MEMORIA E SOGNO, INCONSCIO E COSCIENZA:

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Transcript della presentazione:

MEMORIA E SOGNO, INCONSCIO E COSCIENZA: COSCIENZA SOGNO MEMORIA Mauro Mancia Borla, Roma, 1998 Convegno di approfondimento, 2004 La Coscienza MEMORIA E SOGNO, INCONSCIO E COSCIENZA: LE NEUROSCIENZE IN DIALOGO CON LA PSICOANALISI

RAPPORTO CERVELLO MENTE INTRODUZIONE RAPPORTO CERVELLO MENTE Il problema della relazione cervello-mente Una confusione epistemologica: la mente e` stata considerata isomorfica al corpo Illusione di poter utilizzare medesimi strumenti per mente e cervello Fin dai tempi di Cartesio il problema della relazione cervello-mente e` stato al centro di dibattiti fra gli studiosi di varie discipline quali filosofi psicologi neurologi . Inoltre nel parlar corrente spesso emerge una confusione epistemologica molto grave per cui la mente e` stata considerata isomorfica al corpo illudendosi, per conoscerla,di poter utilizzare gli stessi metodi usati per conoscere le funzioni del cervello. Ovviamente qualsiasi operazione mentale richiede l’attivazione di particolari aree circuiti strutture del cervello in quanto la mente ne` viene dal cielo ne’ e` trascendente ma dipende dall’esperienza dalla genetica dalla relazione e quindi da molteplici fattori che incidono nel cervello e che modificano l’attivita` cerebrale.

RAPPORTO CERVELLO MENTE La realta` non e` solo fisica o materiale ma anche psichica e mentale Mancia sostiene che per indagare la mente è necessario avvalersi sia di strumenti neuroscientifici che psicoanalitici Un approccio sistemico In sintesi la realta` non e` solo fisica o materiale in quanto affetti, rappresentazioni, fantasie,meccanismi di difesa sono realta’ anche psichiche o mentali. Ad esempio, possiamo attribuire al sistema limbico ipotalamico il compito di controllare, le nostre emozioni, la nostra sessualita`, la nostra memoria; ma niente puo` dirci il sistema limbico sulla nostra storia affettiva personale sulle caratteristiche della nosra identita` e personalita` e sulla nostra visione del mondo. Mancia quindi sostiene un monismo ontologico perche` tutto deriva dal cervello e un dualismo epistemologico perche` per indagare la mente e` necessario avvalersi sia dell’apporto delle neuroscienze che degli strumenti della psicoanalisi avendo quindi un approccio sistemico. Dobbiamo sviluppare parallelamente le due direzioni, solo in tal modo si potra` cogliere la complessita` dell`uomo.

La persistenza della memoria, MEMORIA E INCONSCIO Memoria e inconscio sono due funzioni della mente interdipendenti. La memoria è il luogo del nostro inconscio (Freud, 1912) La persistenza della memoria, Dalì 1931 Memoria e inconscio sono due funzioni della mente che non possono esistere separate l’una dall’altra. La memoria infatti è il luogo del nostro inconscio, come aveva già intuito Freud nel 1912.

La memoria dal punto di vista neuroscientifico Memoria dichiarativa o esplicita: Coinvolge il lobo temporale mediale, le aree orbito-frontali e l’ippocampo bilateralmente Presente a livello della coscienza e verbalizzabile Memoria autobiografica Si forma dopo i due anni Le ricerche neuroscientifiche, hanno individuato quelle strutture corticali e sottocorticali indispensabili per la memoria e hanno scoperto in questi ultimi anni che nel nostro cervello opera un doppio sistema della memoria: quello della memoria esplicita o dichiarativa e quello della memoria implicita o non dichiarativa (Squire, 1994; Schacter, 1995). 1) La memoria esplicita o dichiarativa può essere evocata coscientemente e verbalizzata. Essa riguarda la propria autobiografia, permette il processo ricostruttivo della propria storia personale tramite il ricordo e si forma dopo i due anni (quando gia` il bambino puo` mettere in atto la rimozione). Coinvolge il lobo temporale mediale, le aree orbito-frontali e l’ippocampo bilateralmente . 2) La memoria implicita, per contro, non è cosciente né verbalizzabile.Coinvolge l’amigdala, lo striato e altre aree (temporo-parieto-occipitali dell’emisfero destro (almeno riguardo alla parola), nuclei della base e strutture cerebellari) ץ Essa non permette il ricordo e riguarda diversi apprendimenti. Memoria non dichiarativa o implicita: Coinvolge soprattutto l’amigdala e lo striato Non è cosciente né verbalizzabile Riguarda i diversi apprendimenti Memoria procedurale ed emozionale - affettiva

La memoria dal punto di vista neuroscientifico Memoria dichiarativa o esplicita (lobo temporale mediale, aree orbito-frontali e ippocampo bilateralmente) Fatti Eventi Memoria non dichiarativa o implicita Memoria procedurale Memoria emozionale – affettiva - capacita` e abitudini - amigdala - striato Qui possiamo vedere un piccolo schema riassuntivo di cio` che ho appena detto. In particolare oggetto d`indagine della psicoanalisi sono: la memoria implicita procedurale ossia relativa alle capacita` e abitudini.e comportamenti (suonare piano, allacciarsi le scarpe ,guidare) e quella emozionale ed affettiva .

Punto di vista psicoanalitico Inconscio non rimosso La Memoria implicita emozionale - affettiva caratterizza le prime relazioni del bambino con la madre e influenza l’organizzazione del “Sé preverbale e presimbolico” (Stern) del neonato. Esperienze sia negative che positive con le figure primarie verranno depositate in questa memoria implicita preverbale e presimbolica costituendo la struttura inconscia non rimossa. Non rimossa poiché le strutture indispensabili per la rimozione non sono mature prima dei 2-3 anni. La memoria implicita emozionale ed affettiva caratterizza le prime relazioni del bambino con la madre e partecipa all’organizzazione del Sé preverbale e presimbolico del neonato. Un ruolo fondamentale è giocato dal corpo del bambino e dal suo codice genetico, ma ha grande importanza soprattutto la capacità di rêverie ossia il contenimento della madre. Secondo l’autore le esperienze del neonato sia positive che negative verranno depositate nella sua memoria implicita costituendo gli elementi centrali dell’inconscio non rimosso (Mancia, 2003; 2004). Condizioneranno quindi la vita affettiva, emozionale, cognitiva e sessuale del bambino, continuando ad operare nell`adulto Mancia parla di inconscio non rimosso perche` tali esperienze non possono infatti andare incontro a rimozione in quanto le strutture indispensabili per il processo di rimozione (ippocampo, cortecia temporale e orbito-frontale) non sono mature prima dei 2-3 anni di vita e quindi il bambino non e` in grado di attuare questo meccanismo. Per contro, si ipotizza che l’inconscio rimosso trovi la sua localizzazione nelle strutture della memoria esplicita autobiografica. Mancia in tale teorizzazione si distanzia da Freud in quantoFreud considera la memoria implicita come espressione della rimozione e ha sottovalutato le piu` profonde esperienze riferibili ad epoche pre-verbali e pre-simboliche che secondo Mancia sono invece archiviabili nella memoria implicita senza necessariamente essere rimosse.

come si manifesta l’inconscio non rimosso nella clinica? 1. Transfert Componenti formali Componenti formali extra- verbali: infra- verbali: il comportamento,la postura… la comunicazione, la voce… L’inconscio non rimosso nella clinica Il problema che si pone a questo punto: è "come si manifesta l’inconscio non rimosso nella clinica?". I momenti privilegiati per il suo recupero sono il transfert e il sogno. Il transfert va colto essenzialmente nelle sue componenti formali extra- ed infra-verbali. Le componenti extra-verbali riguardano il comportamento del paziente, la sua postura, il suo modo di porsi in relazione con l’analista. Le componenti infra-verbali riguardano invece il modo di comunicare del paziente in cui assume un’importanza fondamentale la voce.

La voce e le sue forme Espressione del sé Espressione del sé in relazione con l’altro L’importanza della voce materna Dimensione musicale del transfert (Mancia): il tono, il ritmo, il timbro, la musicalità e i tempi del linguaggio In clinica, attraverso questa dimensione, il terapeuta potrà cogliere gli elementi inconsci della memoria implicita – inconscio non rimosso La voce: è una esperienza di sé che si realizza nell’atto di parlare ma è anche un’espressione del Sé in relazione con l’altro come per esempio nel caso della voce della madre. La sua voce e` molto importante in quanto fa rivivere al neonato un`esperienza prenatale dando continuita` all`esperienza razionale ed emotiva del bambino a fronte della inevitabile discontinuita` fisiologica nel passaggio dall'ambiente intrauterino all`ambiente esterno. A questi elementi aggiungerei il ritmo, il tono, il timbro, la musicalità e i tempi del linguaggio. Ciò costituisce la dimensione musicale del transfert (Mancia, 2003; 2004). Questa dimensione si collega alla musica in quanto la struttura del linguaggio e' simbolica e isomorfica a quella del nostro mondo emozionale e affettivo (Langer, 1942; Di Benedetto, 2000). Attraverso questa dimensione il terapeuta potrà cogliere gli elementi inconsci non passibili di ricordo ricollegabili alla voce materna, depositati nella sua memoria implicita quali parti strutturali del suo inconscio non rimosso.

come si manifesta l’inconscio non rimosso nella clinica? 2. Il Sogno Il sogno resta il momento privilegiato per raggiungere l’inconscio non rimosso del paziente Il sogno di cui parlerò ora resta il momento privilegiato per raggiungere l’inconscio non rimosso del paziente.

IL SOGNO E L`INCONSCIO Un’ampia integrazione tra psicoanalisi e neuroscienze è possibile relativamente al sogno Sin dagli anni ’20 la neurofisiologia s’e` interessata allo studio del sonno Nel 1900, Freud, ha dato un’interpretazione psicoanalitica al sogno. Nel 1953 Aserinsky e Kleitman hanno descritto una fase del sonno caratterizzata da movimenti oculari, sonno REM ( rapid eye movement ) o sonno paradosso. Un’ampia integrazione tra psicoanalisi e neuroscienze è possibile relativamente al sogno: * L’interesse principale della neurofisiologia fino dagli anni ’20 è stato il sonno. * Nel 1900, Freud con la psicoanalisi ha dato rilievo al sogno. * Nel 1953 nel campo della neurobiologia sono stati fatti ulteriori passi avanti, infatti Aserinsky e Kleitman hanno scoperto la presenza di una fase del sonno caratterizzata da movimenti oculari- sonno REM=rapid eye movement o sonno paradosso (Questa fase è caratterizzata paradossalmente da un’attività elettrica corticale molto attiva, come nella veglia, da movimenti oculari rapidi, da onde sincrone nel sistema visivo, da burrasche neurovegetative con aritmie cardiache e respiratorie, variazione della pressione arteriosa e secrezione di vari ormoni ). In seguito, numerose ricerche hanno illustrato i meccanisimi cerebrali attivi nella produzione del sonno REM (le strutture reticolari pontine di natura colinergica costituiscono la organizzazione che promuove il sonno Rem (Jouvet, 1962). e altre caratteristiche di questa fase che lo differenzia dal fase non REM (il sonno REM infatti compare 4 o 5 volte a notte in ogni individuo umano e comporta un senso di maggior bizzaria dei racconti; una più intensa attività onirica–spostamenti, condensazioni, ecc; una maggior intensità delle emozioni (Antrobus, 1983).

IL SOGNO E L`INCONSCIO Ricerche psicofisiologiche hanno dimostrato che il sonno Rem costituisce la "cornice biologica" all’interno della quale il sogno può organizzarsi, infatti il sogno corrisponderebbe al sonno REM Tuttavia, ricerche psicofisiologiche successive hanno messo in evidenza che il sogno puo` avvenire anche al di fuori del sonno REM. Pertanto il fenomeno mentale "sogno" e il fenomeno fisiologico "sonno REM" non vanno sempre di pari passo. Comunque il sonno Rem resta la fase in cui l’attività mentale del sogno può più facilmente organizzarsi. Ricerche psicofisiologiche hanno dimostrato che il sonno Rem costituisce la "cornice biologica" all’interno della quale il sogno può organizzarsi (Dement & Kleitman, 1957; Molinari & Foulkes, 1969); cioe`, il sogno corrisponderebbe al sonno REM. Tuttavia, ricerche psicofisiologiche successive (Bosinelli, 1991) hanno messo in evidenza che il sogno puo` avvenire anche al di fuori del sonno REM, dall’addormentamento al risveglio. Pertanto il fenomeno mentale "sogno" e il fenomeno fisiologico "sonno REM" non vanno sempre di pari passo. ( Comunque il sonno Rem resta la fase in cui l’attività mentale del sogno può più facilmente organizzarsi ).

Il sogno: "una finestra aperta al transfert" (Mancia) IL SOGNO E L`INCONSCIO Il sogno assume: una valenza "costruttiva"e una valenza "ricostruttiva" Il sogno: "una finestra aperta al transfert" (Mancia) “Esiste un tempo lontano fuori dal ricordo, muto e non databile di cui non parlano narrazioni ne` manuali di storia, un tempo perduto che a volte il sogno riesce a ritrovare” Il sogno e la sua storia, Marsilio, Venezia, 2004 In tal senso il sogno assume: - una valenza "costruttiva" in relazione alle dinamiche intrapsichiche e intersoggettive tra paziente e psicologo, simbolicamente rappresentato nell`hic et nunc della seduta. - e una valenza "ricostruttiva" perche' consente al terapeuta attraverso il transfert di offrire al paziente immagini della sua vita in cui egli, senza ricordarlo, rivive le emozioni antiche. Diviene cosi` possibile RIDISEGNARE quella storia passata e dimenticata, e citando Mancia il sogno "e` una finestra aperta al transfert". Come abbiamo gia' visto nel caso della memoria implicita ,anche per quanto riguarda la questione del sogno Mancia si differenzia da Freud in quanto mentre la posizione di Freud si fonda su un modello pulsionale del sogno legato all'inconscio rimosso, oggi, l'accento e` stato spostato sugli aspetti relazionale, (g`ia presenti nella Klein) in cui la rimozione perda la sua centralita` a favore del non rimosso. Concludo con le stesse parole del prof. Mancia usate in apertura di uno dei suoi ultimi libri, "Il sogno e la sua storia": Esiste un tempo lontano fuori dal ricordo, muto e non databile di cui non parlano narrazioni ne` manuali di storia, un tempo perduto che a volte il sogno riesce a ritrovare

L`INCONSCIO E LA SUA RELAZIONE CON LA COSCIENZA "La coscienza é qualcosa di cui conosciamo il significato finche` nessuno ci chiede di definirla" (William James, principles of psychology) COSCIENZA L’inconscio e la sua relazione con la coscienza Mancia ripropone una famosa frase di William James: "La coscienza e` qualcosa di cui conosciamo il significato finche` nessuno ci chiede di definirla" (dei principi della psicologia)

La coscienza dal punto di vista neuroscientifico La coscienza presuppone due forme: A) La coscienza di base (o coscienza primaria) : Equivale alla vigilanza E’ la struttura di base su cui si organizzano le funzione superiori Fessard: coscienza come “ integrazione di esperienze sensoriali e motorie all’interno dei sistemi cerebrali sensibili a sostanze e ormoni circolanti producendo sincronizzazione e desincronizzazione” Punto di vista neuroscientifico La coscienza presuppone due forme: la coscienza di base (o coscienza primaria) e la coscienza differenziata (o coscienza di ordine superiore). La coscienza nella sua dimensione di base equivale alla vigilanza e costituisce la struttura importante di base su cui possono poi organizzarsi le funzioni superiori piu' differenziate. Secondo Alfred Fessard (1954) lo stato di coscienza e` espressione di una integrazione di esperienze sensoriali e motorie che avvengono all’interno dei sistemi cerebrali sensibili a sostanze e ormoni circolanti producendo sincronizzazione (una riduzione del campo di coscienza) o desincronizzazione ( un aumento di attenzione e vigilanza).

B) La coscienza differenziata (o coscienza di ordine superiore) Rappresenta un complesso di processi psichici che permette l’autocoscienza o coscienza di sé e la consapevolezza della propria vita psichica della possibilità di integrare il presente con il passato, di utilizzare le percezioni, di essere capaci di intenzionalità e di elaborare il proprio pensiero. La coscienza differenziata o di ordine superiore rappresenta un complesso di processi psichici che permette l’autocoscienza o coscienza di sé e la consapevolezza della propria vita psichica, della possibilità di integrare il presente con il passato, di utilizzare le percezioni, di essere capaci di intenzionalità e di elaborare il proprio pensiero.

I processi psicofisiologici essenziali per l’organizzazione della coscienza sono: la percezione l’attenzione la memoria il giudizio le emozioni e i sentimenti il pensiero,ecc. Vari sono i processi psicofisiologici essenziali per l`organizzazione della coscienza: la percezione, l’attenzione, la memoria, il giudizio, la volontà, i sentimenti, il pensiero. Sono aspetti centrali della coscienza necessari all`integrazione delle esperienze che il soggetto ha con il mondo sensoriale e attribuire un senso alla sua esperienza vissuta. Numerosi studiosi si sono occupati di dare una spiegazione neurofisiologica alla coscienza da Popper & Eccles, Edelman, Dennet, Damasio e altri. Mentre Edelman e Damasio parlano di una coscienza in termini molto riduttivi per cui la coscienza e` ascrivibile solo a circuiti cerebrali, secondo Dennet la coscienza umana non e` sempre esistita ma deve essere considerata come parte di un processo evoluzionistico, ovvero, la coscienza come espressione di una plasticità del cervello. Numerosi neuroscienziati si sono occupati di dare una spiegazione neurofisiologica alla coscienza da Popper & Eccles, Edelman, Dennet, Damasio e altri.

La coscienza dal punto di vista psicoanalitico Le esperienze sensomotorie e affettive che il neonato vive con la madre e l’ambiente circostante saranno la base delle imitazioni, delle identificazioni proiettive e introiettive e gli permetteranno di sviluppare le proprie capacità simboliche. Punto di vista psicoanalitico. Nei primi periodi della vita, il neonato è in grado di creare delle rappresentazioni precoci che nascono dalle sue esperienze sensomotorie e affettive con la madre e l’ambiente in cui cresce. Queste saranno la base delle imitazioni e successivamente delle identificazioni proiettive e introiettive che permetteranno al bambino di trasformare le prime rappresentazioni e di sviluppare le proprie capacità simboliche e di organizzazioni del pensiero. La coscienza risente non soltanto della attivazione di alcuni circuiti ma soprattutto dell`organizzazioni dell`inconscio in quanto e` un fenomeno secondario rispetto a quello dell`inconscio, della memoria dell`emozioni e dipende di questi fattori. La coscienza è un fenomeno secondario rispetto a quello dell’inconscio, della memoria e delle emozioni.

l’inconscio non rimosso Quindi la coscienza E’il risultato di un percorso complesso condizionato da fantasie, difese, emozioni e affetti inconsci che influenzeranno i processi di simbolizzazione favorendo la costruzione dell’identità del bambino Quindi, appare il risultato di un percorso complesso condizionato da fantasie, difese, emozioni e affetti inconsci che influenzeranno i processi di simbolizzazione a partire dal gioco fino allo sviluppo del linguaggio favorendo la cosrtuzione dell`identità del bambino. Inoltre, Le emozioni e gli affetti, le fantasie e le difese saranno depositate nella memoria implicita costituendo l’inconscio non rimosso. Invece della rimozione, saranno modalità come la negazione, la scissione e l’identificazione proiettiva, che il bambino potrà usare nella sua relazione primaria per poter crescere emotivamente e cognitivamente. Proprio tali emozioni, affetti, fantasie e difese andranno a depositarsi nella memoria implicita costituendo l’inconscio non rimosso

CONCLUSIONE Per concludere, il grande contributo delle neuroscienze alla psicoanalisi può essere individuato in quelle funzioni neurofisiologiche alla base della teoria della mente: memoria, sogno e coscienza. L’autore si è soffermato molto sul doppio sistema della memoria e sull’ipotesi dei due sistemi di inconscio: rimosso e non rimosso. Sulla coscienza conclude ritenendo che il suo significato non abbia solo a che fare con la malattia, ma con l’uomo in quando la coscienza è l’ESSENZA DELL’UOMO. G R A Z I E CONCLUSIONE In sintesi, il grande contributo delle neuroscienze alla psicoanalisi può essere individuato in quelle funzioni neurofisiologiche che sono alla base di funzioni mentali essenziali per la teoria della mente: memoria, sogno e coscienza. Punto focale della teorizzazione di Mancia e` il doppio sistema della memoria e della possibilità che operino nella nostra mente due sistemi di inconscio: rimosso e non rimosso. Inoltre ci esorta a prendere spunto dalle neuroscienze dalla filosofia, dalla psicologia sperimentale e dalle neuropsicologia cercando di integrare queste conoscenze per poter arricchire la psicoanalisi e non farla morire. Per concludere Mancia afferma che sia necessario che la teoria della mente basata su edipo e sulla rimozione lasci lo spazio alla non rimozione e alla relazione. Secondo Mancia il significato del termine coscienza interroga coloro che hanno che fare non solo con la malattia ma tutti quelli che si occupano dell`uomo in quanto la coscienza puo` essere identificata con l`essenza stessa dell`uomo".