Finalità del programma educativo Fornire opportunità educative ai soggetti in età evolutiva (ragazzi) al fine di costruire una mente multiculturale essere in grado di riconoscere la propria identità senza assolutizzare le differenze elaborare una molteplicità di modelli culturali anche fra loro contrastanti saper attivare i modelli culturali di volta in volta più appropriati in funzione degli indizi forniti dalla situazione (contesto) In particolare:
Metodo
La struttura delle attività Le attività formative si svolgono lungo una sequenza bottom-up (dallesperienza alla conoscenza) Recupero dellesperienza individuale Confronto con lesperienza altrui, nello stesso gruppo culturale Riproduzione delle regolarità (format culturale) Attribuzione di senso al format culturale – individuazione del modello culturale Confronto con modelli culturali della cultura diversa dalla propria: individuazione di comunanze e variazioni Raccolta, attribuzione e restituzione di senso allattività formativa
I domini esperienziali Ambiti di esperienza selezionati come oggetto delle attività: sono particolarmente salienti e rilevanti nella costruzione di relazioni soddisfacenti, stabili e durature sono caratterizzati da eventi strutturati e regolati da convenzioni: presentano un sufficiente grado di regolarità al loro interno sono confrontabili tra diverse culture, in quanto rappresentano risposte diverse a bisogni universali Esempi di domini esperienziali: le pratiche conversazionali le espressioni delle emozioni la festa la cooperazione il conflitto
I dispositivi educativi Per facilitare il far fare esperienza di modelli culturali altrui sono impiegati diversi dispositivi educativi: Role-playing Disegno Simulazioni Recitazione Osservazione spontanea e guidata Integrati da stimoli di riflessione individuale con diversi obiettivi: creare opportunità per confrontare le diverse esperienze concrete e i punti di vista a esse sottese individuare le somiglianze e le diversità nei modelli culturali appartenenti a diverse culture promuovere nei ragazzi la comprensione delle implicazioni e dei vantaggi concreti sul piano relazionale del fatto di avere a propria disposizione e di applicare modelli culturali specifici di unaltra cultura
Lincontro con i genitori: le pratiche conversazionali Un esempio di attività
Dominio esperienziale: la conversazione Le diverse culture elaborano e sviluppano dei sistemi locali di conversazione che comportano la presenza di importanti e significative differenze (Anolli, 2004) La conversazione presenta unorganizzazione complessiva che risponde a una definita struttura socialmente condivisa e che segue precisi standard culturali
Obiettivo formativo Stimolare nei ragazzi la riflessione e lacquisizione di consapevolezza su -i modelli e sistemi locali di conversazione nella propria cultura di appartenenza -variazioni e somiglianze rispetto ai modelli e ai sistemi locali di conversazione in una cultura diversa dalla propria -limportanza di acquisire e appropriarsi di modelli culturali diversi dai propri per gestire le relazioni in modo più efficace e stare meglio con gli altri
Svolgimento 1. Disegno e descrizione scritta della situazione 2. Preparazione della scenetta 3. Realizzazione e visione della scenetta 4. Individuazione di regolarità e variazioni culturali nel modo di salutarsi Recupero degli eventi ricorrenti nella propria esperienza individuale Riproduzione del format culturale della propria cultura Manifestazione del format culturale Individuazione di modelli culturali diversi 5. Riflessione e conclusioni sullattività svolta Attribuzione di senso allesperienza ripensare ricostruire rifare confrontare dare senso
1. Disegno e descrizione scritta della situazione I ragazzi lavorano individualmente e ripensano al momento in cui incontrano i genitori… la mamma, o il papà … dopo la scuola e dopo il lavoro… Quindi 1. rappresentano la situazione con un disegno e poi 2. la descrivono in un testo Recupero e rappresentazione grafica e narrativa delle REGOLARITA nella propria esperienza (quello che succede di solito)
Punti di ATTENZIONE per la gestione in aula 1.Sottolineare che non ce un modo giusto o un modo sbagliato, conta solo quello che succede di solito… 2.Supportare senza suggerire: aiutare i ragazzi a pensare di fare come una specie di fotografia di ciò che succede abitualmente 3.Permettere di scrivere nella lingua che normalmente si usa con i genitori 4.Scrivere alla lavagna le parole: dove eravate, chi cera con voi, come vi siete salutati, cosa avete fatto, cosa avete detto così che durante lo svolgimento i ragazzi possano ricordarsi tutti gli elementi che devono rappresentare
Disegno dellincontro di un ragazzo cinese con suo padre Disegno dellincontro di una ragazza italiana con suo padre
2. Preparazione della scenetta I ragazzi lavorano in gruppi monoculturali. Entro ciascun gruppo, essi: 1.confrontano i disegni e i testi realizzati per individuarne gli elementi comuni 2.costruiscono il canovaccio di una scenetta che sia costituito da 1.un titolo 2.unintroduzione (in cui si descrive il contesto della situazione) 3.la conversazione (ossia la sequenza dei dialoghi tra i protagonisti della situazione) 3.stabiliscono i ruoli degli attori e del narratore (che legge lintroduzione) 4.provano a recitarla Identificazione del format esperienziale della propria cultura di appartenenza
Punti di ATTENZIONE per la gestione in aula 1.Sottolineare che lobiettivo è riprodurre la situazione nel modo più vicino possibile a quello che succede di solito nellesperienza dei ragazzi 2.Scrivere alla lavagna le indicazioni sugli elementi costitutivi della scenetta (titolo, introduzione e conversazione) 3.Sottolineare che tutti i membri del gruppo, e non solo gli attori, sono ugualmente responsabili della realizzazione della scenetta
3. Realizzazione e visione della scenetta 1.I ragazzi lavorano in gruppi monoculturali e fanno le prove generali della scenetta che viene videoregistrata 2.si ricompone il gruppo intero (bi-culturale) e si rivedono le due scenette, almeno due volte Manifestazione del format esperienziale della cultura di appartenenza e osservazione del format esperienziale della cultura diversa dalla propria
3. Realizzazione e visione della scenetta Scenetta - Italiani Scenetta - Cinesi
Punti di ATTENZIONE per la gestione in aula 1.Ripercorrere le tappe precedenti dellattività e ricordarne lobiettivo formativo per non far perdere il senso e la direzione dellesperienza educativa 2.Far rivedere almeno due volte ciascuna scenetta per soddisfare la curiosità dei ragazzi di rivedersi e poi per permettere loro di concentrarsi sui dettagli e di mantenere unattenzione analitica
4. individuazione di regolarità e variazioni culturali nel modo di salutarsi 1.Per ciascuna delle due scenette, i ragazzi sono invitati a: 1.individuare i diversi motivi e intenzioni delle azioni e dei comportamenti 2.creare una corrispondenza tra azioni e intenzioni e scriverle su un cartellone 2.Si confrontano i contenuti dei due cartelloni e si individuano somiglianze e differenze sia tra le intenzioni che tra le azioni Attribuzione di senso alle azioni che costituiscono il format culturale – individuazione del modello culturale Identificazione di specificità e somiglianze tra modelli di diverse culture: la questione della traducibilità dei modelli
Punti di ATTENZIONE per la gestione in aula 1.Nella compilazione dei cartelloni durante la visione di ciascuna scenetta, occorre che partecipino DAPPRIMA i ragazzi della cultura diversa da quella che si sta osservando, POI di quelli della medesima cultura che si sta osservando, così da attivare, alternativamente, la dinamica esperti/novizi.
5. Riflessione e conclusioni sullattività svolta Al termine dellattività si stimola una riflessione/discussione a gruppo intero, attorno ai seguenti punti chiave: Come hai trovato lattività? E stata facile, difficile o normale? Che cosa hai imparato di nuovo sul modo di salutarsi quando si incontrano i genitori dopo la scuola e dopo il lavoro? Queste cose che hai imparato potrebbero aiutarti a stare meglio con i tuoi compagni? Perché? Attribuzione di senso allesperienza formativa per favorire lacquisizione dei modelli culturali altrui La comprensione dei modelli culturali altrui favorisce la capacità di assumere e valorizzare il punto di vista dellaltro