APPROCCIO NEUROBIOLOGICO ALLO STUDIO DELLE

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APPROCCIO NEUROBIOLOGICO ALLO STUDIO DELLE CHE COS’È LA MENTE? COME SI SVILUPPA? QUALI MECCANISMI PERMETTONO DI SVILUPPARE LA MENTE E IL CERVELLO E FAVORISCONO IL RAGGIUNGIMENTO DI UN EQUILIBRIO EMOTIVO? APPROCCIO NEUROBIOLOGICO ALLO STUDIO DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI : MENTE = prodotto di interazioni tra l’esperienza interpersonale e le strutture, funzioni del cervello. La mente emerge da attività del cervello, cioè da processi che modulano i flussi d’energia e di informazioni nel cervello stesso e tra cervelli diversi. Le funzioni, le strutture ed i processi di maturazione genetica del cervello sono direttamente influenzate dalle nostre esperienze interpersonali. NEUROSCIENZE studiano le relazioni tra struttura e funzioni del cervello. Alterando le connessioni neuronali, le esperienze plasmano direttamente i circuiti su cui si basano memoria (come il passato influenza il futuro), emozioni, coscienza di sè. Questo per tutta la vita, cioè lo sviluppo della mente non si ferma con l’infanzia o con l’adolescenza.

- CERVELLO ha funzioni legate all’energia derivante dall’attività dei neuroni: questi fenomeni di ECCITAZIONE NEURONALE sono alla base dei nostri PROCESSI MENTALI. - MENTE processa le informazioni interne/esterne in modi diversi Questo allo CERVELLO : a partire da queste scopo di informazioni si creano delle INTEGRARE LE RAPPRESENTAZIONI INFORMAZIONI MENTALI In un INSIEME coinvolgono diversi circuiti del UNITARIO e cervello che lavorano indipendentemente o in COERENTE interazione tra loro (es. il ricordo di un un avvenimento passato che evoca delle Questo può essere inibito o facilitato dalle rappresentazioni complesse, come nostre relazioni interpersonali emozioni e sensazioni). Es: pattern di attaccamento influenzano le risposte fisiologiche nelle relazioni. Es: episodi di deprivazione materna negli animali (incapacità di reagire alle situazioni di stress).

ORGANIZZAZIONE DEL CERVELLO Strutture inferiori: -circuiti del tronco encefalico controlla i processi fisiologici fondamentali, tra cui gli stati di arousal. -talamo entrata delle informazioni sensoriali che arrivano al cervello possiede collegamenti ad aree neocorticali circuiti talamo-corticali : ruolo fondamentale nei processi che mediano le esperienze consce Strutture superiori funzioni più complesse = rappresentazioni percettive ed astratte su cui si basano i processi associativi di pensiero -corteccia cerebrale - corteccia orbito-frontale (attaccamento) -corteccia cingolare anteriore = SISTEMA LIMBICO -amigdala media emozioni, motivazione, comportamenti diretti a scopi, attribuzione di significati ed elaborazione di esperienze sociali

Strutture centrali inferiori Aree centrali -lobo temporale mediale -ippocampo riguarda forme consce della memoria Strutture centrali inferiori -ipotalamo ed ipofisi regolano il mantenimento dell’omeostasi ASSE IPOTALAMO-IPOFISARIO-ADRENOCORTICALE si attiva in risposta allo stress i traumi hanno effetti significativi su di esso

LO SVILUPPO DEL CERVELLO I circuiti cerebrali si sviluppano con modalità legate alla loro attivazione, quindi in base al tipo di stimolazione che ricevono, soprattutto nei primi anni di vita dell’individuo. I traumi hanno effetti sullo sviluppo delle strutture cerebrali e sulle successive capacità di risposta allo stress i livelli ematici degli ormoni che mediano le risposte allo stress sono più elevati del normale. Tuttavia tutte le nostre esperienze quotidiane contribuiscono a plasmare la struttura del nostro cervello provocando l’attivazione di determinati circuiti, consolidando i collegamenti preesistenti, inducendo creazione di nuove sinapsi. L’assenza di esperienze provoca morte cellulare Lo sviluppo del cervello è “ESPERIENZA-DIPENDENTE” Le connessioni nervose si formano sia attraverso le informazioni genetiche che attraverso le esperienze infantili Sono queste che determinano quali geni vengono espressi attraverso l’attivazione di circuiti nervosi specifici e questi ultimi originano i diversi processi mentali. Gli studi sugli animali: ambienti più stimolanti =più densità di connessioni sinaptiche = più neuroni =più volume ippocampo (memoria ed apprendimento).

RUOLO DI GENI ED ESPERIENZE: Differenziazione strutture cerebrali esperienza dipendente: esperienze sono gli stimoli che attivano questi circuiti cerebrali Geneticamente programmata: e forniscono loro informazioni Diverse regioni mediano informazioni diverse favorendone lo sviluppo per complessità e contenuto (da messaggi più semplici del tronco encefalico, a quelli più sofisticati delle aree neocorticali). Sviluppo del cervello è il prodotto degli effetti che le esperienze esercitano sull’espressione del potenziale genico. I geni trasmissione di info inscritte nel loro DNA alle generazioni successive trascrizione di info determina quali proteine devono essere sintetizzate è influenzata dalle esperienze: - influenzano modalità con cui i geni vengono espressi attraverso la sintesi proteica -inducono la formazione di nuove sinapsi -modificano quelle preesistenti -ne favoriscono l’eliminazione

LA MEMORIA La memoria è l’insieme dei processi che la mente utilizza per registrare le nostre esperienze attraverso la creazione di diversi tipi di RAPPRESENTAZIONI. Attraverso queste rappresentazioni si creano MODELLI MENTALI di noi e in rapporto con gli altri. I modelli mentali contribuiscono a costruire una struttura di base in cui la nostra mente interagisce con il mondo Le funzioni integrative centrali riflettono la capacità della mente di rappresentare e processare non solo le proprie attività, ma anche quelle degli altri. Questo è fondamentale per sviluppare un ATTACCAMENTO SICURO. Le conoscenze attuali sulla memoria sono importanti per capire il ruolo delle esperienze precoci nel determinare ciò che ricordiamo del passato e come costruiamo il racconto della nostra vita. La mente infatti sviluppa un senso di CONTINUITA’ nel tempo collegando esperienze del passato con percezioni del presente e aspettative future. Gli eventi passati influiscono su come e cosa impariamo anche se non abbiamo un ricordo conscio di questo

Le reti neurali possono essere attivate da diversi pattern e profili neurali La stimolazione delle reti altera la possibilità di un’attivazione futura Cioè se il circuito è stato eccitato in passato aumenta la possibilità di esserlo ancora per le modifiche nelle connessioni sinaptiche che permettono la registrazione e il successivo recupero delle informazioni. I circuiti cerebrali ricordano e apprendono dalle esperienze passate. La memoria usa i processi attraverso i quali i segnali chimici rafforzano l’associazione tra neuroni = registrazione informazione in MEMORIA A BREVE TERMINE induce l’attivazione di meccanismi genetici necessari alla formazione di nuove connessioni = registrazione informazione in MEMORIA A LUNGO TERMINE Il modo con cui ricordiamo il passato dipende da quali componenti della rete dei circuiti cerebrali verranno successivamente attivate (es. vista Torre Eiffel = stimolazione area visiva = creazione immagine e rappresentazione visiva, percettiva, semantica, sensoriale = codificazione e immagazzinamento in un “deposito” in cui potrà essere richiamata = cervello sarà in grado di riattivare il circuito visivo con un profilo di eccitazione simile a quello stimolato originariamente, non uguale perché ci sono altri aspetti ad essa collegati come lo stato d’animo quando ricordiamo) Studi di IMAGING = un’esperienza può essere rappresentata nelle regioni cerebrali che corrispondono a quelle attivate originariamente, diverse da quelle per la registrazione e il recupero

MEMORIA IMPLICITA MEMORIA ESPLICITA ASSIOMA DI HEBB = insieme dei meccanismi cellulari responsabili dei fenomeni di associazione funzionale e di interazione spazio-temporale, entrambi sono alla base della capacità di ricordare. RICORDO = risultato della costruzione di un nuovo profilo di eccitazione neuronale, che presenta caratteristiche proprie dell’engramma (impatto che l’esperienza ha sul cervello) ma anche elementi della memoria derivati da altre esperienze e che risente delle influenze esercitate dal contesto e dallo stato della mente in cui ci troviamo nel presente. I ricordi sono diversi e quindi variano anche i processi implicati: MEMORIA IMPLICITA Modelli, comportamenti, immagini, emozioni. Precoce, non dichiarativa, procedurale Dalla nascita, prima dello sviluppo dell’ippocampo Non è associata all’esperienza sogg di stare ricordando qualcosa, né ad un senso di sé o del tempo (associaz neuronali colleg automaticam input a risp emozionale interna) MEMORIA ESPLICITA Fatti, eventi e coscienza autobiografica. Tardiva, dichiarativa Autobiografica–episodica = dopo 2° anno di vita con la maturazione dell’ippocampo (episodi, eventi autobiografici) Semantica = 1/2 anni. (dati, parole, simboli) E’ associata all’esperienza soggettiva di stare ricordando qualcosa (autobiografica)

MEMORIA IMPLICITA MEMORIA ESPLICITA implicata nella creazione di modelli mentali quindi contribuisce alla capacità di anticipare il futuro in base al passato = memoria prospettica comprende -memoria emozionale -memoria comportamentale -memoria percettiva probabilm. -memoria somatosensoriale i processi di registrazione e recupero non richiedono un’attenzione focalizzata né coscienza è mediata da circuiti coinvolti nella registrazione iniziale, indip da lobo tempor mediale/ippocampo ha legami con attaccamento (b. sviluppa una rappresent del suo rapp con genit e questo lo aiuta a riconosc ciò che può aspettarsi da loro in futuro) implicata nel fare consciamente programmi per il futuro. comprende -semantica = coscienza Noetica c’è l’info ma non il ricordo di sé -autobiografica/episodica = Autonoetica c’è coscienza di sé e capacità di viaggiare nel tempo i processi di registrazione richiedono un’attenzione focalizzata e coscienza immagazzinamento ricordi richiede coinvolgimento ippocampo. Poi attraverso processi di consolidamento corticale i ricordi entrano a far parte della memoria permanente, quindi questo permette l’immagazzinamento nella corteccia associativa. Per il recupero delle informazioni non è più necessario l’ippocampo.

MEMORIA A LUNGO TERMINE In primo luogo gli stimoli vengono registrati come ricordi sensoriali (1/2sec) e in questo modo si ha l’attivazione del sistema percettivo = generazione di informazione. Successivamente le informazioni vengono selezionate nella MEMORIA DI LAVORO (30 sec); questo avviene quando pensiamo consciamente a qualcosa e la ML collega diverse rappresentazioni modificandole. Se questi processi cognitivi registrano l’informazione in modo più stabile interviene la MEMORIA A LUNGO TERMINE; è fondamentale in questo caso il ruolo dell’ippocampo, sia per la registrazione che per il recupero delle informazioni a lungo termine. Sembra che la MEMORIA DI LAVORO non comporti un’attivazione genica e sintesi proteica (a differenza della MEMORIA A LUNGO TERMINE) ma che si basi su CAMBIAMENTI FUNZIONALI SINAPTICI che portano ad un aumento della probabilità di attivazione neuronale temporanea. I circuiti laterali prefrontali sono responsabili dell’attivazione di elementi fissati strutturalmente nella MLT così possono essere analizzati, elaborati, comunicati agli altri. Tuttavia perché i ricordi rimangano in modo permanente è necessario l’intervento del consolidamento corticale cioè l’attivazione e il ripasso inconscio delle rappresentazioni. In questo modo esse vengono immagazzinate nella corteccia associativa per essere integrate alle rappresentazioni provenienti dalle diverse parti del cervello, attraverso la riorganizzazione di tracce mnestiche preesistenti. Questo processo porta a creare nuovi legami associativi e ad incorporare elementi precedentemente ignorati. È importante sottolineare che in questo caso sembra non essere necessario il coinvolgimento dell’ippocampo.

I PROCESSI NARRATIVI AUTOBIOGRAFICI I processi narrativi sono modalità con cui la mente tenta di integrare le rappresentazioni e i modelli mentali Attraverso l’analisi della narrazione autobiografica si evidenziano i meccanismi con i quali la mente organizza le diversi componenti in un insieme coerente. Questo processo di integrazione influenza le relazioni interpersonali. Esse coinvolgono la costruzione collettiva di narrazioni basate sulla comunicazione di ricordi. I processi narrativi autobiografici sono influenzati direttamente dalla memoria implicita e da quella esplicita. Il bambino a 2 anni inizia a sviluppare la memoria esplicita: sa usare diversi generi narrativi, elabora racconti, descrive gli avvenimenti che lo riguardano. Questo grazie alla memoria narrativa, l’insieme dei processi che permette di immaginare e rievocare le proprie esperienze sottoforma di racconti. I processi narrativi sono fondamentali perché - portano alla creazione di storie da condividere con gli altri - originano diverse forme di comportamenti - influenzano il nostro mondo interiore Le modalità di relazionarsi con gli altri determinano i temi centrali delle nostre narrazioni. Essi costituiscono un nucleo attorno al quale gli elementi della memoria vengono integrati in un sistema che collega passato presente e futuro. I modelli mentali inconsci della memoria implicita influenzano i temi nei quali vengono espressi i dettagli della memoria esplicita autobiografica. Il nostro racconto del passato non è unico e fisso. Noi infatti cambiamo continuamente e quindi anche i nostri ricordi si modificano in seguito alle influenze del contesto attuale, del passato e per il bisogno di ottenere approvazione da parte di chi ci ascolta. Quindi il nostro sé è in continua ridefinizione. Tuttavia emergono pattern specifici per il ruolo dei modelli mentali nel plasmare i temi centrali e per il ruolo delle esperienze di attaccamento nello sviluppo di una narrazione autobiografica.

L’ATTACCAMENTO I meccanismi coinvolti nelle interazioni interpersonali e nelle relazioni genitori e figli, si possono spiegare attraverso le relazioni di attaccamento. L’attaccamento si basa su meccanismi cerebrali innati che spingono il bambino a cercare una vicinanza con i genitori (o con le figure che si prendono cura di lui) e a stabilire una comunicazione con loro. Questi rapporti influenzano lo sviluppo e l’organizzazione dei suoi processi motivazionali, emotivi, mnemonici. L’attaccamento - aumenta la probabilità di sopravvivenza del bambino - aiuta il suo cervello, ancora immaturo, a coordinare le sue attività, attraverso i processi cerebrali dei genitori Esperienze ripetitive, registrate dalla memoria implicita, creano aspettative e modelli mentali di attaccamento. Questo al fine di formare una “base sicura” per affrontare il mondo. Diversi studi dimostrano che le relazioni di attaccamento durante l’infanzia corrispondono allo sviluppo di caratteristiche specifiche riguardo emozioni, capacità sociali, memoria autobiografica, funzione riflessiva e processi narrativi. Main: 1. le prime relazioni di attaccamento si sviluppano entro il settimo mese di vita. 2. quasi tutti i bambini sviluppano processi di attaccamento 3. le relazioni di attaccamento si sviluppano verso un numero limitato di persone 4. questi “attaccamenti selettivi” derivano dalle interazioni sociali con le figure di attaccamento 5. queste relazioni hanno effetti specifici sull’organizzazione dei comportamenti e delle funzioni cerebrali del bambino.

I processi di attaccamento si manifestano con più evidenza in età infantile, ma gli adulti continuano a presentare comportamenti di attaccamento per tutta la vita, soprattutto in periodi difficili si ricercano figure di attaccamento selezionate. Comunicare significa comprendere e percepire i segnali verbali e non verbali dell’altro. Ma perché si instauri una comunicazione emotiva efficace è necessario che la persona lasci che il suo stato della mente si faccia influenzare da quello altrui. Una comunicazione emozionale e una sintonizzazione affettiva sono le basi non verbali per una comunicazione collaborativa tra due individui = essenziale per un attaccamento sicuro. In questa avvengono scambi di segnali in modo che le attività dei cervelli si accordino reciprocamente attraverso una “co-regolazione”. Per il bambino una sintonizzazione affettiva è fondamentale per sviluppare circuiti cerebrali volti a mediare le sue capacità di autoregolazione. Il bambino già a 18 mesi possiede una memoria evocativa che gli consente di richiamare alla mente l’immagine di una figura di attaccamento che può contribuire a calmarlo. Le persone più importanti sono presenti sottoforma di elementi sensoriali, di rappresentazioni mentali della sua relazione con loro e attraverso il senso di sicurezza, che deriva dal sapere che queste persone ci sono al momento del bisogno.

STRANGE SITUATION: M. AINSWORTH (1978) Procedura in cui si osservano coppie madre-bambino per il primo anno di vita. Poi si esaminano in condizioni particolari - bambino con madre - bambino con madre ed estraneo - bambino con estraneo - bambino da solo - bambino al ritorno della madre Questo perché la separazione del bambino dalla madre, dovrebbe portare all’attivazione di meccanismi di attaccamento; soprattutto nella riunione tra madre e bambino si individuano i pattern di reazione specifici del bambino. Queste reazioni vengono analizzate in base - alle modalità con cui il bambino ricerca il contatto con lei - alla facilità con cui la madre lo calma - alla rapidità con cui il bambino torna a giocare bambino con attaccamento sicuro vicinanza del genitore porta tranquillità che consente di riprendere le normali attività bambino con attaccamento insicuro la riunione con la madre non induce questi processi di regolazione emotiva

MODELLI DI ATTACCAMENTO INFANT STRANGE SITUATION 1) Sicuro Genitori emotivamente disponibili e sensibili, in grado di recepire i segnali del bambino e rispondere adeguatamente ai suoi bisogni; hanno figli con questo tipo di attaccamento nei loro confronti. 2) Evitante Genitori non emotivamente disponibili, non in grado di percepire i bisogni del bambino e di rispondere in modo adeguato. Atteggiamento di rifiuto. La figura del genitore e i suoi stati mentali non sono accessibili al bambino. 3) Ambivalente Genitori non disponibili costantemente e coerentemente. Stati della mente intrusivi verso i loro figli. Comunicazioni imprevedibili e altalenanti. 4) Disorganizzato/disorientato Genitori stabiliscono con il figlio comunicazioni disorientanti, spaventate o spaventanti. Non esiste una comunicazione collaborativa. Sicuro I bambini esplorano la stanza prima della separazione. Durante la separazione sentono la mancanza del genitore. Dimostrano preferenza del genitore rispetto all’estraneo. Al ritorno del genitore lo salutano attivamente e cercano il contatto fisico, presto si calmano e ritornano a giocare. 2) Evitante Non piangono in seguito alla separazione, evitano il genitore dopo la riunione. Sembra che le risposte non siano accompagnate da emozioni. Attenzione rivolta sui giocattoli. 3) Ambivalente/resistente Diffidenti e inquieti anche prima della separazione. Preoccupati, arrabbiati o passivi verso i genitori. Il ritorno del genitore non li calma. Non ritornano ad esplorare la stanza dopo la riunione. 4) Disorganizzato/disorientato I bambini al ritorno del genitore sono disorientati, si allontanano/avvicinano ripetutamente a volte sono “congelati”.

I pattern che si instaurano nel primo anno di vita hanno un impatto fondamentale sullo sviluppo del bambino. Tuttavia i processi di attaccamento sono dinamici e plastici; infatti il bambino può dimostrare strategie di attaccamento diverse verso i due genitori. Inoltre tutte le figure importanti, anche successivamente, hanno un’influenza nella nostra vita. Main per identificare i fattori che influenzano i comportamenti genitoriali verso i figli analizza le rappresentazioni mentali degli adulti riguardo le loro esperienze infantili. AAI intervista semi strutturata in cui il genitore racconta la sua storia Attraverso le narrazioni emergono correlazioni con il comportamento dei loro figli, evidenziato dalla STRANGE SITUATION. Questo indica che le caratteristiche valutate dall’intervista non riguardano componenti ereditarie ma derivano dalle precedenti esperienze dell’individuo. Inoltre si valutano i processi mentali che coinvolgono memoria, modalità di comunicazione sociale e capacità integrativa natura interpersonale dello sviluppo della mente. AAI valuta globalmente lo stato della mente rispetto all’attaccamento, attraverso l’esame quantitativo di diverse componenti: coerenza del racconto livello di idealizzazione delle figure genitoriali insistenza con cui si dichiara di non ricordare rabbia

passività vaghezza del discorso paura della perdita svalutazione distanziante monitoraggio metacognitivo coerenza complessiva disorganizzazione riguardo i temi di perdite/traumi non risolti. Si basa anche sulle 4 regole di Grice - qualità = essere sinceri - quantità = essere sintetici/esaurienti - relazione = essere precisi/pertinenti - modo = essere chiari/ordinati

STATO DELLA MENTE RISPETTO ALL’ATTACCAMENTO (AAI) 1) Sicuro/autonomo Discorso coerente, collaborativo. Riconosce l’importanza dell’attaccamento e sembra essere obiettivo rispetto ad ogni specifico evento/relazione. Descrizione e valutazione coerenti delle esperienze correlate all’attaccamento, anche nel caso di esperienze sfavorevoli. Il discorso rispetta le regole di Grice. Questo stato spesso corrisponde ad un attaccamento sicuro dei loro figli nella STRANGE SITUATION. 2) Distanziante Sono adulti che durante l’infanzia sono stati trascurati dai genitori. Svalutano le esperienze e le relazioni correlate all’attaccamento. Normalizzanti, con rappresentazioni generali della storia che non sono confermate o che sono attivamente contraddette dal racconto di episodi specifici, violando quindi la regola di qualità di Grice. Le descrizioni tendono a essere anche eccessivamente brevi, violando la regola di quantità. Nelle narrazioni compare l’incapacità di ricordare esperienze infantili e questo riflette un senso di isolamento. Questo stato corrisponde ad un attaccamento evitante dei loro figli nella STRANGE SITUATION poiché essi hanno una scarsa sensibilità verso i segnali emotivi che il bambino trasmette loro. Questo dovuto alla ricerca di una totale autonomia in cui non c’è spazio per relazioni intime e coinvolgenti. 3) Preoccupato Non coerente. Preoccupato da passate esperienze/relazioni di attaccamento, l’intervistato appare arrabbiato, passivo o spaventato. Emerge ansia, incertezza e ambivalenza verso le relazioni interpersonali. Dalla narrazione si vede l’intrusione di elementi del passato che compromette la capacità di percepire chiaramente il presente e di rispondere adeguatamente ai bisogni dei figli. Le frasi sono spesso lunghe, grammaticalmente scorrette, o piene di espressioni vaghe e confuse, con violazione delle regole di modo e di relazione di Grice. I racconti sono spesso eccessivamente lunghi, e violano quindi anche la regola di quantità. Questo stato corrisponde ad un attaccamento resistente/ambivalente dei loro figli nella STRANGE SITUATION.

4) Non risolto/disorganizzato Parlando della perdita o dell’abuso, il soggetto mostra segni evidenti di mancanza di monitoraggio nel ragionamento e nel discorso, a causa della mancata elaborazione del trauma. Possono verificarsi lunghe pause di silenzio. Questo stato spesso corrisponde ad un attaccamento disorganizzato/disorientato dei loro figli nella STRANGE SITUATION. N.B. Studi sul disturbo post-traumatico da stress: individui che usavano meccanismi dissociativi durante e dopo un’esperienza traumatica avevano più probabilità di sviluppare disfunzioni successive. L’alterazione di coscienza dovuta al trauma non risolto coinvolge meccanismi di memoria implicita ed esplicita. È importante capirne le modalità, per comprendere poi i comportamenti terrorizzanti che questi genitori possono manifestare con i loro figli. Le forme di attaccamento negativo possono comportare compromissione della capacità di organizzare le informazioni compromissione della capacità di modulare l’energia delle emozioni incapacità di integrare in modo coerente le attività della mente incapacità di creare un senso di continuità del sé nel passato, presente, futuro o nelle relazioni con gli altri Questo porta a instabilità emotiva, disorganizzazione cognitiva, scarsa capacità di reazione nei confronti di situazioni stressanti

comunque anche le caratteristiche dell’AAI possono cambiare nel tempo in seguito a nuove esperienze emotive (amicizie, rapporti sentimentali, psicoterapia). Alcune persone riescono a stabilire una comunicazione efficace emotivamente con i loro figli anche in situazioni di stress. Questo anche se la loro infanzia è stata caratterizzata da un attaccamento insicuro. Questo per la capacità della nostra mente di adattarsi alle nuove situazioni. Gli aspetti che invece rimangono stabili possono far parte della memoria implicita (modelli mentali di sé, degli altri, pattern di risposte comportamentali, reazioni emotive) e si riflettono sui processi narrativi dell’individuo e quindi possono essere valutati con l’AAI. Non necessariamente un attaccamento insicuro porta a psicopatologia, tuttavia aumenta il rischio di disfunzioni psicologiche e sociali. È importante quindi prevenire queste esperienze negative fornendo: relazioni collaborative interazioni basate su una sintonizzazione di stati psicobiologici influenze che favoriscano stati affettivi positivi e riducano quelli negativi una riflessione sui processi della mente Possiamo così ottenere forme “tardive” di attaccamento sicuro.

LE EMOZIONI Occupano un ruolo fondamentale nelle relazioni umane: sono i contenuti fondamentali delle comunicazioni interpersonali durante i primi anni di vita, e determinano il tono e le caratteristiche di tali comunicazioni nel corso di tutta la nostra esistenza. Dal punto di vista neurobiologico: - flussi di energia, o stati di arousal e attivazione, - coinvolgono il cervello e altri sistemi dell’organismo, - a livello della mente influenzano l’elaborazione di informazioni attraverso processi di valutazione dei significati, che risentono direttamente di influenze sociali.

TRE FASI della risposta emozionale: 1- In seguito a determinati stimoli stato di aumentata vigilanza del cervello ed altri sistemi dell’organismo,  cioè evocano uno stato di orientamento iniziale, associato alla sensazione “Sta succedendo qualcosa di importante: fare attenzione, ora!”; risposta automatica che non coinvolge la coscienza e non ha un tono positivo o negativo. 2-     “valutazione elaborativa e arousal”: il cervello processa le rappresentazioni ( si riferiscono alle funzioni dell’organismo e all’ambiente esterno in quel particolare momento).  determinano se uno stimolo è “buono” o “cattivo” e preparano il cervello e il resto dell’organismo all’azione (avvicinamento o allontanamento), coinvolgono fattori interni ed esterni (precedenti esperienze, l’attuale contesto, le componenti dello stimolo, le aspettative dell’individuo). 3- Differenziazione dei pattern di attivazione (stati di orientamento iniziale e di valutazione elaborativi e di arousal) in emozioni fondamentali- come rabbia, disgusto sorpresa, gioia, paura, vergogna- .

Generate dai sistemi cerebrali di valutazione, queste attivazioni emozionali influenzano tutte le funzioni della nostra mente e danno significato agli eventi della nostra vita. Stati cerebrali generati dalle risposte orientative e dai processi di arousal e valutazione elaborativi sono emozioni “primarie”.  Processi con cui la mente inizia a creare significati.  Non sono fisse ma fluttuazioni nei flussi di energia e di informazioni all’interno della mente (“dinamiche delle emozioni”, Ross Thompson).  Sono non verbali, spesso inconsce.  Si manifestano attraverso stati di attivazione del corpo, espressioni facciali, gesti, toni di voce e altri segnali non verbali.  Principale forma di comunicazione fra il bambino e i genitori le emozioni si creano inizialmente all’interno delle nostre relazioni con gli altri.

Amigdala, corteccia cingolare anteriore e corteccia-orbitofrontale, implicate nel - conferire significato emozionale alle informazioni che provengono dal mondo esterno - coordinare funzioni percettive mnemoniche e comportamentali. - Sono sensibili alle interazioni sociali e - le loro attività influenzano molti processi mentali senza coinvolgere la coscienza.   EMOZIONI CONSCE E INCONSCE In ambito neuroscentifico la coscienza è considerata in termini di consapevolezza o come sensazione qualitativa riferita all’esperienza soggettiva. L’esperienza interna della coscienza coinvolge i sistemi cerebrali che mediano la memoria lavoro. A livello della corteccia prefrontale laterale - le rappresentazioni percettive vengono correlate; - l’attenzione viene modulata e può essere fissata su particolari rappresentazioni  generando una sensazione interna di attenzione focalizzata e di consapevolezza.  

Persone inconsapevoli delle proprie emozioni: le rappresentazioni degli stati emozionali non sono collegate a i meccanismi attenzionali della corteccia prefrontale laterale. Attaccamento evitante: mancanza di comunicazioni affettive  mancanza di accedere fra il bambino e il genitore consciamente alle emozioni Coscienza è necessaria per modificare intenzionalmente i comportamenti. Senza Coscienza e Capacità di percepire le emozioni proprie e altrui = = difficile pianificare il futuro, cambiare i propri comportamenti, o stabilire relazioni emotivamente significative con gli altri.

Corteccia orbito-frontale e “Flessibilità di risposta”: - funzione che permette alla mente di valutare gli stimoli e gli stati emotivi, e di modificare sia i comportamenti esterni, sia le reazioni interne. - Implica coordinamento di meccanismi sensoriali, percettivi e valutativi. - Determina la capacità di elaborare risposte nuove e personalmente significative. - Ci permette di prendere decisioni e di gestire i nostri rapporti con gli altri alla luce di considerazioni sul nostro passato, presente futuro. Nella corteccia orbito-frontale, come nell’amigdala, si trovano neuroni che rispondono agli sguardi e alle espressioni del viso, e queste componenti essenziali della comunicazione sociale attivano in maniera specifica tali regioni cerebrali. L’autoregolazione- le modalità con cui l’entità chiamata Sé organizza i propri pensieri- si basa in parte sulla regolazione delle emozioni. Calkins: regolazione delle emozioni coinvolgono  aspetti interni: - strutture neuroregoaltive (sistema neuroendocrino, autonomo o del lobo frontale), - tratti comportamentali (capacità di attenzione, adattabilità, reattività, socievolezza), - componenti cognitive (processi di riferimento sociale, convinzioni, consapevolezza del bisogno di regolazione e capacità di applicare strategie);  aspetti esterni: - pattern di interazione interpersonale (responsività, cooperazione, reciprocità, disponibilità, supporto, accettazione), - traning espliciti (rinforzo e disciplina).

Fase di “valutazione elaborativa e arousal” Fase di “valutazione elaborativa e arousal” RAPPRESENTAZIONI  si riferiscono a funzioni dell’organismo e all’ambiente esterno in quel particolare momento. Gruppi di neuroni unità funzionali: rappresentano la nostra esperienza in forme diverse - immagini e suoni, parole e sensazioni, idee astratte e percezioni -. Connessioni fra rappresentazioni  pensare, agire, fare progetti, comunicare. Tre forme fondamentali di rappresentazioni: -  r. sensoriali e r. percettive: da stimoli provenienti dall’ambiente e da sensazioni interne; - r. concettuali (o categoriche): più elaborate (assenza di un’idea, le nozioni di giustizia e libertà), create dalla mete nelle sue interazioni con il mondo; -  r. linguistiche: sensazioni, concetti e categorie all’interno di segnali sociali chiamati parole  importanti: il fatto di riuscire a esprimere verbalmente le rappresentazioni può permettere di riflettere sulla nostra storia, e di modificare l’impatto che tali rappresentazioni possono avere sul Sé.

Processi rappresentazionali e coscienza: La mente funziona per retroazioni positive  rinforza i loro stessi pattern di attivazione stabilizzandoli - eccitazione soggettiva del processing delle informazioni in quel determinato momento - un’attivazione della coscienza. Edelman descrive : “Coscienza primaria”: i processi sensoriali-percettivi entrano in risonanza con i processi categorici “il presente ricordato”  sensazione di consapevolezza e di familiarità con qualcosa che non siamo in grado di definire verbalmente. “Coscienza di ordine superiore”: attivati gruppi neuronali categorici e linguistici, > riflettere sul passato o di fare programmi per il futuro.

L’assimetria del cervello permette relativa indipendenza dei processi interiori e interpersonali. L’emisfero sinistro ha funzione di “interprete”, utilizza ragionamenti logici per stabilire relazioni causa effetto. L’emisfero destro responsabile della nostra capacità di mentalizzazione, registrazione e manifestazione delle espressioni affettive facciali, sviluppo della “teoria della mente”, percezione e regolazione degli stati del corpo, rappresentazioni autobiografiche, mediazione di stati emozionali primari. Nei due emisferi   i livelli di arousal (energia)  le rappresentazioni mentali (informazioni) e  le modalità con cui stati di attivazione e rappresentazioni sono condivise da cervelli di altri individui.

Il ns cervello sx il cervello sx dell’altro riceve tali messaggi, trasmette messaggi verbali, logici  decodifica le rappresentazioni linguistiche e cerca di comprenderne i simboli. Il nostro cervello dx invia l’emisfero dx dell’altro registra segnali non verbali: gesti, tali informazioni e usa le sue percezioni sociali espressioni facciali, tono di voce  della comunicazione non verbale, creando un’immagine della mente dell’altro.   Robert Tatcher e coll.: durante l’infanzia i due emisferi sono alternativamente in una fase di attiva crescita e sviluppo.  Correlazione tra esperienze traumatiche e oscillazioni naturali della maturazione emisferica. Conoscere ciò può essere d’aiuto a clinici e ricercatori.  

Relazione tra attaccamento e lateralizzione processi di sintonizzazione affettiva di accordo degli stati emotivi come il risultato di un coordinamento tra gli emisferi corrispondenti di genitore e figlio. Se nei primi tre anni di vita un bambino non ha avuto frequenti “momenti di risonanza” (in cui il suo emisfero destro poteva sintonizzarsi con quello del genitore)   ridotto sviluppo delle funzioni di questo emisfero. Fonagy e coll.: particolari tipi di attaccamento non favoriscono lo sviluppo della “teoria della mente”   La “funzione riflessiva”: - consente di mentalizzare - è alla base della consapevolezza di sé e - della capacità di elaborare informazioni sul Sé e sul Sé in relazione con gli altri, - dipende dall’emisfero destro (per essere coerente richiede il coordinamento dei due emisferi). La compromissione della funzione riflessiva: separazione dei due emisferi dis-associazione di modi di elaborare normalmente associati.  può determinare vulnerabilità nei confronti di problemi emotivi e sociali (comportamenti antisociali).

Le relazioni interpersonali che facilitano lo sviluppo di entrambi gli emisferi e l’integrazione delle loro funzioni favoriscono il benessere psicologico  Attaccamento sicuro porta a un’integrazione delle attività dei due emisferi -          nelle interazioni fra genitore e figlio -          all’interno del cervello del bambino.  Sintonizzazione affettiva  comunicazione degli emisferi destri del bambino e dell’adulto  consente la condivisione di stati emozionali primari, mediata da segnali non verbali;  comunicazione tra gli emisferi sinistri  attenzione condivisa verso gli oggetti del mondo esterno.    Dialoghi “riflessivi”, in cui il linguaggio è usato per descrivere stati della mente di altre persone possono favorire un’integrazione bilaterale fra i due emisferi, sia nell’adulto che nel bambino.

STATI DELLA MENTE come l’insieme dei pattern di attivazione (gruppi di neuroni implicati nell’elaborazione delle informazione) all’interno del cervello in un determinato momento. Due funzioni: -          coordina le attività del momento, -          crea pattern di attivazione cerebrale che possono in seguito diventare più probabili. Pattern di attivazione che si ripetono nel tempo  fissati nel cervello  più probabilità di essere riattivati  divengoni tratti dell’individuo  influenzano i processi interni e interpersonali. Attaccamento disorganizzato: disorganizzazione o disorientamento  pattern di attivazione o stati della mente   ripetendosi  tratto dell’individuo  Incapacità della mente di creare stati coerenti e adattivi.

Capacità di “autoorganizzazione”del cervello  la mente ha proprietà autoorganizzanti: creano un senso di complessità ordinata da miliardi di connessioni sinaptiche. Pattern che diventano stabili vengono definiti “attrattori” uno stato della mente come uno “stato attrattore” del sistema. I processi di valutazione (risposte emozionali) rinforzano un particolare “stato attrattore”: - stabilizzano pattern di eccitazione neuronale e - modellano gli stati emergenti di attivazione del sistema. La stabilità del sistema è raggiunta attraverso una tendenza alla complessità. La complessità è incrementata da un equilibrio fra continuità e flessibilità. -          Flessibilità: capacità di generare risposte diverse e di variare il flusso degli stati, permette un margine di incertezza nei meccanismi di adattamento a nuove condizioni ambientali; -          Continuità: emerge dai processi di apprendimento, che conferiscono un grado di certezza ai suoi comportamenti attraverso la creazione di una serie di vincoli. Vincoli interni sono le connessioni neuronali che sono state create in base a fattori costituzionali ed esperienze. La continuità nel tempo degli stati della mente è generata da vincoli interni

I diversi stili di attaccamento  l’adattamento alla struttura delle comunicazioni genitore-figlio  porta il bambino a modificare i vincoli del sistema secondo modalità caratteristiche.  Attaccamento sicuro: Corrispondenza fra figure di attaccamento “reali” e “virtuali”. Il bambino regola i suoi stati interni con processi di autoorganizzazione > equilibrio fra vincoli esterni (la relazione di attaccamento) e vincoli interni (le rappresentazioni di questa relazione e della figura di attaccamento).  Attaccamento evitante: figura di attaccamento virtuale (rappresentazionale) non responsiva. Il bambino organizza i suoi stati della mente solo con componenti interne  capacità riflessiva è compromessa (non ha avuto accesso agli stati mentali del genitore).  Attaccamento ambivalente: genitori (reali e virtuali) sono incoerenti ed inaffidabili. Il bambino ha capacità di autoregolazione ridotte i loro modelli di attaccamento danno senso di confusone e incertezza.  Attaccamento disorganizzato: comportamenti dei genitori fonte di confusione e paura. Il bambino non in grado di organizzare gli stati della mente (non in grado di utilizzare elementi interni o esterni).

Vincoli interni comprendono: la stabilità e la distribuzione delle connessioni sinaptiche a livello dei diversi circuiti cerebrali Vincoli esterni includono: le esperienze sociali e le comunicazioni emotive con gli altri. La regolazione di vincoli interni ed esterni  evolvere del sistema con l’emergere di una serie di “stati del Sé”: - unità funzionali organizzate e coese, dirette a scopi specifici, - originano dalla ripetuta attivazione di stati della mente, - fra loro collegati ma distinti e possiedono coesione e continuità che crea l’esperienza della mente.  

Concludendo: Stati della mente che si ripetono  maggiore probabilità di venire riattivati   divengono tratti caratteristici del sistema (individuale o famigliare). Vecchi stati interpersonali influenzano i nostri pattern di organizzazione del Sé. Stati rigidi e fissi determinano: -          una riduzione della variabilità del sistema e diminuiscono la sua adattabilità all’ambiente -          una inibizione all’autoorganizzazione. Individui, famiglie, gruppi in cui stati radicati ostacolano l’esposizione a nuove possibilità non sono più in grado di crescere e svilupparsi.  Destabilizzare vecchi stati, cercare di cambiare pattern automatici e ripetitivi significa  stabilire un nuovo equilibrio tra continuità e flessibilità, che può permettere l’emergere di stati più complessi all’interno di relazioni interpersonali più soddisfacenti.  La volontà di abbandonare vecchie convinzioni può portare ad alterare i vincoli del sistema, che può modificare i suoi stati e i suoi comportamenti.

AUTOREGOLAZIONE DELLE EMOZIONI Per capire come il Sé emerga dall’interfaccia tra attività del cervello e relazioni umane, dobbiamo analizzare le modalità con cui le emozioni vengono vissute e modulate. Collegano vari sistemi all’interno della singola mente e fra menti diverse

La capacità di regolare le emozioni emerge attraverso interazioni sociali, quindi, durante l’infanzia tramite relazioni di attaccamento: Nell’ambito di relazioni di attaccamento sicuro, il bambino crea significati soggettivi e, attraverso forme di comunicazioni intime e dirette con le figure di riferimento, si avrà una risonanza di stati della mente, che si regolano reciprocamente; Nelle esperienze di attaccamento evitante, il bambino impara ad adattarsi ad un mondo arido, riducendo il livello di consapevolezza degli stati emozionali generati da interazioni sociali; Nelle forme di attaccamento disorganizzato, la persona impara a rispondere a condizioni di stress attraverso una dissociazione dei suoi processi mentali. In questi ultimi due casi restrizione delle informazioni, nei flussi di energia e degli stati della mente

Molte forme di malessere mentale possono essere il risultato di stati di disregolazione emotiva esplosioni di emozioni e sensazione di avere “perso il controllo”. Componenti essenziali della regolazione delle emozioni : 1. INTENSITA’ 2. SENSIBILITA’ 3. SPECIFICITA’ 4. FINESTRE DI TOLLERANZA 5. PROCESSI DI RITORNO ENTRO I MARGINI DI TOLLERANZA 6. ACCESSO ALLA COSCIENZA 7. ESPRESSIONI ESTERIORI

1) INTENSITA’ Il cervello modifica l’intensità delle sue reazioni variando il numero di neuroni attivati e la quantità di neurotrasmettitori secreti in risposta ad un determinato stimolo. Dipende da : . FATTORI COSTITUZIONALI temperamento . ESPERIENZE PASSATE esperienze interattive permettono al bambino di provare elevati livelli di tensione o arousal emozionale, ma anche di allenare il suo cervello a gestire tali stati

2) SENSIBILITA’ “Soglia di sensibilità” = Livello minimo al di sotto del quale sensazioni e stimoli non inducono un’attivazione dei sistemi di valutazione. Legata a: . FATTORI COSTITUZIONALI . ESPERIENZE PASSATE es.: traumi nei primi anni di vita possono portare ad un aumento della secrezione di ormoni implicati nella risposta allo stress, anche in situazioni normali . STATO DELLA MENTE IN QUEL MOMENTO

3) SPECIFICITA’ Modalità con cui i centri di valutazione stabiliscono il significato delle rappresentazioni. Le rappresentazioni che vengono attivate in un determinato momento definiscono la direzione specifica della valutazione di uno stimolo e quindi il tipo di risposta emozionale evocata. Essa influenza, quindi, la differenziazione degli stati emozionali primari in emozioni fondamentali. Questi processi di valutazione vengono organizzati da: . FATTORI INNATI . ESPERIENZE PASSATE

4) FINESTRE DI TOLLERANZA Margini entro i quali stati emozionali di diversa intensità possono essere processati senza che ciò comprometta il funzionamento del sistema. L’ampiezza di questa finestra può variare a seconda di: . STATO DELLA MENTE . VALENZA EMOZIONALE SPECIFICA . CONTESTO SOCIALE Se questi limiti vengono superati si possono avere pensieri e comportamenti disorganizzati. Si avrà, cioè, una simultanea attivazione del sistema simpatico (tensione) e parasimpatico (ridotta reattività). “PERDITA DI CONTROLLO” Funzioni cognitive “superiori” del pensiero astratto e dell’autoriflessione compromesse Prevalgono reazioni automatiche e riflesse Sono determinate da: . FATTORI COSTITUZIONALI . ESPERIENZE PASSATE . CONDIZIONI FISIOLOGICHE DEL MOMENTO

5) PROCESSI DI RITORNO ENTRO I MARGINI DI TOLLERANZA E’ necessario riflettere sugli stati mentali propri e altrui, per ridurre gli effetti disorganizzanti derivati da un particolare episodio di arousal emozionale.

6) ACCESSO ALLA COSCIENZA La coscienza ci permette di modificare reazioni automatiche per introdurre elementi di “scelta” dei nostri comportamenti. L’essere consapevoli delle proprie emozioni permette processi di autoriflessione e attivazione di pensieri e comportamenti per raggiungere determinati obiettivi.

7) ESPRESSIONI ESTERIORI Le emozioni sono sia gli strumenti, sia i contenuti delle comunicazioni tra genitori e figli : Il bambino impara che può comunicare e condividere la sua vita emozionale; Il bambino impara a nascondere le sue emozioni in determinati contesti. Sé : 1) “interno” privato Importanza della cultura e dell’ambiente fami gliare 2) “esterno” pubblico e adattivo Se l’inibizione delle espressioni emozionali diventa eccessiva, il Sé pubblico diventerà dominante Rischio di inibire cronicamente l’accesso delle emozioni alla coscienza

Le comunicazioni emotive tra genitore e figlio influenzano lo sviluppo delle capacità di autoorganizzazione del bambino. uno degli aspetti principali è la ricerca di un equilibrio tra il suo bisogno di condividere i suoi stati mentali e le proibizioni dei genitori. Schore VERGOGNA : provata dal bambino quando il suo stato di arousal non corrisponde ad una risposta analoga del genitore. essenziale, inevitabile e necessaria il bambino impara a regolare i suoi stati della mente e i suoi impulsi comportamentali.

sensibile a forme di comunicazione non verbali CORTECCIA ORBITO-FRONTALE ruolo fondamentale per la regolazione affettiva sensibile a forme di comunicazione non verbali ruolo specifico nelle relazioni di attaccamento: a) momenti di rottura nelle comunicazioni emotive tra genitore e figlio attivazione del sistema parasimpatico b) successivo riallineamento tra genitore e figlio riattivazione del sistema simpatico Se a queste rotture nelle comunicazioni non seguono tentativi di riparazione e quindi di riallineamento, il bambino può andare incontro a vergogna e umiliazione, che possono portare ad una profonda frattura tra il Sé “esterno” pubblico e il Sé “interno” privato.

La corteccia orbito-frontale rimane plastica nel corso dell’ intera vita, quindi relazioni interpersonali possono fornire esperienze di attaccamento che permettono cambiamenti neurofisiologici anche in fasi tardive. Il rapporto psicoterapeuta-paziente, infatti, può dare un senso di vicinanza e conforto e un modello interno di sicurezza, che potevano invece mancare nel paziente a causa di relazioni di attaccamento insicuro.

EVITAMENTO E STATI DELLA MENTE DISTANZIANTI : Adulti evitanti / distanzianti : . molto freddi e distaccati emotivamente; . non sentono di solito la necessità di cambiare, quindi, approcci basati su discussioni logiche e razionali non funzionano. Cercare di attivare processi mediati dall’emisfero destro del cervello, per far sì che il paziente diventi maggiormente consapevole delle emozioni e degli stati della mente propri e altrui. Tecniche di immaginazione guidata possono facilitare l’accesso diretto a rappresentazioni prelinguistiche, a processi legati ai meccanismi della memoria implicita e a stati emozionali. > Capacità di integrazione, processi narrativi più coerenti, approccio alla vita più ricco.

AMBIVALENZA E STATI DELLA MENTE PREOCCUPATI Adulti con attaccamento ambivalente / preoccupato: provano un forte senso di vulnerabilità, paura di “perdere il contatto” con se stessi e con gli altri. Per i comportamenti camaleontici che mettono in atto nella vita come nella terapia, dovuti all’adattamento del loro Sé pubblico agli atteggiamenti prima dei genitori e poi delle persone che li circondano, possono presentarsi come “pazienti ideali”. Il terapeuta deve cercare di capire e condividere i loro stati della mente “privati”, recependo i segnali non verbali che rivelano i loro stati emozionali primari.

DISORGANIZZAZIONE E STATI DELLA MENTE NON RISOLTI Adulti con attaccamento disorganizzato: . provano forte insicurezza; . disregolazione affettiva e possibili dissociazioni. Il terapeuta deve fornire un ambiente emotivamente sicuro, in cui il paziente possa fidarsi di lui e modulare così i suoi stati della mente. Il paziente potrà così passare da processi di autoregolazione diadici, a processi di regolazione delle emozioni autonomi, grazie alla creazione con il terapeuta, e successiva interiorizzazione, di un modello mentale del Sé.

Lo sviluppo della mente può essere influenzato anche da eventi specifici: TRAUMI PSICOLOGICI . Effetti negativi sulle aspettative del bambino nei confronti del futuro; . sconvolgimento dei processi narrativi; . effetti sui meccanismi di autoregolazione e di integrazione degli stati del Sé. Inibizione della memoria esplicita l’evento è registrato solo a livello implicito. immagini, emozioni e comportamenti automatici di cui il soggetto non conosce l’origine Riconoscere ed elaborare tali esperienze traumatiche attivazione della memoria esplicita. consolidamento ed integrazione dei ricordi all’interno di narrazioni autobiografiche La persona potrà, così, dare un significato al passato, comprendere ed organizzare il presente e pianificare attivamente il futuro.

La mente, quindi, emerge all’interno del flusso degli stati del Sé e crea coerenza tra essi attraverso un processo chiamato INTEGRAZIONE. permette alla mente di regolare i flussi di energia e i processi di elaborazione delle informazioni, e di collegare e coordinare le sue attività in modo adattivo. Nei processi di integrazione, fondamentali sono le emozioni e gli eventi emotivamente significativi, poiché permettono alla mente di continuare ad imparare durante tutta la vita.

INTEGRAZIONE NEURALE All’interno del cervello il coordinamento di attività che coinvolgono circuiti neurali distinti permette l’emergere di funzioni complesse. I meccanismi di integrazione neurale sono fondamentali per i processi di autoorganizzazione e per la creazione di un senso di Sé . Ruolo centrale delle zone frontali del cervello CORTECCIA ORBITO-FRONTALE. Tre diverse forme: 1) integrazione verticale: funzioni inferiori del tronco encefalico integrate con attività superiori delle aree frontali neocorticali; 2) integrazione dorso-ventrale: processi motivazionali e di controllo motorio, e creazione di rappresentazioni; 3) integrazione laterale: coordinamento di funzioni in cui sono implicati circuiti caratterizzati da un simile livello di complessità. Fondamentali sono anche processi di integrazione spazio-temporale :sistemi di diversa complessità si basano su pattern di attività coordinati nel tempo e nello spazio. Passate esperienze, quindi, possono influenzare la nostra valutazione del presente e le azioni che metteremo in atto.

INTEGRAZIONE DELLE MENTI Due diverse forme: 1) integrazione intraindividuale: modalità con cui i processi di sviluppo sono tra loro correlati nel corso del tempo; 2) integrazione interindividuale: tramite relazioni che il bambino instaura con le figura di attaccamento e con i suoi coetanei. si influenzano reciprocamente e plasmano lo sviluppo del bambino nel suo mondo sociale

Processi di integrazione portano alla coesistenza di Sé diversi, fondamentale per il benessere psicologico. Permettono, infatti, lo stabilirsi di un senso di congruenza e unità all’interno di pattern flessibili nei flussi di energia e informazioni COERENZA DELLA MENTE Essi sono legati alle esperienze interpersonali. forme di attaccamento insicuro possono portare a vulnerabilità, poiché non offrono esperienze interpersonali in grado di alimentare processi di integrazione e organizzazione del Sé convivenza di Sé adattivi, con obiettivi diversi e incompatibili, che portano ansia e conflitti INCOERENZA

Giovanni Liotti : attaccamento disorganizzato a) il bambino si stabilizza su uno dei modelli di attaccamento fornito dai genitori –se con il tempo i comportamenti parentali diventano più costanti e prevedibili; b) il bambino sviluppa vulnerabilità verso quadri dissociativi , soprattutto in situazioni di stress –se il genitore continua ad avere comportamenti disorganizzanti, ma non troppo traumatizzanti; c) il bambino sviluppa disturbi dissociativi –se il genitore ha comportamenti cronicamente e fortemente traumatizzanti.

1) PROCESSI NARRATIVI : Entro il terzo anno di vita, il bambino sviluppa le funzioni narrative. Storie ed eventi di cui è stato testimone. Paragona e riassume vecchie e nuove esperienze: similitudini e analogie diventano regole generali; eventuali differenze vengono sottolineate come eccezioni fondamentali a queste regole. Le narrazioni, generalmente, cercano di dare un senso agli avvenimenti e ai vari stati della mente, propri e altrui. Ma alcune di esse, invece, riflettono solo determinati stati del Sé, non riuscendo a creare, quindi, una coerenza globale. contribuiscono ai meccanismi di integrazione, ma non sono sufficienti per creare coerenza tra diversi stati del Sé nel tempo

2) SOGGETTI IN STATI DI “TRANCE” Capacità di osservare se stessi in terza persona : “osservatore nascosto” . Rivela la capacità di rappresentare stati della mente e di processare il contesto di un’esperienza nel tempo; . Ha lo scopo di alterare il funzionamento della persona nel suo complesso. Es. : “Dan sta lavorando troppo.Dovrebbe cercare di rallentare e di rilassarsi”. Quest’ osservatore nascosto è il risultato di un processo integrativo, con cui la mente cerca di creare coerenza a partire dai suoi diversi stati. Bambino Ricordi autobiografici Pazienti con disturbi mentali Lo sviluppo di queste “voci interne” sembra essere facilitato da forme di comunicazione collaborative e dialoghi riflessivi tra genitore e figlio.

3) LATERALIZZAZIONE EMISFERICA Ricerche sui processi di specializzazione funzionale dei due emisferi cerebrali. Informazioni all’emisfero sinistro output verbale: . Tentativo di dare un senso e creare spiegazioni . Stabilire relazioni di causa-effetto . Privo del significato relazionale . Non percepisce elementi del contesto Informazioni all’emisfero destro output non verbale: . Rappresenta gli stati della mente . Registra informazioni che riguardano il contesto . Comprende il significato globale . Non usa funzioni deduttive

Le narrazioni sono, quindi, il prodotto di processi di integrazione bilaterale: l’esigenza dell’emisfero sinistro di stabilire relazioni di causa-effetto può essere considerata come una motivazione primaria dei processi narrativi. Tuttavia, la costruzione di narrative coerenti richiede la partecipazione sia dell’emisfero sinistro interpretante, sia di quello destro mentalizzante e contesto-dipendente. Le esperienze precoci di attaccamento hanno effetti diretti sulle modalità con cui il bambino impara a narrare gli eventi della propria vita: genitore e figlio entrano in una forma diadica di risonanza bilaterale, dove i due emisferi sinistri comunicano attraverso forme verbali e logiche, e i due emisferi destri attraverso espressioni facciali, toni di voce, sguardi,ecc.