Identificazione delle attività Indicano ciò che verrà messo in atto per raggiungere gli obiettivi specifici fissati L’identificazione delle azioni permette di distribuire i compiti e le responsabilità tra i vari soggetti coinvolti nel progetto
Identificazione delle attività Le azioni possono essere indirette e mediate rispetto al raggiungimento dell’obiettivo (es: consulenza, formazione), oppure essere in rapporto diretto con il raggiungimento dell’obiettivo. In ogni caso sono caratterizzate da una certa durata e comportano l’utilizzo di risorse.
Identificazione delle attività Alcune indicazioni per identificare le attività: elencare per ciascun obiettivo specifico a “ruota libera” tutte le attività senza preoccuparsi di dare loro un ordine la definizione delle azioni deve essere succinta ed essenziale, non devono essere descritti i singoli compiti
Identificazione delle attività una volta elencate le attività senza un ordine preciso, si procede alla loro sistemazione, cancellando i “doppioni” eliminando gli elementi “fuori tema” e non pertinenti con l’obiettivo verificare infine che tutti gli obiettivi individuati per il progetto siano coperti
Assegnazione delle responsabilità A questo punto possiamo già cominciare ad attribuire le responsabilità attraverso una matrice attività/responsabilità
Assegnazione delle responsabilità La matrice attività/responsabilità indica: alle persone su cosa saranno attivate nel progetto ai responsabili del progetto la dimensione delle relazioni e delle responsabilità degli altri soggetti coinvolti nel progetto segnala il grado di partecipazione e di importanza di una risorsa nel progetto può essere successivamente utilizzata come base a cui andranno aggiunte ulteriori informazioni sulla sequenza e sulla durata delle attività
Determinazione delle relazioni tra le attività I progetti complessi richiedono una serie di attività, alcune delle quali devono essere svolte in modo sequenziale mentre altre possono essere svolte simultaneamente. Le interrelazioni tra le attività sono molto importanti, poiché i ritardi nel portare a termine alcune attività possono condizionare l’intero progetto (attività critiche)
I modelli reticolari I modelli reticolari esplicitano le relazioni di interdipendenza fra le varie attività, colgono la natura sistemica dei progetti e forniscono informazioni utili per il loro controllo globale I modelli reticolari più noti sono le tecniche CPM (Critical Path Method ovvero Metodo del Cammino Critico) e PERT (Program Evaluation and Review Technique ovvero Tecnica di Valutazione e Revisione dei Programmi)
CPM (metodo del cammino critico) Il CPM venne introdotto nel 1957 per migliorare le tecniche di programmazione per la costruzione degli impianti della Du Pont de Nemours & co. E’ uno strumento che consente di analizzare un progetto e determinarne la durata, basata sull’identificazione del “percorso critico” che si sviluppa attraverso la rete delle attività.
PERT (Tecnica di Valutazione e Revisione dei Programmi) Il PERT venne sviluppato nel 1958 dalla Marina degli Stati Uniti, nell’ambito del progetto “Polaris” (missile a testata nucleare) che dovette essere realizzato nel minor tempo possibile, coordinando migliaia di attività. E’ uno strumento il cui utilizzo fornisce il potenziale per ridurre sia i tempi che i costi necessari alla realizzazione di un progetto
CPM/PERT Il CPM ed il PERT sono simili nella logica e nella struttura Il progetto viene rappresentato graficamente attraverso l’insieme delle attività necessarie Entrambi i metodi sono utili a presidiare soprattutto gli aspetti temporali di un progetto
CPM/PERT Nel CPM si assume che il tempo richiesto per lo svolgimento delle attività sia noto o prevedibile (metodo deterministico) Nel PERT si assume che il tempo richiesto per lo svolgimento delle attività sia incerto, e che sia necessario calcolare la probabilità della durata (metodo probabilistico)
CPM/PERT Con il tempo, combinando l’approccio dei singoli metodi, i termini CPM e PERT sono diventati sinonimi, così che le tecniche reticolari vengono comunemente nominate CPM o PERT o CPM/PERT
Il metodo: fasi preliminari Ordinare cronologicamente le attività Determinare la durata stimata per ogni attività ricorrendo a precedenti esperienze o al parere di esperti Determinare i vincoli di precedenza tra le varie attività (quali attività devono essere già state completate prima di poterne iniziare un’altra)
Esempio: attivare un ambulatorio
Costruzione del diagramma reticolare Vi sono più modalità per costruire i diagrammi reticolari. Utilizzeremo quella più facile e più comune che rappresenta le attività su cerchi (nodi) e le relazioni tra le attività su frecce (archi)
Costruzione del diagramma reticolare: alcune regole La lunghezza delle frecce non ha nulla a che vedere con la durata presunta delle azioni. Se una freccia è lunga il doppio di un’altra non significa che l’attività comporti il doppio del tempo per essere svolta Per convenzione, le frecce vanno da sinistra a destra
Costruzione del diagramma reticolare Scegliendo la modalità di rappresentazione delle attività sui nodi, queste sono identificate da lettere accanto alle quali viene indicata la durata prevista per lo svolgimento B 3 A 4
Esempio di diagramma a reticolo 5 A 4 INIZIO FINE F 1 D 8 B 3 E 7
L’elaborazione del reticolo fornisce le seguenti informazioni: durata minima del progetto il cammino critico, cioè il cammino con durata più lunga tra quelli che uniscono un evento iniziale con un evento finale. E’ costituito dalla successione delle attività critiche, cioè quelle che non possono subire ritardi (attività a scorrimento nullo) senza che venga compromessa la durata del progetto gli scorrimenti, cioè il numero di unità di tempo di cui può slittare un’attività senza ritardare la data di fine di un progetto
Determinare il cammino critico Il cammino critico è determinato dal percorso che consuma maggior tempo nell’ambito del reticolo. Il termine “critico” è usato per ciascuna attività nel cammino più lungo attraverso il reticolo, poiché qualsiasi ritardo nell’implementare un’attività del cammino critico, avrà come conseguenza un ritardo nell’intero progetto.
Esempio di cammino critico 5 A 4 INIZIO FINE F 1 D 8 B 3 E 7
La differenza tra il tempo necessario per completare il cammino critico ed il tempo necessario per completare qualsiasi altro cammino all’interno del reticolo, rappresenta il tempo di scorrimento per ciascuno degli altri cammini: ad esempio, se un cammino necessita di 18 settimane per essere completato ed un altro si completerà in 15 settimane, il secondo avrà 3 settimane di scorrimento.
Ciò significa che le attività comprese nel cammino più breve possono slittare fino a 3 settimane senza condizionare la durata dell’intero progetto Per definizione il cammino critico è a scorrimento 0