Corso di Sistemi organizzativi complessi a.a

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Transcript della presentazione:

Corso di Sistemi organizzativi complessi a.a. 2010-2011 Prof. Renato Fontana

Il cambiamento organizzativo Analisi e progettazione Titolo Presentazione 27/03/2017

Il concetto di organizzazione Titolo Presentazione 27/03/2017

Che cos’è un’organizzazione Un’organizzazione è un’entità collettiva dotata di qualche formalizzazione costituita per raggiungere fini. La tipologia dei fini e il livello di formalizzazione rappresentano le due variabili che distinguono un’organizzazione da altri sistemi sociali. Esistono tre diverse accezioni del termine “organizzazione”. Titolo Presentazione 27/03/2017

Prima accezione Un’organizzazione è un soggetto collettivo riconoscibile all’esterno come attore del sistema economico, giuridico, sociale o politico. Comprendere l’identità e la tipologia a cui appartiene un’organizzazione è il primo step dell’analisi e della progettazione organizzativa. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’organizzazione come soggetto Le tipologie organizzative In letteratura si distinguono varie tipologie organizzative in base: all’attività svolta (Istat); al tipo di autorità che ne legittima il governo (Weber); al tipo di potere (Gouldner); alle funzioni prevalenti (Parsons); al beneficiario (Blau); al potere e alla partecipazione (Etzioni); al sistema di produzione (Woodward); al grado di comprensione e controllabilità dei processi (Perrow); all’ambiente esterno (Lawrence e Lorsch). Titolo Presentazione 27/03/2017

Seconda accezione Un’organizzazione si definisce in base all’attività organizzatrice, ossia agli atti compiuti per passare da uno stato di disordine ad uno di maggior ordine. Organizzare significa portare a unità elementi diversi. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice I parametri per descrivere l’attività organizzatrice sono quattro: il contesto; le dimensioni; i criteri di prestazione e gli obiettivi; l’attività delle persone. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice Il contesto Il contesto comprende lo studio di tre fattori (le 3T): la tecnologia; il tempo; il territorio. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice Le dimensioni Le dimensioni dell’attività organizzatrice sono quattro (le 4C): la cooperazione; la comunicazione; le conoscenze; la comunità. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice I criteri di prestazione L’attività organizzatrice si svolge rispetto a criteri di prestazione per valutarne l’azione: efficienza: rapporto tra risultati e costi; efficacia: raggiungimento di un obiettivo. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice Gli obiettivi Gli obiettivi che un’organizzazione si prefigge sono di 3 tipi: obiettivi tecnici; obiettivi economici; obiettivi sociali. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’attività organizzatrice Gli universi delle attività Le attività svolte dalle persone si collocano all’interno di cinque universi dell’attività organizzatrice: universo fisico; universo operativo; universo procedurale; universo degli impegni; universo decisionale. L’attore è sempre implicato in dimensioni multiple. Gli universi del lavoro sono molto diversi per i lavori operativi e per quelli intellettuali. Titolo Presentazione 27/03/2017

Terza accezione Un’organizzazione si definisce in base alla sua struttura che può essere: formale (studio di norme, regole, organigrammi, mansionari, ecc.) latente (studio delle comunità di lavoro, delle relazioni di cooperazione, della comunicazione e delle conoscenze). Un’organizzazione è un artefatto socio-tecnico, composto da elementi eterogenei che interagiscono tra loro (obiettivi, persone, tecnologie, processi, ecc.). Titolo Presentazione 27/03/2017

Il sistema organizzativo Un sistema organizzativo è un’unità definita da fini/obiettivi, risorse, configurazioni che le consentono di sviluppare il controllo e la promozione di attività e processi specifici, sottratti al controllo di altri. Esso è composto da: obiettivi e prestazioni; risorse; configurazione organizzativa. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il cubo organizzativo Titolo Presentazione 27/03/2017

Obiettivi e prestazioni Gli obiettivi e le prestazioni possono essere: tecnici; economici; sociali. Le prestazioni sono il grado e il modo con cui gli obiettivi vengono raggiunti. Le organizzazioni sono quello che fanno e come lo fanno Titolo Presentazione 27/03/2017

Risorse Le risorse possono essere: finanziarie; fisiche; umane. Al contrario di quanto affermava Dahrendorf, la scuola socio-tecnica sostiene che non è possibile capire i rapporti sociali senza studiare le risorse tecnologiche e i processi produttivi su cui i processi sociali in parte si fondano. Titolo Presentazione 27/03/2017

La configurazione organizzativa È l’insieme degli elementi stabili che definiscono le regole con cui l’organizzazione opera (ossia “l’organizzazione” vera e propria). Essa comprende: processi; compiti; ruoli; sistema sociale; cultura; … e le relazioni di tali fattori tra loro e con il mondo esterno. Titolo Presentazione 27/03/2017

I processi Miller e Rice definiscono il processo come “una trasformazione o una serie di trasformazioni che hanno luogo sull’oggetto dell’attività funzionale di un sistema, come risultato del quale l’oggetto viene cambiato nella sua posizione, forma, misura o in qualche altro aspetto”. Il processo è una sequenza di eventi adeguatamente concepiti, concretamente realizzati ed efficacemente controllati che convertono input in output e conducono al raggiungimento degli scopi dell’organizzazione al soddisfacimento dei bisogni degli utenti/clienti. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le attività lavorative Sono le fasi in cui il lavoro necessario viene configurato esattamente disaggregato per svolgere un determinato processo in un determinato modo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Coordinamento e controllo I sistemi di coordinamento e controllo servono a definire con quali logiche, regole e tecniche si configurano i modi di sincronizzazione degli eventi, di assegnazione delle risorse a soggetti, attori, di allocazione delle attività ai sistemi tecnologici, come si stabilisce cosa viene prima e cosa dopo, come si prevede ciò che deve succedere. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le microstrutture Le microstrutture sono composte da tutti gli elementi in grado di realizzare i processi operativi (reparti, uffici, negozi, ecc.). Titolo Presentazione 27/03/2017

Ruoli e professioni Il ruolo è ciò che ciascuno fa in vista di un risultato funzionale, nelle sue relazioni con gli altri, all’interno di un determinato contesto tecnico-organizzativo. Titolo Presentazione 27/03/2017

I sistemi di gestione I sistemi di gestione del personale comprendono: contratti; orari; retribuzioni; sistemi di compenso; modelli di selezione; formazione; relazioni industriali; … Titolo Presentazione 27/03/2017

La macrostruttura Le macrostrutture organizzative rendono visibili le gerarchie mediante organigrammi e funzionigrammi. Titolo Presentazione 27/03/2017

Sistemi di regolazione e strutture latenti Fanno parte dei sistemi di regolazione e delle strutture latenti: la cultura organizzativa; le comunità di pratica e professionali; l’interazione tra organizzazione e sistema sociale; i sistemi di senso. Titolo Presentazione 27/03/2017

Una definizione di organizzazione L’organizzazione è il modello delle relazioni normative, tecniche, procedurali, sociali, valoriali, comunicative stabilite intenzionalmente da/fra gli uomini per agire in modo adeguato a raggiungere i fini. Titolo Presentazione 27/03/2017

dei modelli organizzativi La successione dei modelli organizzativi Titolo Presentazione 27/03/2017

I principi del taylorismo Trovare il modo migliore (la one best way): solo lo studio scientifico dei processi e dei metodi di lavoro può definire la modalità con cui il lavoro va fatto; mettere le persone giuste al posto giusto: per ogni lavoro vanno scelte persone con caratteristiche adatte; controllare, premiare, punire: il controllo serviva ad assicurarsi che il lavoro venisse svolto adeguatamente, gli incentivi, invece, a premiare chi lavorava al di sopra degli standard; impiegare organismi di staff per pianificare e controllare: il management doveva impartire istruzioni e controllare la corretta applicazione delle procedure e dei metodi di lavoro determinati dagli staff specializzati. Titolo Presentazione 27/03/2017

Uomo e lavoro nell’OSL L’individuo e il suo compito rappresentano la base essenziale di un’organizzazione. L’individuo è un’estensione della macchina. Gli individui e i loro compiti sono collegati tra loro dai supervisori. L’organizzazione può impiegare qualsiasi mezzo per imporre comportamenti adeguati ai dipendenti. Il frazionamento dei compiti serve a diminuire i costi del lavoro. Le esigenze della tecnologia sono più importanti di quelle degli individui. L’OSL non è soggetta a giudizi di valore. Titolo Presentazione 27/03/2017

Limiti dell’OSL Rigidità del sistema produttivo e lentezza dei processi decisionali Vs condizioni di contesto ambientale e di processo variabile. Elevati costi di coordinamento e controllo. Incapacità di far fronte alle eccezioni causate dall’irresponsabilità degli operai. Scarsa capacità di trattamento delle informazioni. Scarsa motivazione, scarso commitment del personale ed alta conflittualità sociale che limitano i livelli di qualità e produttività. Insufficiente orientamento al mercato e al cliente. Titolo Presentazione 27/03/2017

Declino del taylor-fordismo Durante gli anni Settanta si assiste al declino del taylor-fordismo e alla nascita di nuove forme organizzative non gerarchiche. In particolare si assiste allo sviluppo di “imprese a rete” e di “reti di impresa”. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le nuove forme organizzative Quattro sono le dimensioni fondamentali che accomunano le nuove forme organizzative (modello delle 4C): la cooperazione autoregolata e condivisa; la condivisione delle conoscenze; la comunicazione; lo sviluppo di comunità all’interno delle organizzazioni. Titolo Presentazione 27/03/2017

La configurazione organizzativa Approfondimenti Titolo Presentazione 27/03/2017

I processi Possono essere suddivisi per: Classi. Tipi di attività. Livelli di formalizzazione più o meno elevati. Titolo Presentazione 27/03/2017

I processi Le classi Esistono diverse tipologie di processi: Processi primari: riguardano il raggiungimento dei fini primari dell’organizzazione e la soddisfazione delle esigenze dei clienti/utenti finali. Processi di supporto: sono funzionali alla realizzazione del processo primario. Processi di coordinamento, controllo e integrazione: hanno la funzione di definire fini, obiettivi e strategie e di controllare attività e risultati. Titolo Presentazione 27/03/2017

I processi Tipi di attività Le attività prevalenti all’interno di un processo possono essere: di trasformazione: sono utili a convertire l’input in output e si distinguono in attività manifatturiere di servizio di elaborazione professionale; di coordinamento e controllo; di mantenimento e innovazione del sistema tecnico, organizzativo e sociale. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le attività La struttura delle attività è relativa alla qualità, quantità e distribuzione delle diverse tipologie di compiti presenti in un processo. La qualità indica la tipologia di attività prevalente o l’insieme di attività che caratterizzano il processo. La quantità delle attività riguarda: tempi di lavoro carichi di lavoro frequenza delle operazioni La distribuzione attiene all’allocazione delle attività: nel tempo nelle varie sedi nelle diverse fasi del processo in base alle tecnologie e metodologie disponibili Titolo Presentazione 27/03/2017

Variabilità delle attività Si distingue tra: attività definite, con poche eccezioni caratterizzare da ruoli definiti, lavoro standardizzato, procedure fisse (catena di montaggio); attività definite, con molte eccezioni o varianze, ossia incidenti, errori, imprevisti che vanno controllati e studiati; attività non definite, con molte eccezioni: la difficoltà consiste nel definire bene il processo. In queste attività prevale la professionalità della persona. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il sistema di coordinamento e controllo Il suo scopo è la sincronizzazione degli impegni, delle azioni e del prodotto delle singole azioni in modo che la realizzazione complessiva corrisponda alle attese. È fondato sulla collaborazione che può essere di tipo: operativo; informativo; creativo. Ulteriori aspetti su cui fondare l’analisi e la diagnosi del sistema sono: l’autorità e la responsabilità; la natura delle procedure; la fonte del controllo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le microstrutture Le microstrutture sono le organizzazioni operative che hanno il compito di “fare le cose”. I criteri per la determinazione delle microstrutture si distinguono nelle seguenti tipologie: su base numerica; su base temporale; per prodotto/tecnologia; funzionale; per area geografica. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le microstrutture A partire dagli anni Cinquanta, in alternativa a quello taylorfordista, emergono nuovi paradigmi di organizzazione del lavoro. Per la scuola sociotecnica il sistema sociale diviene una delle componenti strutturali dell’organizzazione: le persone e le relazioni che esse costruiscono diventano il perno intorno a cui ruotano le nuove forme di lavoro. Titolo Presentazione 27/03/2017

La lean production Il modello della produzione snella scardina molti dei principi del taylorfordismo, distinguendosi anche dalla tradizione socio-tecnica. I principi su cui essa si basa sono: il just in time; il kaizen. Titolo Presentazione 27/03/2017

Unità di processo e team Per unità di processo si intende un insieme di strutture di lavoro flessibili e parzialmente autoregolate che operano stabilmente nella realizzazione di un processo o sottoprocesso di produzione o servizio (isole, process team, case team…). Si definiscono team le diverse forme di gruppi di lavoro e di strutture orizzontali centrate su processi e su programmi che, diversamente dalle unità di processo, sono temporanee e variabili. Ne esistono di tre tipi: strutture temporanee per il miglioramento continuo (circoli di qualità, gruppi di problem solving, ecc.); comunità professionali e di pratica; organizzazioni temporanee centrate su progetti e programmi. Titolo Presentazione 27/03/2017

Ruoli e professioni Il ruolo è l’elemento di congiunzione tra l’organizzazione e la persona ed è un insieme di compiti e responsabilità sui risultati. Il modello della professione è quello che meglio descrive l’evoluzione del lavoro nelle moderne organizzazioni. Le professioni sono caratterizzate da: responsabilità sul risultato verso terzi; impegno a produrre valore all’utente finale; uso di conoscenza basate su discipline scientifiche; formazione certificata; riferimento a comunità professionali extra-aziendali; sviluppo di deontologie, comportamenti e valori che sostituiscono norme e fonti estrinseche di regolazione del lavoro. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le professioni La progettazione di nuovi sistemi di professioni è insieme un sistema di gestione e sviluppo delle risorse umane e un sistema di produzione e offerta di servizi. Le professioni aziendali sono microunità organizzative idonee a sviluppare con autonomia processi di innovazione, produzione e consegna di prodotti e servizi. Il sistema professionale è dato da tre componenti: il sistema di rappresentazione dei ruoli ascritti e agiti; il sistema di broad professions; il sistema di formazione/riconocimento delle potenzialità delle persone. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le macrostrutture La struttura organizzativa definisce e rappresenta l’allocazione del potere e dell’autorità in un’organizzazione e si manifesta attraverso: organigrammi, funzionigrammi; disposizioni organizzative; ordini di servizio; schemi e assetti organizzativi. Titolo Presentazione 27/03/2017

Le macrostrutture Esistono tre tipologie di strutture organizzative: la struttura gerarchico-funzionale; la struttura divisionale; la struttura a matrice. Titolo Presentazione 27/03/2017

Struttura gerarchico-funzionale Titolo Presentazione 27/03/2017

Struttura divisionale per prodotto Titolo Presentazione 27/03/2017

Struttura divisionale per processo Titolo Presentazione 27/03/2017

Struttura divisionale per area Titolo Presentazione 27/03/2017

Struttura a matrice Titolo Presentazione 27/03/2017

Qualità della vita e del lavoro Titolo Presentazione 27/03/2017

Modello tradizionale Vs modelli nuovi Titolo Presentazione 27/03/2017

Organizzazione e comunità A partire dalla crisi del taylorforismo le comunità cominciano a svilupparsi all’interno delle organizzazioni. Oggi le comunità sono sostenute e potenziate dalle nuove tecnologie e, in particolare, dagli strumenti di social networking. Una comunità di lavoro è una struttura sociale che implica: un comune sentimento di partecipazione; interessi condivisi e mediati; obiettivi e risultati comuni; valori condivisi; lealtà multiple ai processi, alle professioni, all’organizzazione; appartenenza alla comunità locale e a una professionale. Titolo Presentazione 27/03/2017

Sistemi di regolazione e strutture latenti A partire dagli Anni ’40 si sviluppa all’interno delle teorie organizzative un nuovo paradigma, quello dei sistemi naturali. Esempi di strutture di regolazione sociale latenti, naturali e lasche che reggono le comunità di lavoro sono: i modelli di cooperazione; le istituzioni; i sistemi socio-tecnici; la cultura organizzativa; le tecnologie della cooperazione; le interfacce uomo-computer; i sistemi di senso; le comunità professionali e di pratica; il knowledge management e il CRM. Tali componenti danno vita ad un’organizzazione composta da diversi strati coesistenti di burocrazia e comunità. Titolo Presentazione 27/03/2017

Progettazione delle organizzazioni e innovazione Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello GICS GICS sta per Gestione dell’Innovazione e del Cambiamento Strutturale (change management strutturale). Tale modello permette di supportare sia la pianificazione che la progettazione del miglioramento del sistema organizzativo, sia i processi sociali del cambiamento ad esso associati. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello GICS L’obiettivo del GICS è di innovare e di far accadere le cose. Tale metodologia: crea cooperazione; genera il supporto del vertice su chi è impegnato nelle operation; suscita nei manager delle operation feedback rivolti al vertice. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello GICS Il modello GICS non si basa sull’idea che bisogna prima pianificare, poi progettare e infine sperimentare ma può partire da qualsiasi punto di tali processi. Esso si fonda sull’apprendimento dall’esperienza accumulata in una sorta di “memoria del sistema”. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello GICS Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello GICS I punti di partenza di un progetto di change management possono essere: la fase di analisi; la fase di progettazione. Titolo Presentazione 27/03/2017

Fase di analisi Strutture formali: organizzazione formale legale; organizzazione tecnica. Strutture latenti: processi sociali; cultura istituzionale; sistemi socio-tecnici; tecnologie di supporto al lavoro; comunità professionali; comunità di pratica; sistemi di relazioni, KM, CRM. Titolo Presentazione 27/03/2017

Fase di progettazione Solitamente vanno riprogettati: i processi fondamentali; i processi di pianificazione e controllo; i sistemi tecnologici; le strutture organizzative; la policy di sviluppo del personale. Titolo Presentazione 27/03/2017

Modello GICS Il change management strutturale coinvolge le seguenti attività di gestione dei processi sociali: gestione del campo organizzativo; monitoraggio; partecipazione e coinvolgimento attraverso l’apprendimento collettivo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il caso Cerestar Cerestar è una impresa specializzata nella manifattura del mais. Il progetto STS (sociotechnical system) viene sviluppato tra il 1985 e il 1990 con l’obiettivo di ridisegnare l’organizzazione sulla base dei team, dei processi e dei ruoli. Il progetto riguarda gli impianti di Castelmassa e Krefeld. Titolo Presentazione 27/03/2017

Gli obiettivi I principali obiettivi da raggiungere sono: ripensare la strategia produttiva ed organizzativa; cambiare il modello organizzativo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il ridisegno organizzativo Alla base del ridisegno organizzativo vi sono tre concetti: la struttura; l’organizzazione; la qualificazione sostanziale. Titolo Presentazione 27/03/2017

La struttura Titolo Presentazione 27/03/2017

L’organizzazione del lavoro e la qualificazione sostanziale L’organizzazione è basata su ruoli integrali: ogni persona risponde di obiettivi individuali e collettivi (elevato livello di intercambialità, cooperazione, comunicazione e presa di decisione). Ognuno avrebbe dovuto sviluppare al massimo le proprie capacità in modo da dar vita ad una sorta di quasi-professione. Titolo Presentazione 27/03/2017

Tipi di sistemi Titolo Presentazione 27/03/2017

Dal dipartimento al sistema di processo Titolo Presentazione 27/03/2017

Risultati Ecco i maggiori risultati raggiunti mediante il progetto STS: aumento dell’outcome (incremento del 27%); riduzione del personale (171 perone in meno). Titolo Presentazione 27/03/2017

Analisi e progettazione delle reti organizzative Titolo Presentazione 27/03/2017

Le reti organizzative Il concetto di rete identifica un sistema di relazioni tra attori. Nelle nuove organizzazioni hanno un ruolo strategico: la leva delle conoscenze; la leva delle relazioni con i clienti; la leva dell’asset configuration. I processi si sviluppano attraverso reti di telecomunicazione e in particolare sul web, ma gli attori che le presentano, le gestiscono e le usano sono persone vere. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’organizzazione a rete Pichierri definisce l’organizzazione-rete come un modello stabile di relazioni cooperative tra attori individuali o collettivi che costituisce un nuovo attore collettivo. Si distinguono: organizzazioni a rete naturali; organizzazione a rete governata. Titolo Presentazione 27/03/2017

Organizzazione a rete naturale È un sistema di riconoscibili e multiple connessioni e strutture entro cui operano imprese o unità organizzative di imprese e amministrazioni, ossia nodi ad alto livello di autoregolazione, capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni o di risultati condivisi. Le organizzazioni a rete naturale sono caratterizzate da: valorizzazione; processi; nodi vitali; legami; strutture multiple; proprietà operative. Titolo Presentazione 27/03/2017

Organizzazione a rete governata Un’organizzazione a rete governata è caratterizzata da soggetti individuali o collettivi, privati o pubblici, che oltre ad agire come una rete naturale provvedono anche a progettare, gestire e mantenere tale sistema. Esempi di organizzazione a rete governata sono le grandi e medie imprese che attivano processi di esternalizzazione, decentramento, terziarizzazione, outsourcing. Titolo Presentazione 27/03/2017

L’impresa rete Titolo Presentazione 27/03/2017

Tipologia Esistono quattro tipi di impresa rete: impresa verticalizzata, impresa divisionale, impresa transazionale impresa rete. L’impresa rete è la più composita delle strutture: è contemporaneamente un mercato, una struttura gerarchica, una rete informativa, un sistema sociale, un clan, una struttura politica. Inoltre, ha qualche forma di governance. Titolo Presentazione 27/03/2017

Impresa rete In base al sistema di controllo si distinguono quattro tipi di impresa rete: impresa rete a base gerarchica; impresa rete a centro di gravità concentrato; impresa rete con centri di gravità multipli; impresa rete senza centro. Titolo Presentazione 27/03/2017

Componenti dell’impresa rete Una impresa rete è composta da: nodi (o sistemi): entità orientate ai risultati, autoregolate, che cooperano tra loro e interpretano gli eventi esterni. Possono essere interni o esterni all’impresa. connessioni fra nodi. Ne esistono di diversi tipi, tra cui: connessioni burocratiche, transazioni economiche, informazioni formalizzate, regole e pratiche della cooperazione, canali e forme di comunicazione, scambi di conoscenza. struttura: è data dalla configurazione dei nodi e delle connessioni. Ne esistono di vari tipi: struttura gerarchica, struttura operativa, struttura informativa, comunità di lavoro, mercato, clan, sistema politico, parentela, etnia. sistemi operativi, come il linguaggio, il sistema di progettazione, pianificazione e controllo delle risorse, sistemi di incentivazione, sistema di governance. Titolo Presentazione 27/03/2017

Reti di organizzazioni e di persone Sono strutture estremamente visibili nei contesti molto innovativi. I nodi sono costituiti da organizzazioni ad elevata intensità di persone (reti di persone) legate fra loro da connessioni. Il sistema di governo complessivo è un’arena in cui si svolgono interazioni di una molteplicità di persone. Titolo Presentazione 27/03/2017

Organizzazione a rete: nuova definizione Organizzazioni a rete sono quelle strutture organizzative in cui vasti processi formalizzati e non formalizzati attraversano i confini di una singola organizzazione e delle loro articolazioni interne, in virtù dell’azione convergente di più attori o soggetti organizzativi, dando luogo in qualche misura e per qualche tempo a un attore collettivo nuovo che opera con strutture regolative formali e/o latenti. Titolo Presentazione 27/03/2017

La progettazione congiunta di strategia, tecnologia, organizzazione nell’impresa rete governata Titolo Presentazione 27/03/2017

Strategie Nell’impresa rete si decentra e si centralizza contemporaneamente. L’autonomia dei singoli sottosistemi organizzativi non si oppone all’esistenza di un coordinamento e controllo di sistema. Coesistono controllo gerarchico, influenza e potere, relazioni negoziali, autonomia. Titolo Presentazione 27/03/2017

Organizzazione L’opposizione tra organizzazioni economiche e società si pone in termini diversi per tre motivi: i nodi dell’impresa rete sono sia le imprese e le organizzazioni economiche che le istituzioni e le persone; le forme di connessione sono contemporaneamente economiche, sociali e organizzative; il processo di valorizzazione riguarda insieme redditività e socialità. Le dimensioni culturali e simboliche dell’organizzazione contano in misura sempre maggiore. Titolo Presentazione 27/03/2017

Tecnologie Nelle imprese rete risulta fondamentale il ruolo svolto dalle ICT. Le agenzie strategiche nascono, si rafforzano o declinano nella misura in cui sono capaci di usare le tecnologie ICT. Innovare vuol dire dotarsi di tecnologie e sistemi informativi che integrino gestione, produzione e logistica, di informatica per la comunicazione e a supporto delle professioni. Le tecnologie dell’informazione e della conoscenza sono l’infrastruttura più importante dell’impresa rete. Titolo Presentazione 27/03/2017

Persone Alle persone vengono richiesti livelli nuovi di competenza: saper cooperare; saper risolvere problemi; saper apprendere; saper innovare; saper controllare i processi. La professione diventa un nodo della rete. La professione può essere svolta in azienda, ma non è dell’azienda. Strategica diventa la longlife education. Titolo Presentazione 27/03/2017

Management Nelle imprese rete il management deve possedere quattro competenze: saper dar vita a sistemi organizzativi e saperli mantenere vivi; saper interagire e gestire le connessioni; saper progettare e gestire strutture complesse; conoscere tecniche di gestione moderna (marketing, gestione del personale, controllo, pianificazione). Titolo Presentazione 27/03/2017

Le reti di imprese Titolo Presentazione 27/03/2017

Distretti industriali Si tratta di imprese indipendenti che producono prodotti-servizi tipici o parti dello stesso prodotto-servizio. Beccatini definisce il distretto industriale come “un’entità socio-territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in un’area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali”. Titolo Presentazione 27/03/2017

Small firms networks La crisi dei tradizionali modelli di impresa concentrata si spiega attraverso tre teorie: la specializzazione flessibile; la crisi del capitalismo; l’inefficacia organizzativa. Perrow, ritenendo inadeguate tali spiegazioni, conia l’acronimo SFN (Small firms networks) per indicare reti di imprese basate su proprietà di funzionamento specifiche che si sviluppano in determinati settori e in determinati contesti culturali. Esse non includono tutte le piccole imprese, né tutte le reti organizzative. Negli SFN i produttori, i fornitori e i clienti cooperano tra loro. Gli SFN rappresentano un modello molto attuale: esse possono reggere transazioni, informazioni e comunicazioni via web e si identificano con un sistema di produzione di fiducia. Titolo Presentazione 27/03/2017

Small firms networks Gli SFN hanno caratteristiche che la grande impresa non ha: diffusa distribuzione del potere; riduzione dei livelli gerarchici; più equa distribuzione della ricchezza degli imprenditori; forte legame con le istituzioni del governo locale. Titolo Presentazione 27/03/2017

I cluster A differenza del distretto industriale, il cluster ha un nucleo territorialmente localizzato e risorse e servizi offerti sia da reti originate sul territorio che si estendono oltre di esso, sia da reti di imprese e organizzazioni originate altrove ma che hanno localizzazioni sul territorio. All’importanza della prossimità geografica si aggiunge quella della prossimità strategica. In alcuni casi, medie imprese eccellenti svolgono un ruolo di regia e attivazione di reti internazionali di imprese che cooperano e competono e che si distribuiscono parti di catena del valore crescenti. Titolo Presentazione 27/03/2017

Sviluppare e progettare reti organizzative È possibile progettare e gestire il passaggio da una rete naturale a una rete governata se: esiste una agenzia strategica in grado di avviare progetti di cambiamento del sistema produttivo e sociale sul territorio; la rete è in condizione di controllare la rete del valore, gestire i processi di rete, generare nodi vitali, attivare connessioni di rete, sviluppare strutture composite e coesistenti, sviluppare un sistema di governo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il caso della progettazione di una grande impresa rete Titolo Presentazione 27/03/2017

Obiettivi del progetto Gli obiettivi del progetto sono: conseguire competitività strutturale; ottimizzare processi trasversali alle funzioni e alle imprese; rendere efficace e visibile la rete dei processi; portare i processi nella testa delle persone; potenziare la rete del valore. Il modello dell’impresa rete è servito per riprogettare la catena del valore e i processi, i nodi, le connessioni, le strutture e le proprietà operative, nonché il sistema di governance. Titolo Presentazione 27/03/2017

Principi progettuali I principi progettuali identificati sono due: superare i limiti dell’impresa classica con nuove forme di impresa a costi più bassi e in grado di valorizzare le risorse del sistema; esternalizzare processi non strategici. In base a tali principi furono individuati tre criteri di valutazione della convenienza della esternalizzazione/internazionalizzazione/terziarizzazione: criterio strategico; criterio economico; criterio organizzativo. Titolo Presentazione 27/03/2017

Il modello dell’impresa rete È l’architettura organizzativa a focalizzare la strategia dell’impresa rete attraverso la cooperazione di organizzazioni autonome (l’organizzazione determina la leva strategica). È il profilo strategico ad ampliare i confini dell’organizzazione dell’impresa rete (la strategia determina la leva organizzativa). L’impresa rete implica l’adozione di strumenti direzionali nuovi in grado di governare l’intera rete. Nel modello proposto, gestire strategie e organizzare sono due facce della stessa medaglia. Titolo Presentazione 27/03/2017