Le costellazioni ed i miti greci

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Indice 1 Introduzione 2 Origine delle costellazioni 3 Nomenclatura 4 Orsa Minore 5 Orsa Maggiore.
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Transcript della presentazione:

Le costellazioni ed i miti greci Barga, 21 Gennaio 2013 Massimo Talini

La sfera celeste Distanza delle stelle Anno luce = distanza percorsa dalla luce alla velocità di 300.000 Km/s in un anno giuliano (365 giorni). Equivale a : 365 x 24 x 60 x 60 x 300.000 Km = = 9.460.800.000.000 Km La stella più vicina a noi è a 4,2 anni luce. Il Sole è a circa 8 minuti luce.

L’aspetto delle costellazioni

Visibilità delle costellazioni

Grandezza apparente Dipende da tre fattori : Dal suo splendore intrinseco (energia che la stella irradia nello spazio nell’unità di tempo) e quindi anche dalle dimensioni; Dalla distanza della stella; Dalla presenza di eventuali mezzi opachi (polveri, gas) interposti.

Astronomi antichi Eudosso (390 – 340 A.C.) in Phenomena elenca 47 costellazioni. L’opera non è pervenuta Arato (315 – 245 A.C.) scrisse una versione poetica del Phenomena. Vi sono inserite le costellazioni visibili per un osservatore posto in latitudine 36° N senza tener conto del moto di precessione dell’asse terrestre e quindi risalenti a circa il 2000 A.C. Le stelle elencate non possono essere di origine né greca né egiziana ma presumibilmente sumera e babilonese e successivamente riprese dai Minoici. L’anomalia riscontrata fu evidenziato da Ipparco di Nicea (146 – 127 A.C.). L’organizzazione sistematica delle conoscenze astronomiche greche è dovuta a Tolomeo (100 – 178 D.C.) con la pubblicazione dell’Almagesto (versione araba ad Alessandria d’Egitto) a cui si devono i nomi arabi delle stelle più importanti giunti a noi.

Orsa maggiore Callisto faceva parte della scorta di Artemide, dea della caccia. Indossava abiti uguali a quelli della dea a cui fece voto di castità. Un giorno fu scorta da Zeus che se ne invaghì. Nonostante cercasse di resistergli Callisto giacque con Zeus rimanendone incinta. Artemide la ripudiò e le cose peggiorarono quando partorì Arcade. Era, la moglie di Zeus, non la perdonò tramutandola in un orso conservandole la mente umana. Fu condannata a vagare per i boschi sin quando, avendo rischiato di essere uccisa dallo stesso figlio Arcade, Zeus, mosso a compassione la trasportò in cielo nella posizione che occupa come costellazione. Anche il figlio fu mutato nella costellazione di Boote (stella Arcturus). Ovidio “Metamorphoses” Altri riportano che Arcade fosse mutato nell’Orsa minore.

Orientamento

Colore = temperatura = dimensioni Il cielo non è ciò che sembra !

La stella polare Per effetto della rotazione diurna della Terra le stelle descrivono delle traiettorie apparenti intorno al polo. Si notino i diversi colori. L’unica stella quasi immobile è la stella polare poiché si trova all’incirca sul prolungamento dell’asse terrestre.

Cassiopea Era la moglie vanitosa del re Cefeo d’Etiopia. Osò dichiararsi più bella delle ninfe del mare Nereidi che se ne lamentarono con Poseidone, dio del mare. Questi mandò un mostro a razziare le coste del paese del re Cefeo. Per quietare il mostro Cefeo incatenò la figlia Andromeda ad una costa rocciosa come sacrificio umano ma fu salvata dall’eroe Perseo, reduce dall’uccisione della Medusa. Per punirla della sua vanità, Cassiopea fu obbligata a ruotare eternamente intorno al polo celeste. (E’ infatti una costellazione circumpolare visibile tutto l’anno)

Auriga  Tra le diverse interpretazioni del mito di Auriga ("il cocchiere"), la più avvincente risulta quella che la identifica col personaggio mitologico Mirtilo, figlio del dio Ermes (per i romani Mercurio, il dio messaggero dell'Olimpo) e cocchiere del re Enomao. Questi non voleva che la figlia Ippodamia si sposasse perché un oracolo gli aveva predetto la morte per mano del futuro genero, oppure, secondo un'altra versione, perché ne era innamorato. Per allontanare i pretendenti aveva promesso la figlia in sposa a colui che lo avesse battuto in una corsa di bighe: la biga del gareggiante doveva però trasportare Ippodamia, che menomava la velocità, ma anche la stessa attenzione del conduttore. Il cocchio dello sfidante doveva evitare di raggiungere quello di Enomao, guidato da Mirtilo: in caso di sconfitta, il pretendente veniva decapitato. Pelope, un giovane di cui la stessa Ippodamia era innamorata, non si fece spaventare e, d'accordo con Mirtilo , sostituì i perni delle ruote del carro reale con altri di cera. Risultato: Pelope vinse la gara ed Enomao perse la vita cadendo dal carro che si sfasciò in corsa. La costellazione viene immaginata come un auriga con in braccio una capra (Capella, cioè in latino appunto "piccola capra") e due capretti (stelle Headi, zeta ed eta Aurigae). I mitoastronomi greci seppero spiegare la presenza di questi animali narrando che due ninfe, le balie di Zeus, non avevano latte, sicché dovettero dargli come nutrice una capra, Amaltea, che lo svezzò. L'animale aveva partorito proprio in quel periodo due caprettini. Quando Zeus divenne adulto, volle per gratitudine rendere eterni nel cielo la madre insieme ai i due figli.

Perseo Figlio di Danae, concupita da Zeus, fu allevato da un pescatore. Danae fu corteggiata invano dal re Polidette e fu difesa dal figlio. Per allontanarlo gli fu ordinato di uccidere Medusa, la Gorgone che si distingueva dalle sorelle (immortali) Euriale e Steno per la capigliatura costituita da un ammasso di serpenti. Chi avesse osato guardarle sarebbe stato trasformato in pietra, ma Perseo era protetto dagli Dei: un elmo che lo rendeva invisibile, sandali alati ed uno scudo di bronzo lucidato a specchio gli permisero di avvicinare Medusa dormiente riuscendo a decapitarla. Dal corpo inanimato uscì Pegaso, il cavallo alato. Nel viaggio di ritorno salvò Andromeda dal mostro a cui era stata sacrificata e successivamente la sposò. Mirfak è la stella più luminosa.

Pegaso Pegaso era, nell' antica mitologia greca, il cavallo alato nato dall' amore tra la giovane gorgone Medusa, famosa per la sua bellezza e per le sue chiome fluenti, e il dio del mare e dei cavalli Poseidone. La dea Atena trasformò la bella Medusa in un orribile mostro, le sue morbide chiome in serpenti e da quel momento ogni essere umano che veniva guardato da lei, veniva trasformato in pietra. Perseo, uno dei figli del dio Zeus, la decapitò . Dal sangue della gorgone nacque Pegaso e sul luogo dove ciò accadde sgorgò una fonte che in seguito venne consacrata alle Muse. Il cavallo alato venne poi catturato da Bellerofonte, figlio del re di Corinto, grazie ad una briglia d' oro apparsagli al risveglio dopo un sogno evocatore. Quando Bellerofonte volle avvicinarsi all' Olimpo cavalcando Pegaso, venne disarcionato ricadendo sulla Terra e morendo poi in miseria. Pegaso Raggiunse comunque l' Olimpo e si mise al servizio di Zeus, portandogli i tuoni e i fulmini e trasformandosi poi nella Costellazione che porta il suo nome. (Visibilità da luglio a gennaio)

Orione Ci sono numerose e conflittuali storie sulla morte di Orione. Mitografi astronomi come Arato di Soli, Eratostene e Igino concordarono che vi fu implicato uno scorpione. Una versione, quella raccontata sia da Eratostene che da Igino, sostiene che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli disse ad Artemide, la dea della caccia, e alla madre di lei, Latona, che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presuntuoso. Arato, invece, dice che Orione tentò di rapire la vergine Artemide e che fu lei a causare la spaccatura della Terra dalla quale uscì lo scorpione. Ovidio ha ancora un'altra versione: dice che Orione fu ucciso nel tentativo di salvare Latona dallo scorpione. Anche la dislocazione è diversa. Eratostene e Igino dicono che la morte avvenne a Creta, ma Arato la fa accadere a Chio. In entrambe le versioni il risultato fu che Orione e lo scorpione (la costellazione dello Scorpione) furono sistemati su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest. «L'infelice Orione teme ancora di essere ferito dal pungiglione velenoso dello scorpione», notò Germanico Cesare.

Il cielo non è ciò che sembra !

Il cielo non è ciò che sembra !

Orione visto dal Monte Cervino

La nebulosa di Orione

Il Toro Antichissima costellazione che intorno al 5.000 a.C. ospitava l’Equinozio di primavera  (punto vernale), ora nei Pesci: simboleggia quindi la forza vitale primordiale che si risveglia con la primavera.  Anche in Egitto il simbolo del sole nascente era un vitello che si trasformava in toro coll’ avanzare del giorno. Nella mitologia greca ricorda il toro in cui Zeus si trasformò per sedurre la ninfa Europa e portarla a Creta. Il mito affonda le sue radici in antichi culti che ricordano la Luna rapita al mattino dal toro solare. Ancora può rappresentare la ninfa Io trasformata in giovenca per la gelosia di Era. La costellazione ospita due gruppi (ammassi aperti) di stelle notissime: le Iadi e le Pleiadi, antiche costellazioni distinte dal Toro. Le Iadi erano  sette sorelle figlie di Atlante:  Ambrosia, Eudora, Pasitoe, Coronide, Polisso, Fileto e Dione. Atlante è anche il padre  delle vicine Pleiadi: Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope, Taigete. Tutte le ninfe sposarono delle divinità generando dei ed eroi; solo Merope sposò un mortale, e si vergogna nascondendosi talvolta alla vista La stella più luminosa del Toro (alfa del Toro) è Aldebaran, che significa in arabo "colui che segue", nel senso che segue le Pleiadi nell'apparente movimento celeste.

Il cane maggiore ed il triangolo invernale Il triangolo invernale è un asterismo estremamente brillante, formato da tre stelle: Sirio, facente parte della costellazione del Cane Maggiore, l'astro più luminoso della volta celeste; Procione, appartenente al Cane Minore; Betelgeuse, rappresentante una spalla di Orione. Come sottolineato dal nome, è facilmente riconoscibile nel cielo invernale, contrapponendosi al triangolo estivo. Si presenta  come un triangolo quasi perfettamente equilatero, con il vertice rivolto verso sud (Sirio) e attraversato dalla debole Via Lattea invernale. Sirio e Procione sono due tra le stelle più vicine al Sole, Betelgeuse è invece una supergigante rossa distante centinaia di anni luce. Gli studiosi di miti come Eratostene e Igino dicevano che la costellazione rappresentava Lelapo, un cane tanto veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli.

I Gemelli Quella dei Gemelli è una bella costellazione zodiacale posta tra il Toro ed il Cancro e rappresenta i due figli di Leda, Castore e Polluce. Leda era la bella moglie di Tindaro, re di Sparta, che fu sedotta con l’inganno da Zeus, per l’occasione trasformatosi in Cigno. Da questa unione Leda generò due uova, dal primo nacquero Elena e Polluce, figli di Giove e perciò immortali, dall’altro Castore e Clitennestra, figli di Tindaro, e dunque mortali. Castore e Polluce vissero molto legati come si addice a due gemelli e parteciparono insieme alla spedizione degli Argonauti. Nel corso di quest’avventura si trovarono a lottare con altri due gemelli, Linceo e Idas, cui avevano rapito due bellissime fanciulle loro spose promesse. Castore fu trafitto dalla spada di Linceo che fu subito ucciso da Polluce e, mentre Idas attaccava Polluce fu colpito da un fulmine di Zeus. Affranto per la morte del fratello, Polluce chiese a Zeus di condividerne la sorte, il dio li fece allora vivere insieme un giorno nell’Olimpo e l’altro nel regno degli inferi, finchè gli dèi, per premiare l’amore fraterno, li posero insieme nel cielo. Le stelle più brillanti della costellazione si chiamano proprio Castore (a Geminorum, magnitudine 1,6, distanza 45 anni luce) e Polluce (b Geminorum, magnitudine 1,2, distanza 35 anni luce).

Sguardo d’insieme

Cigno Zeus, invaghitosi della ninfa Nemesi, figlia della Notte e di Oceano, rifiutato da essa, si narra perpetuasse un piano ben congeniato per prenderla con l’inganno. Ordinò ad Afrodite di mutarsi in aquila e di inseguirlo mentre lui assumeva l’aspetto di un bellissimo quanto indifeso cigno che cerca di sfuggire agli artigli del rapace. Nemesi, impietosita dalla scena, accolse l’uccello impaurito tra le sua braccia e, mentre la dea si fu assopita, tenendolo stretto, Zeus abusò di lei volando infine via. Stessa storia quella che vede il “focoso” Zeus alle prese con una riluttante Leda, moglie del re di Sparta, unione da cui nacquero Elena e Polluce. (vedi i Gemelli) Risulta visibile per lunghi periodi dell’anno: a metà marzo appare a Nord-Nord/Est, diviene alta nel cielo in estate per poi declinare, fino a tramontare, a Nord-Nord/Ovest, in novembre.

Il triangolo estivo Il triangolo estivo è un asterismo formato da 3 stelle molto brillanti che, nell'emisfero boreale, appaiono appena dopo il tramonto da giugno ai primi giorni di gennaio. Le tre stelle sono: Altair nella costellazione dell'Aquila (Aquila) Deneb nella costellazione del Cigno (Cygnus) Vega nella costellazione della Lira (Lyra)

Leone Prolifica è stata la mitologia che riguarda questa costellazione. Igino riferisce che il Leone fu posto in cielo da Zeus perché è il re degli animali. Di sicuro, però, parecchi mitografi tra cui Eratostene ritengono le sue origini mitologiche collegate al Leone di Nemea, ucciso da Ercole come prima fatica. La costellazione del Leone è una tipica costellazione primaverile. Alle latitudini dell'Italia, infatti, è visibile solo per un periodo limitato dell'anno centrato su questa stagione, quando domina, alta sull'orizzonte meridionale, le serate di aprile. Con l'approssimarsi dell'estate si avvicina via via all'orizzonte, per tramontare subito dopo il calare del Sole agli inizi di luglio. In inverno bisogna aspettare la seconda parte della notte per poterla osservare mentre si alza lentamente sopra l'orizzonte orientale.

Scorpione Alle nostre latitudini lo Scorpione appare molto basso sull'orizzonte, sullo sfondo della Via Lattea. Le tre stelle occidentali delineano la testa dell'animale, Antares - la stella principale - ne indica il cuore, gli astri orientali disegnano la coda ricurva con il velenoso pungiglione. il Sole vi transita durante l'ultima settimana di novembre; la maggiore visibilità si ottiene tra aprile, quando lo Scorpione è in meridiano all'alba, e luglio, sul far della notte. Il mito, come si è detto, è legato a quello di Orione e nella trasposizione in cielo le due costellazioni distano 180°.

Per chi vuole approfondire : - Robert GRAVES “I miti greci” Longanesi - Ian RIDPATH “ Mitologia delle costellazioni” Muzzio Editore - J. HERMANN Atlante di Astronomia