AUTOEDUCARSI A DIVERGERE

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Transcript della presentazione:

AUTOEDUCARSI A DIVERGERE COME FARE PER DIVERGERE? SIAMO GIUNTI ALLA CONCLUSIONE DELLLA CARELLATA e sono sicuro che, a questo punto la riflessione che ognuno di voi ha in mente è: “tutto interessante, ma come si può fare a lateralizzare il pensiero, a divergere??” Beh, data la difficoltà della risposta, potrei dirvi, approfittando della cena in arrivo, che la creatività è come la leadership. Si giudica soprattutto dai risultati ex-post. Non esiste una maniera pratica di insegnare a pensare, però… Ma sarebbe un modo per defilarsi….Non lo farò, vi prego solo di RESTARE CON NOI ancora per pochi minuti, durante i quali non potrò soddisfare in toto la vostra curiosità dato che, mi sembra chiaro, che non esiste una maniera pratica di insegnare a pensare…Però si può educare a divergere… Ci sono alcune condizioni di base da rispettare sia nell’ambito del business, sia nella vita quotidiana. LE 9 INDICAZIONI: La prima indicazione è CREDERCI, AVER FEDE nelle proprie potenzialità, evitare di autocensurarsi, evitare di zittire quella voce interna che boccia l’idea sul nascere. Approfondire conoscenze ed esperienze del contesto in cui si opera. Pensare ai traguardi, non agli ostacoli. “Non sprecate troppo tempo a cercare gli ostacoli. Potrebbero non essercene!” (diceva Kafka) Mai cedere alle abitudini, figlie della noia. La routine addormenta le nostre capacità di osservazione. Sfuggire ai meccanismi abitudinari per ricercare strade alternative utilizzando il disordine contro la routine. Divertirsi a scompaginare! Il pensiero verticale è comodo perché ad alta probabilità di riuscita, il pensiero laterale è scomodo perché è a bassa probabilità, privo di conseguenzialità. Osare. La paura è l’ostacolo n.1 della creatività. La curiosità mentale è una colonna portante. Braccare l’informazione, interpretarla, classificarla, collegarla.

Guardarsi dalle idee dominanti Guardarsi dalle idee dominanti. Perseverare sulle stesse idee con un approccio sempre uguale non aiuta a risolvere il problema. Abbandonare le idee dominanti per rovesciarle. Rilanciare continuamente l’entusiasmo. I guizzi creativi infondono un senso di padronanza e di euforia. E’ anche piacevole lasciarsi contagiare dall’entusiasmo implicito nell idee creative. Ed è anche un modo per aumentare la fiducia nelle proprie capacità. La creatività aumenta nella misura in cui si diventa più consapevoli dei propri guizzi creativi andati a buon fine. WALT DISNEY Infine, un punto che per me è prioritario: non circondarsi di persone che sono bravissime, specializzate nel rispondervi PERCHE’ NO, PERCHE’ NON SI PUO’ FARE UNA COSA. Sono deleteri. Walt Disney che di creatività se ne intendeva aveva creato 3 stanze: nella prima stanza ci metteva i sognatori. Il livello di attenzione era il “CHE COSA”. L’atteggiamento: “tutto è possibile”. nella seconda stanza ci metteva i realisti. Il livello di attenzione era il “COME”. L’atteggiamento può essere riassunto così: agisci come se il sogno potesse essere realizzato (definire i passi immediati da compiere) nella terza stanza ci metteva i critici. Il livello di attenzione era il “PERCHE’”. L’atteggiamento può essere riassunto così: “perché sì e perché no” con la logica di superare le difficoltà in modo costruttivo. “Se si può sognare si può fare”, andava ripetendo l’inventore di Topolino, Paperino e di altri indimenticabili personaggi. In buona compagnia, quella di Einstein che affermava: “l’immaginazione è più importante del sapere”.