimborso chilometrico forfettario che sia uguale per tutti. Alleghiamo la classica scheda carburante che può essere utilizzata sia dall’associazione proprietaria di un autoveicolo sia da un socio o volontario che dovrà quindi riportare l’intestazione con i propri dati e quelli del veicolo, trascrivendo sia i Km iniziali e finali che ha effettuato tramite i rifornimenti di carburante che