ANNI ‘50 NEL MONDO: - La fase più critica della Guerra Fredda si consuma fra gli anni ‘50 e gli anni ’70; Nel marzo del 1953 muore Stalin. 2 anni dopo l’URSS costituisce, insieme ai paesi satelliti (Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Albania e Germania dell’Est) il Patto di Varsavia, chiamato ufficialmente Patto di amicizia, cooperazione e mutua assistenza, nato in opposizione al Patto Atlantico, firmato a Washington nel 1949; Nel 1956 Nikita Kruscev, divenuto nuovo leader sovietico, denuncia i crimini di Stalin e avvia il processo di “destalinizzazione” della società. Le dichiarazioni di Kruscev spingono la Polonia ad insorgere contro il regime comunista: l’influenza dell’URSS diviene meno oppressiva e libera molte persone dalle prigioni, espandendo in parte le libertà personali. Nell’ottobre 1956 scoppia la protesta in Ungheria: i rivoltosi chiedono la libertà di stampa, elezioni libere ed il ritiro delle truppe sovietiche. Nagy decide di portare il paese fuori dal Patto di Varsavia, scatenando la reazione dei sovietici che reprimono con una violenza durissima la rivolta (muoiono più di 2600 persone); Nel 1959, a Cuba, Fidel Castro rovescia il regime di Fulgencio Batista instaurando una repubblica socialista che si avvicina all’URSS. A Camp David Kruscev e Eisenhower si incontrano per la prima volta dopo l’inizio della Guerra Fredda. IN ITALIA: Nel febbraio del 1953 viene approvata la nuova legge elettorale, che prevede un premio di maggioranza per la coalizione vincente. È la cosiddetta “legge truffa”, che non permette comunque alla Dc, alle elezioni di giugno, di ottenere il quorum richiesto per il premio. De Gasperi si dimette e torna alla segreteria del Partito per rilanciarlo; Le rivolte in Polonia ed Ungheria scuotono il PCI: nel congresso del 1956 Togliatti viene riconfermato segretario, ma alcuni intellettuali, fra cui Calvino e Pasolini lasciando il partito. Un anno dopo (1957) il congresso del PSI segna in via definitiva l’alleanza con i comunisti. Pietro Nenni viene rieletto alla segreteria e propone l’avvicinamento alla DC e la riunificazione con il PSDI. Nel 1958 le elezioni politiche segnano una ripresa della DC e del PSI.
CAPITOLO IX – IL GIORNALISMO ITALIANO DEGLI ANNI ‘50 Nel 1943, dopo la caduta del fascismo, comincia la difficile stagione di ricostruzione della stampa italiana. Non c’è una vera “epurazione” delle redazioni giornalistiche. Alcuni giornalisti che si erano prestati alla propaganda del regime sono processati, ma solo pochi vengono condannati. Emblematico è il caso di Ermanno Amicucci; L’Italia della ricostruzione non vede nascere nemmeno un quotidiano importante, come era accaduto invece in Francia con “Le Monde”; a controllare il mondo dell’informazione erano 3 generi di editori, ovvero quelli “impuri”, quelli “puri” e quelli “semipuri” (come Rizzoli e Mondadori); Neanche l’art. 21 della Costituzione riesce a risolvere i problemi: in esso la libertà di stampa non viene affermata in sé, ma come un corollario della libertà di espressione del pensiero. Emerge il ritratto di una stampa concepita come veicolo di “opinione” prima ancora che di ”informazione”. I giornali diventano quindi strumenti utili a plasmare le coscienze più che diffusori di notizie. Nel 1963, inoltre, l’Albo dei giornalisti istituito durante il periodo fascista viene definitivamente trasformato in Ordine Professionale; Verso la fine degli anni ’50 il cosiddetto “boom economico” migliora le condizioni del paese, che si trasforma da agrario in urbano – industriale. L’industria, nel solo triennio 1957-1960, registra un incremento medio della produzione del 31,4%. Assai rilevante è anche l’aumento produttivo nei settori in cui prevalevano i grandi gruppi (autovetture +89%). A livello politico, invece, si stabilizza una “democrazia bloccata” che vede la Dc come dominatrice della scena politica e il Pci (il più grande partito comunista del mondo occidentale, segretamente finanziato dall’Urss) all’opposizione. Tutti i quotidiani rimangono nelle mani di editori “non puri”: la formula “omnibus” continua ad essere quella dominante, mentre non esiste una distinzione fra quality press e popular press; Il “Corriere della Sera” (90% delle copie in Lombardia) e “La Stampa” (70% in Piemonte) sono i due quotidiani più venduti, anche se nel 1956 irrompe sulla scena “Il Giorno” (caso estremo di editoria “non pura”), nato dalla collaborazione fra l’editore Cino del Duca, Gaetano Baldacci (primo direttore) ed Enrico Mattei, presidente dell’Eni, che volle fondarlo come strumento di influenza sull’opinione pubblica alternativo alla stampa controllata da Confindustria (che gli era ostile). Con uno stile diverso, “Il Giorno” si occupò di inchieste “scomode”, grazie anche all’apporto di professionisti come Bocca e Zucconi; Un ruolo importante viene assunto dalla stampa di partito, in particolare da “l’Unità”, testata non libera perché organo ufficiale di un Pci finanziato da Mosca. La sua tiratura oscilla intorno alle 250.000 copie. Tra il 1953 ed il 1955, la tv aumenta in maniera esponenziale il numero degli spettatori. Nasce la Rai, che per oltre vent’anni subisce il controllo del Governo (Dc). Nel gennaio 1954 inizia ad essere trasmesso il “Tg1”: si tratta di un giornalismo incompleto e parziale, povero di inchieste e retroscena sul potere.
ANNI ’60 – ‘70 NEL MONDO: Nel gennaio del 1961 John F. Kennedy diventa Presidente degli Stati Uniti. La sua permanenza alla Casa Bianca dura poco più di 2 anni: Kennedy viene infatti assassinato a Dallas nel novembre 1963. Al suo posto viene nominato Presidente il vice Johnson. Nel 1962 ha inizio la guerra del Vietnam, che si conclude nel 1975. La prima sconfitta in campo militare per gli USA ha ripercussioni a lungo termine sulla società americana, sulla sua politica estera, e sugli equilibri geopolitici mondiali; - 1964: Kruscev viene esautorato. Gli succede Leonid Breznev; La “primavera di Praga” sconvolge la Cecoslovacchia. Dubček, diventato segretario del partito, lancia l’idea di un “comunismo dal volto umano”, dissociandosi dal regime sovietico. Nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968 i carri armati sovietici invadono il paese reprimendo la rivolta; Sempre nel 1968 in America inizia il fenomeno “hippy”, che dilaga poi in tutta Europa (a Parigi esplode il “maggio francese”: insieme agli studenti protestano gli operai. De Gaulle reprime la rivolta facendo intervenire l’esercito); 1972: tra Stati Uniti ed Unione Sovietica vengono siglati gli accordi SALT 1 per la riduzione delle armi di distruzione di massa. Gli accordi SALT (il 2° verrà formalizzato negli anni successivi) sono figli di quel periodo di distensione che si sviluppa a seguito della risoluzione di molte situazioni critiche, come la crisi di Berlino o la crisi dei missili di Cuba; 1974: a seguito dello scandalo Watergate si dimette il Presidente USA Nixon, eletto nel gennaio del ‘69; 1975: muore Francisco Franco. La Spagna inizia il processo di democratizzazione con l’elezione di Juan Carlos. Nel ‘77 si svolgono le prime elezioni, che vedono la vittoria dei centristi; il 26 ottobre 1978 viene eletto Papa Karol Wojtyla. IN ITALIA: Nel 1962 Fanfani costituisce il primo governo di centro-sinistra, con l’appoggio esterno del PSI. A dicembre, Moro vara un nuovo governo con la partecipazione attiva dei socialisti; A Yalta, nel 1964, muore il leader del PCI Palmiro Togliatti (Longo nuovo segretario); 1967: scoppia lo scandalo SIFAR. “L’Espresso” rivela l’esistenza del “Piano Solo” che, orchestrato dal comandante generale dei Carabinieri De Lorenzo insieme ai servizi segreti ed esponenti di centro e di destra, intende instaurare una dittatura fascista; Continua la protesta studentesca, con i giovani che invadono le Università (Roma – Valle Giulia). Nascono numerose organizzazioni della sinistra extraparlamentare; nel dicembre 1969 l’attentato in Piazza Fontana a Milano provoca la morte di 16 persone. Vengono accusati del fatto gli anarchici Valpreda e Pinelli; 1973: Berlinguer lancia la teoria del “compromesso storico” fra comunisti e democristiani, dato il periodo di violenze nel paese. Alle elezioni del ‘76 il PCI ottiene uno straordinario successo. Un anno dopo lo stesso segretario difende la linea dell’eurocomunismo e annuncia il divorzio dall’URSS; Maggio 1978: Moro viene assassinato dalle Br dopo 55 giorni di prigionia. Un anno dopo viene assassinato il giornalista Pecorelli.
CAPITOLO X – IL GIORNALISMO IMPEGNATO DEGLI ANNI ‘60 E ‘70 - Esistono 2 grandi direttrici attorno a cui ruota il giornalismo degli anni ’60 e 70’: L’ascesa e la maturazione del giornalismo televisivo dei grandi network già prima dei due decenni presi in esame la tv si diffonde in modo capillare. Nel 1955 sono 36 milioni i televisori nel mondo: 30 milioni solo negli USA, 4 in Gran Bretagna. In Francia è la prima fonte di informazione per i 2/3 della popolazione, in Italia il “Tg1” della sera è visto da oltre 15 milioni di persone (il “Corriere della Sera” vende 500.000 copie). Si va quindi incontro ad una sempre maggiore “settimanalizzazione” dei quotidiani, che vedono una contrazione sempre maggiore delle vendite (nel Regno Unito si passa dai 30 milioni del 1960 ai 16 della fine degli anni ‘80). I giornali vengono quindi impostati secondo una chiave di complementarietà rispetto alla tv, mantenendo però una maggiore capacità di inchiesta e un corollario politico-ideologico più ampio. La tendenza alla critica, all’impegno e alla messa in discussione del potere costituito, nei suoi aspetti autoritari ed oppressivi tra il 1960 ed il 1970 la stampa viene accusata di essere la voce dei “poteri forti” e di contribuire alla marginalizzazione delle categorie subalterne. Alcuni giornali e riviste si spostano a sinistra (“Le Monde” in Francia, più debolmente il “Corsera” in Italia), altre nascono e cominciano da subito ad avere una grande importanza nei paesi d’origine (“la Repubblica” in Italia, fondata nel gennaio del 1976 da Eugenio Scalfari; “Libèration” in Francia, che nel 1973 nasce su iniziativa, tra gli altri, di Jean-Paul Sartre; “Die Tageszeitung” in Germania). Nello stesso periodo prende piede una stampa antagonista che viene orchestrata attraverso nuovi fogli di “controinformazione”, fra cui “Il Manifesto” e “Lotta Continua” (voce di una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare italiana, di orientamento comunista rivoluzionario). Da non sottovalutare, infine, è lo sviluppo dell’informazione alternativa via radio. Nel 1976, in Italia, la Corte Costituzionale permette infatti di impiantare emittenti radiofoniche su scala locale, con costi relativamente bassi. Nasce il fenomeno delle “radio libere”, che si pongono in regime di concorrenza con l'emittenza pubblica, fino ad allora unica fonte di trasmissioni radiofoniche e televisive nel paese. È una comunicazione fatta “dal basso” che trova un pubblico consistente soprattutto fra i giovani.
2 ASPETTI DEL GIORNALISMO TELEVISIVO DA SOTTOLINEARE - Parlando di informazione e tv bisogna distinguere 2 aspetti: Il primo è costituito dalla trasmissione di eventi “senza filtro”, principalmente in diretta. Tra questi ci sono l’incoronazione della regina Elisabetta II (seguita nel 1953 da 20 milioni di inglesi), l’assassinio del Presidente Americano J.F. Kennedy e la discesa del primo uomo sulla Luna nel 1969. E’ un aspetto che rientra nella sfera dell’informazione; Un secondo aspetto è costituito dai programmi che rappresentano il corrispettivo dei quotidiani (i telegiornali) e delle riviste. È questo il vero e proprio giornalismo televisivo, che negli anni Sessanta raggiunge piena maturazione e grande seguito. Va sottolineato un altro aspetto che riguarda il dibattito che ruota intorno a questo argomento: il giornalismo televisivo fa parte di un flusso mediatico che risponde a grandi logiche di mercato, rivolgendosi ad un “pubblico di massa” e mirando a raccogliere risorse dalla pubblicità. Questo procedimento conduce ad una marginalizzazione (o esclusione) delle posizioni estreme, in particolare quelle antagoniste all’establishment sociale, politico ed economico.
GUERRA DEL VIETNAM E WATERGATE Tra il 1960 ed il ‘70 gli Stati Uniti vivono una delle fasi più travagliate della loro storia. In questo periodo si collocano due grandi miti del giornalismo americano: Quello della Guerra del Vietnam; Quello dello scandalo Watergate (che prende il nome dal Watergate Complex, il complesso edilizio di Washington che ospita il Watergate Hotel, l'albergo in cui furono effettuate le intercettazioni che diedero il via allo scandalo). - Negli USA nasce un nuovo tipo di giornalismo, liberal e impegnato, che viene indicato come advocacy journalism, il quale “chiede”, “sostiene”, “rivendica”. Più vicino ad ideali di sinistra, l’advocacy journalism è polemico nei confronti del potere, e dà inizio al filone del “giornalismo investigativo”, che si fonda sui metodi insegnati nelle scuole di giornalismo universitarie (incentrati principalmente sul confronto incrociato di diversi fonti “tecniche”); - Una prima manifestazione dell’ondata di questo giornalismo è l’appoggio al movimento di lotta per i diritti civili, promosso dai neri nel Sud degli Stati Uniti a cominciare dagli anni ‘50 e proseguito nel ventennio successivo. I quotidiani che maggiormente appoggiarono l’iniziativa furono il “New York Times”, il “Washington Post” e il “Boston Globe”. Un ruolo importate è giocato anche dalla tv: Abc, Nbc e Cbs trasmettono le riprese dei ragazzi neri che entrano nelle scuole un tempo proibite loro; - La grande potenza dell’immagine televisiva si rivelò fondamentale per documentare la Guerra del Vietnam. Gli USA perdono (tra il 1964 ed il ‘74) oltre 58.000 uomini. La guerra è presentata da Washington in maniera distorta ed ingannevole. I reporter mostrano al mondo gli effetti devastanti della guerra, fecero sentire le parole dei soldati impegnati al fronte. Immagini che producono un contrasto stridente con le dichiarazioni ufficiali. La Casa Bianca finisce con lo scegliere la via del ritiro, andando incontro alla prima sconfitta militare della sua storia. Dopo la guerra, il “NYT” pubblica le Pentagon papers, documenti che rivelano come le autorità americane abbiano mentito al pubblico sull’andamento della guerra; - Diverso è invece lo scandalo Watergate. In questo caso è il giornalismo cartaceo a fare la parte del protagonista. Woodward e Bernstein, cronisti del “Washington Post”, indagano sull'abuso di potere da parte dell'amministrazione Nixon allo scopo di indebolire l'opposizione politica dei movimenti pacifisti e del Partito democratico, contrari alla Guerra del Vietnam. Dopo un tentativo di ostacolare il procedimento giudiziario, menzogne e smentite, nel 1974 Nixon si dimette (anche se stava per essere deposto dal Congresso). - Il Watergate è importante per un motivo: esso dimostra come la sinergia fra la stampa libera e le istituzioni di controllo autonome e determinate posso riuscire ad ottenere risultati molto importanti.
2 NUOVI MODELLI DI GIORNALISMO Nel 1973 il giornalismo americano scopre il new journalism. Promosso da Tom Wolfe dell’”Herald Tribune”, il new journalism si pone l’obiettivo di modificare i canoni classici di scrittura di un pezzo. L’autore non deve più descrivere in maniera asettica i fatti, come se fosse semplicemente un elemento “esterno” all’accaduto, ma deve ricrearli dall’”interno”, riportando pensieri e dialoghi fra i protagonisti, anche se non li ha ascoltati. Fusione fra giornalismo e narrativa, il new journalism è comunque una corrente minoritaria: la grande massa dell’informazione rimane di tipo tradizionale; Insieme al new journalism si sviluppa anche un filone di alternative journalism, che riprende alcuni aspetti del giornalismo investigativo impegnato e propone una visione anticonformista della realtà. Le testate simbolo di questo di questa corrente sono “The Village Voice” (1955) e “Rolling Stone” (1967, San Francisco, capitale della contestazione giovanile); Rilevante è anche lo sviluppo di alcune pubblicazioni “etniche” (soprattutto nere), legate alla lotta per i diritti civili. Tuttavia, gli assetti fondamentali del mondo dell’informazione non cambiano: l’informazione televisiva è sempre nelle mani di Cbs, Nbc e Abc, seguiti da oltre 6 milioni di persone. New York rimane la capitale della stampa con i suoi 9 quotidiani e i 6 milioni di copie complessive vendute.
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Francia In Europa, come negli USA, dilagò la protesta giovanile Dal “maggio francese” 1968 scaturì la scintilla della contestazione in Europa Si unirono movimento studentesco e operaio, entrambi di eccezionale ampiezza Contro: il regime gollista, ogni forma di autorità, il capitalismo, la società dei consumi, varie istituzioni e i valori tradizionali A favore: liberalizzazione dei costumi, aumenti salariali, svecchiamento dell’università, ecc. Alcuni motti: “vietato vietare”, “godetevela senza freni” - Le Monde spostò la sua linea editoriale a sinistra Nel 1973 nasce Liberation, giornale della nuova sinistra in stretta sinergia con studenti ed intellettuali
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Francia Giornali e newsmagazines continuarono a dar voce a un vivacissimo dibattito politico, sociale e culturale, iniziato nel dopoguerra Le testate di sinistra denunciarono gli orrori perpetrati dai francesi nella Guerra di Algeria e le repressioni governative alle proteste degli anni ’60 e ’70 Calo delle vendite della stampa, come causa del diffondersi della tv come mezzo di informazione di massa La televisione pubblica rimase sotto lo stretto controllo governativo. I vertici erano nominati dal Ministro dell’Informazione I giornalisti pur essendo controllati e censurati, riuscivano in qualche modo a ritagliarsi spazi crescenti di autonomia 1968 il governo introduce la pubblicità nella tv pubblica Le contestazioni di quegli anni colpirono anche il sistema televisivo statale → riforma del 1974: liberalizzazione del settore televisivo e nascita di emittenti private
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Germania In controtendenza al fenomeno del calo delle tirature del mondo occidentale La stampa non si pone in maniera critica come contro-potere, ma segue l’alternanza dei i 2 partiti al potere La stampa celebra l’ascesa economica tedesca, espressione della classe media benpensante Tuttavia il giornale più diffuso è sempre il Bild Anche qui, i moti sociali e giovanili si fanno sentire (anche con la lotta armata) La critica alla stampa “borghese” sfocia nella fioritura di fogli di controinformazione I giovani danno una lettura critica delle notizie (es. gli studenti di Berlino fermano la gente per strada per farli riflettere sulla presentazione di notizie da parte di alcuni giornali – quelli di Springer) 1973 varo del Codice della stampa tedesca (rispetto della verità, verifica delle informazioni, segreto professionale, rifiuto degli interessi privati esterni, ecc.) Il giornalismo televisivo è moderato, ma indipendente - aiutato dalla struttura federale della tv
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Regno Unito E’ il Paese occidentale che meno ha risentito dei moti di protesta di studenti e lavoratori Ci sono stati, ma non hanno avuto conseguenze sulla stampa Calo delle vendite della stampa e ascesa della televisione Ulteriore concentrazione editoriale L’ingresso di R. Murdoch: 1969 acquista il quotidiano The Sun, che è in grave crisi Rinuncia all’informazione completa e adotta un giornalismo sensazionalistico (scandali, pettegolezzi, ecc.) La terza pagina: la donna in topless Riscontro del pubblico e vertiginoso aumento delle vendite Conservatore, contro i sindacati e le sinistre, sostenitore di M. Thatcher Ristagno della quality press Il Times cala le tirature e a fine anni 1981 viene acquistato da R. Murdoch
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Regno Unito La BBC continuò nel suo giornalismo rigoroso e indipendente Presentò come eccessi e immoralità le nuove istanze giovanili Non si pose in maniera critica nei confronti della questione nordirlandese Durante la crisi economica degli anni ’70 fu dura con i sindacati che indicevano scioperi e agitazioni
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Punti chiave Affermazione della tv come mezzo di informazione di massa e di intrattenimento Il pubblico è soggetto al nuovo linguaggio delle immagini. Dirette tv e “la guerra che entra nel salotto di casa” che non consente di rimanere neutrale (McLuhan, 1968) La guerra del Vietnam è l’ultimo caso di guerra raccontata dai corrispondenti Film sulla Guerra del Vietnam: 1979 Apocalypse now (F.F.Coppola), 1982 Rambo, 1986 Platoon (O.Stone), 1987 Full metal jacket (S.Kubrick) e Good morning, Vietnam Nascita del “villaggio globale”, utilizzo dei satelliti (Telstar di AT&T 1961), primo evento in mondovisione (1967) e affermazione delle 4 maggiori agenzie di stampa (Associted Press, United Press, Reuter’s e France Presse)
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Punti chiave Fermento sociale e culturale. “Per la baby boom generation protagonista del Sessantotto la ‘società dell’informazione’ e il ‘villaggio globale’ rappresentano prerequisiti indispensabili, senza i quali i movimenti e le rivolte di quegli anni sarebbero stati impossibili” (G. Gozzini, Storia del giornalismo, Mondadori 2000 pag.246) Le contestazioni sociali e politiche sia nei Paesi Occidentali, sia in quelli del blocco sovietico, smuovono il clima imbalsamato del periodo della Guerra Fredda Sviluppo dell’advocacy journalism in parallelo con la guerra in Vietnam Nuove tecnologie: ciclostile, offset e fotocomposizione. Il rinnovamento tecnologico favorisce un’ulteriore concentrazione proprietaria della stampa Nascita di testate di “controinformazione”, antidoto dal basso al news management operato dall’alto. Durano poco, ma lasciano un segno profondo Contemporaneo calo delle tirature e delle inserzioni pubblicitarie sulla stampa Tiene la radio, che è uno dei mezzi preferiti dalla controcultura del Sessantotto. Boom delle “radio libere” in Europa
Il giornalismo impegnato degli anni ’60 e ’70 Punti chiave 1969: nasce ARPANET, predecessore di Internet. Venne studiata e realizzata dall'agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti responsabile per lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare Inizio anni ’70: introduzione dei primi videoterminali negli USA, della fotocomposizione elettronica e del telefax Caso Watergate: il giornalismo investigativo del Washington Post porta nel 1974 alle dimissioni del presidente Nixon. Primo caso nella storia.