La disoccupazione Note.

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La disoccupazione Note

Disoccupazione La disoccupazione è la condizione di mancanza di un lavoro per una persona disposta a lavorare. E' la condizione opposta dell'occupazione. Il tasso di disoccupazione è un indicatore statistico del mercato del lavoro e tra i principali indicatori di congiuntura economica e che riguarda da vicino anche il mondo del lavoro. L'obiettivo primario è di misurare una tensione sul mercato del lavoro dovuto ad un eccesso di offerta di lavoro ( da parte dei lavoratori) rispetto alla domanda di lavoro (da parte delle imprese), mentre non è adatto a misurare tensioni dovute a mancanza di manodopera (ricercata dalle imprese).

La disoccupazione Misura solitamente la percentuale della forza lavoro che non riesce a trovare lavoro e pertanto viene definito come ove la "forza lavoro" è la somma delle "persone in cerca di lavoro" e gli "occupati". Si ritiene comunemente che il tasso di disoccupazione non riesca mai a raggiungere lo zero in quanto anche in condizioni economiche particolarmente favorevoli vi sarà sempre qualcuno che per un periodo per quanto cerca lavoro.

Tipi di disoccupazione Disoccupazione frizionale: è la condizione di mancanza di lavoro, nel breve termine, per coloro che cercano lavoro per la prima volta o che stanno cambiando impiego. Ci vuole, infatti, del tempo per far coincidere le richieste dei lavoratori con il mercato del lavoro. Il modello di equilibrio del mercato aggregato parte dall'ipotesi che tutti i lavoratori e tutte le occupazioni siano uguali e che ogni lavoratore sia adatto ad ogni tipo di occupazione; nella realtà i lavoratori hanno competenze e preferenze differenti l'uno dall'altro. Impiegano del tempo per trovare una nuova occupazione. Una certa quantità di disoccupazione frizionale è pertanto inevitabile: con il variare della domanda di beni e servizi, varia anche la domanda di lavoro per produrre quei beni e quei servizi. Gli economisti chiamano spostamento intersettoriale la variazione nella composizione della domanda di lavoro tra settori e aree diverse. La disoccupazione frizionale è inevitabile nella stessa misura in cui domanda e offerta sono in evoluzione.

Tipi di disoccupazione Disoccupazione stagionale: è la mancanza di lavoro causata dalle variazioni climatiche e stagionali. Anche questo tipo di disoccupazione interessa il breve termine ed è tipica degli impieghi legati al turismo. Per es. la maggior parte dei bagnini è soggetta a disoccupazione stagionale durante la stagione invernale. Disoccupazione strutturale: è la mancanza di un impiego legata all'assenza di corrispondenza fra domanda e offerta di lavoro. In altre parole, è la mancata corrispondenza fra abilità del lavoratore e richiesta del datore, oppure la differenza di posizione geografica. Disoccupazione ciclica: è la disoccupazione determinata dalle variazioni del ciclo economico. Il tasso di disoccupazione aumenta quando l'economia è in fase di recessione.

Tipi di disoccupazione Disoccupazione nascosta: è l'eccesso di lavoratori impiegati in contesti rurali nei paesi in via di sviluppo caratterizzati da una produttività marginale sostanzialmente nulla e da un saggio di salario a livello di sussistenza. A dispetto degli altri tipi di disoccupazione, in quella nascosta il lavoratore è in realtà occupato nel contesto sociale ma percepisce una remunerazione che basta solo per soddisfare i propri bisogni primari e il suo apporto alla produzione è praticamente nullo.

Disoccupazione nascosta Per chiarire meglio quest'ultimo concetto è utile vedere un esempio di calcolo di disoccupazione nascosta. Si supponga ad es. che in un paese in via di sviluppo 10 lavoratori vengano impiegati durante un anno per coltivare una quantità di terreno e che ogni lavoratore lavori mediamente 5 ore al giorno. Durante l'anno si svolgono i seguenti lavori: Semina del grano, che richiede 30 ore di lavoro Raccolta del grano, che richiede 40 ore di lavoro Vendemmia, che richiede 30 ore di lavoro Dato che i lavori non vengono svolti contemporaneamente e che la raccolta del grano risulta essere l'attività che richiede la maggior quantità di lavoro, richiedendo 40 ore di lavoro complessive, si può calcolare che durante l'anno di attività il numero massimo di lavoratori contemporaneamente necessari è di: 40 ore di lavoro/ 5 ore medie giornaliere= 8 lavoratori. La disoccupazione nascosta in questo caso è di 10- 8= 2 ed è rappresentata dai 2 lavoratori che apportano una produttività marginale praticamente nulla al processo produttivo descritto e possono quindi essere sottratti all'occupazione attuale e inseriti in altri contesti lavorativi senza creare un decremento della produzione.

Pol. Eco. Della disoccupazione Molti provvedimenti di politica economica sono finalizzati a far diminuire il tasso naturale di disoccupazione; gli uffici di collocamento, politiche pubbliche di riqualificazione professionale. Altri provvedimenti pubblici contribuiscono ad aumentare la disoccupazione frizionale; uno di questi è il sussidio di disoccupazione. Riducendo il disagio economico prodotto dalla disoccupazione, il sussidio aumenta la quantità di disoccupazione frizionale e fa aumentare il tasso naturale di disoccupazione. La consapevolezza che una parte del proprio reddito è protetta dal sussidio di disoccupazione fa diminuire l'interesse a cercare posti con prospettive di occupazione duratura e a contrattare garanzie di sicurezza di occupazione col datore di lavoro. Questo provvedimento presenta l'indubbio vantaggio di ridurre l'incertezza dei lavoratori rispetto al proprio reddito; inducendo i lavoratori a rifiutare le offerte ritenute non adeguate, favorisce una migliore corrispondenza tra le caratteristiche dei lavoratori e quelle dei posti di lavoro che sono richiamati a ricoprire. Da notare che l'impresa che licenzia un lavoratore corrisponde solo una parte del sussidio, mentre la parte rimanente proviene dai ricavi generali del sistema di welfare.

Rigidità dei salari Una delle ragioni alla base della disoccupazione è la rigidità dei salari, ossia l'incapacità dei salari di aggiustarsi istantaneamente. I salari non sono perfettamente flessibili; a volte rimangono bloccati a un livello superiore a quello di equilibrio del mercato. Se il salario reale è al di sopra del livello di equilibrio fra domanda e offerta, la quantità di lavoro offerta è superiore a quella domandata e le imprese devono in quel modo razionare i posti disponibili tra i lavoratori. La rigidità del salario reale riduce il tasso di ottenimento del lavoro e fa aumentare il tasso di disoccupazione. La disoccupazione risultante dalla rigidità dei salari e dal razionamento dei posti di lavoro è detta disoccupazione strutturale: i lavoratori non sono disoccupati perchè stanno attivamente cercando un posto di lavoro adeguato alle loro ispirazioni e competenze individuali, ma perchè al salario reale corrente l'offerta di lavoro è superiore alla domanda. Se il salario reale eccede il livello di equilibrio e l'offerta di lavoro è superiore alla domanda, le imprese potrebbero ridurre i salari. La disoccupazione strutturale si genera perchè le imprese non riescono a ridurre i salari nonostante l'eccesso di offerta di lavoro.

Cause della rigidità Le leggi sul salario minimo. Lo Stato provoca la rigidità dei salari nel momento in cui impedisce ai salari di scendere fino a raggiungere il livello di equilibrio. Le leggi sul salario minimo fissano un minimo legale ai salari che le imprese possono corrispondere ai propri dipendenti. I sindacati e la contrattazione collettiva. Causa di rigidità salariale è il potere monopolistico esercitato dai sindacati. I salari sindacalizzati non sono determinati dall'equilibrio tra domanda e offerta, ma dalla contrattazione tra i rappresentanti dei sindacati e quelli delle imprese, con efficacia collettiva. Il risultato, spesso, fissa i salari a un livello superiore a quello di equilibrio e lascia alle imprese la possibilità di decidere quanti lavoratori assumere.

Cause... Le teorie del salario di efficienza. Le teorie del salario di efficienza sono la terza causa di rigidità dei salari elevati, che rendono i lavoratori più produttivi. L'influenza dei salari sulla produttività potrebbe spiegare il fatto che le imprese non riescono a tagliare le retribuzioni anche a fronte di un evidente eccesso di domanda di lavoro. Un'impresa decide di mantenere i propri salari al di sopra del livello di equilibrio per garantire una buona salute alla propria forza lavoro. Salari più elevati riducono il cambio di lavoratori. Tanto più un'impresa remunera i propri lavoratori, tanto più elevato è l'incentivo a non lasciare il proprio incarico.

....Cause Se l'impresa riduce i salari, i lavoratori migliori potrebbero trovare lavoro altrove, mentre quelli che non hanno tante alternative sono costretti a restare. E' la cosiddetta selezione avversa, ossia la tendenza degli individui che dispongono di maggiori informazioni ad auto selezionarsi, recando svantaggio a chi non dispone delle medesime informazioni. Gli alti salari migliorano l'impegno dei lavoratori; le imprese non sono sempre in grado di controllare il livello di impegno della propria forza lavoro. Quanto più il salario è elevato, tanto più alto sarà il prezzo del licenziamento; l'impresa induce i propri lavoratori a maggior impegno e a comportamenti virtuosi. A un salario superiore al livello di equilibrio corrisponde un tasso di ottenimento di lavoro più basso e una più alta disoccupazione strutturale.