Candidati alladesione Turchia Il 6 ottobre 2004 la Commissione ha dato parere favorevole ad una futura adesione. Nellottobre 2005 sono formalmente iniziati.

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Candidati alladesione Turchia Il 6 ottobre 2004 la Commissione ha dato parere favorevole ad una futura adesione. Nellottobre 2005 sono formalmente iniziati i negoziati di adesione durante i quali il paese dovrà mostrar di rispettare tutti i criteri imposti dalle regole comunitarie. Croazia ha fatto domanda nel 2003 ed è divenuto candidato nel giugno I negoziati per lingresso sono iniziati nellottobre Il paese entrerà nellunione nel 2009 o nel Macedonia ha fatto domanda nel E divenuto candidato ufficiale nel dicembre I negoziati inizieranno dopo che il paese avrà risolto le sue dispute con la Grecia.

Potenziali paesi candidati Penisola balcanica Albania, Serbia e Bosnia-Erzegovina avranno la possibilità di aderire allUE prima del 2020 a condizione che risolvano i problemi etnici interni e che le loro economie siano in grado di funzionare come libero mercato. Il Montenegro già utilizza leuro come moneta e sta facendo i primi passi per il suo futuro ingresso. Lo stesso discorso vale per il Kosovo, che utilizza leuro,qualora si risolva positivamente il suo negoziato per lindipendenza dopo lamministrazione ONU.

Risultati della Politica di Coesione Si è verificato un processo di convergenza degli stati membri rispetto alla media UE? Si è verificato un processo di convergenza allinterno di ciascun paese rispetto alla media nazionale? Le disparità in termini di reddito e di occupazione nellUE si sono ridotte nellultimo decennio (a partire dalla metà degli anni 90). Sia quelle tra paesi che quelle tra regioni. E migliorata la produttività e quindi la competitività delle aree meno prospere. Permangono tuttavia notevoli disparità che riflettono debolezze strutturali nonostante i miglioramenti realizzati grazie ai Fondi strutturali.

Risultati della Politica di Coesione Nel 2004 in Spagna il PIL procapite è salito all83% della media UE mentre lo scarto resta ancora elevato per il Portogallo il cui PIL procapite è il 71% della media UE e per la Grecia che ha raggiunto il 67%. In Irlanda il PIL procapite è cresciuto di quasi 4 volte rispetto al tasso medio dellUE.

Risultati della Politica di Coesione In termini di occupazione (nel decennio ), il totale degli occupati è aumentato nei 4 paesi della Coesione con una crescita marcata in Irlanda e Spagna (circa 11%), più modesta in Portogallo (6,5) e assai ridotta in Grecia (2%). Anche la produttività del lavoro è cresciuta in Irlanda (4%), in Portogallo ed in Grecia (3%) ma meno della media UE (1,5%) in Spagna.

Risultati della Politica di Coesione La crescita economica ha, tuttavia, subito un rallentamento nel periodo che ha comportato un aumento della disoccupazione ed un nuovo accentuarsi della disparità regionali (i tassi di crescita si sono ridotti di circa il 2% anche nei paesi più dinamici). Gran parte della convergenza realizzata negli anni 90 è stata così annullata. Solo la Grecia ha mantenuto un tasso di crescita superiore al 3% al quale potrebbe aver contribuito il sostegno dei Fondi strutturali.

Risultati della Politica di Coesione Il rallentamento economico ha inciso sulloccupazione facendo) o rallentare (Grecia, Spagna, Irlanda) i tassi di crescita. Gli altri paesi dellUE hanno registrato risultati modesti, in Germania ed in Italia il PIL non è cresciuto (0,5%), in Francia e nei Paesi Bassi ha avuto un incremento simile alla media UE.

Risultati della Politica di Coesione Fino al rallentamento della crescita del 2001 le regioni dellobiettivo 1 hanno registrato tassi di crescita assai diversi. Quelle dei paesi della coesione hanno registrato un incremento del PIL superiore alla media UE mentre nelle altre regioni obiettivo 1 la crescita è stata poco sostenuta ad es. in quelle tedesche si è mantenuta intorno alla media UE (2,5%), in quelle italiane è stata simile al resto del paese ed inferiore alla media europea. La convergenza non ha quindi avuto un andamento uniforme ed il divario rimane ampio.

Risultati della Politica di Coesione Negli anni 90 nei nuovi stati membri la crescita del PIL è stata in genere superiore al 4% annuo tranne in Ungheria e in Rep. Ceca. Il PIL non è cresciuto in Romania e Bulgaria. A partire dal 2001 lespansione in questi paesi ha subito un rallentamento a causa del declino della crescita nellUE e si è attestata intorno al 2,5%. Loccupazione si è mantenuta ad un livello inferiore alla media comunitaria ma molto simile a quello delle regioni obiettivo 1. In Ungheria e Slovacchia il tasso di disoccupazione è circa il 56% simile a quello della Grecia e superiore a quello italiano mentre in Polonia è il 52%.

Risultati della Politica di Coesione La crescita nei nuovi membri non è stata equilibrata dal punto di vista regionale. Lespansione si è concentrata in genere nelle aree delle capitali per cui il 20% della popolazione localizzata nelle aree più ricche ha un PIL procapite doppio rispetto al 20% della popolazione delle aree più povere. Divario simile a quello esistente in Italia e in Germania.

Problema Due terzi di coloro che vivono in regioni con un PIL procapite inferiore al 75% della media UE sono quindi localizzati nei nuovi stati membri. Se il criterio per assegnare lo status di obiettivo 1 resta immutato alcune regioni dei vecchi membri non avranno più i requisiti necessari per ricevere lassistenza strutturale anche se il loro PIL è rimasto lo stesso.

Periodi Anni caratterizzati dalla convergenza dovuta alle migrazioni. Anni 80 periodo di crisi internazionali e riduzione delle migrazioni con un arresto della convergenza ed un aumento della divergenza. Anni 90 fino al 2004 stabilizzazione delle disparità regionali senza un aumento della convergenza.

Conclusioni Gli interventi strutturali cofinanziati dai Fondi hanno sicuramente evitato che si acuissero le disparità anche se non hanno determinato una aumento della convergenza. Appare inoltre evidente, come mostrano i casi di successo dei paesi della Coesione che, insieme alle politiche regionali, è necessario un mix di politiche nazionali che possa garantire un quadro macroeconomico stabile, mercati ed istituzioni efficienti e capacità di produrre innovazione tecnologica.