Critiche allapproccio contingente-situazionale - 1 1. Non viene considerato che, oltre allambiente operativo-transazionale, conta anche quello istituzionale.

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Critiche allapproccio contingente-situazionale Non viene considerato che, oltre allambiente operativo-transazionale, conta anche quello istituzionale il cui elemento rilevante è la legittimità; 2. Non esiste solo lincertezza sui nessi azione- risultati, ma anche sulle preferenze e sulle molteplici interpretazioni che si possono dare della stessa situazione;

Critiche allapproccio contingente-situazionale – 2 3. In virtù della dipendenza dalle risorse, ci saranno aziende più o meno libere di scegliere in funzione del grado di controllo che hanno sulla reperibilità delle risorse; 4. Esiste una doppia implicazione tale per cui le variabili ambiente/tecnologia, strategia e assetto si influenzano a vicenda. Non esiste un unico modo per giungere allo stesso risultato.

Critiche allapproccio contingente- situazionale – 3 5. Laumento dellinstabilità ambientale richiede flessibilità, quindi gli strumenti di coordinamento devono essere semplici (organizzazione snella); 6. La flessibilità deve essere nei limiti del consentito. Non si può essere infinitamente flessibili altrimenti si perderebbe lidentità.

La complessità informativa – 1 (Galbraith) 1. Tale complessità è intesa come la differenza tra le informazioni teoricamente necessarie per svolgere unattività in modo ottimale, rispetto alle informazioni che effettivamente si possiedono; 2. Il livello di complessità delle attività determina a sua volta la complessità delle soluzioni organizzative da adottare;

La complessità informativa – 2 (Galbraith) 3. La complessità informativa è direttamente proporzionale: - al numero di fattori che compongono la combinazione produttiva; - alla disomogeneità, allinterdipendenza a alla variabilità dei fattori di tale combinazione. 4. La complessità informativa potenziale dipende dalla pressione sui risultati (es. in contesti poco competitivi tale potenziale potrebbe ridursi a zero);

Modalità di gestione della complessità informativa – 1 (Galbraith) 1. Norme, regole e procedure in caso di complessità nulla; 2. Gerarchia, qualora si verificasse uneccezione, le informazioni verrebbero propagate riducendo i canali di comunicazione, coinvolgendo solo gli interessati ed evitando che ciascuno comunichi con tutti gli altri;

Modalità di gestione della complessità informativa – 2 (Galbraith) 3. Delega su obiettivi, in caso di sovraccarico dei canali gerarchici alcune attività decisionali semplici vengono trasferite a livelli inferiori; 4. Unità autosufficienti responsabili delle proprie decisioni e dei propri risultati (si cerca di ridurre la complessità riducendo le interdipendenze tra u.o.); 5. Riduzione volontaria del livello di performance per ottenere delle risorse in eccesso;

Modalità di gestione della complessità informativa – 3 (Galbraith) 6. Riduzione della pressione sui risultati agendo sullambiente per ridurne la complessità (es. si può agire attraverso pubblicità, esternalizzazione di problemi che non si possono o non si vogliono affrontare – inquinamento -, strategie cooperative); 7. Sistemi informativi verticali per far fronte agli imprevisti mediante la riprogrammazione e la rielaborazione delle info disponibili;

Modalità di gestione della complessità informativa – 4 (Galbraith) 8. Relazioni laterali che riducano il carico di coordinamento della gerarchia e avvicinino il potere decisionale a chi deve affrontare i problemi; 9. Socializzazione, volta a favorire la comunicazione e il passaggio di informazioni.