Partiti politici da A. Costabile, P. Fantozzi, P. Turi (a cura di),

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Transcript della presentazione:

Partiti politici da A. Costabile, P. Fantozzi, P. Turi (a cura di), Manuale di Sociologia Politica, Roma, Carocci

DEFINIZIONE GENERALE Sono sempre esistititi “raggruppamenti più o meno organizzati in vista della conquista e dell’esercizio del potere politico” (Duverger, 1980) Condizioni?

Densità organizzativa e stabilità Differenziazione delle funzioni politiche al loro interno e rispetto ad altre funzioni sociali

ETIMOLOGIA Latino “partire” = dividere > partizione Partito sta dunque per parte, per qualcosa che è divisa dal tutto, per una frazione rispetto ad un intero Nel nostro caso, i gruppi lottano per il controllo della produzione delle decisioni vincolanti una collettività, cioè per il controllo del potere politico

DUE IMPLICAZIONI 1. una partizione attiva due processi, fortemente correlati ma che agiscono in direzione opposta Riconoscimento Verso l’esterno: Appartenenza Verso l’interno:

RICONOSCIMENTO Il primo processo vuole affermare ed ottenere il riconoscimento dell’esistenza e l’individuazione delle singole parti in campo > IDENTITA’ COLLETTIVA

APPARTENENZA Il secondo processo vuole rinsaldare la tenuta e l’integrazione del gruppo politico. Gli individui si identificano con la propria parte, sviluppando sentimento di lealtà e solidarietà durature

Stessa radice latina ha anche il termine “parteggiare”, cioè prendere parte: impegno materiale e morale e anche coinvolgimento emotivo > ci si riconosce in simboli, rituali e discorsi condivisi

2. la partizione presuppone l’esistenza di un tutto pluralistico passibile di scomposizione, che attribuisce valore e utilità alle divisioni Rigetto della visione unanimistica dell’ordine sociale: partiti e gruppi non sono un male > idea positiva di partito: onorevoli connessioni di individui, uniti per promuovere l’interesse nazionale (Burke, 1770) > si riferisce a partiti interni alle istituzioni

Essere / fare Logica dell’identità Logica della competizione Obiettivi successivi, conseguiti attraverso la negoziazione = Calo della partecipazione Formazione identità collettiva = Alta partecipazione

Weber Elementi principali del partito moderno: Organizzativo = struttura formale associativa Teleologico = orientamento verso obiettivi deliberati (distinzione tra partiti di patronato > fini materiali; partiti di ceto > interessi specifici della propria base sociale; partiti ispirati a una intuizione del mondo > interessi ideali)

Competitivo = organizzazione costruita per la raccolta dei suffragi e per la presentazione di candidati e programmi Istituzionale = i partiti moderni sono possibili solo all’interno di uno stato liberal-democratico, che ne limita il potere

Il partito che vince le elezioni traduce il suo credito politico in influenza sociale attraverso: Il controllo delle cariche pubbliche La distribuzione delle risorse pubbliche La possibilità di indirizzare le decisioni e le politiche pubbliche I partiti diventano così fattori di stratificazione sia organizzativa che sociale, cioè rendono possibile un accesso ineguale alle risorse politiche

Funzioni dei partiti (King, 1969) L’integrazione e la mobilitazione dei cittadini La strutturazione del voto L’aggregazione degli interessi (Almond e Powell: le richieste sociali sono trasformate in alternative programmatiche generali)

Il reclutamento dei leader e del personale politico L’organizzazione del potere di governo (1. funzione costituzionale perché fondante lo stesso regime democratico, Lowi 1999; 2. assolvimento di compiti procedurali o istituzionali) L’influenza delle politiche pubbliche = capacità di problem solving e influenza del processo di policy making

Funzione minima, o definiente = funzione elettoralistica (Sartori, Epstein) > è il requisito funzionale che discrimina i partiti politici da altri attori politici

Altre tipologie funzionali Pizzorno (1980): funzione di trasmissione della domanda / esercizio della delega Bartolini, Mair (2001): funzione rappresentativa / funzione istituzionale o procedurale. Oggi i partiti continuano la loro attività di coordinamento e integrazione istituzionale ma in un contesto di crescente delegittimazione perché è erosa la loro capacità di controllo, organizzazione e integrazione politica di elettori e gruppi

A. Prospettiva sociostrutturale I partiti riflettono le divisioni fondamentali e le linee di conflitto che attraversano stabilmente una società > struttura di cleavage Criteri che dividono i membri di una comunità in gruppi; linee di divisione, fratture che attraversano la comunità e che costituiscono conflitti forti e prolungati, radicati nella struttura sociale. Ma sono anche fattori di aggregazione e di identificazione per i membri di una collettività e, in questo senso, danno vita a processi di mobilitazione sulla base dello schema amico-nemico. Sono cioè alla base della logica dell’identità. Quando ciò accade, un cleavage acquista salienza e si creano le condizioni per l’affermazione di un soggetto politico. Affermatosi e superata la prova della istituzionalizzazione, il partito sopravvive alla perdita di rilevanza della linea di conflitto originario.

Lipset e Rokkan, 1967 4 tipi di fratture prodotti dalle due maggiori rivoluzioni del XIX secolo, la rivoluzione nazionale e quella industriale: centro-periferia Stato-Chiesa industriale (urbano) – rurale lavoro-capitale Rivoluzione francese e sue conseguenze Rivoluzione industriale

Secondo questo schema, possono comparire 5 o 6 partiti lungo il continuum destra-sinistra: Dopo la rivoluzione del 1917, si registra l’aggiunta di partiti antisistema, di origine comunista o fascista Conservatore – agrario (o etnico) – liberale – confessionale - socialista

No meccanicismo Alcune fratture hanno acquistato maggior salienza (stato-chiesa; operai-datori di lavoro) Frattura non traduzione automatica in partito > ci devono essere le condizioni istituzionali e adeguate strategie degli attori politici e sociali (es. affermazione dei partiti democristiani, Kalyvas, 1996: strategia organizzativa difensiva; strategia partecipativa; partito confessionale)

Cambiamento politico Perdita di rilevanza della fratture tradizionali Riattivazione di fratture latenti Attivazione di nuove linee di divisione

Famiglie ideologiche È possibile integrare l’approccio dei cleavage con quello delle famiglie spirituali, o ideologiche, cioè i partiti sono riconducibili a specifiche comunità di valori e norme MA

Quando l’ideologia appare importante in politica, vuol dire che possiede una solida base organizzativa (Barnes, 1966) e che è collegata con i grandi conflitti sociali che hanno determinato la nascita di specifici partiti È difficile definire le varie famiglie partitiche: nel tempo, i partiti possono cambiare collocazione ideologica, fare nuove alleanze, fare i conti con la propria identità

Raniolo, 2000 Nelle famiglie ideologiche di destra: declino dei partiti confessionali e liberali, ma fortuna elettorale dei partiti conservatori Crisi elettorale dei comunisti Crescita elettorale di nuove formazioni politiche, come verdi, populisti e regionalisti

Bartolini, 2000 La prospettiva sociostrutturale, quindi, enfatizza tre dimensioni dell’agire politico: La base sociale Una comunità di valori Un network organizzativo

B. Prospettiva istituzionale La lotta politica e le stesse preferenze degli attori sono mediate e condizionate dagli assetti istituzionali, cioè dall’insieme di regole, norme e valori incorporati nelle istituzioni L’istituzionalismo, però, deve essere integrato con la prospettiva conflittuale

Dahl, 1981 Le democrazie di massa sono regimi che offrono ai cittadini delle opportunità di partecipazione e di espressione delle loro preferenze, assicurando le necessarie garanzie istituzionali, cioè fissano la struttura delle opportunità di partecipazione (storicamente è nel XVIII secolo che le masse, prima escluse dall’esercizio dei diritti pubblici, diventano cittadini, cioè partecipi della comunità politica)

L’evoluzione democratica comporta processi di: Liberalizzazione (concessione dei diritti di opposizione) Inclusione (partecipazione)

Rokkan, 1982 La strutturazione della politica di massa può essere vista da una prospettiva top-down, che enfatizza cioè la risposta del sistema, gli output di adattamento istituzionale di fronte alle pressioni dal basso e dall’esterno Questi output istituzionali possono essere considerati come delle soglie, che ogni movimento politico deve oltrepassare per essere pienamente integrato nelle istituzioni democratiche

Soglie Della legittimazione = riconoscimento da parte delle élite politiche dei diritti di petizione, di critica, della libertà di opposizione (richiede la tutela dei diritti di associazione, di espressione e di stampa) Dell’incorporazione = comparsa dei diritti di partecipazione politica (suffragio) Di rappresentanza = quando a sistemi chiusi e selettivi si sostituiscono sistemi elettorali più aperti e proiettivi (dal maggioritario al proporzionale)

Del potere esecutivo = riconoscimento della responsabilità di governo a tutti i partiti o coalizioni di partiti che riescono a controllare la maggioranza dei seggi Oggi anche soglia della governance? Cioè a quanta rappresentanza ed effettività della cittadinanza, una democrazia è disposta a rinunciare per assicurare certi livelli di efficienza al sistema politico

C. Prospettiva organizzativa Panebianco (1982) = i partiti sono prima di tutto organizzazioni; sono organizzazioni complesse che perseguono diversi scopi e che tendono alla propria sopravvivenza ed espansione 4 problemi organizzativi cruciali : dell’azione collettiva del coordinamento

della mobilitazione delle risorse strategico > I partiti si differenziano a seconda della risposta data a questi quattro problemi organizzativi e per l’enfasi data a identità o competizione

Tipi di partito Partito di élite Partito di massa Partito elettorale

Partito di élite Partiti conservatori e liberali Contesto di suffragio limitato Nati prima in Gran Bretagna e poi diffusi in Europa Rappresentanza individuale Partecipazione essenzialmente nel voto Gruppi limitati ed elitari al comando Rapporto coi leader basato su deferenza e legami personali

La base del potere dei leader è data dalla traslazione dei privilegi sociali ed economici in influenza politica La mobilitazione delle risorse segue canali personali Partiti leggeri e poco organizzati, che si attivano in occasione delle elezioni Partiti elettorali-legislativi > assorbiti dalle relazioni con le istituzioni

La funzione principale è la selezione di rappresentanti Funzione di integrazione istituzionale > secondo alcuni autori, però, è importante anche il retroterra sociale. Non sono cioè solo partiti di origine parlamentare, interna

Partiti di massa Allargamento del suffragio > crisi fase parlamentare > democrazia dei partiti (partito burocratico, organizzativo di massa, che ha anche una variante totalitaria) Organizzazione della partecipazione e coordinamento dell’azione collettiva > tesseramento e militanti Partecipazione attraverso i partiti (incentivi di solidarietà e ideologici + materiali)

Radicato nel territorio Fortemente burocratizzato Compito di preservare e rafforzare le identità politiche > forte identificazione > visione ideologica della politica

Partito pigliatutto Con la fine degli anni ‘60, ricompare la tensione tra partecipazione istituzionale e movimento > opportunità per nuove forme di partecipazione, non convenzionali e spazi individualizzati La sfera pubblica, prima controllata dai partiti, riconquista la propria autonomia

Lipset e Bell: declino delle ideologie > Kirchheimer elabora la categoria del partito “pigliatutto” = crisi definitiva della prassi e dell’ideologia del partito di massa > nuovo soggetto politico, il partito elettorale, di cui quello pigliatutto è la prima e più nota incarnazione

l’organizzazione è vista più come un costo che come una risorsa > burocrazia come freno all’innovazione struttura leggera ed intermittente (in alcune versioni, come il “nuovo partito di quadri”, si offrono opportunità di partecipazione interna più democratiche) notevole capacità di produzione simbolica e comunicativa, diretta alla formazione di lealtà ruolo delle tecniche di persuasione e di manipolazione dell’opinione

Come il partito di massa gestiva i processi di politicizzazione delle masse, così quello elettorale gestisce i fenomeni di spoliticizzazione dei cittadini delle democrazie avanzate

Problema delle risorse finanziarie, poiché la mediatizzazione e commercializzazione della politica fa lievitare i costi > oggi le risorse sono soprattutto esterne, direttamente dallo stato o dai gruppi di interesse La statalizzazione e la commercializzazione hanno conseguenze sull’autonomia dei partiti e sulla loro competizione > cartel party

Partito cartellizzato I partiti, soprattutto quelli attorno all’area di governo, tendono a sviluppare tra di loro strategie collusive e di protezione, piuttosto che di aperta competizione, allo scopo di assicurarsi le risorse necessarie e rendere più prevedibile l’ambiente operativo > crescita del sentimento antipartitico e opportunità per l’affermazione di partiti radicali ed estremisti

Il partito elettorale è dunque MINIMO dal punto di vista organizzativo e dei rapporti con la società, ma tende a diventare MASSIMO dal punto di vista istituzionale o dell’integrazione sistemico > ipertrofia della funzione di selezione dei candidati

D. PROSPETTIVA COMPETITIVA Il concetto di partito (essendo una parte) rinvia ad una più generica cornice, il sistema partitico = il risultato delle interazioni, cooperative o competitive, tra diversi partiti. È un effetto di composizione tra azioni e retroazioni che avvengono tra i diversi elementi del sistema (orizzontale) e attiene ai rapporti tra elettori, partiti, parlamenti e governi (verticale)

Duverger: distinzione tra La qualità di queste relazioni e la complessità del sistema dipendono dal NUMERO DEI PARTITI Duverger: distinzione tra sistemi monopartitici (regimi non democratici) sistemi bipartitici (es. Gran Bretagna/in Italia “bipartitismo imperfetto”) sistemi multipartitici Due specie dei regimi democratici

Come contare i partiti? Si stabilisce una soglia dimensionale (opzione arbitraria) Sartori ha suggerito due regole di conto: 1. potenziale di coalizione, si conta un partito – seppur piccolo – se è indispensabile per formare maggioranze di governo; 2. potenziale di ricatto, si conta un partito se è in grado di condizionare la direzione della competizione politica e la produzione delle politiche pubbliche

Il numero dei partiti costituisce il formato del sistema partitico Sartori individua 7 classi: Monopartitismo Sistemi a partito egemonico Sistema a partito dominante Bipartitismo Multipartitismo moderato Multipartitismo estremo Sistemi atomizzati Lo spartiacque è costituito dalla differenza tra un partito e più di uno > soglia del passaggio tra un sistema autoritario ad uno democratico

Oltre la quantità, anche la qualità … Sartori: grado di distanza ideologica o polarizzazione tra partiti > aggregando le diverse componenti si individuano 3 configurazioni sistemiche: Unipolare (situazione monopartitiche non democratiche) Bipolare (casi bipartitici + multipartitismi moderati, con una direzione della competizione centripeta, cioè moderata, e con elevata possibilità di produrre alternanza tra governo e opposizione)

3. Multipolare (multipartitismo estremi > competizione centrifuga, politica estremizzata e immoderata e monopolio del governo da parte dei partiti di centro dominanti > “ricambio periferico”)

Terza variabile interveniente: il sistema elettorale I sistemi elettorali producono effetti, diretti e indiretti, sulle scelte degli elettori e sulle caratteristiche dei sistemi di partito > ciò accade quando i sistemi elettorali sono forti, ovvero fortemente riduttivi > si verifica quanto maggiore è il grado di disproporzionalità del sistema elettorale

Come cambiano i sistemi di partito? Solitamente il cambiamento si traduce nel passaggio da un tipo all’altro tra quelli previsti da Sartori Smith ha distinto 4 livelli di cambiamento sistemico: Fluttuazione temporanea Cambiamento ristretto Cambiamento generalizzato Trasformazione

Tendenze recenti È diventato più problematico il rapporto tra iscritti e leader > declino dei partiti in quanto associazione di iscritti > 3 chiavi di lettura: 1. Costi opportunità = gli individui oggi sono meno propensi ad impegnarsi direttamente nella vita associativa, ma sono anche più esigenti > sperimentazione di nuove forme, come le primarie e altre forme di partecipazione democratica interna

2. Adesione identificante = caduta della partecipazione identificante > è difficile motivare le persone > crescono sfiducia e sentimenti antipolitici > gli individui si rifugiano nel sociale

3. individualizzazione = le esigenze di autorealizzazione, successo professionale e ampliamento degli spazi di libertà personali che caratterizzano le società degli individui (Beck) comportano la ricerca di nuovi legami basati sulla spontaneità e non formalizzati in vincoli organizzativi rigidi. Si afferma un cittadino riflessivo, insofferente verso l’impegno politico convenzionale

Riassumendo … Erosione delle gerarchie Individualizzazione del rapporto con le norme Apprendimento basato sulla propria esperienza