Le verdure vicentine Coltivate o spontanee.
Una testimonianza delle verdure vicentine Le patate abbronzate ormai non esistono quasi più. Per poterle mangiare bisognava spelare le patate che prendevano il colore dei fagioli mentre bollivano insieme nella pentola; poi si schiacciavano insieme per ottenere un piatto sostanzioso che combatteva la fame. Si mangiavano solo patate, fagioli e pasta. L’ alimentazione dipendeva strettamente dalle stagioni. Ora invece le verdure si comperano tutte al supermercato e in tutte le stagioni. E i minestroni sono stati sostituiti dagli spaghetti all’astice.
I radici Grazie alla ricerca genetica oggi si possono coltivare vari tipi di radicchio come quello da taglio, che si mangia cotto e molti altri tipi. In passato da noi si coltivavano 3 varietà di radici: 1 quelli da taglio da consumarsi preferibilmente crudi quando erano giovani e lessati quando crescevano; erano amarognoli e duri. 2 quelli rossi che si seminavano in estate nell’ orto o nel campo tra l’ erba medica e che non si chiudevano a palla come quelli odierni e venivano mangiati d’ autunno. Della terza qualità parleremo a parte.
Còe de radico È una varietà di radicchio che ha il fittone particolarmente ingrossato e commestibile; questo fittone si consumava dall’ autunno a fine inverno.Le còe de radico sono molto amare e perciò i ragazzi le disprezzavano, ma erano molto ricche di sali minerali.Le còe de radico sono state sostituite oggi dalla Scorzanera e dalla Scorzabianca che sono meno amare e più polpose.
Vèrşe Le vèrşe non sono più preparate nei ristoranti e neanche nelle mense perché considerato cibo povero, ma in realtà sono ricche di sostanze nutritive importanti. Non vengono neanche più cucinate nelle case per lo sgradevole odore emanato durante la cottura. Le vèrşe assieme alle rape sono state le verdure più consumate e più coltivate prima dell’ arrivo della patata; venivano chiamate anche: “le capóne da na gamba sóla”.
Suculi Immancabili in ogni orto i sucui, seminati il primo giovedì di Aprile; a partire da giugno e per tutta l’estate costituiscono uno dei maggiori prodotti utilizzati nelle cucine. Quelli piantati in passato però, col procedere dell’estate si esaurivano e si seccavano. Si piantava anche una varietà di sucui sinquantini ( precoci ). Ora si possono seminare ti pi di sucui molto più resistenti alle intemperie; i fiori maschili si usano per fare delle frittelle oppure inserite all’interno delle minestre di verdura.
Rave Ultimamente il consumo delle rave è diminuito. Sorella dei cavoli la rava è una delle verdure più detestate ma nutrienti da cui purtroppo deriva l’aggettivo “ testa di rapa”, espressione inventata dalle persone che disprezzavano la rava. Essa però veniva utilizzata per curare i malati di reni e la tosse dei bambini.
Pissacàn Una delle erbe spontanee che crescono dappertutto. La loro preparazione è laboriosa, non per la raccolta, ma per la lavatura ( 4-5 volte e anche di più). I pissacàn consumati cotti sono stati, in passato, la prima verdura fresca, che a volte aiutava a combattere la fame.
Bruscandoli I bruscandoli sono i germogli del luppolo che vengono raccolti in primavera e adoperati per fare un buon risotto.
Visone Una pianta legnosa e rampicante, simile ai bruscàndoli. In primavera sono teneri e succosi, in gran parte del vicentino si raccolgono e si mangiano cotti perché crudi sarebbero velenosi.
Erba da tàjo Queste erbe si trovano in Val Leogra e a Chiampo. Una delle loro proprietà è la capacita di cicatrizzare quasi immediata. E’ usata per preparare frittelle e minestroni.