IL BOSCO DELLA MESOLA prof. Franca Perin.

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Transcript della presentazione:

IL BOSCO DELLA MESOLA prof. Franca Perin

La foresta E’ un insieme di vegetali in stretto rapporto tra di loro, con le radici a contatto, che si limitano a vicenda, e specie che vivono l’una all’ombra dell’altra, con esigenze talvolta uguali, talvolta diverse.

Gli strati del bosco

Utilità delle foreste Se estese: modificazione del clima Se poco estese: difesa e conservazione del suolo. La loro distruzione provoca impoverimento ed erosione del suolo, asportato dai venti e dall’acqua piovana.

Storia del Bosco della Mesola

1490: il duca d’Este Ercole I ne fa una tenuta di caccia. 1578: Alfonso II inizia la costruzione di un castello; che diviene un importante centro di ritrovo e di svago, ma con il tempo la tenuta finisce però nell’abbandono a causa del declino politico degli estensi. 1758: passa prima alla casa d’Austria e poi nel 1784 allo Stato Pontificio, e per il bosco inizia un periodo di degrado.

Durante le campagne napoleoniche gran parte del bosco viene tagliato. 1954: E’ acquistato dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, che inizia l’opera di rimboschimento 1971: E’ istituita la Riserva Naturale Integrale “Bassa dei Frassini Balanzetta” di 220ettari. 1977: I restanti di 1.058 ettari sono dichiarati Riserva Naturale.

Attualmente il Bosco è gestito dal Corpo Forestale dello Stato, e il Castello della Mesola è proprietà del Comune di Ferrara.

Il castello della Mesola oggi ospita il Centro di Educazione ambientale del Parco del Delta.

Caratteristiche generali del Bosco

Il Bosco della Mesola si è formato tra il XII ed il XV secolo, da depositi rilasciati alla foce dai due rami del Po di Goro e del Po di Volano. Si sono formate così nel tempo delle dune, che hanno determinato un avanzamento della linea di costa. In passato l’estensione del bosco era molto maggiore, ma comunque quello che vediamo oggi è il più esteso bosco termofilo di tutto il delta del Po.

Il terreno è di origine alluvionale, formato da sabbie e poco humus; la vegetazione risente delle caratteristiche del territorio, della profondità della falda acquifera e della quantità e qualità delle acque presenti nel bosco. Una minaccia all’ecosistema è data dal lento processo di subsidenza, che provoca l’abbassamento di tutto il territorio, che causa il peggioramento della qualità delle acque superficiali e l’aumento di salinità della falda acquifera

Paesaggi del Bosco

Bosco termofilo (clima caldo-secco): è il più esteso, soprattutto ad est del Bosco, e si forma sulle dune con altezza massima di 3 metri sopra il livello del mare. E’ caratterizzato da vaste distese di leccio (Quercus ilex), da cui prende il nome di “bosco eliceo”. Il leccio può formare sia una fitta macchia con individui non molto alti, che presentare individui secolari di anche 15 m di altezza, come nella zona del Parco delle Duchesse.

Leccio (Quercus ilex)

Tra gli arbusti alti troviamo anche il ligustro, il ginepro e la fillirea. Tra gli arbusti più bassi s’incontrano il pungitopo e l’asparago selvatico.

Ligustro (Ligustrum vulgare)

Ginepro (Juniperus communis)

Fillirea (Phillyrea angustifolia)

Pungitopo (Ruscus aculeatus)

Asparago selvatico (Asparagus acutifolius)

Bosco igrofilo (notevole presenza di acqua): diffuso soprattutto nella parte nord-occidentale del Bosco (Bassa dei Frassini e Balanzetta) ed a nord del bosco di S. Giustina. Si estende nelle depressioni del terreno circa 1 metro sotto il livello del mare, tra una duna e l’altra, dove l’acqua di falda affiora per lunghi periodi, soprattutto nella stagione invernale.

Si forma una vegetazione palustre con alberi a foglia caduca come il frassino, l’olmo, il pioppo bianco e la frangola. Nei canali interni e nell’Elciola troviamo la tifa e il carice.

Frassino (Fraxinus oxicarpa)

Olmo (Ulmus minor)

Pioppo bianco (Populus alba)

Frangola (Frangola alnus)

Tifa (Typha angustifolia)

Carice (Carex palustris)

Bosco mesofilo (caratteristiche intermedie) diffuso soprattutto ad ovest del Bosco: si sviluppa sulle dune più antiche, con altezze intermedie. Gli alberi più comuni sono la quercia e il carpino bianco, e ritroviamo anche qui il leccio. Tra gli arbusti troviamo il biancospino, unito alle specie del bosco termofilo.

Quercia (Quercus robur)

Carpino bianco (Carpinus betulus)

Biancospino (Crataegus monogyna)

Vegetazione degli spazi sabbiosi aperti: diffusa soprattutto nel Parco delle Duchesse, presente sulle radure che si formano sulle dune più alte, dove vivono varie specie erbacee soprattutto annuali dette "pioniere", in quanto rappresentano l’inizio della colonizzazione del territorio sabbioso da parte delle specie vegetali.

Numerose sono le specie di uccelli presenti nel Bosco: tra le più numerose ritroviamo il merlo, la capinera e la cinciallegra.

Merlo (Turdus merula)

Capinera (Sylvia atricapilla)

Cinciallegra (Parus mayor)

Diversi sono i rapaci notturni come l'allocco, qui molto numeroso, la civetta, il gufo ed il barbagianni.

Allocco (Stryx aluco)

Civetta (Athene noctua)

Gufo (Asio otus)

Barbagianni (Tyto alba)

Presenti, secondo le varie migrazioni, i rapaci diurni come la poiana, l’albanella ed il lodolaio.

Poiana (Buteo buteo)

Albanella (Circus pygargus)

Lodolaio (Falco subbuteo)

Nel Bosco svernano migliaia di colombacci, richiamati dall’abbondanza di ghiande, soprattutto del leccio, di cui si nutrono.

Colombaccio (Columba palumbus)

Nidificano qui anche il picchio verde e il picchio rosso maggiore

Picchio verde (Picus viridis)

Picchio rosso maggiore (Dendrocopos Major)

Significativa è la presenza di due ungulati: il daino, specie originaria dell’Asia minore, inserita in molte zone europee fin dall’antichità a scopo venatorio ed il cervo europeo, considerato l'ultima testimonianza dell’antica popolazione di cervi della pianura padana. Dall’ultimo censimento risultavano 100 cervi e 600 daini, in forte soprannumero.

Il daino è una specie più adattabile, il che determina una situazione di competizione alimentare dalla quale il cervo risulta sfavorito. La forte pressione di pascolo porta alla mancanza di un rinnovamento del bosco (le piantine appena nate sono immediatamente brucate), predominanza di specie ad alto fusto ed assenza di sottobosco.

A causa dell’elevato soprannumero di questi ungulati, il sottobosco è fortemente impoverito, e predominano le specie non commestibili come il vincetossico.

Vincetossico (Vincetoxicum hirundinaria)

Daino (Cervus dama)

Cervo europeo (Cervus elaphus)

Altri mammiferi: il tasso, la lepre, la donnola, insettivori come il riccio, e roditori come l’arvicola, la talpa ed il toporagno.

Tasso (Meles meles)

Lepre (Lepus europaeus)

Donnola (Mustela nivalis)

Riccio (Erinaceus europaeus)

Arvicola (Arvicola terrestris)

Talpa (Talpa europaea)

Toporagno (Sorex araneus)

Sono state da poco reintrodotte le volpi, allo scopo di riequilibrare le popolazioni di lepri e fagiani, nelle quali, per mancanza di predatori, si erano diffuse varie malattie, ora in diminuzione.

Volpe (Vulpes vulpes)

Fra i rettili si segnalano la vipera comune, la biscia d’acqua, la testuggine terrestre e la testuggine palustre, molto comune nei canali.

Vipera (Vipera aspis)

Biscia d’acqua (Natrix natrix)

Testuggine terrestre (Testudo hermanni)

Testuggine palustre (Emys orbicularis)

L’Elciola

Il prosciugamento delle valli in seguito alle opere di bonifica intraprese dopo il 1954 dall’ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ha avuto sul territorio un effetto negativo: l’abbassamento dell’acqua di falda. Ciò ha comportato la morte di numerose antiche piante d’alto fusto ed una drastica riduzione dell’avifauna.

Si è provveduto perciò a ricostruire una zona umida: in località "Elciola" è stato formato un bacino di acqua dolce di circa 6 ettari, nel quale ora nidificano migliaia di anatidi (germani, marzaiole, alzavole), gallinelle d’acqua, garzette, aironi cenerini e rossi, nitticore, avocette e cavalieri d'Italia.

Germano reale (Anas plathyrhynchos)

Marzaiola (Anas querquedula)

Alzavola (Anas Grecca)

Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)

Garzetta (Egretta garzetta)

Airone cenerino (Ardea cinerea)

Airone rosso (Ardea purpurea)

Nitticora (Ncticorax nicticorax)

Avocetta (Avocetta avocetta)

Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)

Sono ricomparse le spatole e le cicogne Sono ricomparse le spatole e le cicogne. Durante le migrazioni sosta qui qualche branco di oche. Le acque dei canali e del bacino sono molto ricche di rane, ed in esse vivono numerosi pesci tipici delle acque dolci e salmastre ferraresi.

Spatola (Platalea leucorodia)

Cicogna (Ciconia ciconia)

Oca selvatica (Anser anser)

Rana (Rana esculenta)

FINE!

Siti internet visitati www.parcodeltapo.it/er/natura/.../boschi_mesola.html www.liceoariosto.it/.../boscodellamesola.htm www.deltadelpo.it www.anisn.it/scuola/percorsi/po/bosco.htm www.artfe.it www.corpoforestale.it www.tuttinbici.it