" TRIESTE Classi V F – I G – II G MARZO 2012 Classi V F – I G – II G MARZO 2012
Il Caffé San Marco è un locale storico di Trieste, situato in via Battisti 18. Fondato nel 1914, è celebre per essere – ed essere stato – uno dei principali ritrovi degli intellettuali della città. Nel Caffé si incontravano, ai primi del 900, Umberto Saba, Italo Svevo, James Joyce. I SUOI CAFFE
I SUOI ARTISTI
"Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia.[...] UMBERTO SABA
Umberto Saba (Gorizia Trieste 1957), fu soldato nella prima guerra mondiale ma non fu inviato al fronte. Perseguitato dal fascismo, dopo lemanazione delle leggi razziali, perché di madre ebrea, ebbe nel corso della sua vita forti crisi nervose che dovette curare con intense sedute psicoanalitiche. Rifugiatosi a Parigi fu protetto da Montale e da altri intellettuali antifascisti. Nel 1955, stanco e malato, e sconvolto per la malattia della moglie, si ricoverò in una clinica di Gorizia, dalla quale uscì solo in occasione del funerale della consorte, venuta a mancare il 25 novembre Saba muore nove mesi dopo, il 25 agosto 1957.
Trieste è la poesia di Umberto Saba che testimonia la sua volontà di cantare la città in quanto tale, e non solo quale città natale. La descrizione del fascino che da essa emana non è fatta con lanimo del visitatore, non è la pagina di un giornale di viaggio, ma vibra del commosso affetto di chi vive nella città, la sente sua e trova in essa il cantuccio adatto a sé. Trieste diventa così espressione e proiezione dello stato danimo del poeta: alla "grazia scontrosa" della città fa riscontro la "vita pensosa e schiva" dellartista.
"Ho attraversato tutta la città. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, "Ho attraversato tutta la città. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo siedo; e mi pare che dove esso termina termini la città. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, o alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. Intorno circola ad ogni cosa un'aria strana, un'aria tormentosa, l'aria natia. La mia città che in ogni parte è viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva."
AUTRICI FRANCESCA DI BARTOLOMEO LUISA MUZII Classe II Sezione G