La grammatica italiana come strumento di lavoro-2

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Transcript della presentazione:

La grammatica italiana come strumento di lavoro-2 Che cos’è una lingua La grammatica italiana come strumento di lavoro-2

Un sistema di comunicazione

Linguaggio e comunicazione non sono sinonimi Si può comunicare anche senza linguaggio (verbale) E il linguaggio si usa anche per fare molte altre cose, alcune delle quali importanti.

Il linguaggio è una grammatica Un insieme di regole che permette di formare/capire un numero potenzialmente infinito di frasi. Creativo, onnipotente, formale, inconsapevole, MA NON ILLIMITATO

creativo Una lunga fila di lucertole attraversava il deserto senza neppure fermarsi a sognare Idee verdi incolori dormono furiosamente Chi vespa mangia mele, e dà un bacio a chi gli pare. (Piaggio)

onnipotente Fosco Maraini, Gnosi delle Fanfole, 1978. Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna se lugri ti botalla e ti criventa. Il lonfo Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto Il Lonfo non vaterca né gluisce che bete e zugghia e fonca nei trombazzi e molto raramente barigatta, fa lègica busìa, fa gisbuto; ma quando soffia il bego a bisce bisce e quasi quasi in segno di sberdazzi sdilenca un poco e gnagio s'archipatta. gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi. arrafferia malversa e sofolenta!

formale Lewis Carroll, The Jabberwocky, in Through the Looking Glass1871 The Jabberwocky Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe. Traduzione 1: Il Ciciarampa Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi ghiarivan foracchiando nel pedano: stavan tutti mifri i vilosnuoppi mentre squoltian i momi radi invano   Traduzione 2: Eran birbizzi i borogovi Era brilligo e gli unsci tovi girondavano sulla rava, eran birbizzi i borogovi e il momo ratso ultragrattava Traduzione 3 Il mascellodonte Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti girillavano e sfrocchiavano nella serbaja molliciattoli eran gli spennavoli e gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano

inconsapevole La grammatica che usiamo tutti i giorni ha poco a che fare con la grammatica che ci insegnano a scuola Quella scolastica è normativa, tassonomica, superficiale, descrittiva Quella mentale è generativa, e inconsapevole

La grammatica normativa Prescrive come si deve parlare, e insiste soprattutto quando c’è un contrasto tra lo standard e l’uso reale. Es. i pronomi personali Egli/esso mi dice Si sta perdendo In parte la distinzione di caso Non gli possiamo dare ragione, ai baroni (nominativo/accusativo) Non possiamo dare loro ragione In parte la distinzione di numero Ha scritto alla segreteria della presidenza e dopo qualche esitazione gli ha comunicato … (per il dativo) Le ha comunicato In parte la distinzione di genere Lui mi dice sempre

La grammatica normativa Es. le relative con che e pronome di ripresa. Sono un ragazzo fortunato, perché non c’è niente che ho bisogno, Jovanotti. Lei è quella ragazza che gli hanno detto che per passare l’esame del laboratorio di scrittura ci vogliono due mesi di studio secco.

La grammatica normativa Conoscere le regole della grammatica normativa è importante perché sono delle regole di comportamento sociale, e come tali strumenti di integrazione, promozione, o emarginazione sociale. Ma sono regole superficiali, perché fanno riferimento solo a pochissimi e ridottissimi aspetti del nostro linguaggio.

La grammatica mentale è per lo più inconsapevole Un esempio: il riferimento dei pronomi I pronomi non hanno un riferimento RIGIDO. Sono deittici (ancorati): cambiano riferimento a seconda del contesto di enunciazione. ‘io’ si riferisce sempre alla persona che parla, per esempio. ‘lui’ si riferisce a qualcuno o qualcosa nominato in precedenza o presente nella frase.

Il riferimento del pronome Nell’assegnare il riferimento al pronome seguiamo delle regole molto precise, per le quali non c’è oscillazione.

Qual è la regola? (1) Gianni/il mio amico pensa che vincerà la gara Il pronome (sottinteso!) ha lo stesso riferimento dell’espressione nominale: ‘Gianni’ o ‘il mio amico’ nella frase (1). Ma non nella frase (2). *(2) pensa che Gianni /il mio amico vincerà la gara

Qual è la regola? (3) L’opinione di Gianni/il mio amico su suo padre è sorprendente Il pronome (possessivo!) ha lo stesso riferimento dell’espressione nominale: ‘Gianni’ o ‘il mio amico’ nella frase (1). Ma non nella frase (2). (4) *La sua opinione su Gianni/il mio amico è sorprendente

Qual è la regola? Una regola che nessuno ci ha mai insegnato Una regola cui non abbiamo accesso diretto: ci dobbiamo pensare bene Una regola difficile da formulare Un pronome non può avere lo stesso riferimento di un’espressione nominale che lo segue. (primo tentativo, che si rivela sbagliato!)

Un pronome non può avere lo stesso riferimento di un’espressione nominale che lo segue. (I tentativo) (1) Gianni/il mio amico pensa che vincerà la gara *(2) pensa che Gianni /il mio amico vincerà la gara (3) L’opinione di Gianni/il mio amico su suo padre è sorprendente (4) *La sua opinione su Gianni/il mio amico è sorprendente