Tecniche d’intervento psico-pedagogico per la promozione 27/03/2017 Provincia di Napoli Progetto Spes Goal Tecniche d’intervento psico-pedagogico per la promozione dell’Autoefficacia, della Resilienza e dell’Apprendimento
Il presente lavoro è il risultato di una ricerca azione condotta dall’Isfol nell’ambito del progetto “Spes Goal” finanziata con i fondi provinciali – annualità 2008-2009 Hanno partecipato al gruppo di lavoro: Daniela Pavoncello ( coordinamento tecnico scientifico), Virginia Marella, Concetta Procopio, Lauretta Valente, Mario Becciu e Klement Polacek Autori del testo sono: Daniela Pavoncello, Virginia Marella, Concetta Procopio 2
PRESENTAZIONE …………………p. 4 AUTOEFFICACIA …………………p. 5 INDICE PRESENTAZIONE …………………p. 4 AUTOEFFICACIA …………………p. 5 RESILIENZA …………………p. 17 APPRENDIMENTO …………………p. 26 CONCLUSIONI …………………p. 38 BIBLIOGRAFIA …………………p. 39 3
1. PRESENTAZIONE Il seguente lavoro si presenta come una linea-guida per gli insegnanti coinvolti nel progetto Spes Goal promosso dalla provincia di Napoli. L’obiettivo del progetto è stato di individuare i ragazzi particolarmente a rischio di dispersione scolastica negli istituti secondari inferiori e superiori Casanova, Caracciolo, Costantinopoli, Croce e Novaro. In vista dell’obiettivo generale, mira a sottolineare l’importanza di tre costrutti: Autoefficacia, Resilienza e Apprendimento per ridurre il rischio di abbandono scolastico, fenomeno frequente nei ragazzi del Rione della Sanità. La presente proposta di intervento psico-pedagogico definisce l’importanza e la promozione dei costrutti analizzati e presenta alcune linee di azioni. 4
2. AUTOEFFICACIA Definizione Il concetto di Autoefficacia, in generale, si riferisce alla “convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessarie a gestire adeguatamente le situazioni che si incontrano in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano le motivazioni personali e agiscono” (Bandura, 1996). 5
AUTOEFFICACIA Definizione L'autoefficacia consiste nella convinzione dell'individuo di possedere delle abilità richieste per un determinato compito. Il soggetto valuta in modo personale le sue capacità di affrontare un certo compito con successo. L'autoefficacia intesa nella concezione più ampia, rappresenta l'abilità dell'individuo di gestire la sua esistenza. In tal senso essa guida il processo di selezione operato dal soggetto. 6
PERCHE’ E’ IMPORTANTE SVILUPPARE L’AUTOEFFICACIA? La promozione dell’autoefficacia aumenta il livello di aspirazione del ragazzo, la sua costanza nell’impegno, lo aiuta a raggiungere le mete che si è prefissato e anche quelle che gli sono state suggerite dall’insegnante. Occorre promuovere questa capacità perché offre un aiuto al ragazzo a tollerare le frustrazioni, come p.e. un brutto voto o una delusione d’amore, per gestire lo stress che ne consegue. L’autoefficacia è uno strumento basilare per comprendere le cause di un possibile successo o fallimento, consapevolezza fondamentale per essere efficaci in un’altra occasione. 7
LE FONTI DELL’AUTOEFFICACIA Bandura ha descritto quattro "sorgenti" dell'autoefficacia: I. previa esperienza positiva (successo): le esperienze comportamentali dirette di gestione efficace, che hanno la funzione di indicatori di capacità; II. esperienza vicaria (osservazione delle persone di successo): le esperienze vicarie e di modellamento, che alterano le convinzioni di efficacia attraverso la trasmissione di competenze e il confronto con le prestazioni ottenute dalle altre persone; 8
LE FONTI DELL’AUTOEFFICACIA III. persuasione verbale (esortazioni da parte di terzi): la persuasione verbale ed altri tipi di influenza sociale, che infondono e costituiscono la possibilità di possedere competenze da sperimentare; IV. stati affettivi costruttivi (rilassamento): gli stati fisiologici ed affettivi, in base ai quali le persone giudicano la loro forza, vulnerabilità, reattività al disfunzionamento. 9
COME PROMUOVERE L’AUTOEFFICACIA? L’insegnante, per promuovere l’autoefficacia, nel proprio allievo, dovrebbe mettere in atto alcuni atteggiamenti: Comunicare esplicitamente accettazione, calore, affetto, supporto (a livello verbale/non verbale). Gratificare immediatamente comportamenti positivi. Evitare i paragoni del tipo “Vedi Mario come è tranquillo, fai come lui”. 10
COME PROMUOVERE L’AUTOEFFICACIA? Evitare i “sempre” e i “mai”; aiutarlo a ridefinire il proprio comportamento in modo meno categorico (“qualche volta disturbo, ma il più delle volte mi comporto in modo adeguato”). Insegnare strategie di autoregolazione e di pianificazione (l’insegnante modello: dialogo esterno e autoistruzioni). Bilanciare le valutazioni in campo scolastico (rispetto ai diversi ambiti, rispetto ai successi ottenuti in altre aree extra-scolastiche 11
L’INSEGNANTE COME MODELLA DI AUTOEFFICACIA Per promuovere nel proprio allievo lo sviluppo dell’autoefficacia, l’insegnante può funzionare come modello, muovendosi secondo i seguenti passi: Definisce un obiettivo realistico da raggiungere; Valuta il contesto, ovvero le possibilità e i limiti di realizzazione; Ipotizza le possibilità di riuscita e i rischi di insuccesso; Pianifica un’alternativa per gestire l’imprevisto; Considera quali capacità personali utilizzare; Ricerca sostegno e feedback all’esterno; Individua varie soluzioni per il raggiungimento dell’obiettivo 12
SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI L’insegnante, attraverso un’osservazione sistematica dell’allievo, può identificare comportamenti non-efficaci. Gli indicatori sono: l’allievo non raggiunge gli obiettivi prefissati lascia il lavoro a metà non svolge i compiti difficili non affronta i problemi che si trova davanti ha difficoltà a comunicare con gli altri, anche quando manifesta interesse e volontà al lavoro non si attiva. 13
SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI L’insegnante può promuovere lo sviluppo dell’autoefficacia a due livelli: Promozione della Gestione efficace dei comportamenti problematici Promozione dell’autoefficacia rispetto ai compiti scolastici 14
PROMOZIONE DELLA GESTIONE EFFICACE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI Stabilire poche regole chiare, possibilmente espresse in forma positiva, specifiche per le diverse situazioni; Utilizzare richiami visivi/vicinanza fisica; Concordare conseguenze specifiche in caso di trasgressione delle regole; Prevedere conseguenze positive per il rispetto delle regole; Fare attenzione a non identificare l’allievo con il suo comportamento (es. invece di apostrofare il ragazzo con “sei il solito disordinato”, meglio utilizzare un messaggio – Io del tipo “mi disturba quando non metti in ordine le tue cose”). 15
PROMOZIONE DELL’AUTOEFFICACIA RISPETTO AI COMPITI SCOLASTICI Iniziare un nuovo compito definendo chiaramente le aspettative (realizzabili) in modo che l’allievo possa misurarsi con il proprio successo; Fornire consegne semplici e assicurarsi che siano comprese; Suddividere il compito in fasi intervallabili con pause; Fornire frequentemente incoraggiamenti; Rinforzare il completamento delle singole fasi del lavoro; Favorire gradualmente l’autonomia; Premiare lo sforzo e non concentrarsi solo sul risultato; Riconcettualizzare l’errore/riconoscere la difficoltà di un compito; Aiutare l’allievo a riconoscere e identificare le reazioni emozionali derivanti dai risultati ottenuti. 16
3. RESILIENZA Definizione La Resilienza è la capacità dell'uomo o delle comunità di resistere e superare le avversità della vita. E’ la capacità umana universale di affrontare, superare o addirittura uscire rinforzati da esperienze negative. È, inoltre, una competenza che si esprime in un contesto di sfide significative all’adattamento e allo sviluppo. Nella sua accezione maggiormente condivisa, il costrutto di resilienza si riferisce a quel processo dinamico che consente di mantenere un adattamento positivo, malgrado un contesto in cui il soggetto è messo alla prova da circostanze avverse, adattamento che può consistere tanto nel raggiungimento di esiti evolutivi funzionali quanto nell’ evitamento di esiti maladattivi (Renati - Zanetti, 2008, 264). 17
RESILIENZA Definizione La resilienza è una capacità che può essere appresa e che riguarda la qualità degli ambienti di vita, in particolare i contesti educativi, qualora sappiano promuovere l’acquisizione di comportamenti resilienti. La resilienza rappresenta la capacità degli individui di adattarsi positivamente al loro ambiente nonostante la presenza di rischi per lo sviluppo. 18
RICONOSCERE I COMPORTAMENTI NON RESILIENTI L’insegnante, attraverso un monitoraggio del proprio allievo, può individuare i comportamenti non resilienti. Il ragazzo con bassa resilienza ha difficoltà ad affrontare le situazioni problematiche, non sopporta che si contraddica il suo modo di pensare, in seguito ad un voto basso si scoraggia perdendo la fiducia in se stesso e non procede di fronte ad una difficoltà. 19
COME COSTRUIRE LA RESILIENZA? 27/03/2017 COME COSTRUIRE LA RESILIENZA? La struttura su cui si va costruendo una solida capacità di resilienza poggia su 3 fondamentali concetti dell’essere umano: Sicurezza interna intesa come la stabilità dell’individuo centrato su di sé ovvero in grado di riconoscere e curare i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri desideri e soprattutto le proprie necessità; Stima di sé o autostima intesa come un insieme di idee che l’individuo ha sviluppato su di sé. Si forma in base a come l’individuo, negli anni della crescita, è stato trattato o visto dagli altri significativi. Quando il bambino ha sviluppato una serie di idee su di sè, è probabile che cominci a comportarsi con maggiore frequenza in modo conforme al proprio concetto di sé, provocando negli altri feedback tali da avvalorare ulteriormente l’immagine che si è creato di se stesso. 20 20
COME COSTRUIRE LA RESILIENZA? Sentimenti della propria efficacia o autoefficacia intesa come convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azione necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontrano, in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano le motivazioni personali e agiscono. 21
L’INSEGNANTE COME PROMOTORE DI RESILIENZA L’insegnante rappresenta una ‘base sicura di attaccamento’; può essere definito un vero e proprio “PORTO SICURO” a cui il ragazzo spesso ha bisogno di far ritorno. E’ importante, dunque, che l’insegnante si presenti: Stabile e Attendibile; Empatico, ascolta e capisce i bisogni e le emozioni, dà un nome ai sentimenti e rispecchia in modo autentico; In grado di cercare e trovare significati, ovvero legge il significato del comportamento manifesto del ragazzo alla luce della storia personale dell’allievo e del momento storico in cui si trova; 22
L’INSEGNANTE COME PROMOTORE DI RESILIENZA È un contenitore vivificante in quanto propone limiti costruttivi, tiene duro nel ruolo di sostegno; Favorisce i sentimenti di appartenenza promuovendo la costruzione del gruppo scuola o dopo scuola e gruppo attività sportiva. Inoltre: l’insegnante evita che si rinforzi nell’allievo il senso di colpa che può derivare dai comportamenti dei genitori, lo aiuta a riporre una speranza nel futuro, gli insegna che le difficoltà possono essere superate, trasmette il messaggio che si può essere artefici del proprio destino e, dunque, scegliere cosa si vuole dalla vita. 23
SUGGERIMENTI PER L’INSEGNANTE: LE SEI STRATEGIE PER PROMUOVERE LA RESILIENZA Sei strategie utili per l’insegnante promotore di resilienza: 1. Offrire agli studenti la possibilità di partecipare attivamente alle attività scolastiche, perché quando gli studenti hanno la possibilità di partecipare alla pianificazione delle attività scolastiche, migliorano il loro rendimento e la loro condotta; 2. Comunicare elevate aspettative, in quanto la probabilità di avere successo in un compito aumenta in base alla fiducia che i ragazzi hanno nelle loro competenze; 3. Fornire cura e supporto, perché se i ragazzi sentono di essere parte di un ambiente supportivo ottengono più frequentemente risultati positivi, a prescindere da differenze individuali quali le abilità o lo status socioeconomico; 24
SUGGERIMENTI PER L’INSEGNANTE: LE SEI STRATEGIE PER PROMUOVERE LA RESILIENZA 4. Aumentare i legami pro-sociali, in quanto le relazioni tra pari rappresentano un’importante risorsa per incrementare le abilità sociali, l’empatia, la cooperazione, l’autonomia e le capacità di problem solving; 5. Creare dei legami chiari e consistenti, perché mostrare gli effetti delle azioni individuali aumenta il senso di autodeterminazione; 6. Insegnare abilità sociali che sono un fattore primario di resilienza perché consentono al ragazzo di creare e mantenere rapporti significativi. 25
4. APPRENDIMENTO Definizione Si intende per Apprendimento l’insieme delle modalità e degli strumenti che l’individuo utilizza per imparare. Sono 3 gli approcci all’apprendimento: profondo, superficiale e strategico. Approccio profondo: interazione con il contenuto da apprendere, stabilire rapporti tra nuove informazioni e quelle già possedute, esaminare il valore delle argomentazioni apportate. Approccio superficiale: memorizzare i contenuti in vista dell’esame, apprendere solo quello che è strettamente richiesto all’esame, fedele riproduzione del testo da studiare. Approccio strategico: organizzare il tempo e distribuire le forze per ottenere successo, prevedere le domande di un esame e preparare le risposte. 26
APPRENDIMENTO Definizione L’effetto di questi 3 tipi di approccio si manifesta nella qualità dell’apprendimento. L’apprendimento profondo consiste, infatti, in una ricca assimilazione delle informazioni dovuta ad una genuina motivazione del soggetto. L’apprendimento superficiale rappresenta un’assimilazione parziale e frammentaria di informazioni, dovuta a ragioni esterne al soggetto. L’approccio strategico si colloca a metà strada tra i due precedenti approcci: la qualità di questo apprendimento dipende, infatti, da entrambi i tipi di motivazione, intrinseca ed estrinseca, e dall’efficacia delle strategie adottate. 27
PROCESSO D’ APPRENDIMENTO Rientrano nel processo di apprendimento: Motivazione Intrinseca ad apprendere o valore che la persona dà ai contenuti, in quanto li considera importanti per se stessi e non per motivi esterni. Lo studente, in questo caso, risulta coinvolto razionalmente ed affettivamente nel processo di apprendimento, in quanto considera ciò che apprende arricchente per la propria personalità e presupposto per la sua autonomia generale: i contenuti appresi sono di conseguenza duraturi. La motivazione intrinseca è una caratteristica generale dello studente e non si presenta uguale per tutte le materie. Essa è il presupposto per una continua crescita dello studente durante tutta la sua carriera scolastica e, in seguito, nell’esercizio della professione. 28
PROCESSO D’ APPRENDIMENTO Metacognizione e apprendimento auto-regolato: la conoscenza dei processi di apprendimento e gestione dei compiti e dei doveri scolastici in modo autonomo. Il possesso di una buona capacità metacognitiva determina una migliore gestione del proprio apprendimento scolastico. L’apprendimento viene facilitato se il soggetto è a conoscenza dei processi per mezzo dei quali esso avviene. Ciò permette di ottenere un risultato migliore e fa in modo che lo studente non disperda le forze. Il possesso di questi processi determina l’apprendimento autoregolato, cioè la gestione di compiti e doveri scolastici in modo autonomo, senza aiuti e stimolazioni esterne. 29
PROCESSO D’APPRENDIMENTO Strategie di apprendimento: i possibili metodi per un apprendimento più efficace, adatto alle proprie esigenze ed esperienze. Sono le strategie che lo studente utilizza maggiormente e l’insegnante potrà aiutarlo a rendersi consapevole se il proprio modo di impostare l’apprendimento è o meno produttivo e, di conseguenza, potrà consigliargli dei metodi adeguati alle singole discipline. 30
PROCESSO D’APPRENDIMENTO Consolidamento dell’apprendimento: abitudine dello studente ad attuare processi di studio che mirano a consolidare quanto appreso. Il consolidamento avviene attraverso processi mentali impegnativi che richiedono capacità di analisi, sintesi e valutazione, usando i metodi induttivo e deduttivo. 31
PROCESSO D’APPRENDIMENTO 27/03/2017 PROCESSO D’APPRENDIMENTO Apprendimento superficiale: un apprendimento inefficace o superficiale si basa su una motivazione estrinseca (lo faccio perché mi è stato imposto), è un apprendimento povero di contenuti ed incompleto. Questo tipo di apprendimento si basa, inoltre, sulla memorizzazione dei contenuti, è finalizzato al riconoscimento sociale (la promozione). Il metodo è rigido, perché lo studente utilizza sempre lo stesso per tutte le materie. 32
PROCESSO D’APPRENDIMENTO 27/03/2017 PROCESSO D’APPRENDIMENTO Attraverso l’osservazione del proprio l’allievo, si può riconoscere un apprendimento superficiale: il ragazzo si pone solo obiettivi facilmente raggiungibili; i concetti, anche se ricordati, non sono organizzati in un’unità coerente; evita i compiti in cui prevede di non ottenere un buon risultato; non distingue gli argomenti più importanti da studiare; pur conoscendo un argomento, non riesce ad organizzarlo in modo da ricordarlo; quando un argomento è difficile studia solo la parte che capisce più facilmente; memorizza anche ciò che non ha compreso; salta un argomento troppo difficile e usa un metodo di studio senza conoscerne la ragione. 33
SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI L’insegnante, per promuovere un apprendimento efficace nei propri allievi, può muoversi secondo i seguenti passi: Introduce l’argomento che vuole trattare; Segnala l’ordine e la sequenza dei passaggi; Rinforza i punti significativi; Introduce un esempio chiarificatore; Conclude e sintetizza. 34
SUGGERIMENTI PER GLI ALLIEVI Viene presentata qui di seguito una piccola griglia di strategie di apprendimento che ogni insegnante può consegnare ai propri allievi per stimolare un apprendimento di qualità. Strategie di apprendimento Farsi interrogare dai compagni sugli argomenti di studio Tenere appunti ordinati secondo materie e argomenti Fare degli schemi prima di iniziare un tema Fare i riassunti per apprendere meglio Porsi da soli delle possibili domande di un’interrogazione Mentre studia mettere in rilievo le frasi più importanti e segnare le cose che non capisce per riprenderle in seguito 35
SUGGERIMENTI PER GLI ALLIEVI Dividere un testo difficile in paragrafi per comprendere i concetti principali Se non capisce qualcosa chiedere spiegazione all’insegnante Accettare i consigli degli insegnanti su come apprendere meglio quella materia Per verificare se ha capito bene un argomento cercare di spiegarlo ad un compagno 36
SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI Successivamente, l’insegnante può indagare l’efficacia delle strategie usate testando il consolidamento dell’apprendimento attraverso la seguente lista di domande: Conosce globalmente un argomento? Applica alla sua esperienza quotidiana quello che impara studiando? Consulta varie fonti per comprendere meglio l’argomento? Cerca di avere chiarezza sul significato delle materie che studia? Mentre studia si pone delle domande per verificare il suo grado di comprensione? 37
5. CONCLUSIONI La promozione e lo sviluppo dell’ Autoefficacia, della Resilienza e dell’ Apprendimento sono indispensabili per rinforzare la relazione tra insegnante e allievo in un contesto scolastico complesso e per fornire degli strumenti di consapevolezza e di gestione delle proprie risorse. Tale investimento da parte degli adulti significativi si pone come un sostegno al ragazzo che nel proprio percorso evolutivo ha la possibilità di imparare a riconoscere, dosare, gestire ed investire le proprie energie verso sani obiettivi di sviluppo. Nell’ottica della realtà sociale nella quale si colloca questo progetto risulta importante, dunque, trasmettere ai ragazzi il messaggio che realmente si può cambiare il corso del proprio destino e che si può uscire dai momenti di difficoltà imparando ad utilizzare “il proprio ombrello personale quando si è sotto la pioggia”. . 38
6. BIBLIOGRAFIA Bandura A. (a cura di), Il senso di autoefficacia. Aspettative su di sè e azione. Erickson, Trento, 1996. Bandura, A., Autoefficacia: teoria e applicazioni. Tr. it. Erickson, Trento, 2000. Canevaro A., Malaguti A., Miozzo A, Venier C. (a cura di), Bambini che sopravvivono alla guerra. Erickson, Trento, 2001. Carkhuff R., L’arte di aiutare. Erickson, Trento, 1997. Franta H. – Colasanti A., L’arte dell’incoraggiamento, Carocci Editore, Roma, 1991. Polacek K., Questionario sui processi di apprendimento (QPA). O.S. Firenze, 2005. Renati R., Zanetti M.A., Costruire la resilienza a scuola: il ruolo degli insegnanti nello sviluppo delle risposte adattive in Psicologia dell’educazione vol. II, n.2. pp. 263-282. Erickson, Trento, 2008. 39